Chapter 5

Continuo a combattere finché non mi rompe due costole, facendomi inginocchiare dal dolore mentre mi sfila dalla tasca la provetta. Con uno scatto tiro un fendente con lo scudo sulla sua gamba, spezzandogliela. L'uomo urla e cade all'indietro, giù dal ponte. Metto lo scudo dietro la schiena e faccio per seguirlo e buttarmi nel vuoto per recuperare la provetta nonostante il dolore ma non riesco neanche a buttarmi che arriva lui.
-TAYLOR!
Un urlo mi raggiunge e in men che non si dica mi ritrovo a penzoloni sul vuoto, una mano mi tiene per lo scudo tenuto a mo di zaino e non appena alzo lo sguardo vedo il ragazzo ragno che con la mano libera crea le ragnatele per giocare a Tarzan tra i palazzi.
-Lasciami!
Protesto io, sentendo solo più dolore al costato. Sento il panico che si impossessa di me non appena capisco che la provetta ora è chissà dove nelle mani sbagliate.
Tutta per colpa di questo insetto rosso.
Se non mi avesse preso mente stavo per volare giù dal ponte forse avrei visto il tipo oppure sarei stata in grado di rintracciarlo, e invece no!
-Spiacente Taylor, ma non posso lasciarti a piede libero mentre picchi persone innocenti.
Oh ma dai, adesso pensa che io sia quella cattiva?! Che diavolo di casino.
Lui intanto continua a portarmi fuori dai Queens, dirigendosi verso i miliardari di Manhattan.
Io voglio la mia provetta, vivo per proteggerla e adesso arriva questo ragazzo che crede che io picchi la gente a caso solo per il gusto di farlo?! Lo odio.
Vedo il terreno lontano dai miei piedi e non mi spavento affatto del sentirlo mentre si cimenta nelle sue acrobazie con le sue ragnatele.
Volteggiamo fino ad atterrare su di un terrazzo abbastanza alto, posso vedere tutta New York da qua. Brooklyn, Queens, Boston, il mio Bronx e Long Island si vedono da qua su.
Il ragnetto mi si avvicina e allunga fulmineo una mano verso di me, ritrovandomi le mani unite da una delle sue ragnatele come se fossi in manette.
-Dove siamo insetto?
Si avvicina e con un gesto mi invita a camminare davanti a lui mentre si toglie la maschera, rivelando il volto da ragazzino che ne ha viste tante.
Per assicurarsi che cammini senza fare scherzi poggia una mano sul centro del mio scudo, spingendomi.
-Chiamami Peter.
-No, ti chiamo insetto. Adesso dimmi dove siamo.
Lui sbuffa e entriamo nei corridoi del grattacielo.
-Stark Tower.
Mi ghiaccio sul posto e lui con uno spintone mi incita a proseguire. Da Tony Stark mi ha portato? Perché? So che lui è sotto contratto col governo e che la sua squadra di eroi si è sciolta, ma non vorrà rinchiudermi nel carcere di massima sicurezza vero?
Arriviamo fino ad arrivare a quello che presumo sia il laboratorio del geniaccio.
Peter ci fa entrare senza alcun problema, ma subito la voce di Stark ci chiama alla nostra destra.
-Spiderino che ci fai qua? Zia May non ti ha insegnato che bisogna bussare prima di entrare?
Trattengo una risata al nomignolo che gli ha dato e guardo di sbieco Peter che arrossisce e guarda con occhi sognanti Tony Stark che, in tutta la sua bellezza, si avvicina a noi squadrandomi con fare calcolatore.
-Ne ho trovata un'altra signor Stark, l'ho beccata mentre picchiava con lo scudo un barista e cercava di far cadere giù un uomo da un ponte.
Un po' meno specifico, grazie.
Lo guardo male e cerco di divincolarmi, ma prontamente Peter mi afferra per lo scudo e mi fa rimanere ferma mentre Stark mi gira attorno per esaminarmi.
Io devo recuperare la provetta, a tutti i costi.
Guardo con aria di sfida il magnate che allunga un braccio verso la sua scrivania e afferra un bastoncino di legno, poggiandolo sotto il mio mento per farmi alzare il viso.
-Bene, portala al recinto, non sarà diversa dagli altri.
Fa lui tutto serio e freddo.
Io con uno scatto tolgo il viso e mordo il pezzo di legno, spezzandolo in due parti uguali che cadono sul pavimento. Sorrido spavalda e provocatoria a Stark che mi fissa con un sopracciglio alzato e un po' incredulo. Io sono diversa da tutti, che se lo ficchi bene in quel testone.
-Un osso duro vero? Bene, ti farò sparire quel sorrisetto dalla faccia vedrai.
Fa un cenno a Peter e mi rivolge un'ultima occhiata severa, tornando ad armeggiare con la sua armatura. Quanto è cambiato Tony Stark da quando ha firmato gli accordi? È più freddo, senza cuore e stronzo di prima.
-Avanti Spiderino, ubbidisci al tuo padrone, fai il bravo cagnolino.
Lo prendo in giro prima di uscire dal laboratorio e Peter non mi da corda, scortandomi verso una stanza quadrata con un vetro che lascia vedere l'interno.
Così questa stanza sarebbe 'il recinto', che nome ad effetto.
Ignoro il dolore alle costole e il ragnettino mi fa entrare nella stanza, obbligandomi a sedere sopra lo sgabello più scomodo del mondo.
-Io adesso vado a togliermi il costume, il signor Stark arriverà a momenti per darti una bella lezione e ti consiglio di non fare come prima perché rischieresti troppo.
Mi sorride timido ed esce a testa bassa dalla stanza, mormorando un 'ciao' prima di sparire dalla mia vista.
Perché si lascia comandare così a bacchetta da Stark? Non ci prova neanche a ribellarsi? Diamine, è un ragazzo libero con straordinari poteri, un po' di carattere!
Lo odio con tutta me stessa perché per colpa sua adesso siamo tutti in pericolo, ma voglio anche capire perché piega così facilmente la testa ad un ordine.
La porta si riapre e vedo Stark munito di camicia con sopra una giacca smanicata beige, cravatta rossa, occhiali specchiati, pantaloni scuri e mocassini ai piedi.
Il suo sguardo è spento e vedo ciò che il governo lo costringe a fare, dopo aver saputo che gli eroi ribelli erano riusciti a fuggire dalla prigione scommetto che lo stanno punendo e obbligando a catturare ogni eroe ribelle.
Mi alzo, le mani ancora legate e possiamo dare inizio alle danze.

*allora, mi dispiace mettere Tony dalla parte del cattivo ma serve in questo caso, poi sappiate che nei fumetti Stark sfrutta Peter molto più seriamente che in Civil War, e io posso solo dirvi che incrementerò questo fatto a modo mio. Potete prepararvi psicologicamente. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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