13-Gli sembrava ovvio
-Delusione… Amorosa?
Adam era confuso, o meglio, in lotta con sé stesso.
“Oh no, non un’altra volta…”
Non voleva sentire, non voleva ascoltare.
“Mi dirà che non piaccio a Camilla, proprio come fanno tutti gli altri. Però non voglio ascoltare, non voglio…. non voglio sentire.”
Da una parte aveva una strana sensazione, come se quello che stava per ascoltare avesse il potere di mutare il suo universo, e ciò lo spaventava; sapeva che qualcosa sarebbe cambiato dopo quella conversazione e lui non voleva, non voleva far scoppiare la sua bolla di sapone nel quale era rinchiuso.
Quella notizia detta a cuor leggero aveva lasciato un foro nella sua bolla e la sua casa fatta di sapone non stava esplodendo come credeva, ma si stava lentamente sgonfiando.
Forse uno sconosciuto gli avrebbe fatto capire finalmente la verità su Camilla? Di lasciarla perdere come già ripetuto dai suoi amici che non ascoltava mai?
-Si Adam… Mi sembrava ovvio.
Adam si risvegliò dai suoi interminabili pensieri, ritrovandosi di nuovo nel bar.
Riokey andò dietro il bancone, aprì il frigo e prese una birra. Il rumore metallico della bottiglia che si apriva spaventò Adam, come se la sua bolla immaginaria fosse alla fine esplosa per davvero.
-Non ti preoccupare, succede a tutti, la prossima ragazza che ti ruberà il cuore sarà ancora più bella, ne sono certo.
Prese un sotto bicchiere di carta circolare e lo mise sotto la birra che offrì ad un imbambolato Adam.
-Io sono esperto di delusioni amorose. Non sai in quanti hanno rifiutato questo bel faccino…
-Che intendi con delusione amorosa?
Adam non voleva proprio capire; era come se fosse stato colpito alla testa violentemente e, confuso, stava barcollando nel tentativo di andarsi a sedere sullo sgabello di fronte alla fredda birra. Osservava il liquido giallastro, le gocce fresche che cadevano fino al sotto bicchiere, mentre stava contemplando le varie possibilità del significato delle parole “delusione” e “amorosa”.
-Leggo nei tuoi occhi che non accetti la realtà Adam.
Anche Riokey, che per un momento si era dimenticato di essere proprietario del locale, si permise di aprire una birra per sé.
-Dici… Dici… Che non piaccio a Camilla?
Mai se l’era detto, neanche con il suo migliore amico.
Adam osservò attentamente l’espressione di Riokey mentre esprimeva quel concetto che fino in quel momento neanche aveva immaginato.
-A piacerle le piaci Adam, ma non nel senso che vuoi tu.- sostenne Riokey sorseggiando la sua birra.
-Si vede che vi volete bene. Siete amici d’infanzia forse?
Adam accennò di si con la testa. Lentamente anche lui prese la bottiglia di vetro e l’appoggiò sulle labbra.
-Non… Non le piaccio proprio come ragazzo? Perché?
Riokey scrollò le spalle non sapendo come rispondere, ma ovviamente Adam era curioso! Come poteva dire quelle cose solo avendoli visto un pomeriggio? Si vedeva così tanto? Gli ha lanciato una bomba del genere e dopo voleva starsene zitto!?
-Sarà che non sei il suo tipo. Forse le piacciono i tipi avventurosi? Almeno è l’impressione che mi sono fatto, sai, so leggere bene le persone e….
Adam si appoggiò al bancone mettendosi una mano sulla fronte. La consapevolezza di non essere all’altezza di un’altra persona lo stava corrodendo.
Avventuroso? Si, forse non era un cuor di leone, ma di certo non era neanche un codardo!
I pensieri nella sua testa si stavano accumulando uno sopra l'altro minando la sicurezza di Adam.
Aveva fatto di tutto per lei, pensava, ed in quel momento una serie d’immagini lo investirono improvvisamente lasciandogli l'amara sensazione che tutto ciò che aveva provato per lei era stato inutile, solo uno spreco di tempo.
I sorrisi, gli abbracci, i regali, le sorprese… Ricordi così belli e preziosi per lui ora non sono altro che cenere, resti di una passione che aveva provato solamente lui…
-Non sarò forse un po’ melodrammatico…?
Si riprese all’improvviso, ricordando che lui non era tipo da romanticherie del genere. Lui era Adam e non provava delusioni d’amore. Lui non prova nulla se non l’apatia, almeno così credeva.
-Che intendi Adam?- chiese Riokey incuriosito da quella frase.
Ma la vera domanda era se Adam intendeva veramente provare una delusione amorosa? Stare male, forse per giorni, settimane, e dopo cosa sarebbe cambiato? Un bel nulla, perché poi avrebbe risentito Camilla e sarebbe tutto ricominciato da capo, scordando il dolore provato e rincorrendo di nuovo una fragile e stupida speranza.
Che cosa inutile ed inevitabile, si disse Adam. Un circolo di stupidità e dolore infinito, che inutile spreco di tempo.
-No, nulla… Stavo solo riflettendo sul come io sono stato creato davvero in maniera troppo approssimativa, poco studiata. Sono fatto male, faccio schifo come essere umano e lo so, so i miei sbagli, ma non faccio nulla per aggiustarli per essere una persona migliore. Non sono affatto ambizioso ed intelligente, ne tanto meno ho il coraggio di cambiare…
-Non dire così. Tu non sei fatto male. Sei semplicemente Adam e non sembri una cattiva persona e questo è l'importante.
