Good Luck
Non'appena, Chase fece irruzione nella stanza del suo ragazzo, non esitò solo per un secondo a correre da lui. Gli allacciò le braccia al collo e a sua volta, il più grande con un sorriso a trentadue denti lo avvolse con le sue calde braccia.
"Mi sei mancato".
Mormorò il più piccolo, con lo zaino sulle spalle.
"Anche tu piccolo".
Appoggiò il naso nell'incavo del suo collo, annusando l'odore di lavanda che emanava la sua pelle calda.
Chase, si staccò da quell'abbraccio per poi guardare quegli occhi grigi stanchi che non riconosceva più e una fitta al cuore lo colpí. Li faceva male vederlo in quello stato, incatenato in quel lettino d'ospedale a lottare contro una malattia che giorno per giorno lo stava completamente divorando.
Guardò quel viso scarno e pallido, incontornato da quei capelli corvini che scompigliati gli ricadevano sulla fronte, glieli scostò. Il più grande li sorrise, per poi prendergli la mano e baciare le nocche.
"Che cosa mi racconti?".
Li chiese sempre con il sorriso.
Il più piccolo abbassò il viso, poi sedette sul bordo del lettino senza sottrarre la mano da quella dell'altro.
"La tua mancanza si sente a scuola, ma la cosa che me la fa sentire di meno è la consapevolezza che ogni volta che finisco lezione ti potrò vedere" rispose posando i suoi lucidi occhi castani in quelli grigi dell'altro.
Soltanto quando lo aveva vicino si sentiva bene e pensare che presto non sarebbe più stato così lo faceva sentire svuotato di ogni cosa.
L'Alpha gli accarezzò una guancia.
"Non devi attaccarti troppo a questo. Non potrà essere sempre così"lo ammoní dolcemente. Non voleva che diventasse un abitudine a cui appigliarsi e una volta che non ci sarebbe più stato, che avrebbe fatto?
Non voleva che la solitudine lo invadesse.
"Lo so, ma ogni volta che ci penso cerco di ignorare in tutti i modi questa possibile... eventualità" ribattè l'Omega, cercando di stare calmo, ma il solo pensiero lo terrorizzava. Non voleva e basta.
"Sono cose che non si possono evitare... Se devono succedere, succederanno, e non ci sarà niente per fermare questo corso".
Chase, non riuscendo più a sostenere quegli occhi rassegnati, guardò la porta bianca davanti a sé. Si morse l'interno guancia, e senza essere sgarbato ritrasse via la mano ancora tra le mani dell'altro.
"Ora devo andare, mi sono appena ricordato che devo ancora ripassare la tesina per l'esame "disse freddamente, con l'intenzione di allontanarsi al più presto da lí. Da lui. L'aria si era fatto troppo tesa e non aveva alcuna voglia di bisticciare.
Si alzò dal lettino e si diresse verso la porta
"Chase ..."
Lo richiamò il corvino, rilasciando un sospiro. Lo guardò sperando che il ragazzo non se ne andasse.
"Ci vediamo, Luke".
Disse solamente senza voltarsi, sentendosi sull'orlo di un pianto isterico e poi se ne andò. Lasciando il più grande a guardare con tristezza il vuoto.
***
"Terra chiama Chase".
Lo richiamò un Mason intento ad aiutarlo con lo studio.
Ma il castano, continuava ad avere la testa distratta, con i pensieri rivolti tutti da un'altra parte. Continuava a pensare il discorso che aveva avuto con Luke e questo lo destabilizzava.
"Scusami ma non ci riesco proprio, non è giornata"rispose incrociando le braccia al petto e guardando quei fogli sparsi sulla scrivania.
"Stai pensando a Luke, vero?".
Li domandò serio, scrutandolo con i suoi occhi giada.
Il più piccolo annuí.
"Non riesco proprio a capire perché si sia arreso così, perché non combatte?"
"Forse perché sa che non servirà a niente, ormai è chiaro che non gli manchi ancora tanto di vita. Sai, prima te ne farai una ragione e meglio sarà"disse, guardandolo con una luce diversa, se non per dire sinistra. Si passò una mano a scompigliare i capelli rossi.
Il castano, a quelle parole lo guardò con odio, per poi sbattere le mani sulla superficie in legno, ma senza fare trasalire l'altro.
"No. Non succederà non glielo permetterò. Non quando tutti voi vi siete arresi sin da subito. Io continuerò a sperare" alzò la voce, sentendo gli occhi pizzicare. Lui non si sarebbe mai arreso e avrebbe fatto di tutto per portare un poco di speranza anche nella persona che amava.
