15. Nuovo anno, nuove sorprese
Vieni in camera mia questa sera alle 22. Ti devo parlare.
-Tom
Queste parole erano scritte su un biglietto che trovai sul mio letto appena arrivata all'Istituto. Per cui quella sera, usci dai dormitori per andare nell'edificio dei coach. Trovai la stanza 9281, bussai ed entrai. Tom era seduto sulla scrivania, ma si alzò per venirmi ad abbracciare. Dopodiché, mi fece sedere sul letto mentre lui tornò a sedersi sulla scrivania.
«Bentornata Bonnie. Come sono andate le vacanze?» Mi chiese con un sorriso. «Benissimo, apparte quel piccolo incidente con James.» Per quanto mi fidassi di lui non avevo intenzione di raccontargli degli altri problemi che avevamo avuto, come il fatto che mi avessero stregata. Come per istinto, mi prese la mano sinistra per vedere la piccola cicatrice che era rimasta.
«Sono contento che ci fosse qualcuno di così esperto come Albus a curarti. A proposito, con lui come va?» Le mie guance si tinsero di rosso e lui ridacchiò. «Va bene, non insisto.»
«Grazie. Invece tu perché mi hai chiamata qui?» Domandai, un pochino preoccupata.
«Volevo dirtelo quest'estate ma ho preferito lasciarti in compagnia del tuo principe azzurro.» Sbuffai alzando gli occhi al cielo. «La mia compagna è incinta di due gemelli. Diventerò padre e ho intenzione di farle la proposta di matrimonio. Vorrei che tu facessi la damigella d'onore.»
Restai un attimo confusa. Incinta, gemelli, matrimonio, damigella d'onore. Spalancai gli occhi. «Davvero...? Cioè... Proprio io?» Chiesi sbigottita. Lui annuì. Saltai giù dal letto e lo andai ad abbracciare. «Diventerai padre. È una notizia stupenda! Oh sono così felice per voi.» L'euforia del momento fu smorzata da un messaggio da parte di Luna: mi diceva di tornare perché mancava poco al coprifuoco.
«Vai. E ricordati che tra due giorni c'è la riunione di inizio anno, mi devi aggiornare sui tuoi progressi» Così dovetti tornare in camera mia, mentre esplodevo di felicità.
***
La riunione di inizio anno arrivò in fretta e in men che non si dica ero in palestra a parlare con Tom di ciò che mi era successo alla festa quell'estate.
«Oltre alla festa si è manifestato altre volte, quindi penso di saper quale sia la causa: tutte le volte ero molto arrabbiata.»
«Sapresti dirmi che ti succede?» Ecco la parte difficile. «Non saprei bene come spiegarlo. È come se il mio calore corporeo uscisse ed entrasse dal mio corpo. Non so se mi sono spiegata. Dovresti vederlo.» Lui finì di scrivere delle informazioni su dei fogli e mi fissò negli occhi.
«Penso che tu abbia altro da chiedermi.»
«Sì. La mia migliore amica ha avuto una specie di potere speciale in ritardo. Una sera si è trovata con le mani infuocate ma non riusciva a controllarlo. Non l'ho portata qui perché pensavo fosse stato meglio chiedere prima a te.»
«Ok. Come sai a fine anno non ci sarà il corso, per cui abbiamo due opzioni: o la porti a quella del prossimo anno oppure potrei passare io personalmente a vederla durante le prossime vacanze estive. Parlane con la tua amica e fammi sapere. Mentre noi due ci vediamo tra due giorni per vedere il nuovo potere.» Lo salutai, uscì dall'ufficio e andai in un corridoio isolato a leggere un libro che mi ero portata dietro.
Pensai all'amicizia tra la protagonista e la sua migliore amica e mi venne in mente Camille. Mi mancava e mi mancava pure Hogwarts. Mi mancava casa mia. Iniziai a canticchiare la canzone che i miei genitori mi cantavano da piccola quando mi parlavano di Hogwarts.
«Someone take me home... Home. A place where I can go.»
«To take this off my shoulders.» Una voce più bassa e stonata, si unì alla mia. Mi girai e trovai mia sorella Amelia. Non la vedevo dall'inizio dell'estate.
«Bonnie. Volevo scusarmi, hai ragione. Non è successo nulla e tu sei abbastanza grande. Come sono andate le vacanze?» Chiese subito senza farmi parlare. Accettai le sue scuse e le raccontai qualcosina.
