Prima Parte: voci sospette;
Il tamburellare insistente dei polpastrelli di Rory sul tavolo era l'unico rumore che riempiva il soggiorno. Posy scoccò un'occhiata irritata al fratello maggiore, infastidita da quel suo tic: lei e Dru avevano già dovuto sopportare il picchiettio frenetico delle sue mani contro il finestrino durante l'intero tragitto in treno.
Rory roteò gli occhi, ma smise di agitare le dita e la ragazza lo ringraziò con un sorriso. Il fratello tornò a fissare Dru, senza curarsi del fatto che il giovane sembrasse già particolarmente nervoso; continuava ad agitarsi sulla sedia e, inizialmente, Posy aveva ipotizzato che fosse così inquieto perché si trovava in mezzo a persone che non conosceva bene. Erano arrivati al Distretto 2 intorno all'ora di pranzo, per trascorrere il resto del fine settimana a casa di Gale e Johanna. Posy sognava da tempo di far conoscere a Dru il fratello maggiore e il nipotino - il piccolo Joel - ed era contenta che il fidanzato avesse finalmente acconsentito a venire con lei. Tuttavia, le dispiaceva vederlo così in difficoltà. Le fu sufficiente notare un altro paio di occhiate scoccate da Rory in direzione diDru per intuire a cosa fosse dovuto il suo nervosismo. Non era la prima volta, ricordò, che il fidanzato si sentiva a disagio in presenza del mezzano dei tre maschi Hawthorne.
"Tuo fratello mi odia" aveva mormorato, in imbarazzo, dopo aver partecipato alla prima cena di famiglia a casa di Posy: Rory, generalmente amichevole e scherzoso con tutti, aveva continuato a rivolgersi a lui in tono insolitamente distaccato.
"Ma no che non ti odia..." aveva replicato con convinzione la ragazza, arruffandogli i capelli. "...È solo un po' geloso. Da quando Gale si è trasferito è diventato lui l'uomo di casa, ed è molto protettivo con me e Vick. Tutto qui" aveva minimizzato, alzandosi sulle punte dei piedi per posargli un bacio sulle labbra.
In quel momento, tuttavia, Posy faticava a sentirsi così indulgente con il fratello maggiore: Rory aveva ripreso a tamburellare con le dita sul tavolo e le sue occhiate indagatrici si erano fatte più insistenti.
Gale spezzò il momento di silenzio, incominciando ad avanzare proposte per il pomeriggio.
"Volete fare una passeggiata?" chiese, arruffando i capelli di Joel. Il bimbo sorrise, continuando a rimirare la copertina del libro che teneva sulle ginocchia.
"Pensavo più che altro a un mini giretto aereo" rispose il mezzano dei fratelli Hawthorne, mettendosi a braccia conserte. "È fattibile?"
"Noi passiamo" annunciò in quel momento Posy, indirizzando una rapida occhiata a Dru. "Sono ancora stravolta per il viaggio."
Sorrise candidamente a Rory che, al contrario, la squadrò accigliato. Il fidanzato esitò per un istante, prima di annuire.
"Perché no?" commentò Gale, stringendosi nelle spalle. "Ho noleggiato un hovercraft ed è da un po' che non porto Joey a fare un giro."
Lo sguardo del figlioletto s'illuminò all'istante.
"E loro li lasciamo a casa?" chiese il fratello minore, indicando i due adolescenti con un cenno del capo.
"Se non vogliono venire non li possiamo mica costringere" replicò Gale, sedendosi di fianco a Johanna.
Rory non sembrava convinto.
"Da soli?" enfatizzò, scoccando una seconda, rapida occhiata in direzione di Dru. Il ragazzo arrossì e distolse subito lo sguardo.
"Dubito che abbiano bisogno di un baby-sitter" ribatté Gale, abbozzando un sorrisetto.
"Potreste smetterla di parlare di noi come se non ci fossimo?" li rimbeccò Posy.
Rory fece per replicare, ma Johanna fu più veloce.
"Stai tranquillo, Hawthorne-scemo, ti risolvo io il problema" esclamò, alzando gli occhi al cielo. "I preservativi sono in camera nostra, nel secondo cassetto del comodino" aggiunse poi, rivolgendosi ai due adolescenti. "Guai a voi se mi sporcate le lenzuola, però, o potrei decidere di usarle per strozzarvi."
