Chapter 11
-Un altro giro!
Metto la monetina nel buco e automaticamente il go-kart inizia a muoversi. Rincorro Peter che è in testa davanti a me, il vento notturno che ci schiaffeggia la faccia fino a farsi male.
Ridiamo insieme mentre ci rincorriamo e le persone fuori dal circuito aspettano il loro turno, il commentatore allegro che fa da telecronaca.
Afferro il freno e lo tiro leggermente per curvare meglio, accorciando la nostra distanza.
Nessun casco, nessuna precauzione, solo il mondo che ti sorride.
Per una volta staccare dalla costante sfida contro la morte fa bene proprio a livello di salute, come una risata. La morte ci aspetta tutti, ma può essere elusa.
Non appena finiamo il giro l'insetto mi porta dove si tira al bersaglio e lo osservo mentre imbraccia un finto fucile e cerca di far cadere più lattine possibili, le luci e i colori delle giostre che ci circondano.
Ha un viso così dolce, Dio gli sorriderà.
Forse so anche come fargliela pagare per avermi messo in questo casino da cui sto lentamente uscendo fuori anche grazie a Tony che mentre noi ce la spassiamo starà concordando con i governi del mondo per non farmi andare in prigione, è davvero bravo.
Da quello che ho dedotto lui e Peter sono amici, ma Stark a volte tende a sfruttarlo troppo per i suoi scopi, quindi alla fine non è davvero bravo.
Finché si parla di piccoli favori va bene, ma rischiare di farlo morire perché non ci si vuole sporcare le mani è un altro. Spiderino però lo osanna come una divinità e quasi è felice di farsi comandare dal magnate, per questo sono qua che cerco di portarlo con me, nella libertà.
Peter con un sorriso trionfante mi risveglia dai miei pensieri, dandomi un peluche a forma di ragno, però adorabile.
-Ecco perché sei ancora single.
Sentenzio io fissando il peluche.
-Così quando non ci sono puoi pensare a me.
Lo guardo con un sopracciglio alzato. Molto divertente.
-In realtà quando non ci sei cerco di sopravvivere alla fine del mondo.
-Fine del mondo?
-Si beh, Tony Stark. Tra lui e l'apocalisse non c'è molta differenza alla fine.
Peter ride e mi accompagna dove vendono lo zucchero filato e quando me lo porge per poi prendersi il suo e pagare io inizio a spolpare questo batuffolo rosa.
È come mangiare le nuvole.
Mi prende per mano e stranamente non mi infastidisce, mi rilassa. Lascio che le miliardi di luci mi entrino negli occhi per perdermi nel dolce caos delle giostre che adoro.
Non mi accorgo neanche di essere salita sulla ruota panoramica che lentamente sale verso l'alto, il paradiso.
Sposto il mio ciuffo nero e lascio che la bellezza di New York vista dall'alto si rifletta nelle mie iridi. Spiderino fissa anch'esso il panorama mozzafiato.
-Com'è?
Chiede lui.
-Mi hai stupito insetto.
-Non puoi chiamarmi Peter Parker per una buona volta?
Faccio finta di pensarci su.
-Sinceramente no, ma grazie per aver rivelato il tuo cognome, adesso posso chiamarti in un altro modo.
Parker si finge offeso e continua a mangiucchiare il suo bon bon rosa mezzo mangiato e intanto la ruota si abbassa, china la testa.
-Hai finito?
Presa da tutto il mio coraggio mi sporgo verso di lui per stampargli un bacio sulla guancia per poi guardare davanti a me come se nulla fosse successo.
Ghigno quando vedo con la coda dell'occhio le guance di Peter tingersi di rosso e guardarmi con due occhi misti tra lo stupito e l'adorante.
Non appena scendiamo torniamo verso casa Stark.
-Preparati Parker, domani partiamo.
-Dove?
-Iniziamo a cercare il siero e se vuoi davvero ottenere il mio perdono dovrai seguirmi.
*prima ora: interrogazione di storia. Mi sono offerta volontaria da brava Grifondoro e ho preso 9, quindi bell'inizio scolastico. Torno a casa e mi guardo due volte la 2x04 di Sherlock perché mi voglio male. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.
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