IL RITORNO DELL'APPRENDISTA (PARTE 1)

*8 mesi dopo la fine di Rise of light*

"Per adesso possiamo cavarcela. Ma tempo qualche anno e avremo bisogno dei fondi della Repubblica. Avrò anche avuto un conto in banca stratosferico, grazie a Palpatine, ma non è inesauribile." Disse Anakin per quella che gli sembrava la seicentesima volta.

Era intrappolato in quel consiglio con alcuni membri del governo della Nuova Repubblica da ore, e avevano continuamente girato attorno alle stesse cose. A volte Anakin si chiedeva se i politici fossero sordi o semplicemente richiedessero che le informazioni fossero loro ripetute 20 volte prima che le recepissero. In ogni caso era meglio che si sbrigassero perché non aveva tempo da perdere, aveva un Tempio pieno di piccoli Jedi a cui badare.

"Certo, Maestro Skywalker. Ma vede, con le spese di guerra e il limitato servizio che i Jedi riescono ad offrire alla Repubblica, non sarà facile ottenere quei fondi. In Senato potrebbero sorgere dei problemi." Disse il Ministro delle finanze Ken Shang Li.

Anakin sospirò. Perché ho l'impressione di averla già sentita questa? Ah già, perché è la decima volta che la ripetono a turno. Pensò tra sé. "Purtroppo abbiamo solo 4 Jedi pienamente addestrati per andare in missione. E non possono partire contemporaneamente perché lascerebbero solo i più piccoli. Mi dispiace, ma ci vorranno ancora degli anni prima che l'Ordine torni a fornire tutti i servizi che dava ai tempi della Vecchia Repubblica." Disse Anakin ad alta voce.

Mon Mothma prese la parola. "Se vogliamo che l'Ordine ritorni dobbiamo essere pronti a fare dei sacrifici." Disse facendo vagare lo sguardo sui membri del suo staff che lentamente annuirono.

"Il problema sarà convincere il Senato. Potrebbero non vedere molto di buon occhio questa richiesta di denaro da parte dei Jedi." Rispose il Ministro della sicurezza ed ex generale dell'Alleanza Madine.

"Dobbiamo pur mangiare." Ribattè Anakin. "Non è che andremo a vivere in Hotel a 5 stelle. Sono per i beni di prima necessità."

"Per quanto riguarda il Senato, conosco una persona che sa decisamente come portare alla regione un gruppo di persone." Intervenne Mon Mothma e scambiò un'occhiata di intesa con Anakin. "Sono sicura che la Senatrice Organa Skywalker Solo sarà più che desiderosa di sostenere la nostra causa in aula."

Anakin sorrise ed annuì, prendendo mentalmente nota di fare una chiamata a sua figlia.

"Perfetto." Disse la Cancelliera. "Se questo è tutto dichiaro l'incontro terminato."

Anakin sospirò di sollievo si alzò velocemente, grato di aver fatto il suo dovere e che la prossima scocciatura in Senato sarebbe toccata ad Ahsoka. Salutò i membri del governo, saltò sul suo speeder e lasciò il palazzo del Senato diretto al Tempio Jedi. Aveva promesso a Luke che avrebbe duellato con lui quel pomeriggio e non vedeva l'ora di avere la spada laser tra le mani. Dopo tutte quelle ore in Senato ne aveva sicuramente bisogno.

Una volta raggiunto l'hangar del Tempio mollò lo speeder e si incamminò verso le sale di allenamento mentre una strana sensazione di deja vù lo invadeva...

***

Luke Skywalker si sedette sul gradino più alto della scalinata di accesso al tempio Jedi e puntò lo sguardo sulle strade trafficate di Coruscant. Era pomeriggio inoltrato ed il sole brillava alto nel cielo azzurro della capitale della Repubblica. Stava aspettando suo padre per un sessione di allenamento che non vedeva l'ora di sostenere. Anche se sapeva che le serpi del Senato non l'avrebbero mollato per almeno un'altra ora Luke non riusciva a fare a meno di fissare la colonna di speeder in aria, sperando di scorgere quello famigliare di suo padre. Sospirando Luke estrasse un datapad dallo zaino e iniziò a leggere un brano di storia della galassia sulle Guerre dei Cloni. Nonostante i nomi famigliari che ogni tanto scorgeva, i brani non erano interessanti neanche la metà dei racconti di prima mano di Anakin, Ahsoka e Rex. Le loro parole lo trasportavano sempre al loro fianco sul campo di battaglia 20 anni prima.

