THEY'RE ALIVE; PARTE UNO (T-BAG)
Osservo la parete occupata interamente da ritagli di giornale, fotografie ed appunti, e piego il viso di lato, sorseggiando un drink.
"Toglimi una curiosità" mormoro, dopo aver svuotato il bicchiere in un unico sorso, voltandomi a guardare il mio compagno di viaggio "hai fatto un mappazzone simile anche per organizzare l'evasione di tuo fratello?"
"Più o meno" risponde Michael, laconico, senza mai smettere di fissare qualcosa al di là del vetro della finestra; indietreggio di qualche passo, in modo da avere una visuale più ampia dell'intera opera, e mi soffermo ad osservare la fotografia di una donna bellissima, affascinante, dagli occhi azzurri, di una sfumatura quasi glaciale, messi in risalto dalla lunga e liscia chioma corvina.
La stessa donna che, senza battere ciglio, ha ucciso a sangue freddo sia Sara che Nicole.
Nelle tre settimane successive all'incendio che ha distrutto Sona, Michael ed io siamo riusciti ad entrare in possesso di diverse informazioni, ed abbiamo scoperto che Susan B. Anthony in realtà si chiama Gretchen Morgan; abbiamo trascorso intere giornate a studiare un piano che fosse perfetto nei più piccoli particolari, ed ora, finalmente, si è presentata l'occasione perfetta per attuarlo.
E niente può, e deve, andare storto.
"C'è un'altra cosa che mi sono sempre chiesto" continuo, spezzando di nuovo il silenzio "perché tu e Lincoln non avete lo stesso cognome? Avete due padri diversi?"
"Perché, d'improvviso, ti sta così a cuore la storia della mia famiglia?"
"Sai com'è... Nelle ultime tre settimane mi sono reso conto di non sapere quasi nulla sul tuo conto, bellezza, e pensavo che questa potesse essere l'occasione giusta per conoscerci meglio. Per sapere più cose l'uno dell'altro"
"Non se ne parla nemmeno. E, in ogni caso, adesso le nostre preoccupazioni sono altre. Guarda".
Michael mi fa cenno di avvicinarmi a mia volta alla finestra, mi passa un cannocchiale e, attraverso le lenti, riesco a vedere un uomo ed una donna, entrambi vestiti con estrema eleganza, scendere da una limousine ed entrare nella hall di un hotel.
"Whistler?" domando incredulo, per poi rivolgere uno sguardo perplesso a Scofield "perché la lurida cagna si è portata appresso l'australiano? Che cos'hanno intenzione di fare?"
"Non lo so. Guarda chi è il loro autista"
"Mahone?" domando di nuovo, sempre più sorpreso, osservando l'uomo che sta salendo, occupando il posto di guida della limousine "pensavo che avremmo avuto a che fare solo con Gretchen, non anche con i suoi due nuovi cagnolini. Sai, adesso che siamo in netto svantaggio, non so più se sia una buona idea introdurci in quel hotel..."
"Non ha importanza, non cambieremo il piano solo perché c'è stato un imprevisto. Andiamo" risponde il mio compagno di viaggio, categorico; mi ordina di seguirlo fuori dalla stanza e questa volta obbedisco senza protestare, anche se ormai ho il dubbio che stiamo andando incontro, a braccia aperte, al suicidio.
Non cerco di far cambiare idea a Michael perché so già che ogni tentativo di persuasione andrebbe a vuoto: vuole vendicare la fine brutale della donna che amava, non è interessato ad ascoltare dei saggi suggerimenti e non gl'importa neppure di rischiare la propria vita; il suo intero mondo è crollato nello stesso istante in cui Lincoln gli ha comunicato l'assassinio di Sara, ha smesso di vivere da quel giorno, di conseguenza non gl'importa neppure di essere crivellato di colpi.
Anzi, in parte sono sicuro che speri in un finale simile, in modo da ricongiungersi con lei per sempre.
Il piano che abbiamo progettato per tre settimane è molto semplice, almeno dal punto di vista teorico: dobbiamo fingerci degli addetti del catering in modo da passare indisturbati la sorveglianza, entrare nell'edificio tramite una porta secondaria, indossare i completi eleganti nascosti all'interno degli scatoloni del catering, trovare Gretchen e costringerla a seguirci fuori dall'hotel senza dare troppo nell'occhio, e senza che abbia il tempo di chiamare rinforzi.