Dru arrossì violentemente, mentre la fidanzata si affrettava a coprire le orecchie di Joel. Il bambino la guardò confuso, prima di rivolgere uno sguardo ansioso allo zio, nel notare la sua espressione furibonda.
"Ma brava, incoraggiali!" sbottò Rory, passandosi una mano fra i capelli. "Adesso sì che starò tranquillo."
Johanna gli rivolse un sorrisetto beffardo, visibilmente soddisfatta dalla sua reazione. Lei e il mezzano dei fratelli Hawthorne erano come cane e gatto e ben poche cose la divertivano di più del vederlo in difficoltà.
Gale cercò di cambiare discorso, incominciando a programmare la breve gita in hovercraft.
Mentre lui e Rory ne parlavano, Posy incrociò lo sguardo di Dru e si sorprese ad arrossire, nel ricambiare sbarazzina il suo sorriso; il pensiero di un intero pomeriggio con la casa a loro disposizione e i parenti fuori tiro agitava le farfalle nel suo stomaco. La settimana precedente aveva fatto l'amore con lui per la prima volta e le emozioni provate in quell'occasione riaffioravano ancora a ogni carezza o bacio di Dru, spingendola a sorridere imbarazzata. Si sentiva in subbuglio, le volte in cui si soffermava a sostenere il suo sguardo un istante di troppo. Nel corso dell'ultima settimana non aveva fatto altro che desiderare di poterlo sentire ancora una volta così vicino; il bisogno di un contatto più intimo fra i loro corpi la sorprendeva di continuo, ma trovare un momento tutto per loro sembrava impossibile. Rory era diventato ancora più circospetto del solito, quasi avesse intuito la piega che aveva preso la relazione fra i due adolescenti. Trovava sempre il modo di disturbarli, specialmente le volte in cui riuscivano a ritagliarsi un momento per rimanere soli. Quel pomeriggio, però, non ne avrebbe avuto modo.
Posy sorrise fra sé, beandosi del disappunto ancora marcato sul volto del fratello maggiore. Pregustò a mente il paio d'ore che lei e Dru avrebbero potuto trascorrere per conto loro quel giorno e si sorprese ancora una volta ad arrossire.
Cercò di distrarsi da quel pensiero, spostando l'attenzione verso il suo nipotino. Joel avrebbe presto compiuto quattro anni e, ai suoi occhi di zia sedicenne, era il bambino più carino ed educato di tutta Panem. In quel momento stava sfogliando le pagine di un manuale di aeronautica per adulti e sembrava particolarmente concentrato. Soldier, la volpe di peluche che il bambino portava con sé ovunque, era stata adagiata sul divano di fianco a lui.
"Guardi le figure?" chiese Posy, accarezzando i capelli del nipotino. Joel esitò, prima di annuire.
"Sì."
"Ci sei mai stato su un aeroplano, ometto?"
Il bimbo, questa volta, scosse la testa.
"No. Solo sugli hovercraft" spiegò, "Ma un giorno papà mi ci porta."
"E poi tu porti me, facciamo così?" gli chiese la zia.
Joel annuì convinto, prima di voltare pagina: osservò quelle nuove con attenzione, come le precedenti, nonostante - Posy si sorprese nel realizzarlo - non ci fossero figure.
"Da grande imparerò a guidare gli hovercraft, gli elicotteri e gli aerei" snocciolò poi il bambino, prima di indirizzare una rapida occhiata al padre; anche Gale lo stava fissando, con un mezzo sorriso ad arricciargli le labbra. La ragazza non riuscì a fare a meno di notare che ci fosse una punta di apprensione nello sguardo del fratello. Guardava spesso così suo figlio, con un misto di orgoglio e senso di colpa costantemente ancorato negli occhi. Per cosa provasse rimorso, Posy non lo sapeva. Forse per il fatto che Joel non avesse una madre o perché lo stava crescendo lontano dal resto della sua famiglia.
"Vuoi diventare un pilota anche tu?" chiese a quel punto la giovane, tornando a rivolgersi al ragazzino. Joel gonfiò un po' il petto e annuì energicamente.
"Sì, un pilota soldato come il mio papà!" annunciò, sorridendo orgoglioso a Gale.
Posy gli rivolse un'occhiata intenerita, prima di stringerlo a sé.