D'un tratto avvertì una strana sensazione ed alzò la testa di scatto. Un individuo stava salendo lentamente le scale. Era alto, con le spalle larghe ed i capelli scuri tagliati corti, ed da quello che poteva vedere da quell'altezza Luke riconobbe vestiti logori e due spade laser alla cintura.

Luke si alzò alla svelta in piedi e corrugò la fronte. Chi diavolo era questo tipo?

Lo sconosciuto raggiunse la fine delle scale e gli passo accanto come se non esistesse e si diresse verso l'entrata. Luke lo bloccò immediatamente appoggiandogli una mano sulla spalla. "Hai bisogno di qualcosa?" chiese voce inquisitoria.

Il nuovo arrivato si voltò a guardarlo. Aveva gli occhi scuri e la mascella serrata in un'espressione decisa. "Devo vedere Anakin Skywalker." Disse con voce profonda.

Luke aggrottò le sopracciglia. "Per quale motivo?"

"Preferirei parlarne solo con lui. È qui?" rispose questo, liberandosi dalla mano di Luke.

"No, è a una riunione in Senato." Rispose Luke. "Tu chi sei?" chiese con tono sospettoso.

Il ragazzo si voltò a guardarlo dritto negli occhi per la prima volta e Luke notò che nonostante l'aspetto doveva avere solo qualche anno in più di lui.

"Sono Galen." Annunciò. "E ora che abbiamo fatto le presentazioni, saresti così gentile da dirmi dove posso trovare il Maestro Skywalker?" chiese con tono irritato ed arrogante.

Luke iniziò ad infastidirsi. "Te l'ho già detto, non è qui."

"Allora lo aspetto dentro." Dichiarò Galen accennando ad entrare nel Tempio. Luke gli si parò davanti.

"Non puoi entrare armato nel Tempio senza prima aver specificato le tue intenzioni."

Galen sgranò gli occhi. "Le dirò al Maestro le mie intenzioni. Hai intenzione di farmi aspettare qui fuori?" chiese alzando un sopracciglio.

"Forse." Ribattè Luke raddrizzando il mento.

"Che succede qui?" intervenne una voce e un uomo sui 50 anni vestito di scuro e con un grosso blaster sottobraccio si avvicinò ai due ragazzi.

"Questo qua è appena arrivato armato di due spade laser e dice che dichiarerà le sue intenzione solo ad Anakin Skywalker." Spiegò Luke con voce irritata.

Galen gli lanciò un'occhiataccia fumante. "Con chi sto parlando?" chiese rivolgendosi all'uomo.

"Capitano Rex, capo della sicurezza del Tempio Jedi. Consegnami le armi e ti potremo far accomodare dentro." Rispose Rex con la sua solita efficienza da soldato.

Galen lo sguardò a lungo poi, arrivando alla conclusione che il capitano non aveva nessuna intenzione di cedere, si sfilò le spade laser dalla cintura e le allungò lentamente a Rex che le afferrò e le passò a Luke senza degnarle di uno sguardo.

"Rex sei sicuro che dovremmo-" cominciò Luke avvicinandosi a Rex.

Rex lo interruppe alzando una mano. "Tuo padre arriverà a momenti non preoccuparti." Disse con voce calma.

Luke fece un respiro per calmarsi poi annuì. "D'accordo, andiamo." Borbottò facendo cenno a Galen di seguirlo.

Lo guidò per i corridoi del Tempio Jedi con facilità. Nella zona restaurata del Tempio che stavano attraversando c'erano una sacco di padawan che correvano in giro, dirigendosi verso l'aula dove Ahsoka avrebbe tenuto la lezione di meditazione del pomeriggio.

"Ciao, Luke." esclamarono in coro quando lo videro arrivare.

"Ciao, piccole pesti." Disse Luke con un sorriso, arruffando i capelli di Oscar mentre passava. Galen intanto aveva sul viso l'espressione di chi ha trovato dei senatori che facevano le capriole nudi in corridoio.

"Non hai mai visto un bambino?" chiese sarcasticamente Luke lanciandogli un'occhiata di sbieco.

Galen arricciò il naso. "A parte me stesso no." Replicò con tono neutro e Luke non riuscì a capire se stesse scherzando oppure no.

Raggiunsero l'ufficio di suo padre e Luke aprì la porta facendo entrare Galen prima di lui. Entrambi si sedettero sulle sedie della scrivania uno di fianco all'altro. Il silenzio si protrasse per lunghi minuti fino a che Luke perse la pazienza.

