Amore maledetto
La serratura della porta scatta. E so già a chi appartengono questi passi.
Affondo il viso nel cuscino. Singhiozzo forte, in modo che sappia quanto male mi ha fatto.
"Harry, ehi." Il peso del suo corpo raggiunge il materasso, facendolo abbassare.
Non rispondo, non riesco nemmeno a rivolgergli la parola.
"Mi spiace di averti trattato male. Ma... tu mi hai mentito, hai fatto delle cose che non posso dimenticare facilmente. Se ti stai facendo delle domande, il punto è che appena sei scappato Paul mi ha chiamato. Non volevo che uscissi per dei motivi validi Harry, non di certo per rovinarti la domenica o per limitare la tua libertà. Ci sono questioni importanti che non conosci, e voglio che sappia che ogni cosa che scelgo e che faccio per te è quella che ritengo più giusta date le circostanze. Quando Paul mi ha detto quello che avevi fatto, gli ho chiesto di seguirti e assicurarsi della tua incolumità. Con quel tuo gesto ho capito che avevi davvero bisogno di evadere e non è questo quello che mi turba. Ti ho visto Harry. Paul ha fatto dei video di te e un ragazzo biondo e di te e Zayn. Per non parlare dei regali di quel vecchio pazzo di Micah. Ti avevo proibito di vederlo, è pericoloso anche se non lo sembra e il fatto che ti fidi di più di lui e del suo finto buonismo piuttosto che di me mi fa impazzire. Ero già altamente adirato per la storia di Micah ma poi tutto è cambiato quando ho visto quel ragazzo. Ti ha abbracciato, ti ha toccato, ma anche lì non posso prendermela con te solo perché hai visto per caso Micah e perché hai un amico. Ciò che mi ha fatto imbestialire è stato il tuo comportamento con Zayn. Si è strusciato per bene su di te vero? E camminavate mano per mano come dei bei fidanzatini. Non lo hai allontanato Harry, sei fidanzato con me eppure non hai rinunciato al suo contatto finché ha provato a baciarti. Sono deluso, sono ferito. Io, non pensavo potessi farmi questo. Se provi qualcosa per lui non devi fingere con me solo perché sono il tuo dom. Sai bene che sei libero di frequentare chi vuoi ma hai detto di amarmi, ti sei concesso a me e hai voluto diventare il mio fidanzato. Non significa nulla questo? Ti sei sentito sempre obbligato a fare ogni cosa con me perché hai paura che porterei la tua famiglia ai dannati? Ho pensato a così tante cose diverse mentre ti guardavo. E poi sei tornato e non hai avuto neppure il coraggio di dirmi la verità. Se non avessi avuto i miei agenti non avrei mai scoperto nulla. Hai idea di quanto faccia male essere traditi dalla persona che più ami molteplici volte?"
Scie di lacrime rigano il suo viso. Anche lui è ferito. Finora mi sono sempre e solo concentrato su di me, senza pensare ai suoi sentimenti.
"Mi dispiace. Lou mi dispiace! Io, io non ho detto nulla di Micah perché eravamo in vacanza a quel tempo ed era il mio compleanno e non volevo che ti sentissi triste." Singhiozzo, scrutando le coperte. Ho sbagliato, l'ho deluso.
"Un momento, lui ti ha contattato durante la vacanza?"
"Mi ha inviato un pacco di merendine con un biglietto di auguri. È successo mentre eri nella doccia e io l'ho nascosto sotto al letto per non fartelo vedere."
"Tu, quante altre cose non mi hai detto?"
Sospiro, intenzionato a dire tutta la verità e nient'altro che la verità.
"Nessuna Lou, nessuna. Il ragazzo biondo è Aidan e l'ho conosciuto il giorno in cui sono fuggito da scuola a causa di Taylor, io so solo il suo nome e lui sa solo questo di me te lo giuro!. L'ho visto per caso, in realtà lui ha visto me e mi ha supplicato di andare al bar con lui. Gli ho detto che sarei rimasto solo mezz'ora e ho accettato perché mi è sembrato scortese rifiutare, lui ci teneva molto a presentarmi questo nuovo amico di cui mi ha parlato. Non sapevo che quella persona era Zayn ma soprattutto non sapevo quello che sarebbe accaduto."
"Non ti sei scansato Harry. Per più di dieci minuti ti si è strusciato addosso e tu non sembravi turbato."
