Finalmente a casa

Riuscii a fuggire da quelle mura e subito mi nascosi dietro un albero. Se questa struttura è stata costruita prima della mia casa in questo punto, allora quella degli antenati di mio padre deve essere qua vicino.
Presi un profondo respiro e mi allontanai dal castello, sperando di non perdermi. Camminai per una quindicina di minuti sicuramente, quando finalmente scorsi tra gli alberi un'abitazione ancora in costruzione. Subito bussai ma non ricevetti alcuna risposta, perciò dopo un paio di tentativi, sconsolata, lasciai perdere. Nel silenzio udii un fruscio d'acqua e quando mi girai, vidi una piccola discesa. Quando con molta attenzione e non poca difficoltà arrivai giù, davanti a me si paró uno spettacolo mozzafiato. Guardai la cascata come se fosse oro liquido, e seguii con lo sguardo il suo percorso fino a scontrarsi con il bacino d'acqua naturale intagliato nella terra e nella roccia. Questa cascata splendida è stata sicuramente prosciugata col tempo e coperta con le strade a causa dell'industrializzazione. Tornai alla realtà e mi concentrai sulla mia missione, avevo poco tempo. Subito notai la figura di un ragazzo di spalle, che aveva lo sguardo perso verso il cielo. Dal nulla iniziò ad avvicinarsi alla cascata; che sia Carlos? Non mi dite che si vuole suicidare così!
Iniziai a corrergli incontro e ad urlare:
-EHY TU FERMO!- si girò spaventato verso di me, proprio nel momento in cui gli afferrai il braccio e lo tirai lontano da li. Mi guardò come se avesse visto un fantasma, e con gli occhi spalancati mi toccò le braccia e il viso.
-Marlena sei davvero tu?-  in quel momento i miei dubbi vennero confermati, era Carlos. Feci un respiro profondo e cercai di ricordare le lezioni di recitazione che avevo frequentato all'età di undici anni. Lo guardai severa e dissi:
-Cosa volevi fare, sei impazzito per caso?- si allontanò leggermente da me stupito e abbassò la testa colpevole. In quel momento per la testa mi passò la morte dei miei genitori, causata sicuramente da quel dannatissimo specchio. Senza volerlo iniziai a piangere, cogliendo la palla al balzo e continuando con la mia recita.
-Se solo ti capitasse qualcosa io ne morirei. Non ti azzardare mai più anche solo a pensare di farti del male. Tu lo sai che il mio cuore appartiene a te e che in questa società primitiva non potremmo mai stare insieme! Se tu morissi io non so come potrei fare... ti prego Carlos, vivi per me e per quello che siamo stati.- dissi singhiozzando sul suo petto. Sentii le sue braccia attorno alle mie gracili spalle e le sue lacrime sui capelli.
-Io... mi dispiace amore mio, ero perso senza di te. Adesso so però che il tuo cuore sarà per sempre mio e nonostante il dolore, cercherò di vivere con il tuo ricordo nel cuore e sulla pelle.- sussurrò al mio orecchio con la voce incrinata dal pianto. Mi allontanai dalle sue braccia, lo guardai e gli sorrisi.
-Adesso devo andare Carlos, ti amo...- sussurrai avvicinandomi alle sue labbra, dove posai un bacio casto e veloce. Ok, ho appena baciato un mio antenato, salvatemi. Mi girai e lasciando la sua mano con lentezza, me ne andai senza fermarmi.
Quando arrivai di nuovo al castello, mi rifuggiai nella camera da letto, riuscendo a non perdermi. Corsi a prendere lo specchio tra le mani e lo portai davanti al volto. Una strana nube grigia iniziò ad uscire da esso, formando una sagoma. Quando davanti a me si paró la vecchia signora, restai di sasso.
-Tu? Tu sei sua madre?- lei sorrise, ma sta volta era un sorriso che scaldava, uno vero. Afferrò la mia mano e la portò sul suo petto.
-Lo senti? Il mio cuore batte grazie a te che hai salvato mio figlio. Hai detto quello che Marlena non è mai riuscita a dire a Carlos, grazie.- detto questo lo specchio s'illuminó e tutto si fece nero.

Qualcuno mi scosse con dolcezza, e un dolce profumo di biscotti alla vaniglia e al cioccolato invase le mie narici, come quando ero piccola. Stavo sognando per caso? Aprii gli occhi pigramente e mi ritrovai nella mia vecchia stanza. Quando vidi mia mamma, quasi urlai.
-Mamma? Ma cosa...- iniziai a balbettare sull'orlo del pianto. Lei sorrise dolcemente e disse:
-Ce l'hai fatta piccola mia, siamo di nuovo insieme adesso.- mi gettai tra le sue braccia e l'abbracciai forte. E se fosse questo il vero sogno?
-Dai scendiamo di sotto, papà ci aspetta per mangiare i biscotti.- Le afferrai la mano e la seguii impacciata.
Abbracciai mio padre, li guardai e pensai: finalmente sono a casa.

Terzo ed ultimo capitolo per #wattpadsgottalent

EseriothLauroth

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