"Che cosa sei per lui?" chiese fissandolo dritto negli occhi.

Galen alzò le sopracciglia. "Potrei farti la stessa domanda."

Luke aggrottò la fronte. "Che cosa vuoi da lui? Se provi a ferirlo in qualche modo-"

Luke fu interrotto dalla risata leggera di Galen. "Oh per la Forza." Esclamò quando le risate si furono placate.

Luke si rabbuiò. "Cosa c'è di così divertente?"

Galen ridacchiò di nuovo poi si voltò a guardarlo. "Non voglio ferirlo, come dici tu, in nessun modo. Trovo strano che tu ti preoccupi così tanto per lui. Come se non sapesse badare a sé stesso." Il ragazzo si sporse in avanti. "Sei il suo apprendista?"

Luke esitò. Era tentato di rivelare la loro parentela, giusto per fargli chiudere la bocca, ma qualcosa lo bloccò. Dopotutto non si lamentava sempre che non voleva essere visto con il fantasma di suo padre dietro le spalle? Beh, era tempo di iniziare.

"Una specie." Borbottò, alzando le spalle.

Galen si limitò a fissarlo attentamente poi distolse lo sguardo velocemente e Luke ebbe la sensazione di essere stato giudicato e valutato insufficiente. Storse il naso e sperò che suo padre si muovesse ad arrivare, almeno avrebbe potuto spiegare chi cavolo era quell'arrogante ragazzo che stava seduto nel suo ufficio e guardava tutto come se avesse vissuto fino ad ora sotto una roccia.

"Non mi hai detto come lo conosci." Osservò dopo un po', incapace di tenere a freno la sua curiosità.

Galen alzò le sopracciglia. "Cosa ti importa?"

"Cosa mi importa?" chiese con voce incredula. "E' mio... Maestro. Ho il diritto di sapere!" esclamò Luke.

"No, non è vero! Tu... non sei niente per lui! Non lo conosci da anni, non sai capire di che umore è dal modo in cui volta la testa... tu non sai nulla!" ribattè Galen scaldandosi all'istante.

Luke aprì la bocca e poi la richiuse. Perché in fondo ciò che questo ragazzo gli stava dicendo era vero. Potevano avere il rapporto padre figlio migliore della galassia, ma Luke non conosceva di certo suo padre da anni. Potevano pochi mesi, recuperare tutti gli anni perduti? Qualunque fosse la risposta, le parole di Galen facevano male. Tanto male.

"Comunque per rispondere alla tua domanda... sono il suo errore e la sua condanna. Oppure chiunque io voglia essere, o almeno così mi ha detto lui." Aggiunse Galen.

"Parli per enigmi." Osservò Luke con tono acido.

Galen alzò le spalle. "Sono enigmi solo per chi non conosce come sono andate le cose."

Luke aprì la bocca per ribattere quando la porta scelse quel momento per spalancarsi e suo padre fece capolino nell'ufficio. "Luke, Rex mi ha detto che è arrivato-" Anakin si bloccò a metà frase quando vide il nuovo arrivato. "Galen..." sussurrò.

Galen sorrise e si alzò avvicinandosi a lui sotto lo sguardo corrucciato di Luke. "Salve Maestro. È un piacere rivederti."

Anakin sorrise a sua volta. "Beh, anche per me."

"Ti trovo bene." Osservò Galen, gettando uno sguardo ad Anakin dalla testa ai piedi.

Anakin ridacchiò. "Si fa quel che si può. Come sta Juno?"

Il viso di Galen si rabbuiò. "Ha preso una malattia rara sei mesi fa... non ce l'ha fatta."

"Oh..." commentò Anakin. "Mi dispiace, Galen." Disse con voce comprensiva e gli si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla spalle.

Luke incrociò le braccia e continuò a fissarli con occhi infuocati.

Galen fece un respiro profondo. "Si va avanti. Il che mi porta alla visita di oggi." Disse con sguardo deciso. "Ho deciso che voglio entrare a far parte dell'Ordine." Dichiarò.

Sia Anakin che Luke spalancarono gli occhi. "Galen... sei sicuro? Non è una strada semplice, contando l'addestramento che hai già ricevuto..." disse Anakin con sguardo un filo preoccupato.

"Conosco cosa significa. E sì sono sicuro." Rispose Galen con determinazione. "La sai che posso farcela."

Anakin sorrise e gli diede una pacca sul braccio. "Sì, lo so."

