4⚜️

Jude Sharp non smetteva di domandarsi perchè quella ragazzina li stesse aiutando; qual'era il suo scopo? Un misero divertimento, la speranza di una ricompensa oppure erano diventate le pedine di un piano della piccola Principessa?

-Avete capito o vi devo fare un disegno?- sentenzió con voce acida e saccente.

-Si, Amaya.- rispose calmo Sharp. -Ma ancora non ho capito perchè tu lo stia facendo.-

-È tanto importante saperlo?-

-Vitale, direi.-

La castana alzó un sopracciglio, irritata da quella curiositá indagatrice dell'adulto. Arricció le labbra infastidita, dando un colpetto sulla nuca del suo fedele lupo, seduto tranquillamente di fianco a se'.
Su volto', come per uscire dalla stanza, ma prima che potesse farlo lanció un'occhiata di sottecchi all'ex giocatore, pronta a rispondere al suo quesito.

-Un'opera di caritá.- sibiló.

L'uomo non le credeva. Aveva lo sguardo calcolatore, preciso e la sua spiccata intelligenza aveva fatto si' che riuscisse a decifrare ogni tono che usciva dalle labbra della Principessa ed ogni sfumatura dei suoi occhi.
Aveva le iridi di che stava soffrendo.
Quella maschera di sarcasmo e acidità erano soltanto delle misere coperture per nascondere la sua reale condizione.

-Allora, avete altre domande o siete pronti a tornare da dove siete venuti?- cambió velocemente discorso Amaya.

-Grazie, Amaya.- sorrise sinceramente Celia alla ragazzina, sperando di riscaldare quel suo animo freddo.

-Mi ringrazierete quando sarete fuori da qui. Muovetevi.-

Uscirono dalla cella, assicurandosi non vi fosse nessuno: la ragazzina aveva studiato tutto alla perfezione. Avrebbe fatto scattare l'allarme, cosicchè da non dare sospetti su una sua possibile collaborazione con i fuggitivi.
Allo stesso tempo avrebbe dato vantaggio a questi ultimi, permettendogli di uscire senza problemi e senza alcuno scagnozzo del Quinto Settore alle calcagna.

-Andiamo, ragazze, correte!- esordii Sharp, mentre faceva avanzare le managers della Raimon e sua sorella. Prima di correre verso l'uscita rivolse un ultimo sguardo alla fanciulla davanti a se'.

-Non mi ringraziare.- lo precedette lei. -Lo sto facendo soltanto per me stessa.- aggiunse con un ghigno.

Sharp ridacchió, poi corse via, seguendo il suo gruppo verso la libertà.
Amaya contó qualche secondo, poi si avvicinó alla leva che le avrebbe permesso di dare l'allarme; strinse il metallo rosso con le dita e con tutta la forza che aveva in corpo tiró verso il basso, facendo scattare un fastidioso segnale acustico.

-Guardie!- urló. Un gruppo di una decina di uomini, composti e vestiti in giacca e cravatta scuri, comparse dalla fine del corridoio correndo verso la Principessa. -Sono scappati!- strilló ancora lei, indicando la cella aperta.
Due uomini rimasero con la ragazzina, mentre gli altri procedevano verso l'uscita, scomparendo nell'oscurità.
Era sicura che sarebbero riusciti a cavarsela, aveva dato loro un buon vantaggio e Sharp non l'avrebbe delusa.
Si libero' dei due scagnozzi dell'associazione e con sicurezza si diresse verso le scale, pronta per ritornarsene tranquillamente in camera sua.
Ma non fece in tempo a salire un paio di gradini che sentii una voce famigliare urlare di toglierle le mani di dosso.

-Dovevo calcolare la stupidità della managers.- si maledii da sola e tornó indietro. Davanti a lei si presentarono due delle guardie, una delle quali teneva stretta una delle managers per il colletto della maglia. Era Skie Blue, facilmente riconoscibile per la sua voce fastidiosa alle orecchie della Principessa e dai suoi capelli tinti di un blu spento, tagliati a caschetto.

-Ne abbiamo recuperata una, signorina.- disse con tono trionfante uno degli uomini.

-Ho notato.- nel tono di Amaya non c'era traccia di emozione. Gli occhi severi erano puntati sulla piccola manager, che abbasso' lo sguardo alla vista delle iridi cupe della ragazzina che le stava di fronte. -Lasciatela, me ne occupo io.- assserì con disinvoltura.
I due uomini sembravano confusi, si guardavano preoccupati, come se non fossero sicuri di quello che stavano per fare. -Siete sordi?- domandó, con la sua sicurezza e autoritá saccente che la caratterizzava. -È un ordine.- il lupo di fianco a lei cominció a ringhiare, percependo il fastidio della sua padrona.
Dopo qualche occhiata, i due si convinsero a lasciare andare la signorina Blue, permettendole di affiancarsi ad Amaya. -Ora sparite. E fate rapporto a mio padre.- Buck abbaió.
I due corsero ad eseguire gli ordini velocemente e spaventati, come se a ringhiare fosse stato un animale selvaggio e pericoloso.
La Principessa sospiró.
Non volse sguardo alla figura di fianco a sè, riprendendo a camminare verso la scale; subito Skie non capii, ma quando, con voce stizzita e il tono tremendamente infastidito, l'altra la disse di seguirla, corse immediatamente nella sua direzione.

