9-È Vivo

-Tu sei vivo?- chiese Adam indicando Riokey che, sorridendogli, annui, confermando il suo ottimo stato di salute.

-Tu sei vivo!- esclamò Adam visibilmente sorpreso da quella bella notizia... Per poi ricredersi.

Si voltò verso Victor e Luca; effettivamente, erano state le uniche persone ad aver controllato le condizioni di Riokey quando si era accasciato a terra... Erano stati loro due a dire che era morto.

-Lui é vivo...- la voce di Adam cambiò; una punta di rimprovero spaventò Luca, non smuovendo però lo sguardo insensibile di Victor.

-... Fatemi capire bene... É stata tutta una messinscena?- Adam si voltò nuovamente.

Non sapeva chi effettivamente guardare dato che sembravano essere tutti dei complici. Si chiese da chi poteva avere delle spiegazioni senza avere l'aiuto di quell'irritante di Riokey.

Fissò Clara che, a dispetto del legame di sangue che li univa, si voltò per non incrociare il suo sguardo.

Intanto Riokey, per tranquillizzare il resto dei clienti, si presentò per quello che era effettivamente; non un cadavere, non un fantasma, ma bensì un attore.

Infatti quello non fu altro che uno spettacolo, un teatro interattivo dove lo stesso cliente poteva partecipare e condividere la scena improvvisando una parte qualsiasi.

-Ma badate, miei signori, gli spettacoli in mostra al bar "Carnival" potranno avvenire quando meno ve lo aspettate. Quando la calma vi accompagna nel suo grembo materno, quando la tranquillità vi sussurra dolci e rilassanti parole, io sarò lì... A ricordarvi che la paura ed il brivido é sempre dietro l'angolo. Che non si può scappare dal pericolo, dato che questo é più veloce di voi e prima o poi vi catturerà... Io vi mostro che avrete solo due scelte; aumentare i passi che vi divideranno dalla morte o abbandonarvi ad essa  ed al suo dolce sonno... É stato un piacere intrattenervi, siete stati un pubblico fantastico. Posso solo che augurarvi un buon proseguimento, questa volta senza imprevisti... O forse no.

Rise mettendosi una mano davanti alla bocca. Con eleganza, come se fosse abituato a farlo ogni giorno, si chinò in una riverenza, si abbassò davanti agli spettatori ricevendo un applauso da quei quindici commensali.

Alla fine si ritirò nella stanza dal quale era sbucato dal nulla, lasciando che alcuni clienti se ne potessero andare. I camerieri si misero a pulire i tavoli ed il cuoco di nome Luca si nascose in silenzio e in imbarazzo dentro la cucina.

Adam era rimasto lì, ancora fermo, ad elaborare quella notizia.

-Hai capito Adam?- chiese comprensiva Clara appoggiandogli una mano sulla spalla.

-Era tutto finto, uno spettacolo... Sei più tranquillo ora?

-No... No che non sono tranquillo...- si voltò verso di lei.

-Io già ti vedevo dietro le sbarre. Già mi vedevo a spiegare una cosa così assurda davanti a mamma e a papà... Avevo immaginato cosa avrebbero detto, cosa avrebbero fatto... Mi avrebbero dato la colpa di tutto! E adesso l'immagine che ti venivo a trovare in prigione chi me la toglie? Dovrò andare dallo psicologo per questo... Dicono che la madre di Clarissa sia brava e...

-Che esagerato! Dai su, é solamente uno spettacolo... E comunque tu mi hai salvata!... Mi hai protetta, non sarei comunque andata in prigione... Non ce l'hai forse con me... Vero?

-Oh... Ma io non ce l'ho con te... Ma con quel disgraziato! Ti ha coinvolto in una cosa assurda! Si é finto un cadavere e voleva incolpare te del suo omicidio? Quel Riokey ti ha affibbiato una parte orribile! Giuro che questa me la paga, non può lasciarla liscia.

Ecco, prima di conoscere quel Riokey, poche volte Adam si era arrabbiato nella sua vita; al massimo si irritava, ma le volte che aveva conosciuto la collera si potevano contare con una mano sola, ed anche monca.

