DI PADRE IN FIGLIO

*8 anni dopo la fine di Rise of light*

Mentre Luke Skywalker osservava suo padre camminare sotto il sole di Naboo riusciva a pensare solo a due cose. La prima era che il suo sempre vagamente malinconico progenitore quel giorno sembrava di umore stranamente allegro. Ridacchiava felice mentre faceva le congratulazioni agli sposi, il suo ex apprendista Galen Marek e sua nipote Ryoo Naberrie. O aveva bevuto troppo champagne, cosa abbastanza improbabile, o era semplicemente felice che Galen lasciasse il Tempio e si decidesse a farsi una vita sua, cosa molto più probabile. Il secondo pensiero che colpì Luke, mentre posava gli occhi su suo padre era quanto fosse invecchiato bene. Uno penserebbe che dopo il tipo di ferite che aveva riportato, a cinquant'anni non sarebbe di certo sembrato uno spettacolo. E invece Anakin aveva riso in faccia ai luoghi comuni e nonostante le cicatrici che gli ricoprivano il viso riusciva ancora ad avere l'aspetto di un modello di Aberspazie. Luke sperava solo di aver ereditato quel tratto del suo DNA.

Con la giacca nera aperta sulla camicia bianca e la cravatta studiatamente allentata, riscuoteva un certo numero di sguardi obliqui per uno che, Luke ne era quasi certo, indossava lo smocking per la seconda volta nella sua vita.

Luke fece un respiro profondo e gli si avvicinò circospetto. Gli invitatati stavano piano piano sfumando via, man mano che salutavano Galen e Ryoo e il sole tramontava oltre l'orizzonte. Luke aveva sempre pensato che i tramonti su Tatooine fossero magnifici, ma erano nulla in confronto a quelli di Naboo, che si riflettevano sul lago.

Quando lo raggiunse, suo padre gli lanciò un sorriso smagliante che Luke ricambiò con un'impercettibile esitazione.

"Vuoi qualcosa da bere?" chiese avvicinandosi al banco dei drink.

La ragazza che stava dietro il bancone aveva l'aria stressata. Per forza: aveva servito per tutto il giorno da bere ad una calca di trecento invitati, pregandoli di aspettare il proprio turno e di non strillare troppo forte. Era come ricondurre all'ordine trecento bambini in gita. Aveva una giacca dalle maniche leggermene troppo lunghe che si vedeva lontano un miglio che non vedeva l'ora di arrotolarsi. No, si corresse mentalmente Luke, era così stressata che, potendo, le maniche se le sarebbe strappate a morsi. Poi vide Anakin e sulla faccia le si dipinse l'espressione che dicono abbiano i moribondi nel momento in cui gli appare il tunnel di luce.

"Ma lei non è...?"

"Oggi sono un semplice invitato." La interruppe Anakin pacato, modesto. "Vorremmo solo due bicchieri di champagne. Lo so che in teoria siamo fuori orario, ma le seccherebbe..." gettò uno sguardo alla targhetta appuntata sulla giacca. "... Kaylin, fare una piccola eccezione?" e le sorrise complice.

Luke si voltò per non assistere allo spettacolo indecoroso che si verificava ogni volta che Anakin Skywalker sorrideva ad una femmina impreparata.

Nel giro di pochi secondi padre e figlio avevano in mano due bicchieri colmi di liquido frizzante. Passeggiarono fianco a fianco lunga la riva del lago di Theed, Anakin che osservava con un sorriso sulle labbra l'architettura della capitale di Naboo e Luke che si sforzava di non vomitare.

Si voltò verso il padiglione che era stato allestito per l'occasione e vide in lontananza le sagome della loro famiglia. C'erano Han e Leia con in braccio il piccolo Ben, con la testina circondata dai capelli nerissimi, Ahsoka, splendente nel suo vestino verde acqua che conversava amabilmente con Rex, Pooja che abbracciava la sorella e Galen che cercava di non sembrare troppo a disagio sotto lo sguardo di Sola Naberrie. Luke individuò anche due macchie che correvano in tondo, quando all'improvviso quella con il vestitino viola si lanciò verso una ragazza con un lungo abito verde e i capelli rossi, che appoggiò svelta il bicchiere di succo d'arancia che aveva in mano e spalancò le braccia per accoglierla. Jaina le si avvinghiò come una scimmia e Luke riuscì quasi a vedere il sorriso divertito sul viso della sua fidanzata.

Per un attimo, si immaginò una bambina con i capelli biondi, invece che castani, che compiva lo stesso gesto e un brivido di un'emozione che non riusciva nemmeno lui ad identificare gli percorse la schiena. Si chiese confusamente se Mara non vedesse l'ora che arrivasse quel momento.

Luke sospirò profondamente. Non voleva che fosse un segreto, ma sapeva che prima di annunciare la novità alla sua famiglia doveva prima dirlo a suo padre. Erano ormai un paio d'anni che non viveva più con lui, e sapeva che, nonostante lo nascondesse molto bene, mancava molto ad Anakin. Ma Anakin sapeva che Luke era cresciuto e non era più un ragazzino spaventato che si svegliava con gli incubi e l'aveva lasciato andare, ovviamente. Non solo via di casa, ma nella vita in generale.