Il rosso, strisciò la sedia all'indietro e si alzò.
"Tu non vuoi solo accettare la verità. Ti ostini solo a credere in ciò che vuoi tu, ma facendo così non ti accorgerai che ti stai solamente autodistruggendo. Apri gli occhi e inizia una nuova pagina.
Concentrati su altro" .
"Cosa? Non starai mica dicendo sul serio, spero"disse in lacrime e con un cipiglio in mezzo alla fronte.
Il più grande gli si avvicinò, eliminò ogni distanza e senza preavviso lo baciò prendendolo dalle spalle. Chase, senza parole sgranò gli occhi poi con tutta la rabbia che provò, gli tirò uno schiaffo sulla guancia, facendolo allontanare di un passo. Il rosso si toccò la zona rossa, per poi sghignazzare.
"Te ne pentirai e cazzo se lo farai".
Lo minacciò, per poi uscire dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle.
Il castano trattenendo i singhiozzi di un pianto disperato, si sedette sulla sedia, per poi prendersi la fronte fra le mani. In quel momento si stava odiando e odiando il mondo intero. Aveva solo bisogno di un unica cosa anzi di qualcuno...
All'improvviso lo schermo del display del suo cellulare accanto a lui prese ad illuminarsi, sentí il cuore battere veloce e prendendo dei grandi respiri lo sbloccò, per leggere il messaggio che li era stato inviato, dalla persona che in quel momento voleva affianco.
"Ho bisogno di parlarti, raggiungimi per favore" lesse, asciugandosi le lacrime che ancora stavano scorrendo sulle sue guance.
***
Una volta che arrivò da Luke, piangeva ancora. Non si avvicinò, continuò a starsene in piedi al lato dei piedi del lettino. Il più grande appoggiato con la schiena al cuscino lo guardò ma senza riuscire a dire niente, li fece solo segno di avvicinarsi. Ma Chase non si mosse.
"Perché tutti parlano di te come se fossi già morto. Perché? E anche tu lo fai. Io sembro l'unico a non volerlo accettare. Mi sento così stupido e illuso, lo sai?" parlò con dolore, gesticolando con le mani e nel frattempo un tuono rimbombò.
"Perché e così. Guarda in faccia la realtà Chase. Non siamo in un cazzo di un film dove i miracoli avvengono da un giorno o l'altro. Quelli non esistono. E io mi sono arreso dalla volta in cui mi hanno detto che non mi rimane molto" ribattè marcando sulle ultime quattro parole, nel frattempo la rabbia si fece spazio in lui.
"Smettila di farti del male, presto io non ci sarò più. Non sarò più con te. E a quel punto cosa farai, getterai la tua vita nella merda? Ti rinchiuderai in qualche depressione? Diventerai un autolesionista? Dimmelo ti prego. Io sto impazzendo al solo pensiero che potrai farti qualcosa, ormai ti conosco, so come sei fatto. Sei così fragile, che potresti romperti in qualunque momento. E io non voglio questo. Non voglio che ti annulli per me. Voglio solo poterti vedere felice e più forte" aggiunse con la voce incrinata e con un groppo in gola difficile da mandare giù.
Chase lo guardò con rabbia, guardò solo per un istante verso la finestra, dove la pioggia aveva iniziato a scendere dal cielo e poi ritornò con lo sguardo sul ragazzo che non riconosceva più. Si inumidì le labbra con la lingua e incrociò le braccia al petto.
"Sai cosa? Non sono io a volermi aggrapparmi in qualcosa ma continuò solo a sperare e vivere con te gli ultimi istanti che mi rimangono con te... S-Sto solo cercando di darmi il coraggio di non crollare e speranza. Ma vedo che a te non importa, dal resto ti sei arreso, pensando solo al giorno in cui tu...."non riuscì a finire la frase, quella parola era troppo.
"Morirai. È questa la cruda verità, credi che mi senta tranquillo il solo pensare che ti dovrò lasciare. Il non sapere che cosa ti stai facendo? Ogni volta che penso a questo, sento che la mia anima non potrà mia volare in pace, non me ne andrò tranquillo. E odio tutto questo. Odio il fatto che non potrò vivere il resto della mia vita al tuo fianco" vomitò parole con voce spezzata dal dolore e una lacrima incontrollata scappò dai suoi occhi liquidi.
Chase, prese a singhiozzare. Dal resto nemmeno lui voleva. Voleva solo averlo al suo fianco e per sempre. Ma questo non era possibile.
Cercò di cancellare le lacrime che scendevano senza fermarsi, non riusciva a guardarlo.