"Ma lo sai che sei il nipotino più bello e dolce del mondo?" cinguettò, posandogli un bacio sui capelli. Il bambino sorrise timidamente, lasciandosi coccolare: il suo sguardo si era spostato dal padre a Johanna, che aveva roteato gli occhi, infastidita da tutte quelle moine. Posy la sentì borbottare qualcosa di terribilmente simile a "Non è un cacchio di bambolotto", ma a stento ci fece caso; Johanna vegliava sul figlioletto del suo fidanzato nella stessa maniera rozza e possessiva con cui una mamma lupo badava ai propri cuccioli. Poteva spesso sembrare indifferente e distaccata, con lui, ma s'infastidiva quando le persone gli stavano troppo addosso. A modo suo gli era affezionata ed era evidente che anche Joel tenesse molto alla donna.
Posy lasciò andare il nipotino con un'ultima arruffata di capelli e si voltò verso il fidanzato; Dru li stava osservando con espressione divertita, ma nel suo sguardo era anche presente una punta d'imbarazzo. La sua evidente agitazione non era dovuta solo alla timidezza: Rory non aveva ancora messo di scoccargli occhiate guardinghe.
La ragazza sbuffò; era sul punto di dire al fratello di darci un taglio, quando una voce femminile parlò dalla cucina, catturando l'attenzione dei presenti.
"Te lo dico io, il moccioso sa leggere" esordì, in un tono che a Posy suonò incredibilmente familiare.
Gale e Johanna si scambiarono un'occhiata perplessa.
"Hai lasciato il televisore acceso?" le chiese lui, prima di sgranare gli occhi: una seconda voce si frappose alla precedente e Posy la riconobbe all'istante come quella del fratello maggiore.
"Ha quattro anni" replicò dalla cucina, riproducendo in tutto e per tutto il timbro di Gale. "Non va nemmeno ancora a scuola".
Joel sembrò sentirsi preso in causa, perché rizzò la testa e scoccò un'occhiata confusa al padre.
"E allora? Hai visto come fissa quel libro?" ribatté ancora la prima voce che, Posy ne era ormai certa, sembrava essere quella di Johanna.
"Dio, non di nuovo..." bofonchiò la donna, dirigendosi verso la cucina.
"Prendo qualcosa per scacciarla" annunciò a quel punto Gale, sparendo in corridoio.
"Siete voi che parlate" osservò Rory, sbirciando oltre la porta aperta.
"Acuta osservazione, Hawthorne!" lo schernì Johanna, dalla stanza accanto. "La tua intelligenza mi stupisce ogni giorno di più. Qualcuno può venire a darmi una mano con questo dannato pennuto?"
Dru rivolse un'occhiata esitante a Posy, ma poi si alzò, seguito a ruota dalla fidanzata. Quando raggiunsero la cucina trovarono Rory intento a sventolare una tovaglia blu, mentre Johanna spalancava la finestra. La voce di Gale proveniva da un punto imprecisato sotto al tavolo, ma quando i due adolescenti si chinarono per cercare di capire cosa stesse succedendo, spalancarono gli occhi, sorpresi. Un frullio improvviso all'altezza delle gambe spinse Posy a sobbalzare: un uccello nero stava zampettando poco distante dai suoi piedi, sbattendo le ali di tanto in tanto.
"Te lo dico io, il moccioso sa leggere."
La voce di Johanna riempì la cucina ancora una volta e, con stupore, la ragazza si rese conto che il suono proveniva proprio dal becco dell'animale.
"Ghiandaia chiacchierona" esclamò Gale in quel momento, facendo ingresso in cucina. Aveva in mano una scopa, che utilizzò per scacciare la creatura in direzione della finestra.
Joel si sistemò sulla porta e distese le braccia, come a voler ostruire il passaggio per impedire che l'animale s'infilasse in soggiorno.
"Pensavo si fossero estinte" osservò in quel momento Dru, attivandosi a sua volta per cercare di far uscire la ghiandaia.
Rory cercò di catturarla con la tovaglia, ma mancò la mira e ottenne solo il risultato di agitarla ulteriormente.
"Che diavolo fai?" gli gridò dietro Johanna, alzando gli occhi al cielo. "È un uccello, non un toro!"
"Anni fa hanno trovato una cinquantina di esemplari nei laboratori di Capitol City" spiegò Gale, agitando la scopa sul pavimento: la ghiandaia esordì in un irritatissimo "Che diavolo fai?" e svolazzò dall'altra parte della stanza.