-Non sono una cattiva persona, ma neanche una brava. Già, sono nella media... Grazie per avermi fatto aprire gli occhi, diciamo che ha aiutato. Ah, grazie per la birra.
-Di niente amico.
E brindarono. Non sapeva esattamente a cosa stesse brindando Adam; al fatto di non piacere alla ragazza dei suoi sogni? Di averlo finalmente capito e di dover cambiare di conseguenza? Forse di dover voltare pagina e nascere come uomo nuovo? Uno migliore? Trovarsi un’altra ragazza per non ricadere nel pensiero di Camilla? Tutti ottimi propositi se solo non fossero stati pensati in nemmeno di cinque minuti.
… cinque minuti?
Come diavolo era possibile che fosse passato così poco tempo? Ed Adam aveva riflettuto così tanto su se stesso!
Strabuzzò gli occhi e quasi si strozzò con la birra. Davvero era stato capace di amare, compatirsi e rinascere in nemmeno di cinque minuti?
“Ma che diavolo?”
Non poteva essere, Adam non era così maturo da cambiare! Lui non voleva cambiare!
-Cosa hai detto Riokey? Non è che potresti ripetere?
L’albino staccò le sue labbra dalla birra ormai finita in un sol sorso.
-Cosa dovrei ripetere?
-L’ultima parola che hai detto?
-… Amico?
-Figlio di putt***!
Adam scattò in piedi sbattendo la birra sul bancone di legno, il liquido scombussolato in quel modo così avventato schizzò via bagnando la mano di Adam che si innervosi ancora di più.
Riokey era scioccato, non tanto offeso per aver descritto in maniera così diretta il lavoro di sua madre, quanto curioso da quella reazione. Aveva gli occhi sgranati e in un secondo sbatté le sue lunghe ciglia per cinque volte.
-Come scusa?
-Tu, è colpa tua! Sei una specie di stregone? Di demone? Di sciamano che manipola le menti degli altri!?
-Non sono nulla di tutto ciò…
Ma Adam non notò la risposta dato che era nell’atto di attaccare verbalmente quell’essere.
-Tu fai così, lanci questa specie di incantesimo e streghi le persone affinché ti trovino simpatico; esattamente come mia sorella o addirittura Camilla! Ci stavo per cascare anche io in questo momento, ma fortunatamente hai fatto un errore…
Riokey sembrava in difficoltà, visibilmente confuso.
-Davvero Adam non so di cosa stai parlando…
-Tu non sei mio amico! Vuoi solo entrare nella mia testa offrendo della birra…. Forse anche avvelenata!
Adam stava esagerando e lo capì anche dall’espressione stranita di Annabel che si era fermata dal pulire e lo osservava con lo straccio alzato.
-Tu mi hai preso in un momento di fragilità, mi sento violato…
-Ti assicuro che non ho fatto un bel niente per farti sentire violato. Ti ho solo detto come penso stiano le cose.
-Beh, io non voglio ascoltare un bel niente! Tu non hai ragione e te lo dimostrerò! Mi confesserò a Camilla e staremo per sempre insieme!
Non sapeva perché aveva lanciato quella sorta di scommessa come un bambino da seconda elementare, dato che non gli sembrava una cattiva idea in quel momento. Si sentiva virile, anche se all’esterno sembrava solo un capriccio, e più che altro, era una scommessa che aveva lanciato solamente a se stesso.
-Ma è una fantastica idea Adam, però ti consiglio di non essere precipitoso o…
-Non voglio consigli da te!
Riokey sembrò offeso… dopotutto non aveva fatto nulla per essere aggredito a quel modo, ma in un certo senso sapeva che Adam era frustrato da quella situazione e si stava sfogando alla sua maniera. Riokey, senza minimamente pensare agli affari suoi, pensò che ad Adam gli servisse una leva per cambiare, evolversi o meglio gli serviva un cattivo, un'antagonista per farlo crescere.
Allora avrebbe fatto molto volentieri quella parte, Riokey avrebbe recitato da vero antagonista!
-Allora io scommetto che non riuscirai a confessarti, sei troppo fifone.
-Stai a guardare, mozzarella.
Un pochino stizzito da quella offesa, Riokey non nascose un ghigno.
-Ti piacciono le scommesse signor Adam?
Adam si calmò, non capendo per un primo momento la domanda, ma Riokey continuò lo stesso.
-Facciamo che hai tempo fino a questo mese? Se ti confesserai entro la fine di Luglio e lei dirà di sì… io ti darò mille dollari.
-… CHE COSA!?
-Se invece perderai, sarai tu a darmi mille dollari… aspetta è vero… qui sono euro, vabbè facciamo mille euro, tanto non dovrebbe cambiare di molto.
Adam rimase di sasso. Non ne poteva più di quella situazione.
-Io non ho mille euro! Dove li dovrei prendere!? Ma sei scemo?
-Beh… guadagnare dei soldi non è mai stato un problema mi pare, potresti venire a lavorare per me.
-Fottit*.
Adam, con una sola e semplice parola, aveva reso l'idea della voglia che aveva nel voler partecipare a quella scommessa.
-Fottit*, fottit*…
Ed Adam se ne andò, facendo aleggiare quel verbo nel bar.
Non capiva perché ogni volta che usciva da lì si sentisse frustrato e nervoso, era incredibile come quel piccoletto lo facesse innervosire così tanto.
-Addio. – disse infine a Victor che fumava l’ennesima sigaretta mentre accarezzava dei gatti randagi. Sta volta ricevette risposta, un cenno per così dire.
Adam, a testa bassa e pugni stretti, si ripromise che non avrebbe più ascoltato Riokey, che non sarebbe mai caduto nei suoi giochetti, non capendo però, che ormai era già troppo tardi.
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