Per quanto riguarda i primi tre punti, tutto va liscio come l'olio, il vero problema inizia quando arriviamo al quarto, perché non c'è alcuna traccia della donna nell'enorme hall dell'albergo: semplicemente, sembra essere sparita nel nulla.
"E adesso?" chiedo, guardandomi ancora attorno, nella speranza di riuscire a scorgerla tra i numerosi invitati dell'evento "che cosa facciamo?"
"Nessuno di loro due è uscito, devono per forza essere qui dentro"
"Guarda, guarda, forse la fortuna inizia finalmente a girare dalla nostra parte" commento, indicando un uomo che passa velocemente a poca distanza da noi due, per poi scomparire dietro la porta di un'altra stanza "anche se non è la persona che stiamo cercando, sarà l'esca perfetta per attirarla in trappola, non credi?"
"Muoviamoci".
Il piccolo Michelangelo mi supera in fretta, e sono costretto ad accelerare il passo per non rimanere indietro; è lui il primo ad entrare nella stanza, ma l'australiano non si accorge della nostra presenza finché non sbatto la porta con forza, richiudendola alle mie spalle, a quel punto solleva di scatto il viso, spalanca gli occhi e si affretta a nascondere qualcosa dietro la schiena.
"Michael? T-Bag?" chiede, sorpreso, guardandoci entrambi "si può sapere per quale motivo siete qui?"
"Chiama Gretchen. Falla venire qui, è con lei che dobbiamo parlare" risponde il mio compagno di viaggio, prendendo la pistola che tiene nascosta sotto la giacca, ed io faccio lo stesso con un cacciavite che ho riposto in una tasca dei pantaloni; prima che Whistler possa controbattere, la fortuna gioca in nostro favore per la seconda volta: sento dei passi provenire dal corridoio appena fuori dalla stanza, seguiti da una voce femminile che si rivolge proprio all'australiano, e quando la porta si apre, afferro subito per un braccio la donna dai capelli neri, puntandole il cacciavite contro la pelle della gola.
"Buongiorno, bellezza" sussurro in un soffio, richiudendo la porta con un calcio "stavamo aspettando il tuo arrivo con trepidazione. Conosci molto bene il piccolo Michelangelo qui presente, e puoi immaginare altrettanto bene perché vuole fare una chiacchierata faccia a faccia con te, ma non penso che lo stesso valga per me. Andrò subito al punto della questione: hai presente la ragazza bionda che hai decapitato insieme alla dottoressa Tancredi? Era la mia Nickie".
Grechen Morgan mi rivolge uno sguardo glaciale ed impassibile, senza mai sbattere le palpebre, ed anziché supplicare me e Michael di risparmiarle la vita, si volta in direzione del suo fedele cagnolino, per rivolgergli una domanda seccata.
"Non lo hai ancora detto? Questi due idioti non sanno ancora nulla?"
"Non ho avuto il tempo"
"Si può sapere di che cosa state blaterando?" chiedo, a denti stretti, interrompendo il piccolo battibecco tra i due agenti della Compagnia; la troia dagli occhi di ghiaccio torna a concentrarsi su di me, e sulle sue labbra carnose appare un sorrisetto di scherno.
"Sara e la tua Nickie sono ancora vive".
Io e Scofield ci lanciamo una rapida occhiata e poi scoppio a ridere, di gusto, gettando la testa all'indietro.
"Tesoro, lascia che ti dia un consiglio in quanto bugiardo patologico: sono sicuro che sei in grado d'inventare qualcosa di più originale e convincente"
"Non è una bugia, loro sono ancora vive"
"Ma Lincoln ha visto le loro teste" interviene Michael, facendo notare a Gretchen che sta cercando di arrampicarsi su uno specchio, ma lei non demorde, e continua a sostenere l'assurda idea che le nostre compagne siano ancora vive.
"Si è sbagliato, chiedigli che cosa ha visto esattamente, scommetto che si è limitato a lanciare una rapida occhiata al contenuto dello scatolone. Non dovevi sapere che Sara era riuscita a liberarsi, altrimenti non avresti più collaborato per liberare Whistler da Sona. Mi sono occupata personalmente del messaggio da spedire a tuo fratello e lui, naturalmente, ha subito abboccato"
"Balle!" esclamo "sono solo balle!"