"La mia voce è più sexy, carina" la rimbeccò Johanna, rubando la tovaglia di mano a Rory, per agitarla dietro l'animale. "Sciò!"
"Dopo la rivolta li hanno liberati nei boschi dei vari distretti" proseguì con il discorso Gale, inseguendo la creatura con lo sguardo. L'uccello volò fuori dalla finestra e Posy si affrettò a chiuderla. "Sono animali cresciuti in cattività, quindi sono abituati a cercare cibo tra gli esseri umani. E, a quanto pare, hanno un debole per le voci. Quando sentono parlare si avvicinano e se fai l'errore di dar loro da mangiare, ti seguiranno ovunque."
"Questa è la terza che ci piomba in casa nel giro di un mese" spiegò a quel punto Johanna. "Il bosco è proprio qua dietro e Hawthorne Junior ha avuto la brillante idea di distribuire pezzi di pane a metà dei pennuti che ci vivono" aggiunse, guardando Joel.
Il bambino chinò la testa, tormentando le zampe della sua volpe di peluche. Posy lo strinse a sé e gli fece una carezza sui capelli.
"Quindi basta parlargli o dargli da mangiare e loro ti seguono?" s'informò Rory, mentre il gruppetto si spostava in soggiorno.
Gale annuì, sovrappensiero; la sua espressione si era fatta tutto a un tratto distante, come se fosse impegnato a vedersela con qualche riflessione scomoda. Posy gli scoccò un'occhiata apprensiva: capitava spesso che lo sguardo di suo fratello si rabbuiasse all'improvviso, e non sempre riusciva a capire cosa avesse innescato quella reazione. Fortunatamente l'aria impensierita dell'uomo sfumò in fretta.
"Vado a preparare l'hovercraft per il giretto turistico" annunciò, prima di rivolgere la sua attenzione al figlioletto. Joel si era agganciato alla sua mano non appena aveva sentito pronunciare la parola 'hovercraft'.
"Vuoi provare a pilotare tu o lo facciamo fare a Soldier?" gli chiese il padre, prendendolo in braccio. Joel rise, cercando di sfuggire al suo attacco di solletico.
"Io" rispose poi, abbandonando la testa sul suo petto. Si accorse che la zia lo stava osservando e tornò a sorriderle timidamente, aggrappandosi alla felpa dell'uomo. Posy non poté fare a meno di sorridere a sua volta, allungando la mano per stringere quella di Dru: non aveva mai visto un bambino più innamorato del proprio papà di suo nipote. Mentre Gale lo teneva in braccio, gli brillavano letteralmente gli occhi.
E anche i suoi si fecero più vispi, nel momento in cui la porta d'ingresso si chiuse dietro al resto della famiglia, lasciando lei e il suo fidanzato soli in casa per il resto del pomeriggio. Prima di andarsene, Rory aveva rifilato a Dru l'ennesima occhiata di ammonimento, ma a parte quel dettaglio si era mostrato insolitamente amichevole con lui. Forse, si disse la ragazza, vedere Gale e Johanna così tranquilli l'aveva convinto ad allentare la guardia.
Meno di un'ora più tardi, fu costretta a riconoscere di non essersi mai sbagliata così tanto.
Note Finali.
Buona sera! Ecco qui la prima parte (di due) di una storia un po' stramba! Avevo voglia di scrivere qualcosa sui fratelli Hawthorne da grandi (o su alcuni di loro, visto che qui manca il mio adorato Vick!) e questo è il risultato!
So che le ghiandaie chiacchierone sono tecnicamente estinte (o, meglio, essendo esemplari solo maschi si sono accoppiate con gli uccelli mimo e alla fine sono rimaste solo più le ghiandaie imitatrici), per questo Gale accenna agli esemplari tenuti nei laboratori di Capitol City.
Rory l'ho sempre immaginato un po' un gelosone con la sorellina, forse perché da quando Gale si è trasferito nel Distretto 12 è diventato un po' l'uomo di casa e quindi si sente responsabile di Hazelle e dei fratellini.
Joel è molto piccolo in questa storia, ma è un bambino particolarmente dotato, e lo si noterà poi soprattutto quando è un po' più grandicello. E in questo periodo sta effettivamente cercando di imparare a leggere.
Al più presto pubblicherò la seconda parte... Intanto spero che questo primo capitolo possa esservi piaciuto! Un abbraccio e a presto!
Laura
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