Daddy
"Tu hai fatto cosa?" Sento Niall gridare stupito dall'altra parte del telefono.
Dopo quell'incidente Lou mi ha consigliato di fare una doccia, promettendomi che sarebbe tornato a trovarmi domani e che avremmo guardato delle serie tv mangiando cibo spazzatura. Inutile dire che appena ha lasciato la mia stanza, ho subito dovuto chiamare Niall e Liam, esponendogli i fatti.
"Avete condiviso baci passionali e poi lui ti ha fatto venire? È uno scherzo vero?" Liam asserisce con il suo classico tono serio.
"N-no. Non so perché è successo ok? Era iniziata come una mia richiesta innocente, non pensavo si sarebbe trasformata in tutto questo."
"Grande patata! Finalmente anche tu come Liam avete avuto queste esperienze."
"Niall non incitarlo per favore. Harry pensavo tu fossi arrabbiato, ricordi quello che ho detto quando ti ho spiegato perché è meglio eliminare persone tossiche dalla tua vita? Ecco non intendevo escluderle come amici e inserirle nella categoria scopamici."
"Non abbiamo fatto quello che dici."
"Sei venuto praticamente addosso a lui Harry!!" Liam mi ammonisce.
"Comunque non pensavo fossi così, sembravi una comune patata verticale e invece sei una patata verticale birichina." Niall ridacchia, trovando questa situazione esilarante.
"Ragazzi non fatene un dramma. Non accadrà più, lo prometto."
"Non sei nemmeno un po' turbato per Taylor?"
"No, lo sto facendo per lei."
"Fammi capire, vai a letto con un'altra persona, per giunta un ragazzo e sostieni di aiutarla?"
"Non siamo stati a letto insieme!"
"Non ancora, ma vedrai se non accadrà. Tra me e Zayn è iniziata così, un bacino innocente, qualche appuntamento e poi bam!! Succede invece e più in fretta di quanto pensi."
"Io sto con Taylor Liam, non dimenticarlo."
"Sei sicuro di essere etero Harree?"
"Certo, che domande Niall!" Rispondo, improvvisamente infastidito.
"Beh, una patata etero non penso si ecciti mentre bacia un amico dello stesso sesso."
"Già Harry, se l'amico che hai tra le gambe si muove significa che quella persona non ti è indifferente." Conferma Liam.
Decido di uscire all'istante dalla chiamata prima che la situazione degeneri come al solito.
Mi rigiro nel letto, continuando a pensare alle loro parole.
È vero che una reazione del genere la si ha solo mentre si bacia una persona che ci attrae?
Lou è sempre stato come un fratello per me, non ho mai sentito amore per lui, almeno credo. Ovviamente il sentimento che ho per lui è diverso da quello che provo per Liam e Niall, e loro li conosco da molto più tempo. Sono miei amici d'infanzia e sono anche loro come dei fratelli ma con Lou è diverso, lo è sempre stato. Non so bene cosa significhi diverso, non ho mai dato un nome a quello che provo nei confronti di Lou.
Sbuffo, scendendo al piano di sotto per parlarne con mia madre. Sicuramente lei avrà la risposta.
"Mamma?" Entro in cucina, sorprendendola a preparare qualcosa.
"Harry tesoro, perché ti sei alzato? Devi riposare." Mi rimprovera, facendomi cenno di accomodarmi su una sedia.
Faccio come vuole, raccogliendo il coraggio per domandarle ciò che voglio comprendere.
"Mamma posso chiederti una cosa?" Accenno titubante, passando le dite tra i miei soffici ricci.
"Certo." Conferma, stupita dal fatto che per la prima volta dopo molto tempo esprimo il desiderio di ricevere un suo consiglio.
Deglutisco a fatica, indeciso sulle parole più corrette da usare.
"Come fai a capire quando una persona ti piace, ma non un'infatuazione, intendo come sai che la ami davvero." Pronuncio tutto d'un fiato, con un velo d'imbarazzo a contornarmi il viso.
Anne mi scruta a fondo, comprendendo tutto il mio disagio. Si avvicina a passi lenti con un'espressione amorevole, carezzando dolcemente le mie spalle prima di rispondere.
