[tredici]
Non posso partire, non ne ho la forza, non ne ho il coraggio.
E non conta che Veronica è qui, di fianco a me, e ogni tre secondi mi manda occhiate rassicuranti e lancia sorrisi tirati alla Barbie.
Lei é perfetta, bionda, occhi azzurri, magra, può avere tutto ciò che desidera, senza sforzo, senza farsi piacere, perché è già bella.
Ma lei ha una parte di me, una parte che mi ha abbandonata e che non mi ha neanche guardata per più di cinque secondi.
E mi fa male da morire, come una ferita che resterà per sempre in me.
Io invece lo guardo, lo osservo senza farmi scoprire, occhiate veloci e indolori, perché non ne posso fare a meno.
Non posso fare a meno di lui, ma io non sono così importante se neanche mi guarda, se non mi saluta, se fa finta che non esista, se siamo tornati come qualche settimana fa.
Come fa a fare finta che non sia successo nulla?
Come fa a baciare la Barbie senza pensare a me?
Vorrei prenderlo a pugni, fargli capire come mi sento, come il mio cuore si sta frantumando in mille pezzi, e invece resto ferma, immobile, senza fiatare, mentre sto crollando.
Il treno ci passa davanti, veloce come una saetta, per un secondo desidero di essere sotto per farla finita, per smettere di soffrire per qualcuno a cui non interesso.
«Dai, andiamo, cosa fai lì impalata?» scherza Veronica dandomi una gomitata che mi risveglia dai miei pensieri, e prendendomi per mano.
Mi lascio trascinare da lei, la valigia piena di cose inutili dietro di me, e lo sguardo seccato della Barbie addosso.
Voglio scomparire, perché lui non mi guarda?
«Allora, così ci sei anche tu, cara» ovviamente il tono canzonario non mi sfugge, e vorrei dirle che anche io non muoio dalla gioia ad essere seduta di fronte a lei.
E lui troppo vicino alla mia visuale, e lei avvinghiata a lui.
Potrei morire di infarto solo per questo.
«Lo sai che io e Mattia festeggiamo quasi un anno?» dice alzando il viso e portandosi una ciocca bionda dietro l'orecchio, vorrei strozzarla.
«Sono contenta per voi» sorriso tirato e smorfia di dolore inconfondibile appaiono sul mio viso.
«Oh ma è fantastico Ali, come festeggierete?» chiede in tono civettuolo e malizioso la sua amichetta del cavolo, una certa Jess qualcosa, capelli e occhi neri carbone, alta, snella, la fotocopia perfetta di miss universo.
«Mh, io qualche idea ce l'avrei, vero tesoro?» risponde in tono malizioso e facendo l'occhiolino a lui, portando anche la sua mano suoi suoi capelli già spettinati.
Quanto vorrei tranciarle quella mano, quei capelli così morbidi che anche io ho stretto e tirato mentre mi baciava, mentre mi toccava, mentre eravamo stesi uno sull'altra
Deglutisco chiudendo gli occhi e girandomi verso il finestrino, forse guardando il paesaggio questo senso di dolore allo stomaco e nelle ossa mi passerà.
«Bea stai bene?» Veronica mi tocca una spalla e mi guarda preoccupata, con la fronte aggrottata e le sopracciglia inarcate.
«Si perché?» mi sforzo di rispondere con voce ferma e non scoppiare a piangere.
«Sei diventata pallida in due secondi» ribatte continuando ad osservarmi attentamente.
Scrollo le spalle e torno a guardare fuori.
«Sto bene» e invece non sto bene per niente.
Il viaggio passa così, tra un'occhiata truce e l'altra, tra scherzi e risate, io che guardo da tutt'altra parte e lui che mi lancia sguardi.
Lo sento, lo percepisco, il senso di essere osservata, ogni mossa controllata, ogni respiro contato, e vorrei girarmi e stringerlo a me, senza lasciarlo mai più.
Perché è così difficile farsi avanti?
Perché sono grassa, mi rispondo, per me è tutto più difficile, complicato all'ennesima potenza.
E fa male che lui mi guarda solo perché é già girato verso la Barbie, non gli costa nulla spostare lo sguardo senza essere scoperto e scrutare ogni fibra del mio essere.
Non voglio che lui mi guardi da lontano, lo voglio vicino, intorno a me, voglio essere importante per lui, voglio essere sua.
********
La casa della Barbie è enorme, con tre stanze da letto al secondo piano, mentre giù c'è la cucina e la sala con tanto di tv al plasma.
Sembra una residenza di quegli attori super ricchi che non badano a spendere soldi per cose futili, tipo almeno trenta soprammobili diversi tra loro.
«Bene, voi due prendete l'ultima camera in fondo al corridoio» esordisce guardando me e Veronica, ovviamente ci vuole fuori dai piedi.
«Io e Mattia prendiamo quella al centro e voi l'altra» si rivolge a Jess e all'altra sua amica oca di cui ignoro il nome.
«Dai, dai, saliamo» Veronica mi prende per un polso e mi trascina su, verso la nostra camera che, anche se è la meno luminosa, è davvero stupenda.
I mobili sono bianchi, l'armadio ha un'anta centrale che fa da specchio, e il letto sembra quello di Cleopatra, quasi con un aspettale regale.
«Mannaggia, non abbiamo il bagno in camera» sbuffa facendomi sorridere mentre mi butto a peso morto sul copriletto.
«Dobbiamo dividerlo con gli altri» e fa una faccia schifata che mi fa scoppiare a ridere definitivamente.
«Ridi, ridi, che intanto sto progettando come far cadere ai tuoi piedi il principe azzurro»
Smetto di colpo e mi alzò a sedere, guardandola male.
«Non dire cavolate, non farò un bel niente»
«Smettila, ti ho vista sai, per tutto il viaggio non l'hai neanche guardato, mi stai nascondendo qualcosa?» dice avvicinandosi a me e incrociando le braccia al petto.
«Cosa? No!» affermo, e il mio cuore inizia a battere fortissimo.
«Sarà, ma dovrai raccontarmi tutto se vuoi che ti aiuti» risponde, alzando le sopracciglia e uscendo dalla camera.
Sono sola, di nuovo.
Lui è nella stanza a fianco con la Barbie e non posso pensarci.
Così vicini, eppure, così lontani.
[si, è corto lo so, ma non volevo farvi aspettare ancora!
quindi, che ve ne pare?
cosa succederà adesso?
si accettano scommesse ahah u.u
comuuunque, scrivo anche qui ciò che ho già fatto presente nell'altra mia storia: sto andando nel periodo degli esami universitari quindi sarò molto impegnata con lo studio, ergo non so quando riuscirò a pubblicare di nuovo!
scusate!
baci baci
Alice]
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