Forse, lui e la rabbia si dovevano conoscere meglio e probabilmente le sarebbe stata pure simpatica, pensò Adam mentre con lunghe falcate raggiunse la porta di legno.

Doveva ricredersi, la passione che aveva preso sua sorella Clara, in qualche modo, doveva averla ereditata anche lui.

Come se i ruoli si fossero invertiti, Adam non sentì Clara che tentava di fermarlo, dicendogli che era vietato entrare la dentro, al contrario la fermò e dopo averle detto di rimanere fuori, oltrepassò quella porta.

Lo stile della stanza era simile a quello del bar, ma più luminoso grazie alla grande finestra che si affacciava sul fiume a fare luce sul macello presente.

Adam non sapeva dove guardare, quella camera era un accozzaglia di oggetti stravaganti ed anche oggetti di scena o di spettacolo, almeno credeva Adam, per non parlare di alcune particolari attrezzature.

Statuette di legno di elefanti africani sulla scrivania, lanterne giapponesi attaccate al soffitto, un arazzo con ricamato un mandala a fare da tappeto, erano solo alcune cose bizzarre che Riokey possedeva e che ad Adam non gli sarebbero bastate sette vite per visitare i posti dal quale provenivano quegli stravaganti oggetti.

I suoi occhi vennero attratti da un paravento a tre ante con sopra dipinto un paesaggio bucolico dalla vegetazione rigogliosa ed un cielo luminoso. Sopra era appoggiato una strana imbracatura, nera e pesante con cinghie e cinture di sicurezza.
Adam voleva avvicinarsi per vederla meglio, ma un'altra porta alla sua destra si aprì, fermandolo al suo posto.

Quello era un piccolo bagno di nemmeno tre metri quadrati dal quale stava uscendo Riokey con un panno bianco che si stava sporcando di viola, con il quale si asciugava il viso. Sicuramente si stava togliendo il trucco con il quale aveva fatto finto di soffocare... Forse si sarà messo quella tinta in tasca e quando si era accasciato a terra se l'era spalmato in viso? Così spiegherebbe anche il perché Victor abbia nascosto subito Riokey con la tovaglia e così anche le sue mani.

Sembrava avessero programmato tutto.

L'albino si muoveva ciondolando, buttò l'asciugamano a terra e si guardò al grande specchio posto dietro la scrivania.

-Che noia, ora devo ricominciare da capo... Peccato... Avevo fatto un ottimo lavoro con le sopracciglia...

Riokey parlò da solo con una strana voce... Sembrava più dolce. Non aveva notato la presenza di Adam, anche perché lui non aveva fatto nulla per palesarsi; aveva pensato di tossire o di bussare alla porta, ma si fermò quando lo vide prendere una specie di valigetta.

Era nera e metallica che si poteva aprire in più scompartimenti mostrando una varietà di trucchi e strumenti per il make-up.

Aveva preso quello che sembrava un fondotinta ed una spugnetta triangolare quando, con la coda dell'occhio, dallo specchio vide un inaspettato intruso.

Per lo spavento fece cadere il trucco e la spugnetta, per voltarsi poi verso Adam.

-É assolutamente vietato entrare qui dentro!- sillabò isterico ogni parola per farsi capire meglio e con un certo nervosismo richiuse la valigetta dei trucchi per nasconderla sotto il tavolo.

-Dovevo parlarti. Tu non hai il diritto...- cercò di iniziare Adam il discorso che si era preparato, ma fu subito fermato.

-Tu non hai il diritto di entrare qui dentro senza il mio permesso! Nessuno può!- e come un adolescente che doveva nascondere le sue riviste porno dalla madre, iniziò a mettere a posto alcuni vestiti ed oggetti, alcuni addirittura sotto il cuscino di una poltrona di pelle scura, che sbucavano comunque fuori.

-Ehm...- Adam si era dimenticato cosa doveva dire nel vedere quella trottola impazzita.

-Non... Non sarai mica in imbarazzo?

Riokey si fermò. In mano aveva un vestito palesemente da donna con un tema a fiori, sicuramente il cambio di Annabel ed Adam non voleva chiedersi perché ne era in possesso.

-Io... In imbarazzo?- aprì la finestra e lanciò il vestito il più lontano possibile... Adam si chiese se fosse finito nel fiume.