«Sono andate bene. In treno non ero impanicata più di tanto, alla Villa è andato tutto bene e, come ho gia detto al coach, ho scoperto il terzo potere. Tra due giorni avrò l'allenamento. Tu eri al lavoro, giusto?» La vidi un attimo sovrappensiero, infatti si dimenticò di rispondermi per qualche lungo secondo.
«Sì, ero al lavoro. All'ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale va tutto a meraviglia, quest'anno ci siamo dati molto da fare per una cosa che scoprirai tra poche settimane. Stranamente non abbiamo trovato resistenza.» Ghignò per un momento. Poi mi salutò e se ne andò. C'era qualcosa di strano e per sbaglio entrai nella sua mente.
«È stato fin troppo facile. Sicuramente sosp-»
Non riuscì a captare nient'altro: aveva chiuso la mente, doveva aver percepito la mia presenza. Lei non leggeva le menti come me, ma era un'ottima Occlumante. Tornata in camera, nonostante fossi confusa, decisi di chiamare Camille.
«Pronto, Camille?»
«Bonnie! Il colloquio? Com'è andato?»
«È andato benissimo ma devo tornare per registrare il potere. E per il tuo problema, Tom ha detto che hai due possibilità: o vieni a quello del prossimo anno oppure passerà lui a vederti la prossima estate. Credo che la seconda opzione sia meglio, così magari potrei presentargli Albus.»
«Lo credo anche io. Non ho voglia di essere giudicata in un Istituto severo come il vostro. Perché vuoi presentargli Albus?»
«Beh, lui è come un padre per me. Si preoccupa sempre, è giusto che conosca Albus. A proposito di Tom, mi ha detto che la sua compagna è incinta. Di due gemelli. Vuole farle la proposta di matrimonio e mi ha detto che sarò la damigella d'onore. Merlino Camille, sono così felice per loro! I bambini saranno già nati per l'estate prossima, potrei curarli mentre lui vede il tuo problema.»
«Ok Bonnie, calma. Respira. Capisco che sei esaltata, ma se continui a parlare così rimarrai senza fiato.» Disse ridendo. «Aspetta. Perché il corso dell'anno prossimo? Non c'è anche a fine anno?»
«Quest'anno ci sono dei cambiamenti. Durerà una settimana in meno e non ci sarà il corso di fine anno. Non ci hanno voluto dire il motivo.» Suonò una campanella: erano le sei di sera.
«Camille, dobbiamo rimandare la nostra conversazione. È finito l'orario per le telefonate. Poi ti aggiorno via gufo su come andrà l'allenamento dopodomani. Ti voglio bene.»
«Anche io. Buona fortuna.»
***
«Eccomi.» Ero appena arrivata in palestra, giusto in tempo per l'inizio della prova.
«Bonnie! Vieni, ti presento il nuovo apprendista che mi hanno assegnato.» Notai un ragazzo molto giovane dietro il mio coach, avrà avuto massimo venticinque anni. Gli strinsi la mano. «Piacere, Bonnie Sullivan.»
«Piacere mio. Quindi hai scoperto da sola il tuo terzo potere.»
«Esatto. Quando mi arrabbio viene fuori questo potere che non riesco a spiegare.»
«Bene allora procediamo con l'allenamento.» Decretò Tom sorridente. «Eccomi coach.»
Con il terrore che mi prendeva alla bocca dello stomaco e pregando tutti gli dei che conoscevo, mi girai verso la porta d'ingresso. Il vuoto allo stomaco si fece più forte, unito alla rabbia. Davanti a me si stagliava, nei suoi 1.75 metri e con il suo odioso sorriso strafottente, la persona più inutile del mondo.
«Xavier che ci fai qui?»
«Servirà per il tuo allenamento.» Disse l'apprendista tranquillo, mentre beveva dell'acqua da una bottiglia. «Lui... Perché lui?» Chiesi, altamente seccata.
«È stata tua sorella a suggerisci di chiamare lui.» Tom me lo disse con la faccia di uno che non ha potuto fare nulla. Xavier confermò e io mi pentì di aver fatto pace con Amelia. Alla fine accettai di combattere contro di lui: sarebbe stato un ottimo modo per sfogarmi su di lui senza avere colpe.
Io e il corvino andammo a fare qualche esercizio di riscaldamento mentre il coach e il suo giovane apprendista stavano chini sul tavolo con alcuni schemi. Dopo poco Xavier li raggiunse e disse loro qualcosa che io non capì. Poi mi dissero quello che avrei dovuto fare.