"Lou, mi dispiace, Lou, ti prego ho sbagliato. Vuoi punirmi ancora?"
"Tsk. Anche io pensavo che punirti come mi hanno sempre insegnato a fare avrebbe migliorato la situazione. Invece, farti del male non fa altro che peggiorare come mi sento."
"Louis, non ha significato niente! Zayn non significa niente, quel contatto non è significato niente! Non so perché non l'ho scansato, io ero scioccato e confuso. Mi hanno detto tante cose assurde e io ero a disagio in quel luogo e non sapevo cosa fare. Lou ti prego, non ero in me, ti prego. Non te l'ho detto perché ero certo che non mi avresti più amato. Sto male anche io Lou per quello che ho fatto, me ne vergogno terribilmente. Mi faccio schifo, sono un pessimo fidanzato. Forse Taylor ha ragione, sono pessimo e fai bene a lasciarmi."
"Non ho intenzione di lasciarti. Solo non penso che riuscirò a perdonarti a breve."
"Ma, ma lo farai?"
"Non lo so."
"Anche io non ho intenzione di perdonarti facilmente. Potevamo parlarne pacificamente come adesso al posto di alzare le mani. Sono ferito da questo tuo comportamento, nulla, neanche se ti avessi tradito avrebbe giustificato questa tua scelta."
Abbasso la testa sul cuscino, sentendo per la prima volta che forse vogliamo cose troppo diverse.
Louis' pov
Sembra terrorizzato da me. Infondo lui non conosce nulla di questo tipo di relazione. Non abbiamo mai parlato del genere di punizioni che gradisce, dei colori e della parola di stop.
Sua madre è una persona meravigliosa che non lo ha mai picchiato in vita sua. Di certo è ingiusto che quella persona sia proprio io.
Fisso le mie mani, colpevoli di averlo ferito. Gli hanno arrecato un dolore che forse non guarirà mai.
"Torna a dormire con me." Sussurro. Siamo entrambi arrabbiati sia con noi stessi che con l'altro. Posso leggere chiaramente lo stato di confusione nella sua mente. Si sente colpevole e ferito allo stesso tempo, e non è facile gestire questi sentimenti. Non so perché lo desidero con me, anzi, lo so bene il motivo. Lo amo. Lo amo più di qualsiasi cosa al mondo e non importa quanti errori farà, io sarò sempre disponibile a perdonarlo. Lui è mio e non lo lascerò andare senza lottare, non lo lascerò senza combattere per la nostra storia.
Lo fisso in viso. Gli occhioni verdi pieni di lacrime mi scrutano confusi.
"No. Credo sia meglio mantenere le distanze." Pronuncia, utilizzando il cuscino come schermo tra noi.
"Le distanze? Mi hai supplicato di non lasciarti e ora sei tu che lasci me?"
"Voglio stare da solo, ecco tutto."
"Tornerai a casa tua?"
"Non lo so."
Cammino verso la porta. Non mi guarda nemmeno in viso mentre parliamo. Il suo corpo è raggomitolato a debita distanza da me. Non mi desidera, non ha intenzione di confrontarsi e parlarne. Faccio scattare la maniglia, serrando subito la porta alle mie spalle. Cerco di respirare profondamente, senza lasciarmi andare alla disperazione. I singhiozzi di Harry ritornano come lame a fendere l'atmosfera della camera. Vorrei abbracciarlo. Ma sono io la causa del suo malessere. Non posso aiutarlo, non questa volta.
"Gill, portami dello Whiskey con ghiaccio." Ordino serio ad una delle domestiche. Lei annuisce e sfreccia al piano di sotto, consapevole che non amo aspettare molto dopo che ho espresso un ordine.
Arranco verso il mio studio, trattenendo il desiderio di rompere ogni cosa. Sulla mia scrivania sono accatastate tutte le lettere di minaccia ricevute in queste ultime settimane. Tutte provengono da uno strano individuo noto come TA. Conosce tutto su di me. Sa dove vivo, dove lavoro, è a conoscenza perfino della mia routine giornaliera e di tutti i miei impegni. Ho fatto installare videocamere ovunque, ho fatto controllare la casa per accertarmi che non vi siano microspie e ho fatto interrogare tutto il mio personale domestico in cerca di spie e traditori. Dopo questi attacchi ho aumentato la sicurezza e licenziato molte persone. Sto facendo del mio meglio eppure questo stalker riesce sempre a intercettare ogni mia mossa. Dalle informazioni che ha e dalla sua massiccia presenza nella mia vita direi che sono più persone coalizzate contro di me. È difficile avere dei sospetti precisi, ho molti nemici e stabilire chi sia il mittente di tutto questo è ancora oggetto di analisi.