"Beh, non c'è una legge precisa che ti aiuta a distinguere le due cose. Ciò che posso dirti è cos'è che ho provato io secondo la mia esperienza."
"Ok, ti ascolto." Ammicco titubante.
"Quando sei innamorato pensi subito ad un futuro con quella persona, senti che vuoi condividere parte della tua vita, se non tutta solo con lui perché è l'unico individuo di cui hai sempre bisogno. Non puoi farne a meno, perché la sua assenza è incolmabile, nessuno è in grado di farti sentire come quella persona ed è per questo che sceglieresti lui sopra qualunque altra cosa al mondo."
L'osservo pelare delle carote. Parla con nonchalance, come se sapesse bene quello che sta dicendo. Esamino attentamente ogni singola parola, rendendomi conto che molto di ciò che ha pronunciato è simile a quello che penso e provo nei confronti di Lou.
"È quell'individuo per cui sei disposto a scendere a compromessi. Ti stravolge la vita e non riesci mai ad essere arrabbiato davvero con lui, ci provi, ma odiare lui ti fa stare male e non puoi far altro che perdonarlo e ricominciare da capo."
Rabbrividisco. Quella che sto ascoltando è l'esatta definizione di quello che accade tra me e Lou. Me e Lou e nessun altro.
"È quella persona che sa tutto di te e ti accetta comunque, è quella che ti supporta e sostiene. È la prima alla quale vuoi raccontare ogni cosa ti succede, e l'unica alla quale non riesci mai a dire addio. Ma soprattutto, per far funzionare un rapporto il tuo partner deve essere per prima cosa il tuo migliore amico in assoluto, il tuo partner in crime. Questo accade quando ami."
Conclude con sguardo sognante.
"Tu provavi questo per papà?"
"Sì. Anche se abbiamo divorziato ormai nove anni fa, io l'ho amato. Solo che a volte questo sentimento non dura per sempre, e va bene così. Sono felice di averlo provato, ho ancora tanti bei ricordi." Continua ad affettare le verdure, mostrandosi totalmente a suo agio a parlare di papà.
"Lo sposeresti di nuovo se potessi tornare indietro?"
"Certo che sì. Non importa per quanto tempo siamo stati assieme ma quello che quella relazione ci ha dato. E lo rifarei, perché ne vale la pena. Amare non è mai sbagliato."
"Grazie mamma." La avvolgo in un tenero abbraccio, prima di uscire dalla cucina.
Amare non è mai sbagliato. Ha ragione, il problema ora è capire se questo sentimento è dedicato a Lou. Probabilmente dovrei smettere di ragionarci su e lasciarmi guidare dalle mie emozioni. Alla fine, amare è uno dei sentimenti più forti che possiamo provare, mi serve solo del tempo per sentire quello che il mio corpo avverte per lui, solo così non avrò più dubbi.
Sto per tornare nella mia camera quando sento il telefono suonare. Ancora avvolto tra le grinfie dei miei pensieri premo la cornetta verde senza guardare il nome del mittente.
"Harry" Una vocina che conosco bene trilla attraverso lo speaker del cellulare.
"Lou? Sei, sei tu?"
"Sì, è così insolito?"
"Beh da due settimane a questa parte sì visto che non mi hai mai chiamato." Mi lamento, facendogli avvertire tutto il mio sconforto.
"Ora voglio rimediare per tutto il tempo perduto."
"E cosa vorresti fare per ricevere il mio perdono?" Ridacchio divertito, pensando a quante scatole di cioccolatini e peluche posso farmi regalare.
"Esci con me." Esordisce serio.
"Un appuntamento?"
"Sì. Così ti insegno dei trucchetti per riconquistare Taylor. La sua canzone era bella, ma quel bacio davvero terribile, anche lei non ha molta esperienza a riguardo."
"E tu come lo sai?"
"Aaron il serial killer te lo ha detto che ti guardava sempre."
Sussulto. Lou è sempre stato lì?
"Aaron è il tuo vero nome?"
"Perché lo chiedi?"
"È strano, io ti conosco, avresti potuto semplicemente lasciare il tuo nome, cioè quello che so."
