Ritorno alle origini

Fin da bambina ho sempre amato l'avventura e il mistero. Ricordo bene quando intorno ai sette/otto anni ascoltavo ammirata le storie di fantasmi e vecchi misteri che mi raccontavano i miei genitori, Santiago e Elena. Al contrario degli altri bambini io amavo questo genere di cose, infatti non avevo paura del buio, bensì tutti gli esseri umani hanno delle paure e io ero terrorizzata dalla Paella. Essa è un piatto tipico della terra nativa di mio papà: la Spagna. Quando la vidi la prima volta sul mio piatto a sei anni, iniziai ad urlare senza contegno. Cosa mi ha fatto paura? infondo è cibo, penserete! Bhe vedendo gli ingredienti con il quale era stata preparata pensai agli animali che erano stati privati della loro vita per comporre quel piatto, cioè pesci e altri mammiferi d'allevamento. Ammetto che la reazione fu brutalmente esagerata, ma ero soltanto una bambina e dovevo avere pur paura di qualcosa. Da quel giorno smisi di mangiare carne, qualsiasi tipo e in qualsiasi piatto.
Forse mi sono persa troppo nei dettagli dei miei pensieri affatto sensati, divagando troppo. È la prima volta dopo anni che mi ritrovo spensierata, forse per il semplice fatto che finalmente sto tornando a casa, dopo cinque anni esatti dalla morte dei miei genitori. Dopo essermi laureata in Psicologia ed essermi trasferita in Olanda, ho cercato di stare lontana dalle mie radici per non pensare a loro e a quell'incidente stradale; adesso è arrivato il momento però di tornare a casa, quella che mi ha vista nascere e crescere.
Pago il taxi e scendo, incastrando subito lo sguardo sulla villetta in stile gotico ma ancora in perfetto stato. Strano, non me la ricordavo così... lugubre. Rabbrividii ma lasciai perdere, infondo senza i miei genitori aveva perso vita. Questa casa è della famiglia Santos da generazioni, ed io Marina Santos mi sento in obbligo di dare un'occhiata alle cose che hanno lasciato i miei genitori prima di venderla. So che non è una bella cosa, ma ormai ho quasi trent'anni e una vita in Olanda. Questa casa nonostante i ricordi che mi rievoca, non è più in grado di ospitare me e i miei sogni.
Mi guardo intorno prima di entrare; anche se so di essere praticamente ai confini della Toscana, non c'è proprio nessuno. Qui è dove papà ha conosciuto mamma, probabilmente ha ringraziato la sua famiglia di ricchi commercianti per aver costruito una casa qui molti anni fa. Sono cambiate davvero molte cose e sinceramente questa cosa non mi mette di buonumore. Finalmente entro e stranamente trovo tutto estremamente pulito e un biglietto sul tavolo. Lentamente mi avvicino ad esso e lo leggo:
Salve signorina Marina, sono la governante di questa casa, nonché una vecchia amica di famiglia. Quando lei arriverà io non ci sarò a causa di un impegno importante, ma domattina al suo risveglio mi troverà insieme alla colazione che spero lei gradisca.
~la governante
Corrucciai le sopracciglia e cercai di ricordarmi di questa amica di famiglia così stretta da avere la fiducia dei miei genitori fino ed essere la governante di questa casa. Nulla, non la ricordavo, infatti la cosa mi lasciò perplessa e non poco, anche perché non avevo detto a nessuno del mio arrivo, infondo non avevo più legami affettivi qui.
Mi rimboccai le maniche e iniziai ad esplorare la casa e a guardarmi intorno, era tutto come quando ero piccola. Entrai in tutte le stanze e chiusi decine di scatoloni, e quando guardai le scale che portavano alla soffitta sul mio viso nacque un sorriso a trentadue denti. Ricordai la curiosità che provavo guardandola ogni giorno, mi sognavo persino cosa ci fosse dentro, ma i miei genitori non mi permisero mai di salirci. Adesso ero adulta e potevo farlo, eccome se potevo! Perciò accesi la torcia del mio IPhone e salii le scale, non sapendo se ci fosse la luce li sopra.
Quando spinsi la piccola porta con fatica, fece uno scricchiolio terribile, come se non fosse stata utilizzata per anni. Quando entrai e la flebile luce colpí la stanza, i miei dubbi vennero confermati, infatti si vedeva molto chiaramente che nessuno fosse entrato in soffitta da tempo ormai. Mi soffermai su questo dettaglio per qualche secondo, poi tornai a guardarmi intorno. Quel posto era grandissimo, ed era abitato interamente da vecchi mobili ricoperti da distese di plastica per non farli impolverare. Esplorai il posto attentamente da cima a fondo ma tutti i cassetti erano vuoti. Poi lo vidi, era li sul comodino polveroso di legno battuto: uno specchio. Ero sicura non ci fosse li, avevo anche controllato, sicuramente è a causa della stanchezza per il viaggio. Lo presi tra le mani e decisi di portarlo giú per spolverarlo, così feci.
Trovai una pezzetta di quelle per spolverare casa, allora portai lo specchio sulle gambe e iniziai a togliere tutta la polvere da esso con cura. Appena finii costatai con stupore che nonostante fosse ovvio uno specchio vecchio di anni, il suo vetro era perfetto. Lo impugnai e lo portai davanti al viso, scrutando il mio riflesso su di esso. Questione di pochi secondi e lentamente persi conoscenza senza capire più nulla, mentre nella mia testa una voce sconosciuta sussurrava:
-Finalmente è arrivato il momento.

Primo capitolo per il #wattpadsgottalent

EseriothLauroth

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top