Anakin e Luke arrivarono fino ad una panchina in riva al lago e si sedettero. Anakin teneva sempre lo sguardo fisso sull'acqua davanti a loro, con lo sguardo perso e sognante di poco prima. In lontananza si vedeva il palazzo reale e più in là il mausoleo dove la madre di Luke riposava per l'eternità. Ci erano stati il giorno prima insieme a Leia, ma Luke sapeva che suo padre ci sarebbe ritornato da solo prima del loro ritorno su Coruscant, per dare il proprio saluto personale alla moglie.

Il momento era arrivato. Era perfetto: erano soli e nessuno li avrebbe disturbati né sentiti, e in più Anakin era di un umore magnifico. Luke sospirò poi buttò giù tutto d'un sorso il bicchiere di champagne.

"Papà?" disse esitante.

"Sì?" chiese Anakin, senza guardarlo e con un tono di voce che faceva capire che la sua mente non era del tutto lì con lui. Ma Luke era sicuro che quello che stava dirgli lo avrebbe riportato immediatamente al presente.

"Mara è... è incinta." Esalò Luke con un filo di voce, manifestando un improvviso interesse per una margherita che spuntava dalle pietre della piazza.

Avvertì la testa di suo padre voltarsi verso di lui di scatto. Luke tenne ostinatamente lo sguardo fissò sul fiorellino vicino al suo piede.

Il silenzio di Anakin sembrò protrarsi per un tempo interminabile. Alla fine quando Luke era ormai certo che le sue guance sarebbero andate a fuoco per autocombustione tanto era arrossito, suo padre recuperò la favella.

"Non è del wookiee, vero?"

Malgrado tutto Luke ridacchiò e un po' della tensione che aveva pietrificato il suo corpo si allentò visibilmente. Era una battuta ricorrente nella loro famiglia. Da quando era nato Ben Solo, tre mesi prima, con una lucente chioma di ricci neri, Lando aveva fatto qualche commento scherzoso sul fatto che in realtà il pargolo fosse figlio di Chuwbe, con grande disapprovazione da parte di Han e Leia. Da quel momento in poi era diventato una specie di motto tra gli Skywalker e amici.

"Spero di no." Disse Luke, ancora senza guardare suo padre, ma molto più rilassato. Bene, stava scherzando. E se stava scherzando voleva dire che non l'aveva presa male.

Anakin ridacchiò piano poi tornò serio. Gli appoggiò due dita sul mento e obbligò la sua testa a voltarsi e a guardarlo. Mentre Luke fissava lo sguardo scrutinatore di suo padre si chiese come fosse possibile che davanti a quegli occhi azzurri si sentisse sempre così piccolo e innocente.

"Non sembri felice." Disse Anakin, senza preoccuparsi nemmeno di dare alla frase la parvenza di una domanda.

Luke sbuffò sonoramente. "Lo sono. Davvero. E tanto anche. È solo che..." un groppo in gola formato da una vaga sensazione che assomigliava a panico da palcoscenico gli bloccò le vie respiratorie e gli impedì di completare la frase.

Anakin sospirò e appoggiò il bicchiere sulla panchina al suo fianco. Lentamente gli mise un braccio intorno alle spalle e lo tirò a sé, facendogli appoggiare la testa sul suo petto. Erano anni che Luke non si ritrovava in quella posizione ed era stranamente confortante esserci ora.

"Lo so." Gli sussurrò Anakin all'orecchio. "Fa paura." E gli passò distrattamente una mano fra i capelli.

Luke chiuse gli occhi per un secondo e per la prima volta da qualche giorno si rilassò completamente. Perché se Anakin, la persona che considerava più saggia e meno incline alla paura in assoluto e che nonostante tutto era davvero un padre magnifico, era stato spaventato quanto lui allora sapeva che sarebbe andato tutto bene.

Il pensiero che quella avrebbe potuto benissimo essere l'ultima volta che gli era permesso stare lì così e lasciare che papà sistemasse tutto lo colpì forte e improvviso. Tempo qualche mese e avrebbe avuto la sua famiglia. Una moglie e un figlio o una figlia. Ma la stretta dolce sulle sue spalle gli diceva anche che questo non lo avrebbe mai perso comunque. Gli diceva che nel momento esatto in cui avesse avuto bisogno di lui, suo padre sarebbe accorso.

"Ma è gratificante." Continuò Anakin, stampandogli un bacio sulla tempia. "Molto gratificante."

Nota autrice: ho pubblicato qualche giorno fa il continuo di Rise of Light e di Little wonders. Si intitola A year in the life e ha come protagonisti i figli dei nostri eroi. Se vi va andate a darci un'occhiatina! E ieri ho scritto la mia prima songfic su star wars, si intitola Amore puro, se volete andate a leggere anche quella!
Ciao e grazie, Skycosi!

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