Luke perse la poca pazienza che gli rimaneva della sua riserva mai stata molto piena. Scattò in piedi e si parò di fianco ai due con le mani suoi fianchi. "Okay, adesso basta. Qualcuno vuole dirmi cosa diavolo sta succedendo?!" esclamò alternando lo sguardo dall'uno all'altro.

Anakin sussultò come se si fosse accorto solo in quel momento della sua presenza. "Lui era il mio... di Vader..." balbettò.

"Sono stato il suo apprendista." Lo interruppe Galen. "Per 10 anni. Poi mi ha lasciato andare."

Luke puntò gli occhi su suo padre. "Ah, bene." Anakin parve a disagio sotto il suo sguardo. Dopo qualche secondo ruppe il contatto visivo.

"Beh, cosa dici se gli facciamo fare un giro del tempio?" propose Anakin con un tono che cercava di essere allegro. "Luke, lo so che avevo promesso di allenarmi con te, ma-"

"Certo." Lo interruppe Luke. "Capisco."

Anakin lo fissò per un lungo secondo, ma il viso di suo figlio era illeggibile. Sospirò e aprì la porta facendo segno ai due ragazzi di uscire per primi. Galen obbedì immediatamente, Luke esitò un secondo poi lo imitò. Non appena misero piede fuori dall'ufficio una vocina li interruppe. "Maestro Skywalker." Esclamò Oscar arrivando tutto agitato di corsa.

"Che succede Oscar?" chiese Anakin.

"E' Jenna. È rimasta incastrata con la gamba in una trave del soffitto e non riusciamo più a tirarla giù!" esclamò con voce disperata.

"Cosa? Per la Forza, cosa diavolo ci faceva appesa al soffitto?!" esclamò Anakin, immediatamente allarmato. Oscar gli rispose con uno sguardo vagamente colpevole.

Anakin sospirò. "Arrivo subito."

Oscar corse via mentre Anakin si voltò verso Luke. "Luke, glielo fai fare tu il giro a Galen?"

"Spero tu stia scherzando." Rispose Luke con uno sguardo teso.

Anakin gli lanciò un'occhiata sorpresa. "Galen... aspettaci qua un secondo devo parlare con Luke." disse, poi rientrò nello studio seguito da suo figlio.

"Beh?" esclamò una volta dentro. "Si può sapere cosa ti succede?"

Luke sgranò gli occhi. "Cosa succede? Succede che hai avuto un'apprendista per 10 anni e non hai sentito il bisogno di informarmi. Ecco quello che succede."

Anakin aggrottò le sopracciglia. "Non l'ho fatto intenzionalmente. Mi è passato di mente."

Luke rise senza allegria. "Ti prego non insultare la mia intelligenza in questo modo."

"Luke... non lo farei mai. È la verità. Quando ho realizzato che Galen poteva essere in pericolo a causa di Palpatine l'ho lasciato andare e gli ho consigliato di sparire per un po'." Disse Anakin avvicinandosi di qualche passo a Luke.

Luke annuì lentamente. "Fantastico. A me invece, mi hai accompagnato dritto da Palpatine come se niente fosse." Osservò con voce calma e controllata. Anakin impallidì. Era stata un'affermazione senza nessun tono arrabbiato o velenoso, ma lo colpì come una spada laser al petto.

"Luke..." mormorò.

Luke chiuse gli occhi per un secondo e lasciò che la Forza lo calmasse. Quando li riaprì suo padre lo stava guardando con uno sguardo perso e addolorato.

"Senti Luke... io non... non volevo ferirti... solo che-" balbettò sconclusionatamente.

Luke alzò una mano per fermarlo. "Lascia stare. Fa come se non avessi parlato."

Anakin si zittì respirando affannosamente come se avesse corso per 10 volte attorno al Tempio. "Luke..." mormorò avvicinandosi e spalancando le braccia per abbracciarlo.

Luke non si mosse. "Vai via." Ordinò con voce decisa evitando il suo sguardo.

"Cosa?" chiese Anakin con voce tremante. "Dai, Luke..."

Luke allungò una mano e fece scorrere la porta con la Forza. Anakin lo fissò per qualche secondo poi lo superò lentamente ed uscì dalla stanza. Non appena se ne fu andato, Luke crollò su una sedia e si prese la testa tra le mani.