-Si vede che non mi conosci affatto, mio caro... Adam, giusto?

-Sai benissimo chi sono.

Riokey si ricompose sistemandosi la camicia dentro i pantaloni, ma le sue guance erano ancora rosse per la sorpresa.

-Tu invece dici sempre quello che pensi, non é vero?- gli chiese sorridendogli, quei denti erano così luminosi che potevano accecarlo.

-Solo se quello che penso é la verità, ma non sono qui per questo.

Mentre Riokey si andava a sedere dietro la scrivania, Adam si avvicinò.

-Quello che hai fatto é da irresponsabili.- iniziò con il rimproverarlo.

-Non si può inscenare in questo modo un omicidio, a sorpresa poi! Soprattutto senza aspettarsi delle conseguenze.

Riokey mise i suoi piedi sulla scrivania per mettersi comodo, le sue scarpe nere scintillavano alla luce del sole. Alle volte l'albino veniva distratto da una bambolina hawaiana che danzava muovendo i fianchi.

Adam però continuava imperterrito.

-E se fosse arrivata per davvero l'ambulanza? Cosa gli avreste raccontato? "É tutta una recita, ritornatevene pure all'ospedale." Una cosa del genere scommetto.

-Di sicuro gli avremmo offerto il pranzo, forse anche la cena.

-Non é questo il punto! Potevano esserci dei guai e avreste coinvolto mia sorella.

-Ma non é successo, almeno mi sembra.

Riokey schiaffeggiò la bambolina gettandola a terra cessando di essere una distrazione.

-Non sei bravo a rimproverare la gente. Scommetto che non ti arrabbi molto spesso, Adam.- sorrise Riokey dondolando con la sedia.

-Che molto volentieri rinunci dando le spalle ai problemi, non è vero?- sentenziò l'albino indicandolo.

-Non sono affari tuoi di quello che faccio.

-In parte si, dato che mi sei simpatico.- Riokey si alzò dalla sedia facendola girare.

-Clara é una brava ragazza, mi ha mostrato dei bei lavori per il sito web, se questo ti consola, e poi é molto gentile e disponibile. Non appena gli ho detto che stavo organizzando uno spettacolo si é offerta subito ed ha partecipato con molto entusiasmo. Mi sono commosso. Al contrario di qualcun altro... Certo che Victor poteva mostrare più emozioni...

-Non é questo il punto, tu non puoi...

-Ti chiarirò io alcuni punti. Così almeno ti tranquillizzerai.

Anche se era più basso di Adam, mostrava quell'autorità e quella grinta che poteva paralizzare chiunque.

-Questo non è di certo il primo omicidio dentro questo bar, omicidio fra virgolette, chiariamoci.... Ce ne sono stati altri due; il primo ha spaventato solo tre persone dato che erano le uniche presenti, nel secondo c'era molta più gente dato che la pubblicità dello spettacolo interattivo aveva attirato gente che già sapeva cosa sarebbe successo. Noi, prima dello spettacolo, avvisiamo sempre la polizia per sicurezza e per tranquillizzarli, offrendo anche alle volte una birra sempre se volessero partecipare allo spettacolo. Sarebbe più... Realistico coinvolgere dei veri agenti.

Sorrise stuzzicato da quella idea.

La spiegazione di Riokey era fluente, ma soprattutto chiara; come un serpente, si insinuava con le parole e si era avvicinato ad Adam, che gli permise di notare alcune cose.

Le sopracciglia dell'albini erano meno folte rispetto alla scorsa volta e non c'era traccia di alcun pelo superfluo.

Aveva il viso più curato, come se fosse andato dall'estetista e poi dal barbiere. Anche gli occhi sembravano diversi, più spenti del verde smeraldo che ricordava, un grigio che rispecchiavano un'assenza di vitalità.

-Prima di uno spettacolo non facciamo entrare dei minorenni, appena entrano controlliamo i documenti ed avvisiamo le famiglie che non sarebbe il momento ideale per consumare un pasto tranquillo. Non sai quanti bambini ho dovuto cacciare oggi per farmi soffocare in santa pace. Mentre la polizia o l'ambulanza, solitamente, é Annabel a far finta di chiamarli, è la sventola che serve ai tavoli che sicuramente avrai notato.