"Preferisco non parlarne al telefono. Sarò sotto casa tua in due ore, sii puntuale piccolo."
Arrossisco a questo nuovo nomignolo che mi ha dato. Lo adoro, è così intimo. Mi fa sentire importante sapere di essere il suo piccolo.
"Ok, a tra poco."
"A tra poco. Mettiti qualcosa di casual."
Pronuncia, prima di conclude la chiamata. Stringo il mio IPhone al petto, saltellando allegramente verso la mia camera per prepararmi all'appuntamento con Louis Tomlinson.
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"Wow, sei davvero stupendo Harry!" Esclama Niall ammirando il mio riflesso nello specchio.
Mancano solo pochi minuti all'arrivo di Lou, e questo outfit ancora non mi convince.
"Sarà abbastanza casual?" Domando riguardando la mia immagine.
Gli skinny jeans neri fasciano alla perfezione le mie lunghe gambe snelle, mettendo in risalto le curve del mio sedere mentre un semplice trench crema fascia il mio busto.
"Harry, ti sei cambiato almeno duecento volte solo nell'ultima ora. Con chi devi uscire? Taylor?"
"Sì, sì esatto, voglio essere in forma." Mento, afferrando i miei stivaletti in pelle.
"Direi che lo sei." Ridacchia sommessamente alle facce buffe che si dipingono sul mio viso mentre cerco di sistemare i capelli.
Il rumore del citofono riecheggia all'improvviso. Trasalisco, salutando rapidamente Niall che bofonchia un vago 'buona fortuna' prima di riattaccare.
"Harry tesoro!" Mia madre urla dal soggiorno.
"Sì?" Apro di poco la porta, giusto per farmi sentire.
"C'è qualcuno per te."
Scendo col cuore in gola.
Chi mai vorrà vedermi? E perché proprio ora che devo uscire con Lou?
"Lou?" Chiedo, incredulo di vederlo sulla soglia di casa.
"In persona." Ridacchia, sinceramente estasiato dalla mia reazione.
Jeans attillati, Vans damascate ed una felpa della Ralph Lauren accarezzano il suo fisico minuto ma al contempo possente. Le ciglia folte, gli occhi blu, le labbra rosee e la pelle perfettamente pura da imperfezioni. Emana testosterone da tutti i pori, mandando in subbuglio i miei pensieri.
"Sei pronto?" Mi domanda, vedendo che non dico più nulla.
"I-io... sì, sì certo."
Allunga una mano verso di me, incitandomi a seguirlo.
Chiudo la porta di casa alle mie spalle, iniziando a camminare accanto a lui in religioso silenzio.
"Hai messo la camicia che ti ho regalato. Ti dona molto." Bofonchia, osservando bramosamente ogni centimetro del mio corpo.
"Mi piace davvero tanto Lou, è la mia preferita. La indosso solo per occasioni speciali." Mi mordo la lingua, diventando paonazzo all'istante.
Gli ho appena detto che è speciale, e forse lui non ha gradito.
Il silenzio cala nuovamente tra noi. Inizio a mangiucchiare le unghie, consapevole di aver rovinato tutto.
"Anche a me piace la tua maglietta comunque." Pronuncio a bassa voce, con lo sguardo fisso al suolo.
Da quando ci siamo baciati la situazione tra noi si è fatta stranamente più imbarazzante, sicuramente molto diversa rispetto a prima.
"Hai fame?"
"Un po'." Sussurro timidamente.
"E ti va di andare da Taco Bell?"
"Mi conosci abbastanza da sapere già la risposta e comunque credevo avessi detto che era pericoloso farmi vedere in giro con te." Incrocio le braccia, mettendomi sulla difensiva.
Lou sospira, incastrando i suoi occhi nei miei. Sono sicuro che abbia avvertito il mio sconforto.
"Sono stanco di dover rinunciare a trascorrere del tempo con le persone a cui tengo. Non preoccuparti, qui nessuno ti farà del male." Allaccia la sua mano con la mia, stringendola delicatamente.
"Lou... Lou che fai?" Sento il cuore perdere un battito per poi ricominciare a pompare ancora più freneticamente in me.
