Lo sbaglio più bello
Attenzione: alcune persone sapendo che dovevo scrivere questa storia mi hanno richiesto la parte lemon. La scriverò in grassetto. Per chi non vuole leggere basta saltare tutta la parte in grassetto. Buona lettura, Liria vi saluta 💙
Joe e Davina erano a casa del primo, in salone.
Il ragazzo voleva trascorrere un po' di tempo con la sua dama, ma non sapevano bene che fare.
《Joooe!》
《Si amore?》
《Noia. Facciamo qualcosa? Ti preeego!》
《Cosa vorresti fare, piccola?》
《Mh... che ne dici di qualcosa di indecente~?》
《Proposta allettante~.》
Fu questione di sguardi, un attimo.
Joe si fiondò sulle labbra della ragazza e iniziò a baciarla con foga, mentre lei gli toglieva i pantaloni, man a mano tutti i vestiti finirono sul pavimento di casa King.
Il padrone di casa iniziò a stimolare i capezzoli della sua ragazza con le dita, fino a farli diventare turgidi per l'eccitazione, intanto la turchese gemeva sotto al tocco dell'amato.
Dopo aver fatto arrivare l'attrazione che provavano l'uno per l'altra alle stelle il ragazzo si decise a preparare la sua piccola, che lo implicava di entrare in lei.
Le fece un ditalino*, facendole vedere le stelle, poi la penetrò lentamente con il suo membro.
Davina si trattenne dal venire appena Joe fosse entrato in lei e gli chiese di muoversi.
Il bruno iniziò a muoversi dolcemente, facendo sospirare di piacere la sua Dav, man mano che continuava aumentava il ritmo dei movimenti, facendo venire la ragazza con un orgasmo, ma questo non lo fermò.
Continuò a muoversi, velocemente, ma stando attento a trattenersi, non voleva farle male, almeno non troppo.
Mezz'ora dopo la ragazza venne di nuovo, questa volta il suo ragazzo la seguì a ruota, restando dentro di lei, la ragazza gemette, sentendo il liquido caldo che si riversava in lei.
《Piccola, ti ho fatto male?》
《No tranquillo, è stato bellissimo.》
Il leone sospirò sollevato dalla risposta della bella turchese.
《Ora però voglio le coccole.》
La ragazza mise il broncio, cosa che fece ridacchiare il suo ragazzo, che subito iniziò a coccolarla.
《Non dimenticare la pillola. Una gravidanza è l'ultima cosa che ci serve. Già tuo padre mi odia.》
《Tranquillo, non la dimenticherò.》
Qualche settimana dopo
Davina era in bagno, che vomitava. Era la seconda volta quel giorno, e la nona in tutta la settimana.
Non riusciva a capire il problema, anche perché stava bene, a parte gli improvvisi attacchi di vomito.
Non aveva nemmeno provato ad andare dal medico, per lei era inutile, però c'era qualcosa che non quadrava.
Solo in quel momento ricordò un dettaglio che aveva trascurato. Questo la fece sbiancare di colpo.
Non era possibile, non poteva essere accaduto davvero, no?
Eppure, sarebbe stata la risposta più logica.
Aveva fatto l'amore con il suo fidanzato, Joe King, e non avevano usato il preservativo. In più lei aveva dimenticato di prendere la pillola del giorno dopo.
Di solito erano sempre molto attenti, ma questa volta avevano abbassato troppo la guardia.
Corse in farmacia e comprò il test di gravidanza, poi tornò a casa e lo fece.
Appena vide il risultato sbiancò più di prima.
Era positivo.
L'ansia iniziava a crescere e con lei la paura.
Non era pronta per fare la madre. Aveva solo sedici anni, la soluzione era forse abortire? No. Di sicuro non ce l'avrebbe fatta. Solo il pensiero di strappare quella povera vita ancora prima che potesse formarsi le provocava angoscia.
Poi doveva dirlo a Joe... se il ragazzo non avesse voluto il piccolo? E se la avesse lasciata? O addirittura, se la avesse costretta ad abortire? Che avrebbe fatto?
Scosse la testa, come per scacciare via tutti quei pensieri e fece un respiro profondo.
Doveva stare calma. Impanicarsi non serviva a nulla, lo sapeva bene.
