Poi le loro labbra si incollarono, e Altair poteva sentire quelle di lei morbide come petali di rosa, delicati ma tenaci, che con la loro forza avrebbero potuto distruggere quell'iceberg di punte acuminate che era la sua anima. Lui, considerato inumano, invincibile, senza sentimenti, nel momento in cui qualche secondo prima aveva incontrato le pozze profonde che erano gli occhi di Luna aveva scoperto quanta fragilità nascondesse la fredda maschera che indossava, e che in quell'attimo si era crepata, frammentandosi in milioni di pezzi. In quel momento, mentre la sua bocca era premuta contro quella di Luna e i loro respiri si mescolavano, l'intero universo sembrò fermarsi, con il fiato sospeso. In quell'attimo, mentre Luna ricuciva la sua anima a brandelli con fili di sogni e magia, le stelle brillarono più forti che mai ma, soprattutto, in quell'attimo Altair capì di non essersi mai sentito così fragile, stanco, spezzato. Così ingiustamente, terribilmente, umano.
Alla fine, la principessa era riuscita ad uccidere il cacciatore.