"Faccio vedere a tutti che sei mio." Risponde semplicemente, continuando a guardarsi attorno con sguardo circospetto.
Da quando siamo partiti l'ho visto irrequieto e preoccupato, come se ci fosse sempre qualcuno alle nostre spalle.
"Chiudi gli occhi."
"Perché? E come mai siamo immobili davanti ad un muro?"
"Ti fidi completamente di me?"
Lo fisso, spiazzato da questa domanda.
"Certo che mi fido Lou."
"Allora promettimi che non sbircerai nulla finchè non sarò io a dirtelo."
"O-ok. Ma cosa, cosa vuoi fare? Perchè non posso vedere?"
"Un giorno forse saprai tutta la verità su di me e capirai il motivo di tanti miei strani comportamenti."
"E come mai non adesso Lou, io lo desidero così tanto, ti prego, ti giuro che non mi allontanerò da te, anche se fossi Aaron il serial killer, io ti vedrò sempre allo stesso modo." Piagnucolo nel tentativo di convincerlo.
"Non sono pronto Harry. Non sei tu, sono io. So perfettamente che mi vorrai bene qualsiasi cosa io ti dirò." Mi accarezza dolcemente, gli occhi gli trasudano di amore e dedizione. Mi vede come un piccolo bimbo bisognoso di attenzioni e cure. Lo sento, percepisco bene l'affetto che prova per me.
"Promettimi solo che un giorno lo farai, io aspetterò anche trent'anni per te Lou." Le parole rotolano spontanee sulla mia lingua, non le riesco a trattenere. Quando sono con lui, ogni mia inibizione si annienta non appena entro in contatto con il suo profumo. Lui crea dipendenza, mi fotte il cervello impedendomi di pensare lucidamente. La mia droga, ecco cosa è per me Louis Tomlinson.
"Te lo prometto." Intreccia sorridente i nostri mignoli, facendoli ondeggiare in aria.
Mi fido di lui. So che mantiene sempre la parola data.
"Sentirai dei rumori, e sarà normale ma qualunque cosa"
"Ho capito, non devo guardare. È chiaro." Mi lamento, serrando subito gli occhi.
"Bravo bimbo." Sussurra dritto nel mio orecchio, ridacchiando soddisfatto non appena nota il mio corpo ricoprirsi di pelle d'oca.
Una forte eco, simile al rumore di tasti elettronici si irradia d'improvviso attorno a me.
"Lou?" Chiedo terrorizzato. Il corpo trema ed il mio tono è spaventato.
"Dimmi piccolo, non avere paura, sono qui."
Un altro rumore, se possibile più terrificante e spaventoso del primo sembra esplodere difronte a me.
Sussulto, quando sento della stoffa attorno agli occhi.
"È una cravatta, piccolo, te la toglierò il prima possibile." Soffia seducente sul mio collo, cercando invano di calmarmi.
"Lou."
"So che può far paura tutto questo, ma se vuoi davvero sapere qualcosa in più su di me e sulla mia vita devi fare a modo mio. Non lascerò che ti capiti nulla Harry, non è spaventoso, te lo prometto."
"Ok." Mi limito a dire.
Senza poter aggiungere altro Louis mi prende in braccio. Con una mano sorregge le mie cosce mentre con l'altra si preoccupa di sostenere il mio busto. Appoggio il viso nell'incavo del suo collo, inspirando prepotentemente il suo odore.
"Sono pesante Lou, tu sei così magrolino, rischio di farti male." Sussurro imbarazzato.
Louis smette d'improvviso di camminare, sbuffando sonoramente.
"Harry Edward Styles smettila di raccontare stupidaggini o sarò io quello di cui dovrai avere paura."
"Ma è vero Lou, tu sei..." Cerco di protestare ma vengo prontamente interrotto.
"Non. Un'altra. Parola. Harry." Ad ogni singola lettera le sue piccole manine schiaffeggiano leggermente i miei polpacci, facendomi il solletico.
"Ti ho fatto male?" Chiede incredibilmente preoccupato.
Di rimando scuoto energeticamente la testa.
"Harry, piccolo, usa le parole per favore."
"No."
"Allora come mai sei in silenzio."