Prese il telefono e tremante compose il numero del suo ragazzo. Pigiò il tasto per avviare la chiamata e iniziò a pensare cosa dire, mentre aspettava che rispondesse.
《Hey pinguina! Come stai?》
Il tono del ragazzo era allegro, come molte delle volte in cui parlavano. Questo la fece sorridere un po', ma non durò molto.
《Ho bisogno di parlare con te... puoi venire a casa mia?》
Il ragazzo, notando il tono di voce triste e la richiesta della ragazza, subito si fece serio.
《Certo, arrivo subito.》
La ragazza chiuse e provò a formulare un discorso per dirgli del bambino, mentre il ragazzo correva a velocità sonica da lei.
Era preoccupato, le poche volte che la sua Dav aveva quel tono era successo qualcosa di grave, e questo non lo rassicurava.
Poco dopo Davina sentì bussare alla porta. La aprì e vide il suo ragazzo che riprendeva fiato, pensò che, come al suo solito, il ragazzo avesse corso per arrivare il prima possibile da lei.
《Amore...》
《Tutto bene Davina? Sei ferita? È successo qualcosa a tuo padre?》
Il castano prese le mani della sua fidanzata, ancora con il fiatone per la corsa, e la guardò preoccupato.
Lei in risposta scosse lentamente la testa, in segno di negazione a tutte le domande che le aveva posto e lo portò in salone.
Si sedettero sul divano e la ragazza fece un respiro profondo.
《Dav, che succede?》
Davina prese coraggio e passò al fidanzato il test di gravidanza che aveva fatto in precedenza.
Il ragazzo rimase una decina di minuti a fissare il test che aveva tra le mani. Appena realizzò cosa stava succedendo riuscì a dire solo una cosa.
《O cazzo...》
La turchese intanto si stava divorando le unghie per l'ansia.
Joe alzò la testa dal test e guardò la ragazza. Quasi d'istinto la abbracciò e le accarezzò i capelli, per calmarla, per farle capire che, anche se scosso, non l'avrebbe lasciata.
《Joe... Cosa ne pensi...?》
《Penso che siamo nei guai...》
Dav sospirò e riprese in mano il test, in quel momento la porta di casa si aprì.
La ragazza quasi svenne. Il karma era contro di lei. Questo era sicuro.
Suo padre era rientrato da lavoro prima del solito.
In quel momento avrebbe voluto sotterarsi viva e non uscire più dal sottosuolo.
《Dav, sono tornat- E LUI CHE CI FA IN CASA MIA?!》
《Salve signor Samford, è un piacere rivederla.》
《Per me no.》
Tra i due non scorreva buon sangue. Joe non aveva mai fatto una buona impressione al padre della ragazza.
L'uomo notò il test di gravidanza -che aveva ripreso Davina- e glielo strappò dalle mani. Lo fissò per qualche secondo, prima di diventare rosso per la rabbia.
《CHE SIGNIFICA QUESTO?!》
《Papà...-》
《È STATA COLPA TUA! VERO?! HAI STUPRATO LA MIA PICCOLA E NON TI SEI NEMMENO PREOCCUPATO DI METTERE LE PROTEZIONI! BASTARDO DI MERDA.》
《Signore-》
《NON VOGLIO SENTIRE UNA PAROLA DA TE, SCREANZATO! ESCI DA CASA MIA!》
L'uomo guardò la figlia. Pian piano la sua ira scivolò via e si avvicinò a lei, guardandola in modo compassionevole. Dopo aver cacciato il ragazzo di casa e aver preso il suo posto accanto alla sua piccola le prese le mani.
《Tranquilla bambina mia, vado subito a prenotare una visita da un medico, così puoi abortire》
A Davina cadde il mondo addosso.
《No...》
Riuscì a dire la ragazza con un fil di voce.
Il padre sentendola si accigliò.
《Come "no"?》
Il cuore della ragazza batteva all'impazzata.
《Non voglio abortire...》
《Piccola mia, che stai farneticando?》
《Papà, non voglio.》
《Quel ragazzo ti ha fatto il lavaggio del cervello? Ti avevo detto di non frequentarlo》
《Papà, lui non mi ha fatto nulla che io non volessi》
Quelle parole furono un duro colpo per l'uomo.
