11-C'è sempre una seconda volta
Adam iniziò girando sotto il corpo di Riokey.
Era davvero una brutta sensazione, soprattutto dopo che Camilla aveva detto che trovava quell'essere "bello"; tratteneva a stento la voglia di appendersi per le sue gambe e tirarlo giù per soffocarlo per davvero e finire il lavoro.
Mentre Adam faceva i suoi giretti per osservare un Riokey che recitava la parte dell'impiccato, altre quattro persone poco distanti stavano parlando fra di loro e sembravano essersi bloccati non avendo trovato altri indizi. Vicino a loro, appoggiato al bancone, c'era una piccola scaletta di metallo che sicuramente avevano trovato nascosta da qualche parte.
-È scontato dire che non è stato un suicidio?- chiese Adam a Camilla.
-Non credo... Dopotutto si è "impiccato", quindi potrebbe anche essere che si è tolto la vita da solo.- rispose facendo le virgolette.
-Però come si è arrampicato? Solitamente, chi decide di legarsi una corda al collo si aiuta con una sedia per poi lasciarsi cadere... Qui non vedo nulla con cui si poteva aiutare...
Adam si avvicinò alla scaletta di metallo per prenderla.
-Se non questa scaletta, ma da quanto ho capito era stata nascosta dall'assassino... Posso provare a salire?- chiese ad Annabel che gli diede il consenso.
Adam salì i cinque scalini per superare il viso di Riokey e da lì poteva intravedere un sorrisetto malefico. Quel tizio si divertiva a stare al centro dell'attenzione e ciò non faceva altro che innervosire Adam; lui era abituato a stare in disparte, ora invece, per colpa di quell'albino finto morto, doveva stare in equilibrio su una scaletta in mezzo al locale sotto gli occhi di tutti.
-No, qualcuno l'ha appeso di sicuro.- disse omettendo un aggettivo offensivo per descrivere il finto cadavere.
-Lui è troppo basso, anche con questa scaletta non sarebbe comunque riuscito a fare un nodo stretto intorno all'asse del soffitto. L'assassino doveva essere molto alto.
-Infatti io avevo incolpato Victor, quel tizio è alto due metri non ci avrebbe messo molto ad impiccarlo.- Intervenne un signore con i baffi e la testa pelata. Adam l'aveva riconosciuto; era un vecchio amico di suo padre che lavora alla ferramenta e che forse aveva lasciato, in quel momento, la gestione del negozio al figlio. Non sapeva fosse un'appassionato di gialli e Adam, dalla sua altezza, si tratteneva dal non sorridere notando che si rispecchiava perfettamente su quella testa liscia.
Distratto per un momento dal suo riflesso, dovette poi contraddire quel signore dato che la pensava diversamente.
-E se invece prima l'ha strozzato e poi appeso? Sarebbe stato più semplice, no? Almeno, io avrei fatto una fatica incredibile nell'appenderlo mentre lo soffocavo, Riokey si sarebbe di sicuro dimenato.
Dopodiché, sapendo che quell'attore usava una cura morbosa per nascondere gli indizi, guardò le mani abbandonate lungo i fianchi di Riokey. Le dita erano rosse, alcune unghie rotte e con sotto del sangue. Per un tipo curato come lui, era strano avere delle mani del genere.
-Ha lottato, ha tutte le mani rovinate per essere un tipo perfettino. Quindi doveva essere vicino all'assassino quando è successo. Detto ciò, penso che prima sia stato strangolato, forse da dietro, poi appeso.
-C'è stata una lotta? Se potessimo analizzare il sangue sotto le unghie...- pensò ad alta voce Camilla per essere poi presa in giro dal tipo con i baffi.
-Esagerata! Vorrei ricordarti che è tutto finto. Quello sarà solamente pomodoro.
-Scomodare la scientifica sarebbe tutto inutile, già ho capito chi potrebbe essere l'assassino.- sentenziò Adam atteggiandosi per far bella figura davanti a Camilla.
-Ah si?
-Già e sono più che sicuro che l'assassino non sia Victor.
Sentendosi chiamare, si girò per un momento distraendosi dal pulire un tavolo, per poi bofonchiare una parola straniera e riprendere a togliere le briciole. Anche se Adam non capiva il tedesco, era quasi certo che lo avesse offeso.