"N-non lo so. Da quando ci siamo baciati sei diventato strano. A volte sembri freddo e distante, mentre altre cerchi il contatto con il mio corpo."
Lo sento irrigidirsi sedutastante.
"Ti dà fastidio?"
"No, no Lou, solo che è tutto nuovo per me. Nessuno mi ha mai- Ci penso su un istante -"trattato così."
"Voglio che tu me lo dica quando ti do fastidio o qualche mio comportamento ti turba, ok? Voglio sapere tutto quello che pensi."
"Ok Lou, lo farò."
Piccoli lamenti sommessi si insinuano nella nostra conversazione, non riesco a capire cosa dicano ma sembrano suppliche. Non faccio domande, sono piuttosto convinto che Lou non è ancora pronto a darmi le risposte che desidero, e poi non sono convinto di voler sapere davvero per cosa stanno implorando e perché.
"Sweet creature
We're running through the garden
Oh, where nothing bothered us
But we're still young
I always think about you and how we don't speak enough And oh we started
Two hearts in one home." Inizia a cantare, probabilmente nel tentativo di non farmi sentire quelle voci strazianti.
"Te la ricordi." Sorrido sulla sua guancia, disegnandoci piccoli cerchi con la punta del naso.
"Come potrei dimenticare la canzone che adoravi quando ci siamo conosciuti." Carezza il mio fianco con tanta gentilezza e premura, facendomi arrossire.
"Non la sentivo più da anni." Dico con tono sognante, ripensando a quante cose sono accadute negli ultimi anni.
"È davvero un peccato perché è bellissima, quasi come te." Bacia la mia tempia ferita.
"Quasi?" Metto un piccolo broncio.
"No, hai ragione, tu sei di gran lunga più dolce ed adorabile di quella canzone." Pronuncia con un tono più acuto del solito.
"Grazie."
"E di cosa?"
"Dei complimenti che non merito, mi fanno stare meglio."
"Tu meriti molto di più piccolo Harry." Carezza dolcemente la mia guancia ancora arrossata, per poi rimettermi al suolo.
Avvicina le sue mani alla benda, che toglie rapidamente, permettendomi di rivedere i suoi bellissimi occhioni.
"Siamo arrivati." Sorride teneramente.
Mi guardo attorno curioso. Non avevo mai visto questa zona della città. Alti grattacieli, ville enormi, è come trovarsi in un'altra dimensione.
Le persone che circolano sono estremamente belle e curate. Indossano tutti abiti alla moda e completi costosi, si salutano cordialmente e chiacchierano con tono composto gli uni con gli altri. La cosa strana è che ci sono solamente coppie, si tengono tutte per mano, uno dei due partner di ciascuna coppia indossa uno strano collare mentre l'altro tiene la cordicella attaccata ad esso guidando il compagno per strada. Non c'è caos nonostante ci siano almeno cento persone, tutto scorre tranquillo, misurato.
"Dove siamo?" Biascico confuso.
"Signori, identificarsi prego." Un'agente vestito in una divisa blu e verde ci blocca guardandoci di sbieco. Mi aggrappo a Louis, ancora voltato a controllare la via alle nostre spalle.
"Oh mi scusi signor Tomlinson, non l'avevo riconosciuta." Non appena Lou si gira, il poliziotto si tranquillizza, assumendo un'espressione meno intimidatoria.
"Va tutto bene Ricky, lui è Harry, Harry lui è Ricky."
"È un piacere conoscerla signore." Ricky quasi si inchina davanti a me.
"Fa, fa piacere anche a me." Sussurro, stupito dal comportamento di questo individuo.
"Ecco, tieni." Lou, cattura la mia attenzione. In mano tiene una rosa blu con i bordi di un azzurro più chiaro.
"Lou, i-io." Balbetto tremolante, commuovendomi nel vedere quel bellissimo fiore tra le dita di questo bellissimo ragazzo.
"Prendila e basta Harry." Me la porge con una dolcezza che pochi possiedono, iniziando a baciare il dorso della mia mano. Vi posa piccoli baci umidi, trascinando le sue labbra peccaminose su ogni singolo centimetro della mia pelle.
"P-perchè stai facendo tutto questo?"