《E non ho intenzione di abortire. Sai cosa ne penso dell'argomento》
Nonostante sembrasse calma la ragazza non lo era per nulla. Ci teneva al padre, voleva la sua approvazione, voleva che la sostenesse, anche se era una grande responsabilità a quell'età.
《Ripensaci. Hai solo sedici anni!》
《Non mi importa, troverò un modo per affrontare questa faccenda, insieme a Joe》
《E va bene, non vuoi abortire? Allora non lo fare. Ma quando quel bambino nascerà, dovrai darlo in adozione.》
《No!》
《Allora non hai capito. Finché vivi sotto il mio tetto devi eseguire la mia volontà, ed è già tanto se ti faccio tenere in grembo il figlio di quel bastardo》
《Quel bastardo, come lo chiami tu, lo amo》
《Ti sta solo sfruttando! Non lo capisci?!》
《Non è vero. Lui mi ama》
《Ti sta solo prendendo in giro, lo capisci figlia mia? Come lui ce ne sono a bizzeffe, prima sembra tutto perfetto, poi ti ritrovi da sola a badare ad un bambino!》
Ogni frase detta dal padre era come uno schiaffo dritto in faccia. Presto le salirono le lacrime agli occhi.
《Perché non capisci?! Joe non è così!》
《Conosco fin troppo bene i ragazzi come lui. Ascolta il mio consiglio e da il bimbo in adozione se proprio non vuoi abortire, ma non lo voglio in casa mia》
《Non lo vuoi? E va bene》 la turchese tirò su col naso 《vuol dire che ce ne andremo 》
《Come?》
《Hai sentito bene. Non vuoi il bambino? Allora lo porterò lontano da te》
《E dove avresti intenzione di andare?》
《A casa di Joe》
《È ridicolo, ti proibisco di andarci》
《Non mi importa se me lo proibisci, ormai ho deciso, a meno che non cambi idea》
L'uomo esitò e la giovane, non vedendo arrivare una risposta, andò in camera sua. Subito il padre la seguì.
Lei prese una piccola valigia, dove iniziò a mettere le sue cose.
《Davina, cerca di ragionare.》
《Da che pulpito.》
Finito di preparare le sue cose Davina uscì di casa, senza guardarsi indietro, nemmeno quando suo padre sbatté violentemente la porta di casa.
La ragazza riprese a singhiozzare e il suo fidanzato le corse incontro.
Era rimasto lì, ad aspettare, in caso fosse successo qualcosa.
La strinse a sé, e lei si accoccolò al suo petto.
Joe notò la valigetta che aveva portato la sua ragazza.
《Piccola... cos'è successo?》
Lei gli raccontò tutto, e alla fine lui la baciò dolcemente, ovviamente Dav ricambiò.
《Andiamo a casa》 disse dolcemente lui
《Casa tua?》
《Casa nostra.》
Alla turchese scappò un sorriso.
Il genitori di Joe, a differenza del padre di Davina, furono più ragionevoli e capendo la situazione permisero alla giovane di restare a casa, non dimenticando però di sgridare il figlio per la sua disattenzione.
La ragazza si sistemò momentaneamente a casa King, cercando di vivere quell'esperienza come meglio poteva.
Stare nove mesi a contatto con la famiglia del ragazzo la aiutò a creare un rapporto più stretto con la madre di lui, che nonostante fosse una donna severa era anche molto disponibile.
Intanto il padre di Davina ebbe il tempo di riflettere sulla questione a fondo.
Ormai la pancia della ragazza era evidente, tra poco avrebbe dovuto partorire.
La giovane si stava rilassando sul divano, aspettando che il fidanzato tornasse a casa.
Dopo poco sentì la porta aprirsi.
《Piccola?》
《Sul divano!》
Il ragazzo si fiondò da lei e la baciò dolcemente.
La ragazza stava per ricambiare, quando sentì un forte dolore alla pancia e lo fece allontanare.
《Dav, che-》
《La pancia! C-credo mi si siano rotte le acque!》
Joe portò la fidanzata di corsa in ospedale.
Appena arrivati portarono Davina in sala parto, mentre Joe aspettò fuori per un paio d'ore.