"Se questo è vero, allora dicci dove si trovano" dice Scofield, ignorando completamente il mio commento; l'agente della Compagnia resta in silenzio, limitandosi a guardarlo in modo sprezzante, e dall'esterno dell'hotel giunge il suono inconfondibile di alcune sirene della polizia.
"Dobbiamo andare, a quanto pare hanno già trovato il corpo"
"Corpo? Quale corpo?".
Whistler non risponde alla mia domanda: impugna una revolver e punta la canna contro la testa del mio compagno di viaggio che, proprio come me, ha ancora sotto tiro la troia con gli occhi di ghiaccio.
"Michael, ti prego, abbassa quell'arma. Non è il momento adatto per fare questo genere di giochetti. Sei davvero sicuro di volerla uccidere? Pensa a quello che ha appena detto ad entrambi: se adesso la fate fuori, non saprete mai dove si trovano le vostre donne"
"Non credere alle sue parole, bellezza, anche lui sta raccontando solo una marea di cazzate. Sara e Nicole non ci sono più, e noi dobbiamo portare a termine il piano che abbiamo progettato per tre, fottute, settimane! Cazzo!".
Con mia enorme sorpresa, Scofield abbassa lentamente l'arma e mi ordina di fare lo stesso con il cacciavite; sgrano gli occhi, guardandolo allibito, per poi chiedergli altre spiegazioni, visto che stiamo facendo tutto l'opposto di quello che avevamo concordato in precedenza.
"Ti ho detto di abbassare subito quel maledetto cacciavite! Adesso!" mi urla contro, e finalmente ubbidisco, ma non prima di aver premuto la punta contro la gola di Gretchen, facendole uscire un piccolo rivolo di sangue: un avvertimento personale per farle capire che la faccenda, per me, non è affatto conclusa, è solo rinviata ad un altro momento.
Io ed il piccolo pesciolino siamo costretti a scappare dalla stessa porta sul retro per non essere riconosciuti ed arrestati dalle autorità; la nostra corsa finisce solo a qualche isolato di distanza dall'albergo e, nonostante il fiato corto, mi scaglio ugualmente contro il mio compagno di viaggio, assestandogli un pugno sul naso: lui barcolla all'indietro, portandosi le mani sul volto, ma quando provo ad attaccarlo per la seconda volta, scatta e riesce a bloccarmi contro un muro, disarmandomi.
"Lasciami subito andare!"
"Ma si può sapere che cazzo ti è preso? Vuoi attirare l'attenzione di tutti i presenti? Vuoi che qualcuno chiami la polizia?"
"Perché hai abbassato la pistola? Perché mi hai ordinato di lasciarla andare? Avevamo l'occasione perfetta tra le mani e per colpa tua l'abbiamo sprecata. Lo sai, vero, che non ricapiterà mai più? Che abbiamo appena mandato a puttane l'opportunità di vendicare Sara e Nickie? Non dirmi che credi davvero alle parole che hanno detto Whistler e quella donna!"
"Non lo so!" grida Scofield, lasciandomi andare; passa entrambe le mani sulla testa rasata e poi torna a parlarmi con un tono di voce molto più basso e controllato, perché siamo entrambi ancora dei ricercati e basta un solo passo falso per farci sbattere dentro una cella a vita, almeno nel mio caso "ma sarei un ipocrita se ti dicessi che quelle parole non mi hanno fatto venire qualche dubbio... Io... Ho bisogno di parlare con Lincoln. Adesso. Ho bisogno di sentire, dalla sua voce, che cosa ha visto quando ha sollevato il coperchio della scatola"
"Perfetto, come vuoi tu" commento, allargando le braccia e lasciandole ricadere lungo i fianchi "allora andiamo alla ricerca di una fottutissima cabina telefonica e chiamiamo quel gorilla di Burrows!".
Ed è proprio quello che facciamo.
Alla prima cabina telefonica isolata che incontriamo, Michael Scofield si ferma per chiamare il fratello maggiore, mentre io mi fermo qualche metro prima e faccio da palo, in modo d'avvertirlo nel caso di qualche strano movimento: sicuramente Gretchen e James avranno avvertito i loro superiori della nostra mossa azzardata, quindi non è da escludere che la Compagnia possa essere sulle nostre tracce per eliminarci fisicamente.