Solo Riokey sorrise a quella parola, per poi ritornare ad avere l'espressione da pesce lesso.
-Hai trovato qualcosa?- chiese Camilla con gli occhi che le brillavano.
-Si, un particolare che solo una persona macabra come Riokey avrebbe potuto mettere.
Scese due scalini e porse una mano per aiutare Camilla a salire sulla scaletta. Lei osservò con attenzione i capelli argentei del ragazzo ed i suoi occhi verdi circondati da ciglia chiare e lunghe. Notandolo, Adam le disse di concentrare la sua attenzione sul collo.
-Guarda il collo, i segni dello strangolamento.
Camilla si concentrò sulla corda beige, notando che sulla pelle si intravedevano dei segni rossicci tendenti al violaceo e dalla forma strana.
-Sembra... Sembrano tanti cerchi, qui di lato c'è anche un altro segno.
-È il segno di una chiusura quella. Credo che...- ma si zittì subito dato che le altre quattro persone si erano avvicinate per ascoltare.
-Non mi sembrava un lavoro di squadra.- sostenne osservando gli altri avvoltoi.
Allora, non appena Camilla scese dalle scalette, si avvicinò a lei per sussurrarle all'orecchio, -È una collana, dobbiamo cercare una donna che indossi una collana con dei motivi a cerchi o a sfere.
-Dici che è stato prima strangolato con la collana e poi appeso?- ricalcolò a bassa voce Camilla.
-Esattamente. Dobbiamo trovare la collana o qualcosa che le assomigli ed il gioco è fatto.
I due, silenziosamente, si spostarono da lì con la scusa di ritornare al loro tavolo.
Si avvicinarono prima al gruppo di quattro persone, stando bene attenti ai loro gioielli, per poi osservare gli altri clienti seduti a mangiare. Appena videro una collana che assomigliava ai segni lasciati sul collo di Riokey, alzarono le spalle involontariamente facendo cenno alla signora che la indossava. Il problema era un altro... Altre due signore e una ragazza della loro età indossavano dei gioielli che rispecchiavano quella descrizione.
Si sedettero al tavolo sconsolati non avendo la più pallida idea su chi scegliere, su chi far ricadere la colpa dell'omicidio.
Camilla rifletté per un momento.
-Se pensiamo un attimo... Può essere che non sono loro le assassine. Può essere chiunque dentro il locale.
-Ma loro hanno le collane, indossano la prova in bella vista.
-Appunto per questo è strano.- ragionò Camilla.
-Se io fossi l'assassina, non mostrerei così l'arma del delitto. La terrei nascosta.
-Hai ragione... Può essere chiunque l'assassino... Può aver nascosto la collana o qualunque cosa sia dentro la borsa o altro... O chiediamo una perquisizione generale, ma non mi pare il caso o...
-Adam, non possiamo arrivare subito alla fine, sarebbe troppo facile così. Quando si analizza una situazione bisogna andare dal generale al particolare, tornare di nuovo al generale e poi analizzare un altro particolare!
Adam guardò in malo modo la sua amica. La prospettiva di passare il pranzo ad analizzare un particolare per volta non lo allettava molto, infondo voleva passare un tranquillo pranzo con Camilla.
La prima cosa che gli consigliò è quella di studiare le persone presenti nella sala, sicuramente l'assassino si nascondeva in mezzo a loro.
-Davvero vuoi farlo? Se ci tieni tanto, te lo posso sempre offrire io il pranzo.
-Voglio risolvere il caso Adam. È diventata una questione d'orgoglio. Dai... Secondo me ci manca davvero poco.
Camilla guardò i dieci clienti che occupavano i posti ai loro tavoli allegramente.
-In fin dei conti li conosciamo tutti! È un piccolo paese questo.
Effettivamente aveva ragione, pensò Adam mentre sbuffava.
Conosceva le tre persone che indossavano le collane; la prima, dai capelli cotonati e gli occhiali rossi aveva un'edicola al centro della grande piazza; la seconda, che conosceva addirittura il suo nome, era Giuditta, la cugina dell'amica di sua madre che, se non ricordava male, aveva l'ossessione di bambole di porcellana e centrini ricamati a mano e la terza era la figlia della maestra che aveva avuto alle elementari, ma non sapeva nient'altro.