-Ma... Ma perché lo fai?- Adam stava ricevendo troppe rassicurazioni; era venuto per arrabbiarsi e rimproverare quella persona ed invece si faceva convincere che andava tutto bene.

-Perché...- Riokey gli sorrise.

-Perché mi diverte! É pura e semplice recitazione. Un cluedo in prima persona in cui tutti posso partecipare, perfino tu!

Riokey lo indicò toccandogli il petto.

-Tua sorella mi aveva detto che eri uno che stava sempre fermo. Un tipo che non reagisce... Ma questa volta sei stato grandioso! Hai avuto fiducia in te stesso ed hai protetto tua sorella. E le tue intuizioni sono state uniche, hai un talento che non dovrebbe essere sprecato.

Adam si sentì parecchio imbarazzato; adesso gli faceva pure i complimenti?

-Intendi che dovrei fare il detective?- domandò sarcastico alzando un sopracciglio.

-Perché no? Puoi fare tutto quello che vuoi Adam, basta che non ti nascondi. Dovresti brillare! Ballare sotto le stelle, sotto i fari della ribalta!

Riokey si stava emozionando troppo, Adam se ne era accorto con una strana inquietudine che saliva sulla schiena. Indietreggiò davanti a tutto quell'entusiasmo.

-Ad esempio,- continuò imperterrito Riokey avvicinandosi al paravento dove prese l'imbracatura nera.

-Il prossimo spettacolo dovrò inscenare un omicidio mascherato da suicidio, mi impiccherò in pratica, dovrò appendermi alla trave, ti andrebbe di darmi una mano? Potresti essere l'assassino se vuoi. Tipo che ti sei vendicato per averti preso in giro oggi e che volevi....

Adam lo osservò mentre Riokey, senza smettere di parlare, si infilava le cinghie stringendole sul petto. Da quanto aveva capito, quella stanza non era proprio un ufficio, sembrava più un camerino o uno sgabuzzino dove si mettevano i costumi, i trucchi e gli attrezzi di scena, forse era per questo che era vietato entrare lì dentro.

-Non ti sei stufato di morire così tante volte?- gli chiese Adam guardandolo.

Riokey si fermò, forse non avendo capito la domanda.

Alla fine rispose solamente con un sorriso ingenuo.

Esasperato da quella chiacchierata, Adam sospirò.

-Senti, te lo dirò in maniera chiara e concisa. Anche se l'idea di ucciderti, anche se per finta, mi affascina e anche non poco, devo rifiutare. A me non interessano queste cose macabre e non voglio darti una mano in niente.

-Allora perché sei entrato qui dentro? Eri sicuramente attratto da qualcosa... Forse da me?

-Perché volevo solo delle spiegazioni e dirti che non devi più coinvolgere Clara nei tuoi spettacoli. Queste... cose,- disse indicando l'imbracatura nera che si era appena infilato Riokey, -Queste cose sono paurose e pericolose, lo dico anche per te sai. Potresti morire per davvero.

-Ti stai preoccupando per me?- chiese Riokey sinceramente commosso.

-Meno male, pensavo di starti antipatico.

-Non é simpatia o antipatia.- spiegò meglio Adam mentre si allontanava per raggiungere la porta.

-La mia è solamente spirito di sopravvivenza, la capacità di captare il pericolo per evitarlo o prevenirlo. Ti sto lontano solamente perché sei una calamita per i guai.

-Però in questo momento stai parlando con me... Forse mi trovi interessante?

E dopo quell'aggettivo insulso che Adam odiava tanto, uscì chiudendo la porta dietro di sé senza aggiungere altro. Si ritrovò davanti Clara che aveva origliato per tutto il tempo e, colta in flagrante, si imbarazzò per poi chiedergli come fosse andata la chiacchierata.

-Tutto bene. Andiamo a pagare ed usciamo di qui.- tagliò corto.

-La cameriera ha detto che ci ha offerto il pranzo, a quanto pare é una sorta di premio per chi indovina l'assassino.

-Cibo gratis. Almeno una buona notizia.

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