"Per insegnarti. Stupiscila come io faccio con te, usa ciò che le piace di più, nel tuo caso sono i tacos e le rose. Falle complimenti, toccala dolcemente, guardala con adorazione e falla sentire unica e speciale."
"Quindi tutto quello che hai detto..."
"Lo penso Harry, non lo faccio per queste 'lezioni', lo faccio perché voglio e voglio farlo con te."
Resto immobile. Sempre più scioccato dal fatto che ad ogni frase che pronuncia, sento crescere in me sempre più il desiderio di posare le mie labbra sulle sue.
"Andiamo piccolo, come ti ho detto prima non lasciare la mia mano per nessun motivo, è chiaro?"
"Sì Lou."
"E metti in mostra più che puoi la tua rosa."
"D'accordo." Biascico triste. Di tutte queste regole strane, non saprò mai il significato, e questo mi demoralizza.
"Harry." Alza il mio mento con due dita, spronandomi a guardarlo dritto negli occhi. Tento invano di mantenere il suo sguardo ma fa troppo male, mi chiede di fidarmi quando lui non si sente a suo agio abbastanza da dirmi anche solo poche informazioni su questo posto.
Resta in silenzio. Sento il suo sguardo bruciare sulla mia pelle. Non dice nulla, semplicemente mi guida verso il ristorante, facendomi accomodare bruscamente sulla sedia del primo tavolo disponibile.
"Harry." Sibila a denti stretti. È evidente che è arrabbiato con me.
Un piccolo gemito fuoriesce dalle mie labbra rosee, mentre agli angoli degli occhi iniziano a formarsi le lacrime.
Perché sei adirato con me ora?
"Harry, ti prego non piangere." Inizia a massaggiare con dedizione le mie braccia.
"Sei arrabbiato con me?" Biascico con la voce incrinata.
"No, no affatto. Sono tremendamente irato con me stesso perché sei triste ed è tutta colpa mia."
"Chi sei? Cos'è questo posto? Lou devi dirmelo, adesso!" Mi agito sulla mia stessa sedia, sentendomi tremendamente angosciato e spaesato.
"Sono un Dom."
"Come?"
"Un dominatore Harry. Tutta la mia famiglia adottiva lo è. Quella che vedi è la mia casa, è dove ho vissuto dopo la morte dei miei genitori biologici."
Taccio. Non so cosa dire, tra tutte le idee che mi ero fatto, questa non era prevista.
"Tu, tu hai..." Pronuncio con la voce tremante, senza riuscire a esprimermi completamente.
"Un sottomesso? No, non l'ho mai avuto."
"Allora Eleanor e Sophie, loro"
"Erano cavie."
"Cosa?"
"Noi le chiamiamo così. Ogni Dom prima di impegnarsi in una relazione con il suo Sub ha delle storie in cui fa pratica ed ottiene l'esperienza necessaria."
"L'esperienza per?"
"Sapere come donare massimo piacere sessuale al suo sottomesso. Le ragazze che ti ho nominato e che non hai mai visto provengono da qui. Le loro, sono famiglie di dannati."
"Dannati?"
"Sì. Tutti coloro che hanno tradito la nostra comunità o hanno violato delle leggi importanti diventano dannati. Questo nome li perseguita per sempre. Pensa che la famiglia di Eleanor ha questo titolo da quasi due secoli."
"E loro fanno questo? Sono le cavie per tutti i Dom?"
"Esatto. Le urla che hai sentito, erano di queste persone. Sono confinate nella zona più bassa e povera della città. Fanno solo questo per tutta la loro vita, sono cavie, prostitute oppure strip dancers. Ci sono sia uomini che donne, ragazze e ragazzi senza distinzione alcuna."
"È terribile Lou." Mi stringo nelle spalle, sentendo un brivido percorrere la mia spina dorsale.
"Quello che hanno fatto loro lo è."
"Tu ora prenderai un'altra cavia?"
"No. Ora sto cercando un Sub."
I nostri piatti arrivano, lasciandomi di stucco.
"Quando abbiamo ordinato?"
"L'ho fatto io per noi attraverso questo piccolo sensore che vedi."
"Oh."