"Vieni qua Chase, fatti stringere" .
Lo implorò, allargando le braccia. Voleva solo coccolarlo fino a fargli scomparire ogni traccia di dolore , intrappolandolo dentro di sè. Detestava vederlo soffrire.
Il più piccolo non se lo fece ripetere e corse da lui cercando il suo rifugio e l'unico che sentiva appartenergli. Si aggrappò disperato al camice d'ospedale, bagnando con le lacrime la parte della spalla. Il più grande pianse con lui, stringendolo forte a sè.
"Cazzo se ti amo Chase, e lo farò eternamente. Non lo dimenticare"aggiunse.
Il castano pianse ancora più forte sfogando tutto il dolore che sentiva.
"Voglio... darti una cosa".
Disse Luke, staccandosi da quel abbraccio, per poi slacciarsi il ciondolo che portava al collo. Era un piccolo cilindro, con un trifoglio all'interno in segno della buona fortuna. Ma ora era tempo di darglielo a colui che amava.
Chase, rimase di stucco. Riconobbe da subito quel ciondolo e Luke non se ne era mai separato, era un regalo dei suoi genitori.
E senza dire niente si protese verso il più piccolo e li mise il ciondolo.
"Buona fortuna, mio piccolo Chase e vivi anche per me"disse accarezzandogli la guancia.
Il castano prese il cilindro in una mano, stringendolo.
"Buona fortuna anche a te amore mio, ovunque andrai"rispose con un piccolo sorriso forzato.
Il corvino, lo baciò. Chase, gli allacciò le braccia al collo e chiuse gli occhi lasciandosi trasportare. Luke, lo prese dalla vita e lo fece mettere a cavalconi sulle proprie gambe, per poi stringerlo a sè. Un mano del castano finí tra i capelli del corvino, e il più piccolo, non perse tempo a unire le loro fronti.
"Lo sai che ti amo da morire, vero?
Li chiese il più piccolo, cercando di riprendere fiato.
"Lo so".
Rispose sorridendo.
"Ed è anche per questo che ti chiedo di non venire più. Non voglio che tu mi veda morire. Voglio solo lasciarti bei ricordi. Domani... All'alba tu dovrai essere fuori da questo posto"lo avvisò dolcemente, respirando fiato bollente sulla sua pelle. Anche se quelle parole gli erano costate tanto da dire. Non avrebbe voluto, ma aveva dovuto farlo, per il suo bene. Per il bene del suo omega.
Il più piccolo lo abbracciò, annusando un ultima volta il suo odore di vaniglia, imprimendolo bene nella mente e sentí gli occhi pizzicare. Non voleva farlo ma doveva rispettare il suo volere. Adesso voleva solo passare il resto della sua ultima notte con lui, voleva dormire abbracciato a lui, perdersi nel suo calore, affetto, e amore.
Chase, si alzò dalle sue gambe, solo per poi mettersi al suo fianco, abbracciandolo alla vita, in cerca di coccole come faceva un cucciolo. Luke, non si fece attendere, spense la lucetta sul comodino vicino, e poi si distese su un fianco con il volto rivolto verso quello di Chase, alzò la coperta per coprire entrambi e poi li sorrise e lo abbracciò, facendogli appoggiare la testa sul proprio petto, incastrando tra le proprie gambe quelle dell'altro. Li rubò un ultimo bacio a fior di labbra. E poi portò con una mano il viso di Chase, nuovamente al proprio petto. E così si addormentarono, senza sogni ma solo avvolti dal forte amore che provavano l'uno verso l'altro...
***
Un mese dopo....
Chase, con un mazzo di fiori bianchi si recò alla tomba dove riposava l'amato, guardò la sua foto e sorrise con le lacrime. Scosse il capo ricordando i loro momenti.
Poi si chinò, per posare le rose bianche sulla lapide, dove stava inciso il suo nome e l'accarezzò con i polpastrelli.
"Mi manchi, Luke Hills".
Mormorò mordendosi un labbro inferiore. Guardò un ultima volta la foto che ritraeva, il suo unico e solo amore, e tirò fuori dal maglione il ciondolo che ancora portava al collo. Non l'aveva mai tolto, quell'unico oggetto era ciò che gli rimaneva di Luke. Con quel ciondolo riusciva a sentirlo vicino a sé. Lo strinse fra le mani e sorrise con fare rassicurante. Luke, non lo aveva mai lasciato o almeno non del tutto, in un modo o nell'altro sarebbe sempre rimasto con lui, nel suo cuore.
Fine.
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