Un altro punto d'aggiungere alla lista dei 'perché odio il piccolo pesciolino': per merito suo, mi ritrovo immischiato fino al collo in affari loschi che non mi riguardano e ci sono altre persone che desiderano solo scuoiarmi vivo, come se non ce ne fossero già abbastanza che vorrebbero fare scempio del mio cadavere.
Quando il mio compagno di viaggio posa la cornetta e mi raggiunge, non perdo un solo secondo di tempo per chiedergli che cosa gli ha detto Lincoln.
"Secondo lui, le teste dentro quella scatola appartenevano a Sara ed a Nicole, ma ha anche ammesso di non averle osservate con attenzione"
"Direi che questo scioglie ogni possibile dubbio"
"Assolutamente no, almeno non prima di avere giocato un'ultima carta: solo allora potrò avere la certezza assoluta che Whistler e Gretchen ci hanno presi per il culo"
"Ahh, non è ancora abbastanza evidente ai tuoi occhi? Ed in che cosa consiste quest'ultima carta da giocare?" domando, accelerando il passo.
"Prima di tutto dobbiamo trovare una biblioteca".
Mi blocco all'improvviso e Michael è costretto a fare lo stesso per non lasciarmi indietro.
"Una biblioteca?" domando, con uno sguardo scettico.
"Sì, una biblioteca" ripete lui, inarcando il sopracciglio destro "hai qualcosa contro le biblioteche?"
"Ho qualcosa contro qualunque tipo di luogo pubblico, dal momento che siamo degli evasi. Ti rendi conto che è un azzardo che, forse, non possiamo permetterci? È così essenziale andare in una biblioteca pubblica? Questa fantomatica carta non si può trovare anche in un luogo più isolato e che dia meno nell'occhio?"
"Rispondi ad una mia domanda, e fallo con assoluta sincerità: provi davvero qualcosa per quella ragazza, oppure è solo un divertimento?"
"Se fosse solo un divertimento, credi davvero che starei facendo tutto questo?" chiedo, risentito, liberandomi dalla presa del piccolo pesciolino ed allontanandomi di un passo; e lui, per la prima volta, mi sorride senza la minima traccia di schermo o sarcasmo.
"E allora dobbiamo andare in biblioteca".
Lancio una rapida occhiata alle mie spalle, per assicurarmi che non ci sia nessun altro, e torno a fissare lo schermo del computer, per la precisione la pagina che Scofield ha appena aperto e che appartiene ad un curioso e bizzarro sito su cui spicca l'immagine di un cardellino.
"Potresti spiegarmi di che cosa si tratta? Non ho mai visto nulla di simile, eppure ad una prima occhiata non sembrerebbe un sito porno"
"Infatti non è un sito porno. Serve per mandare messaggi in modo del tutto anonimato. L'ho creato io. Doveva servire per rimanere in contatto con alcuni componenti della squadra dopo l'evasione, in caso qualcuno si fosse trovato in difficoltà"
"Ecco come Sucre è riuscito a trovarci nello Utah! E per quale motivo io non sapevo nulla dell'esistenza di questo sito?"
"Perché non facevi parte di quella parte della squadra per cui l'avevo creato. Anche Sara sapeva della sua esistenza: se lei e Nicole sono ancora vive, avranno provato a mandarci un messaggio"
"Questo è nuovo" mormoro, indicando un messaggio che, in effetti, non risulta ancora né selezionato né letto, e che risale proprio ad oggi, ad una manciata di minuti prima di effettuare il nostro accesso al sito.
Ma non appartiene né a Sara né a Nicole, e questo ci è fin da subito chiaro.
"Ho delle informazioni che riguardano le vostre donne" mormora Michael, leggendo le due brevi righe "incontriamoci sul molo vicino al luna park, alle undici"
"Prima che tu possa dire qualunque cosa, bellezza, lascia che sia io a farlo: suona terribilmente come una trappola. Una volta mi sono ritrovato coinvolto in una situazione simile, è stato poco tempo dopo il mio arrivo a Fox River..."
"Può essere, ma potrebbe anche non esserlo. In ogni caso è tutto ciò che abbiamo, di conseguenza andremo a questo appuntamento, scopriremo chi ci ha recapitato questo messaggio e, soprattutto, che cosa sa riguardo a Sara e Nicole"
"Ho capito" mormoro, annuendo con il capo "ci faremo ammazzare, ma almeno avrò la soddisfazione personale di dirti 'te lo avevo detto'".
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