"Tu lo premi e comunichi con l'operatore attraverso questi auricolari."
"Ma tu non hai parlato."
"Infatti basta solo pensarlo."
Dopo questa ammissione addento il mio taco in silenzio. Volevo la verità, ed ora che ce l'ho non so cosa farmene.
"So che è difficile, dal niente ti ho detto molto, ma..."
"Va bene così. Lo volevo, sto bene. Devo solo assimilare il tutto." Lo interrompo, incapace di guardarlo in viso.
Lou, il mio dolce Lou ha usato il corpo di due fanciulle come fossero degli oggetti. Non ho idea di cosa loro e le loro famiglie abbiano fatto, ma questo è a dir poco disgustoso.
"E i tagli che hai sulle braccia, sono dei pagamenti per aver infranto qualche legge minore?" Chiedo disgustato, con un'espressione schifata in viso.
"Sì."
"E cosa hai fatto, sentiamo."
"Messo in pericolo una persona dell'altro mondo."
Mi ammutolisco per la centesima volta.
"Per colpa mia?"
"No. Per colpa mia e di Simon."
"Anche Simon è come te?"
"Io non posso darti informazioni sulle altre persone Harry."
"Fammi indovinare, è contro le regole, vero? Tanto ho capito che è come te, come voi, siete degli animali irrispettosi. Trattate tutti quelli che non sono dei Dom come fossero degli stupidi oggetti inanimati." Scuoto la testa, sentendomi di troppo in una realtà del genere.
Mi alzo, recandomi fuori dal locale più in fretta che posso.
"Tomlinson, tieni a bada quel moccioso del tuo sub prima che ci pensi un altro di noi." Un omone sulla cinquantina si rivolge con tono saccente a Lou che lo ignora totalmente. Sono io l'unica persona con cui vuole avere un confronto.
"Harry." Lou cerca di raggiungermi, ma io accelero il passo ancora di più.
"Harry, per favore, lascia almeno che ti riporti a casa. Tu non sai come uscire."
Mi blocco, realizzando solo ora che necessito del suo aiuto.
"Da questa parte." Biascica, guidandomi lungo una stradina piena di sassolini di diverse dimensioni e colori. Di fianco ad essa una piccola pozza d'acqua brulicante di cigni e canneti si erge in tutto il suo splendore.
"Mi hai portato qui per uccidermi visto che ora so di questo luogo. Lou io non sono come te, non appartengo a questo posto perché continui ad infilarmi nei tuoi guai." Esordisco. Sono stanco.
"Credi davvero che ti avrebbero permesso di entrare se veramente non c'entri nulla con tutto questo?" Sbotta di colpo, allargando le braccia con fare irritato.
"Cosa stai farneticando?" Lo spintono, addentrandomi nel fitto boschetto alle nostre spalle.
"Volevi la verità, eccola. Ma ci sono anche cose che tua madre non ti ha detto e dovresti iniziare sul serio ad interrogare lei visto che ti interessa tanto farti gli affari altrui. Ah e per la cronaca, non volevo parlartene perché sapevo che te ne saresti andato, esattamente come stai facendo ora, perché io al contrario tuo so quando la gente dice stronzate!"
Sfreccio velocemente tra le foglie, cercando di sfuggire alla voce rabbiosa di Lou.
"Non permetterti di darmi del bugiardo Lou! E scusa se ora sono leggermente sotto shock dopo quello che mi hai appena confermato e mostrato! Sono una persona con dei sentimenti, perdonami se reagisco in questo modo ad una cosa che mi pare assurda, ma forse hai ragione tu, siamo troppo diversi per capirci su certi temi!" Sbraito, accorgendomi di essere uscito dalla radura ed essere ritornato dall'altra parte, nella mia città.
"Harry, fermati subito! Non mi dare le spalle quando ti parlo!" Ordina categorico.
"Io non sono uno dei tuoi fottuti sub o dannati, sono un tuo pari e esigo rispetto, lo stesso che tu pretendi da me! Quindi non permetterti di trattarmi come un bambino!" Cerco di allontanarlo dal petto, senza però riuscire a smuoverlo nemmeno di un centimetro.
