Le stelle del cielo...

Ricominciamo, cerchiamo di mettere un po' di ordine in questo racconto così travagliato, non è semplice scrivere durante la notte nell'attesa del sonno che arriva a metà stesura della scrittura, ma facciamo con calma, cerchiamo di mettere sulla carta le parole fugaci tra una battuta e una risata...

Notte fonda, saranno scattate da poco le quattro del mattino, la luna era ancora alta nel cielo che guardava tutti i figli della notte dall'alto. Il cielo era pieno di luce dato dalle miliardi e miliardi di stelle che ballavano insieme alla musica e alla magia data dalla torre degli Arcimaghi della città, una magia unica nel suo genere che rendeva Waterdeep la città per eccellenza della Magia.

La notte è apprezzata anche per condividere dei momenti pieni di intimità e di calore.
Anche se era una di quelle tante serate passate con degli estranei, c'era qualcosa di diverso, in confronto al trio fatto prima con il paladino Azio era molto più delicato con lei, la faceva sentire più una donna, una persona, piuttosto che un semplice oggetto di divertimento. Alla fine questo era il sesso, no? Un momento di sfogo e divertimento tra due estranei per il solo piacere ed istinto.

La stanchezza colpì presto Lizzy, nel suo cuore si era formata una sensazione di vuoto, tristezza, insoddisfazione.
Il mezzosangue aveva chiuso gli occhi, alla fine quel venti nat stava cominciando ad esaurire le forze del giovane che riposava sul letto, poggiato sul fianco destro rivolto verso la giovane mezzosangue che,invece, sembrava non voler prendere sonno nonostante la stanchezza.
Gli occhi rossi fatti come rubini guardavano il giovane andando però oltre, non guardava veramente lui ma il mondo nella sua testa, come si era ridotta a farsi i suoi compagni di squadra? Beh non è una novità, certo che non è una novità, però voleva aspettare un po' prima di abbandonarli e cambiare compagnia, condividere i suoi veri pensieri e sentimenti non era nei suoi piani.
Il suo sguardo si rivolse alla finestra, cazzo che splendido cielo che si intravedeva aldilà del cornicione. Lizzy sospirò alzandosi dal letto, prese una vestaglia per coprirsi e si appoggiò con delicatezza alla finestra accarezzandola con malinconia.

Quello spettacolo luminoso e pieno di magia riempiva i polmoni della giovane, i capelli ormai sporchi e sudati volavano seguendo il movimento della brezza di mare notturna, era difficile dire se la giovane fosse più bella con i capelli argentati o i capelli castano/rossicci, sicuramente ogni capello associato ad ogni viso donava qualcosa di unico.
Poggiando gli avambracci sul davanzale continuò a guardare le stelle, non c'era alcun tipo di pensiero, si andava alla ricerca di qualcosa da pensare ma la sua mente non riusciva, neanche una canzone poteva portarle sollievo a questo vuoto nel suo cuore e nella sua testa. Solo un pensiero si formò nella sua mente, quelle stelle ricordavano i focolari della piccola parrocchia dove abitava, un luogo meraviglioso e allo stesso tempo lasciato a sé stesso, ricordi belli ma anche ricordi vuoi chiusi in un luogo oscuro come la sua stanza di clausura; ricorda ancora come sua madre la preprara per le sue lezioni usando dei piccoli trucchetti di camuffamento per nascondere i suoi occhi ed i suoi capelli, era una falsa copertura, tutti nel villaggetto lo sapevano, sapevano chi era e nasconderlo non faceva che evidenziare la sua vera natura.

Libri su libri, incantesimi falliti, punizioni su punizioni, ore e ore di studio per cercare di imparare a manipolare la Trama come tutti i maghi del suo corso, tutti riuscivano, tutti potevano, lei invece rimaneva sempre indietro e passava solo per raccomandazioni...

Lo sguardo della giovane passò sulle sue mani piene di calli, ricorda ancora il dolore che provava ogni volta che falliva, cazzo se le punizioni facevano estremamente male... Sua madre non poteva fare nulla, tranne che osservare e piangere in silenzio mentre il nonno bruciava con le fiamme dell'inferno le mani dell'orrore della famiglia. Da quelle mani era nato però un altro talento, un talento ancora più semplice e più divertente di quello del mago, già, era scappata da una realtà pressante creata da una famiglia chiusa e retrograda...

Ricordi fugaci, urla, imprecazioni, stanze buie china con una candela a studiare e a studiare fino a quando quel incantesimo non sarebbe riuscito, quando provava la magia non faceva che sentire angoscia, non sentiva minimamente quella bellezza di cui tutti parlavano. Ora le sue mani erano decisamente curate (tralasciando i calli provocato dal Liuto) e non avevano alcuna traccia di quei segni passati. Chissà, chissà come sarebbe stata la sua vita se avesse scelto di rimanere in quel posto...

Lizzy fissò intensamente le sue mani, le sollevò appena seguendo -tremolante e dubbiosa- dei movimenti lenti e ben calcolati.

<< Folgo...>> Pronunciò la mezzosangue, ma dalle sue mani non uscirono altro che delle scintille <<Folgo...!>> Riprovò mettendoci più forza, ma niente, da lì uscirono altre scintille.

<<Argh, dea della Trama... Perché, perché!? Perché... Folgo!>> una piccola scarica elettrica si presentò sulla mano della giovane ma niente da fare. Una frustrazione stressante portò la ragazza a sbattere piano le mani sul davanzale <<Vaffanculo Mystra... Una fottuta favoritista...>> Mormorò piano.

<<Che ti ha fatto la divinità della Trama per insultarla in questo modo?>> Si sentì la voce roca del Warlcok che, a quanto pare, non aveva minimamente preso sonno.

Lizzy si spaventò girandosi di colpo, guardando il ragazzo che si era messo seduto sul letto e guardava la giovane con aria preoccupata ma anche sospetta, quel Bardo era un enigma per tutti -come anche gli altri erano un enigma per la stessa Lizzy- <<Oh, sei sveglio...>> Ignorò la domanda mettendo subito un sorriso per dare l'impressione di non aver detto nulla <<Non mi dire che senza il calore di mamma non riesci a dormire>> ironizzò poggiando le mani sui propri fianchi avvicinandosi la letto per andarsi a coricare.

<<Chiamarti mamma sarebbe un insulto verso la mia...>> Rispose senza esitazione il "simpaticone" delle feste, in confronto il Paladino era un comico. <<Non cercare di cambiare argomento, ho visto e ho sentito cosa stavi cercando di fare, volevo per caso dare fuoco alla locanda con una scossa folgorante?>>

<<Pft, ovviamente>> rispose così con una risata mentre si girava dall'altra parte per dormire <<Ora è meglio che riposiamo, dobbiamo essere belli carichi domani! Notte notte>> aggiunse Lizzy con tono frettoloso, non le andava di certo di raccontare la sua storia di notte, sapendo benissimo che il giorno seguente li aspettava una dura giornata...

Azio la guardò con ancora più sospetto, questo suo comportamento così... Come dire, da fugitivo, metteva parecchie domande e parecchi dubbi sulla persona che aveva al suo fianco in quel letto, un bardo che parla e difende lo studio sacro della magia e ora prova in vano di realizzare qualche incantesimo di magia in piena notte, prendendo a male parole una delle divinità più importanti del Fearun. Ma se non voleva parlare beh, meglio chiederlo nel momento adeguato per prenderla alla sprovvista, è così che si intrappola una persona che fugge sempre dal suo passato, no?

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