***

"La colazione è alle 8, ma se vuoi le brioches ripiene devi arrivare minimo alle 7 e mezza. Le lezioni del mattino sono teoriche e iniziare alle 8 e mezza. Ci sono due ore di pausa pranzo da mezzogiorno alle 2 poi iniziano le lezioni pratiche del pomeriggio fino alle 6. Poi se sei maggiorenne, poi fare quello che ti pare purchè sia permesso dalla legge. La cena è alle 8. Se vivi qui devi rientrare entro le 11." Spiegò velocemente Luke mentre mostrava a Galen la sala da pranzo e le aule per gli allenamenti.

"Tu non vivi qui?" chiese Galen.

Luke gli lanciò un'occhiataccia, poi parve decidere che la domanda non era troppo offensiva e rispose. "No."

Galen sembrò sorpreso. "Ah e dove-"

"Ehi contadino." Lo interruppe una voce alle sue spalle. Si voltò di scatto e vide una ragazza molto carina con dei brillanti capelli rossi venire verso di lui con un sorriso sulla faccia. Galen sentì il suo viso rispondere automaticamente al sorriso, almeno fino a che quest'ultima non lo sorpasso come se neanche esistesse e andò a stampare un bacio sulle labbra di Luke.

"Ciao, Mar." rispose Luke con un sorriso e sembrò che tutto il suo corpo si rilassasse.

"Non dovevi allenarti con tuo padre oggi?" chiese Mara.

Galen si immobilizzò.

Luke si irrigidì.

"Sì... ma ho cambiato idea." Disse alzando le spalle.

Mara lo fissò con sguardo sospettoso. "Va tutto bene? Sembri... strano."

"Sì, certo." Rispose Luke un po' troppo in fretta. Poi sorrise. "Allora, stasera usciamo vero?

"Certo." Rispose Mara poi sogghignò. "E domani allenamento insieme?"

Luke alzò un sopracciglio. "Non ti sei ancora stufata di perdere continuamente contro di me, Jade?"

Mara si incupì. "Tutta fortuna la tua."

Luke ridacchiò. "La fortuna non esiste."

Mara gli lanciò un'occhiataccia. "Non tirare troppo la corda, Skywalker. Potrei anche decidere di darti buca stasera."

Luke si limitò a sorriderle e l'occhiataccia si intensificò.

Intanto nella testa di Galen si stava verificando una tempesta di realizzazione mentre alcune frasi buttate lì così da tutti quelli che aveva incontrato fino ad adesso si incastravano tra loro.

Devo vedere Anakin Skywalker.

Non è qui.

Tuo padre arriverà a momenti non preoccuparti.

Che cosa sei per lui?

Potrei farti la stessa domanda.

Che cosa vuoi da lui? Se provi a ferirlo in qualche modo-

Sei il suo apprendista?

Una specie.

E' mio... Maestro. Ho il diritto di sapere!

Luke, lo so che avevo promesso di allenarmi con te.

Non dovevi allenarti con tuo padre oggi?

Sì... ma ho cambiato idea.

Oh per la Forza, pensò Galen insieme ad una sequela di improperi corelliani. Non poteva essere che...? Si rese vagamente conto che la ragazza aveva salutato Luke e si era allontanata mentre cercava di capire come scoprire la verità. Alla fine optò per il vecchio metodo. Chiedere al diretto interessato, che in quel momento lo stava guardando con espressione gentilmente sorpresa.

"Che c'è hai visto un fantasma?" chiese con voce acida. "Se sì, non preoccuparti, sarà qualche vecchio Maestro Jedi ucciso durante la purga."

Galen non riuscì a capire se stesse scherzando o meno. "Luke..."

Luke lo fissò alzando le sopracciglia. "Sì?"

"Anakin..." disse lentamente. "E'... tuo padre?"

Luke lo fissò come se gli avesse appena chiesto perché i bambini non si fanno male quando la cicogna li scaraventa nelle culle. "Vuoi un applauso per l'intuito?" disse, la voce grondante sarcasmo. "Spero per te di no, perché non ho nessuna intenzione di concedertelo. Adesso se vuoi scusarmi," aggiunse girando i tacchi. "Devo andare a prepararmi per un appuntamento."

E così dicendo se ne andò lasciando Galen fermò in mezzo al corridoio del Tempio a chiedersi come nei sette inferni di Corellia sarebbe mai riuscito ad aggiustare tutto.

***

"E dopo tutto quel suo blaterare sul fatto che io non lo conoscessi per niente, entra mio padre e cosa fa? Niente, fanno i carini e i simpatici come se io non esistessi nemmeno!" esclamò Luke frustrato, mettendosi in bocca l'ultimo boccone del suo gelato al cioccolato.