"Non mi è sembrato ti dispiacesse e poi io ti ho sempre rispettato, affrontarmi al posto di accusarmi ed andartene è semplicemente educazione!" Mi trascina in malo modo in un vicolo cieco, stretto e buio.
Inizio ad ansimare, spaventato da quello che Lou potrebbe farmi. Non l'avevo mai visto così infuriato e sicuramente mai avrei pensato che avrei avuto paura di lui un giorno.
"Io tengo a te Harry, immensamente, e mi ferisci quando dici certe cose di me." Mi abbraccia forte, carezzandomi con le dita la spina dorsale.
"Ti prego, non avere paura di me, non ti farei mai del male. Non sono una persona cattiva o violenta. Ti prego non mi lasciare." Biascica al mio orecchio con gli occhi gonfi e arrossati dalle lacrime che hanno iniziato a rigare il suo viso.
"Dispiace anche a me Lou. Ti ho detto cose cattive, cose che non penso. Erano dettate dalla rabbia, tutto qui. Non piangere ora, ti scongiuro." Gli bacio dolcemente la fronte, approfondendo il nostro abbraccio.
"La ami Harry?"
"Come?"
"Ami Taylor? Almeno hai una cotta o ti senti attratto da lei?" Chiede con gli occhi fissi sui miei.
"I-io..." Mi blocco, non sapendo bene la risposta.
All'improvviso la bocca di Lou è sul mio viso. Mi bacia la mandibola, succhia il mento, per poi iniziare a posare una scia di baci casti lungo il mio collo.
"Cosa stai facendo?" Esalo con il respiro strozzato.
"Iniziando la lezione 2."
"Io ti ho chiesto solo il bacio."
"Shh, ti piacerà." Prende tra le labbra un lembo di pelle proprio sotto l'orecchio.
"Lou." Mugolo chiudendo gli occhi dal piacere.
"Sì Harry? Vuoi che mi fermo al bacio?" Mi deride con sguardo malizioso.
"Continua." Lo supplico, spingendo la sua faccia contro di me.
Lecca la mia pelle dal mento fino alla base del collo, per poi iniziare a succhiarne avidamente ogni centimetro.
"Mhh." Ansimo senza sosta. Ormai ogni cenno di razionalità e lucidità hanno abbandonato il mio corpo, lasciando spazio solamente al lusso.
Sento i suoi denti conficcarsi dolorosamente nella mie carni. Il mio bacino si muove in automatico contro il suo, facendo scontrare le nostre evidenti erezioni.
"Vedo che ti piace ricevere dolore." Pronuncia soddisfatto.
"Solo se sei tu a darmelo daddy."
"Come mi hai chiamato?" Sussurra all'orecchio, stringendo tra le mani entrambe le mie natiche.
"Oddio!" Gemo dall'estremo piacere che questo contatto scatena in me.
"Rispondi piccolo." Inizia a stringere più forte, assicurandosi di lasciare le sue impronte sulla mia pelle.
"D-daddy." Deglutisco rumorosamente, rendendomi conto solo ora dell'enorme errore che ho commesso.
Lo spingo leggermente, cercando di fuggire. Sono troppo imbarazzato per affrontare questo argomento.
"Dove credi di andare?" Si aggrappa al mio polso, spingendomi nuovamente tra le sue braccia.
"I-io..."
"Dimmi." Mi fissa, in trepidante attesa di ricevere una risposta.
Mi morsico il labbro dal nervosismo, cercando di formulare una frase che non sia 'da quando mi hai baciato ho iniziato ad avere fantasie erotiche su di te'
"Scusa." Sguscio via dalla sua presa. Non voglio mentirgli ma nemmeno confessargli la verità.
"Vorrei tanto esserlo Harry. Basta solamente una tua parola. Se me lo permetterai, sarò il tuo daddy." Dice mentre mi allontano a passo svelto.
Angolo autrice:
Ciao! Eccoci qui, allora Lou il daddy di Harry? Non so voi ma io vorrei davvero tanto che Harry accettasse ahha
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto e se vi va lasciate una stellina, mi farebbe molto piacere! Grazie in anticipo per il vostro supporto, alla prossima!! 💚💙
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