«Quindi devo semplicemente chiudere gli occhi, lui mi farà arrabbiare e poi il potere farà tutto da sé?» Potevo veramente menarlo senza conseguenze comportamentali? Non mi sembrava vero ma loro confermarono quindi chiusi gli occhi.
Xavier mi fece arrabbiare molto dicendo cose su di me, Camille e altre persone a cui volevo bene. Sentì gli occhi diventare freddi e azzurri. La mia vogli di strangolarlo con una corda di ghiaccio era forte. Gli istruttori, dopo un po', iniziarono a dubitare di questo metodo ma alla fine funzionò perché Xavier arrivò al limite.
«Sei ancora la mia ragazza?» Nella mia mente iniziarono a ricrearsi i ricordi di quando stavamo insieme e mi venne da vomitare. «No.» Dissi tranquilla. Non volevo che vincesse così.
«Non credo di aver sentito bene. Cos'hai detto?» Ai ricordi soft si aggiunsero quelli più brutti, con lui che mi costringeva a fare cose che non volevo. E lì non ci vidi più.
Aprì gli occhi, facendo congelare tutta la palestra. Senza che le controllassi, le mie mani si alzarono e fecero volare Xavier fino al soffitto che era molto alto. In quel momento sentì quella sensazione del calore che esce e entra nel corpo. «Ho detto no. Ora mi hai sentita, bastardo?»
«EHY! FAMMI SCENDERE RAZZA DI PSICOPATICA!» Sbraitò Xavier, mentre l'apprendista si congratulava con me e Tom alzava gli occhi al cielo. Facendolo volare la mia rabbia si affievolì e in poco tempo il ghiaccio si sciolse.
«Bonnie ora fallo scendere.» Disse Tom mentre tornava al tavolo con l'apprendista. «Devo proprio?»
«Bonnie.» Sentì il mio coach pronunciare il mio nome con astio. Sbuffai. Abbassai di colpo le braccia interrompendo il contatto e facendo cadere Xavier. Gli istruttori erano di nuovo chini sul tavolo.
«Ehy! Mi hai fatto cadere da 5 metri!» Lo ignorai e mi concentrai su Tom. «Abbiamo registrato il tuo nuovo potere, ma dovrai fare ancora pratica.» Annunciò quest'ultimo dopo pochi minuti.
«C'è un'altra cosa. Vorremmo che voi due duellaste.» Aggiunse subito dopo. «Dovrete usare sia i vostri poteri da maghi sia quelli da speciale. Tranquilli lo abbiamo già fatto con altre persone, non è pericoloso.» Specificò l'apprendista.
Decidemmo di incontraci la settimana seguente, qualche giorno prima del ritorno a scuola. Il tempo non era mai passato così velocemente. Feci appena in tempo a mandare un gufo a Camille che già mi trovai in palestra ad affrontare il mio ex.
Il duello durò tre ore, nessuno dei due voleva arrendersi. Ad un certo punto arrivarono anche molti allievi a guardare. Stavamo usando solo le bacchette anche se io avevo già gli occhi azzurri da un pezzo e Xavier aveva i capelli fatti di fuoco. Ad un certo punto riuscì a pietrificarlo, facendogli volare via la bacchetta. L'apprendista mi passò una bacinella piena d'acqua.
Dovevo usare i tre poteri assieme. Sfida ardua, ma ce la potevo fare. Appoggiai la bacchetta sul tavolo, mi concentrai un attimo e alzai le mani. Dopo che una scossa di terremoto fece tremare la stanza ghiacciata, lo feci volare. Mentre con una mano lo tenevo sospeso in aria, puntai l'altra verso la bacinella. L'acqua all'interno iniziò a prendere forma, trasformandosi in un braccio.
La mano d'acqua prese la mia bacchetta e spezzò l'incantesimo pietrificante. Ma prima che Xavier potesse richiamare la sua bacchetta con un incantesimo Non Verbale, il braccio si trasformò in sottili corde di ghiaccio che andarono subito ad avvolgere il ragazzo. La sala era in estasi, ma con tutto lo sforzo che stavo facendo non sentivo più nulla.
Si concluse così il corso, con io che rischiavo una forte emicrania per essermi affaticata troppo e Xavier che moriva di freddo a causa delle corde di ghiaccio.
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