L'altro mondo
Dove eravamo finiti? Non lo sapevamo. Non si vedeva neanche una luce.
Gli occhi si abituarono poco dopo alla fievole luce lunare.
Eravamo in un bosco, molto fitto.
In lontananza si sentivano degli ululati.
Milo stava accanto a me e si teneva la gamba.
"Milo sei ferito?"
"Ho un taglio sotto il ginocchio. Non so neanche come me lo sia fatto."
"Bisogna fasciarla o perderai troppo sangue."
Strappai un lembo della sua giacca e glielo legai intorno al ginocchio.
Avevo troppe domande senza risposta, la mia curiosità era al limite ed era mista anche ad un pizzico di paura.
"Milo dobbiamo muoverci. Hai sentito i lupi, non sono poi così lontani e non voglio fargli da colazione. Giusto?"
"Aspettiamo l'alba."
"Non possiamo aspettare. Dobbiamo andare. Aspettami qui"
"Non è che possa andare da qualche altra parte."
"Se riesci a essere sarcastico, allora riuscirai a camminare. Vado a prendere un bastone per sorregerti."
Li vicino c'era un ramo che faceva al caso nostro.
"Dai su che ce la fai o io morirò assiderata. "
"Potevi dirmelo prima." Si tolse quello che era rimasto della sua giacca e me la mise sopra le spalle. Dolce.
Poi lo aiutai ad alzarsi. Per molte ore camminammo senza sosta dirigendoci a Nord, a quanto mi sembrava, anche se la Stella polare era leggermente diversa da quella che conoscevo io.
Eravamo così stanchi che ci buttammo vicino ad un albero e ci addormentammo seduta stante. Lui abbracciato a me, probabilmente aveva freddo.
[...]
"Sono umani. Ma come sono arrivati qui?"
"Ma che vuoi che ne sappia, Lai."
"Smettetela di litigare come due bambini."
"Che facciamo con questi qua?"
"Li portiamo alla Regina"
Con un calcio, quel qualcuno che parlava, mi svegliò.
"Ma ti sembra il modo di svegliare una ragazza."
"Non fare la feminuccia e alzati. Siete nel regno della Regina Maika e non è permesso sostare in queste terre senza un autorizzazione. E siete umani, razza estinta qui..."
Capii poco di quel che disse ero ancora assonata, però sentì benissimo che mi stavano alzando di peso per trascinarmi non so dove. Anche se poi mi lasciò cadere di botto.
"Dove ci portate?"
"Hai battuto forte la testa e sei diventata scema o cosa? Dalla Regina."
"Mi hai fatto battere tu la testa, cretino. Non abbiamo fatto niente. Non sappiamo neanche come abbiamo fatto ad arriva...."
Con un calcio nelle costole mi zittirono.
"Devi stare zitta. Non sprecare parole con me, dirai la tue ragioni alla Regina".
Mi alzai a fatica. Ma riuscivo, per fortuna, a camminare. Il mio orgoglio era paragonabile alla mia curiosità. Non mi sarei mostrata debole davanti a loro.
Arrivammo a delle imponenti mura, i mattoni erano di color oro. Si stagliava, davanti a noi, una porta di legno immensa. Dall'altra parte una strada lastricata portava a una città, ma che si vedeva scarsamente sia per la lontananza sia per la marea di gente che si frapponeva tra me e quel paese. Dalla grandezza delle mura, di cui non si vedeva la fine, si poteva immaginare la maestosità di quello che avremmo trovato all'interno.
Angolo me
Scusatemi tanto se non ho aggiornato prima ma sono stata male. È scritto un po di fretta, ditemi se ci sono errori.
Allora commenti sul comportamento di Milo? A me farebbe venire qualche dubbio sulla loro amicizia.
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