Mi siedo sulla poltrona sorseggiando il mio drink. Davanti a me l'ultima lettera recapitata proprio questo pomeriggio. Parla di Harry. È una minaccia in cui esprimono chiaramente il desiderio di fargli del male. Fino a quando queste cattiverie erano rivolte a me sono stato in grado di mantenere sangue freddo. Ho continuato come se nulla fosse, ingaggiando degli agenti speciali per scoprire chi sia questa persona. Ora però sta prendendo una piega diversa. Vogliono Harry, il mio piccolo dolce Harry. Ho pensato di lasciarlo, ma temo che allontanandolo da me diventi una preda ancora più semplice per quell'individuo.
Scorro le mano tra i capelli, tirandoli come se questa azione potesse risolvere ogni cosa.
Perché devono coinvolgerlo? Lui è innocente, non centra nulla, non ha fatto niente di sbagliato apparte innamorarsi di me. Che sventura vero? Il nostro deve essere proprio un amore maledetto.
Rimetto i fogli nel cassetto. Lo chiudo a chiave e spero che i miei agenti più fidati e competenti possano proteggerci e evitare una possibile tragedia.
Le parole stampate su quelle note vorticano nella mia testa. 'So bene quanto preziosi siano i sub. Sarebbe un peccato se qualcuno dovesse togliergli l'innocenza di cui sono caratterizzati', 'Ho sempre desiderato un sub con gli occhi chiari e i ricci. Chissà, forse riuscirò a prendermene uno prima o poi', 'Hai mai pensato a quanto bello il nome Harry sia? Sembra principesco, affibbiato a persone con una bellezza senza eguali'.
Lancio il bicchiere in aria, per poi afferrarlo e disintegrarlo sul tavolo. Le schegge si conficcano nella mia pelle, facendola sanguinare. Un urlo furioso fuoriesce dalle mie labbra. Colpisco la parete, ignorando il dolore acuto. La parete trema, ogni oggetto appeso cade, frantumandosi proprio come la mia anima. Sento di essere arrivato al limite. Sento che sto per scoppiare. Non ce la faccio più a trattenermi.
"L-Louis?" La voce impaurita del ragazzo che mi ha incasinato la vita, riecheggia al mio fianco.
Mi blocco. Realizzando solo ora quello che stavo facendo. Il muro dinanzi a me presenta piccole crepe mentre le mie mani lacerate sanguinano notevolmente.
"L-Lou, stai bene?" Si avvicina piano, incerto su cosa dire o fare.
"No. Ma mi passerà presto."
"Questa, è colpa mia vero?" Indica il caos tutt'intorno con sguardo colpevole.
"No, non centri niente tu."
"Allora cosa è successo?"
"Niente che non possa affrontare."
Resto schivo, senza permettergli di vedermi in volto. Non deve sapere dei suoi perseguitatori. Io devo proteggerlo, desidero donargli una vita felice e spensierata. Così deve andare. Ma se lo guardassi qui e ora gli direi tutto piangendo tra le sue braccia. Non posso comportarmi in un modo simile, ci tengo a trasmettergli sicurezza e forza.
"Lou per favore non fare così. Siamo in due, non tenermi all'oscuro dei tuoi turbamenti. In coppia possiamo vincere, abbiamo più chance."
Mi stringe da dietro. Le sue braccia mi circondano dalla vita e la sua testolina si poggia in modo aggraziato contro la mia schiena. Il suo respiro, possente e caldo, mi solletica la pelle attraverso la maglietta. Tutto è andato distrutto, ma lui si è concentrato solo su di me dal primo istante in cui è arrivato. Il suo tocco, innocente e leggiadro riesce a calmarmi immediatamente. Che strano, sono io quello che desidera farlo sentire protetto, ma in questo istante sono io tra i due quello che si sente così.
"Fammi vedere cosa hai fatto."
Cerca di vedere le mie mani ma mi scanso subito.
"Non credo sia il caso."
"Ehi, guardami. Lou, guardami." Ordina in tono severo. Non gli ho ancora mostrato il mio viso. Non voglio che mi veda in questo stato.