Sembrava che nulla le legasse all'omicidio.
Gli occhi di Adam vagarono sugli altri clienti e nella sua mente, ogni volta che vedeva un viso, elencava la professione che svolgeva, sempre se la conosceva.
"Netturbino, calzolaio, ha un negozio di vestiti, negozio di ferramenta, parrucchiera, restauro di mobili, dirigente di non so che cosa, ma questi non hanno un lavoro da svolgere? Capisco che è pausa pranzo ma... Aspetta."
Ad Adam gli venne un intuizione geniale, tale da stupirsi da solo.
-Sei stata tu!- disse indicando un'alta signora dai capelli a caschetto e il rossetto rosso fuoco che stonava con il suo viso rosa a motivi a fiori.
-È stata lei.- ripeté, questa volta guardando Camilla.
-Non capisco, perché ti sei alzato.- sostenne lei ricambiando lo sguardo ed incrociando le sopracciglia.
-Per... Per fare scena...?- rispose Adam diventando rosso in viso.
-Perché dite che sarei stata io?- si intromise in modo stizzito la signora circondata dalle sue amiche.
-Non ho fatto nulla, non voglio partecipare a questi ridicoli giochetti. Fatemi mangiare in santa pace.- disse cacciandoli via con una mano smaltate di rosso.
-Ecco un'altra prova!- si avvicinò Adam non curandosi del richiamo.
-Vedi la mano?- domandò a Camilla,-Ha lo smalto rosso rovinato, ed è anche dello stesso colore di quello che ha sotto le unghie Riokey.
-Ma volete allontanarvi ragazzini! Come vi permettete!?
-O si è rovinata lo smalto con il lavoro che svolge?- le chiese Adam.
-Vi ho detto che non voglio partecipare allo spettacolo.
-Se non voleva partecipare allo spettacolo non veniva qui a mangiare! Allora risponderò io per lei. Se non ricordo male, lei fa la restauratrice di mobili, non è vero? Ha lavorato molte volte con mio padre per alcuni mobili che gli erano arrivati.
La signora dal caschetto castano si ammutolì, per poi affermare che quello era il suo lavoro e che non vedeva come questo c'entrasse con quella situazione.
-C'entra eccome! Lei aggiusta e sistema tutti i mobili; ora me ne vengono solo un paio, ad esempio i divani, le poltrone le tende... Anche le corde con cui si legano delle particolari tende antiche?
-Adam... Non capisco dove vuoi arrivare.- rispose Camilla preoccupata della strana euforia del ragazzo.
-Nemmeno io se per questo- sostenne la voce stridula della sospettata.
-La corda con cui ha appeso Riokey è di colore beige e non assomiglia ad una normale corda, ha dei fronzoli inutili che servono solo ad adornare una tenda. Quindi, suppongo che l'unica persona che potesse avere una cosa del genere potrebbe avere come lavoro il restauro di mobili nuovi ed antichi.
Spiegò Adam tentando di essere il più chiaro possibile.
-Ma quella tipologia di tenda potrebbe averla chiunque essendo Sferiano un paesino... non moderno. Ed infatti la corda non è, come abbiamo ribadito, l'arma del delitto, ma bensì un mezzo per nascondere la vera arma, cioè una collana da un motivo a cerchi.
Adam porse una mano verso la sospettata e cercò di avere lo stesso tono che aveva avuto tempo fa Luca quando voleva vedere la borsa di sua sorella Clara.
-Potrei vedere la collana nascosta dentro la sua grande borsa?
La signora sospirò capendo che il gioco era finito. Frugò nella sua borsa e senza obbiettare oltre diede la collana ad Adam.
-La ringrazio. Non ho altro da aggiungere se non la mia faticata ordinazione.- disse porgendo la collana ad Annabel.
-Almeno per me voglio del melone e del prosciutto, con una birra gelata. Grazie.
Ed Adam, soddisfatto, ritornò al suo posto, bofonchiando poi...
-Guarda uno che deve fare per riuscire a pranzare...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top