Appena trasferirono la ragazza in una stanza, e a Joe fu permesso di entrare, scattò dentro come un fulmine. Si intenerì alla scena che vide appena mise piede nella stanza.
Davina teneva in braccio una piccola e tenerissima bambina avvolta in fasce.
《È bellissima, non trovi Joe?》
《Ha preso tutto dalla madre》 rispose prontamente il ragazzo, facendola sorridere.
Qualcuno bussò alla porta, rovinando il dolce momento, ciò fece sbuffare il maggiore.
《Avanti》 rispose invece la ragazza.
Quando vide lui, entrare tranquillo da quella porta, con le braccia dietro la schiena, si irrigidì e strinse la bambina.
《Papà... che ci fai qui?》
《Volevo vedere la bambina...》
Davina si accigliò.
《E perché?》
《...durante questi mesi, ho pensato, e visto che ami tanto... ehm...》
L'uomo evidentemente in difficoltà, cercò di forzarsi per ricordare il nome del futuro genero. La figlia, notando il padre in difficoltà non riuscì a trattenere una risatsospiro affrettò a dire il nome del fidanzato.
《Joe》
《Non si chiamava Giuseppe?》
La domanda dell'uomo fece ridere la neo madre, il neo padre invece sospirò.
《Joe Joseph King.》
《Comunque, visto che lo ami, cercherò di farmelo andare a genio》
《Davvero lo faresti?》 Un barlume di speranza si accese negli occhi della ragazza. Certo, ci sono voluti nove mesi per sentirglielo dire, ma sempre meglio di mai.
《Tutto per la mia bimba》
Davina sorrise, poi notò che il padre teneva ancora le mani dietro alla schiena.
《Papà, che nascondi?》
《Ho portato un pensierino per la bambina. È una bambina, giusto?》
Dopo che la figlia annuì l'uomo portò le mani davanti a sé, mostrando un peluche a forma di pinguino, con una cerniera sul dorso.
《Un peluche?》
《Per ora è un po' inutile, lo so, ma mi sembrava brutto venire a mani vuote, e non sapevo che altro prendere, visto che non conoscevo nemmeno il sesso prima di chiederlo all'infermiera》
《Grazie, signore. È già qualcosa》 disse Joe, anche se sospettava che in quel pinguino ci fosse chissà quale esplosivo.
《Come si chiama la bambina?》
La coppia si scambiò uno sguardo e la ragazza annuì.
《Miki, Miki King.》
L'uomo sorrise.
《È un bellissimo nome》
《Significa emblema d'amore, è questo uno dei motivi per cui lo abbiamo scelto》
《Quindi, questa piccola porta un nome importante》
《Già. E poi, ci tenevo che avesse il secondo nome della mamma...》
《Se potesse vederti, sarebbe fiera di te》
Il signor Samford lasciò un bacio sulla guancia della figlia, poi uscì dalla stanza, lasciando la coppia con la piccola Miki.
Fine.
《Mamma, quindi è così che mi avete avuta?》
La piccola di circa sette anni, dai capelli turchesi, la pelle olivastra e i grandi occhi azzurri guardava la donna seduta accanto a lei sul suo letto, stringendo tra le braccia un vecchio peluche a forma di pinguino.
《Diciamo di sì. Ora devi dormire.》
《Prima voglio il bacio della buonanotte da te e papà.》
《Papà non è ancora tor-》
Il rumore della porta di casa che si apriva fece fermare la donna.
Dei passi percorrevano la casa, fino a fermarsi davanti alla porta della camera ed aprirla.
《Come stanno la mia principessa e la mia regina?》
《Papà!》
《Ben tornato, caro.》
La coppia si scambiò un bacio a stampo, mentre Miki ridacchiava, guardandoli.
《Allora, che stavate facendo?》
《Mamma mi ha raccontato la nostra storia dall'inizio!》
《Dav, le hai raccontato anche l'inizio?》
《Tranquillo, quella parte la sappiamo solo noi》
《Mamma, papà, di che parlate?》
《Non ci pensare piccola, e va a dormire》
《Bacetto》 rispose prontamente la piccola.
I due genitori a turno diedero il bacio della buonanotte alla piccola Miki e le rimboccarono le coperte.
La piccola sbadigliò, crollando tra le braccia di Morfeo.
Fine~
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