-Princ...- non fece in tempo a finire.

-Non mi chiamare così.- la fulminó. -Sono Amaya, non sono la figlia di un vero imperatore. Non mi chiamare Principessa, o la tua permanenza qui sarà più dura di quanto pensi.-

-P-permanenza?- la blu faceva fatica a stare dietro alla fanciulla castana, che procedeva a falcata regolare e veloce prima per le scale e poi per un lunghissimo corridoio dotato di ampie vetrate.

-Non pensare di uscire qui tanto facilmente, hai sprecato la tua possibilità di fuga.- ammise schiettamente la bruna, che si voltó verso la più piccola con sguardo accusatorio. -Vedi di non combinare guai, o grazie alla tua goffaggine nessuna di noi due potrà dormire sogni tranquilli.-
Colei che parló poteva vedere chiaramente la ragazzina di fronte a se preoccuparsi a tal punto da provocarle un tremolio alle mani.

-Che cosa vuoi che faccia?- le chiese quasi sussurrando.

-Niente...- fu la risposta. -Per ora.-
Riprese a camminare più veloce di prima, costringendo sia il suo fedele lupo sia la sua nuova compagna a seguirla correndo.
-Cosa ho fatto di male per meritarmi questa scocciatura?- sussurró impercettibilmente, maledicendo tutto quello che l'aveva portata a trovarsi in quella situazione.
Pochi individui andavano veramente a genio ad Amaya e tra queste non c'era sicuramente la ragazza dai capelli blu, anzi, la trovava fastidiosa e la considerava una palla al piede in un momento simile.
Dal canto suo Skie Blue era felice di avere, si presumeva, la Principessa del Quinto Settore dalla sua parte, almeno aveva la sicurezza che non le sarebbe accaduto niente.
Per ora.
La blu vide la ragazza al centro dei suoi pensieri inforcare nuovamente una rampa di scale che portavano ad un piano superiore. Per riuscire a starle vicino dovette saltare i gradini a due a due.
Il corridoio che si presentó davanti a loro era più luminoso; vi erano delle porte di legno d'evano infisse sulla parete, ognuna aveva una targhetta con la scritta "Riservato."

-Cerca di fare piano. Puó esserci qualcuno che sta dormendo.- l'ammonii Amaya, all'ennesimo passo pesante della Manager della Raimon.

-S-scusa.-
Capii immediatamente dove fossero: erano i dormitori dei ragazzi che venivano allenati sull'Isola dall'associazione.
In fondo a questo lunghissimo corridoio vi era un'altra grande porta, questa volta d'avorio e con la maniglia e i cardini dorati. Skie non capii subito cosa vi fosse aldilá.
I suoi pensieri furono destati quando la Principessa diede due o tre tocchi con le nocche su una delle porte scure, senza fermarsi. Continuó a camminare di fronte a se' e fece lo stesso con una porta qualche metro più in la'.

-Piccoletta, o ti muovi, o ti lascio indietro.- la richiamata neanche se n'era accorta di essersi fermata, imbambolata davanti allo strano comportamento dell'altra.
Le due porte a cui aveva bussato si aprirono quasi all'unisono.

-Quando chiami entrambi significa che è un'emergenza.- ridacchió uno dei due, con un tono tranquillo e schernitore, rivolgendo gli occhi all'altra figura che uscii dalla stanza di fianco.

-Smettetela, non ho voglia di ripetere ancora di muovervi a tutti e tre.- la ragazza nel frattempo era già arrivata in prossimità del grande portone d'avorio che aveva incuriosito la manager.
Quest'ultima era finita sotto gli occhi investigatori dei due ragazzi. Uno lo riconobbe come FourSeason, capitano della Monte Olimpo, squadra di punta del Quinto Settore. Era lui che aveva parlato poco prima.
L'altro invece portava i lunghi capelli argentei acconciati in un modo bizzarro, aveva un portamento composto, autoritario e non aveva chiesto nulla ad Amaya. Probabilmente riponeva grande fiducia nella Principessa.
La ragazza digitó un codice su un palmare di fianco alla grande porta.

-Tu chi sei?- chiese FourSeason, inarcando le sopracciglia incuriosito.

-I-io...- non fece nemmeno in tempo a finire, che sentirono l'altra ragazza picchiare una mano sulla porta.

-Quante volte devo ripetervelo...- cominció infastidita. -MUOVETEVI!-

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top