"Lou, non ti chiederò cosa ti sta succedendo, solo guardami, per favore."
"Non posso."
La sua presenza si fa ancora viva alle mie spalle. Questo nuovo abbraccio è ancora più avvolgente e amorevole del precedente.
"Harry." Mi addolcisco, pregandolo di andarsene.
"Se chiudo gli occhi, prometti che ti volti?" Insiste, sussurrando queste parole nel mio orecchio prima di lasciargli un bacio. Ora capisco perché questo gesto lo fa impazzire. È così intimo, personale, privato. In un certo senso è ancora meglio di qualsiasi rapporto fisico.
"No, tu bari sempre." Ridacchio, ripensando a tutti gli allegri momenti condivisi insieme.
"Questa volta non lo farò."
"E chi me lo dice."
"Io."
"Beh allora cambia tutto."
"Dovrebbe, io sono il tuo fidan..." Si interrompe.
"Il mio fidanzato?"
"Io, sì, ma non sapevo se tu volevi che io lo dicessi."
"Puoi dirlo tutte le volte che vuoi."
"Abbiamo fatto pace?"
"Solo se dormi con me."
"Ok, ma sappi che se russi ancora io me ne vado sul serio da questa casa." Scherza, accarezzandomi le braccia con i polpastrelli.
Penso spesso a quanta fortuna io abbia ad averlo incontrato sul mio cammino. Ho vissuto momenti duri, ma lui è in grado di rendermi talmente felice da dissipare l'oscurità che giace in me.
"Mi dispiace Harry. Non devi giustificarmi per quello che è successo." Mi volto, stringendolo forte al mio petto. Il suo viso è posato sul mio addome e le sue braccia attorno al mio collo. Lo tengo contro di me, posando leggere carezze sul suo capo.
Come ho potuto ferire una persona così preziosa?
I sensi di colpa iniziano a divorarmi vivo. È troppo buono con me, non lo merito. Non merito l'amore che mi dona.
"Posso vederle?" La sua testolina si solleva dal mio busto. Mi fissa negli occhi con un luccichio intenso.
"N-no."
"Un po' di sangue non mi spaventerà di certo e poi queste sono le mie condizioni se vuoi il mio perdono."
Roteo gli occhi, mostrandogli finalmente le mani martoriate.
"Certo che sei proprio uno stupido." Scuote la testa, osservando ogni centimetro della mia pelle.
"Come?"
"Sei stupido perché dici a me di dirti tutto e fai una grande scenata se non lo faccio, ma poi tu te la prendi con il muro al posto di confidarti con me."
"Sono ridicolo eh?"
"Molto, non sei un clown, sei l'intero circo in questo caso."
Si affretta a prendere il kit del pronto soccorso e un panno bagnato con cui tamponare le ferite, per poi disinfettarle con cura grazie all'acqua ossigenata.
"Puniscimi." Esordisco d'improvviso. Lui si prende sempre cura di me, invece io, lo ferisco e basta.
"Cosa?"
"Puniscimi. Ti ho deluso, lo merito." Stringo le mani in due pugni, cercando di trattenere l'istinto di colpire nuovamente il muro.
"Ehi, tu sei abbastanza scemo da ferirti già da solo, sarebbe troppo semplice per me, non sei un avversario valido."
Afferra delle bende e me le fascia attorno alle mani.
"Ehi! Non sei simpatico." Volto il viso nella direzione opposta. Non mi aveva mai chiamato scemo prima.
"E poi io non voglio essere quel genere di persona, quindi non aspettarti che faccia queste cose." Conclude serio, riordinando i vari strumenti usati per soccorrermi.
"Dovremmo imparare a parlarci di più." Rifletto ad alta voce, cercando di imparare qualcosa da questa situazione.
"La comunicazione è importante nella coppia, hai visto cosa è successo quando non facciamo del nostro meglio per onorarla."
"Sai cos'altro vorrei onorare in questo istante?" Lo tiro più vicino a me, sorridendogli malizioso.
"Lou! Sembri un adolescente con gli ormoni a mille. Ogni volta che ti sono vicino per un po'-"
"Stavo parlando di un bel massaggio con gli olii idratanti, ma se preferisci altro io sono disponibile comunque." Ammicco, adorando il modo in cui arrossisce e sbatte le palpebre più velocemente del solito.
"LOU!" Strilla imbarazzato, e non posso fare a meno di amarlo ancora di più.
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