Mara lo fissò per qualche secondo poi rispose. "Beh, tuo padre non poteva sapere che ti aveva detto quelle cose..."

Luke alzò un sopracciglio. "Da che parte stai?"

Mara sbuffò. "Dalle tua ovviamente. Stavo solo cercando di osservare le cose da tutti i punti di vista."

"Adesso non ti metterai davvero a difendere mio padre!" esclamò Luke.

Mara gli lanciò un'occhiataccia. "Ti ho già detto che sono dalla tua parte." Gli ricordò.

Luke sospirò e abbassò gli occhi. "Scusa. Lo so non dovrei essere così arrabbiato e prendermela con te."

Mara sorrise e gli prese la mano. "Mi piace anche questo lato di te." disse con un sorrisetto.

Luke ridacchiò. "Me ne fai assaggiare un po'?" chiese indicando il gelato alla fragola di Mara ancora a metà.

Mara lo guardò male. "Non se ne parla, Skywalker. Hai già avuto la tua porzione."

"Oh dai!" esclamò Luke, fingendosi offeso.

Mara scosse la testa, con fare serio e severo.

"Lo sai che alla fine riuscirò comunque ad assaggiarlo vero?" disse Luke con sorriso sghembo.

Mara socchiuse gli occhi. "Ah sì? Io non ne sarei così sicura." Disse, poi iniziò ad attaccare il suo gelato a velocità supersonica.

Luke ridacchiò ma la lasciò fare. "Tuo padre è a casa?" chiese all'improvviso Mara con l'ultimo cucchiaino di gelato sospeso a mezzaria.

Luke alzò lo sguardo di scatto e si sentì arrossire. "Credo di sì."

"Peccato." Rispose Mara, scrutando il gelato alla fragola come se contenesse delle risposte esistenziali e Luke ridacchiò. "In effetti." Rispose arrossendo di nuovo in maniera impercettibile.

"Luke." disse Mara all'improvviso. Luke alzò lo sguardo e la fisso negli occhi.

"Fai la pace con tuo padre. Non sei più tu, senza di lui." Disse Mara con voce seria e un mezzo sorriso sul viso.

Luke la guardò negli occhi per qualche secondo, poi annuì lentamente. Mara sembrò soddisfatta da quella reazione e con un gesto teatrale e si infilò in bocca l'ultimo boccone di gelato, guardando Luke con un'espressione trionfante. Luke per tutta risposta si chinò in avanti e la baciò sulle labbra. Lei si immobilizzò per un attimo per la sorpresa, poi si rilassò e schiuse le labbra per approfondire il bacio, ma Luke a quel puntò le leccò dolcemente il labbro inferiore poi si ritrasse di colpo.

"Te l'avevo detto che l'avrei assaggiato in ogni caso." Annunciò con un gran sorriso, assaporando il gusto di fragola. "Delizioso!" dichiarò con aria sognante.

Mara arrossì leggermente poi cercò di lanciargli un'occhiataccia, ma fallì miseramente. "Beh," disse lentamente. "Sei libero di assaggiare il mio gelato in quel modo ogni volta che vuoi."

Luke le lanciò un sorriso a 32 denti.

***

Luke rientrò in casa che era mezzanotte passata. Dopo un breve viaggio in ascensore girò le chiavi nella serratura ed entrò in salotto. La vista che lo saluto gli fece stringere il cuore. Suo padre era sdraiato sul divano in una posizione che sembrava molto scomoda, sul tavolino di fronte a lui due piatti, uno lasciato metà e l'altro ancora intero pieno del suo piatto preferito del locale di Dex, e tre tazze di caffè vuote. Luke realizzò che suo padre gli aveva "preparato" la cena davanti alla televisione in sala invece che in cucina e quando era diventato chiaro che non aveva intenzione di rientrare era rimasto ad aspettarlo alzato, per poi crollare in quella posizione innaturale.

Luke gli si avvicinò lentamente, si inginocchiò a fianco del divano e riuscì in qualche modo a sistemargli il cuscino sotto la testa in modo che la mattina dopo non si svegliasse con un mal di collo colossale. Poi presa una coperta e gliela mise addosso. Anakin non si svegliò, ma si sistemò meglio sul divano borbottando qualcosa.

Luke rimase fermò a guardarlo dormire per alcuni lunghi minuti.

"Scusami..." mormorò poi, accarezzandogli un braccio.

Lentamente si sporse in avanti e gli diede un bacio sulla fronte, poi si alzò e si diresse verso la sua camera in silenzio.


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