5.Pour It Up
"Che ore sono?" Pensai. Mi risvegliai dopo una notte di festa pazzesca, il Red Bottom era davvero un locale pazzesco. Guardai la mi sveglia, le 9:30. MERDA. La prova costumi della sfilata, mio Dio, sapevo che qualcosa sarebbe andata storto. Corsi nella doccia e nel mentre chiamai mia madre dicendole che sarei stata allo studio in orario e che non aveva di preoccuparsi lei farfugliò qualcosa riguardo Isidro e del fatto che volesse vedermi. Isidro. All'improvviso nella doccia mi tornò tutto in mente, il drink, i nostri corpi e soprattutto la sigaretta...
"Hai da accendere?" Isidro mi guardava intensamente, "Ecco a te" gli dissi mentre gli passai la mia clipper. "Veramente carina, "I'm a Bossy Bitch" disse osservando il mio accendino "Ti si addice proprio" ridacchiai, mentre recuperavo il pacchetto delle Marlboro dalla pochette, presi una sigaretta e poi Isidro mi fece accendere. "Una ragazza per bene come te non dovrebbe fumare." Disse con finito tono ammonitore, "fa male alla salute". "Da che pulpito arriva la predica" dissi sarcastica, "Dovresti vedermi mentre fumo i sigari." Ridacchiai. "Ti è piaciuto ballare?" Mi disse. "Sei un gran ballerino, non posso negarlo." Dissi aggiustando le strisce di diamanti del mio vestito. "Anche tu non sei niente male, mi hai seguito perfettamente, un buon conducente non è nulla se la persona con cui balla non si fa condurre" disse e si avvicinò a me. I nostri visi erano vicinissimi, il suo fiato caldo era sul mio collo, "Eres maravillosa esta noche, princesa" E mi appoggiò al muro, le sue braccia cingevano i miei fianchi. Stava giocando con i miei sensi, mi ricominciò a baciare il collo. "Isidro, non credi che sia presto per farlo davanti ad una discoteca? Almeno la prima volta nel letto" dissi allontanandolo. Non so perché ma non riuscivo a lasciarmi andare, non riuscivo a pensare ad una cosa di una sera. Il pensiero che Isidro volesse avermi solo per il mio corpo mi dava il voltastomaco. Mi allontanai, spostandomi dalla morsa. Era strano, non mi ero mai rifiutata davanti a un po' di divertimento, nulla di trascendentale, ma comunque un bacio non è nulla di che. Era stranissimo. Era come se non volessi quello da lui. Era la prima volta che mi sentivo cosi... "Scusami Isidro, devo andare." Dissi allontanandomi ma lui mi riportò vicino prendendomi per un braccio. Quando mi ebbe davanti i miei occhi incontrarono i suoi. "Jess scusami, non volevo farti sentire un pezzo di carne. L'alcol mi ha dato un po' alla testa." Disse lui rammaricato. "Ti perdono, principe." Dissi. l'alcol fa fare strane cose, ti fa perdere la cognizione delle cose. "Ti va se andiamo in macchina? Con un po' di musica? Stiamo più tranquilli." Mi carezzò la mano e io potetti solo annuire. In quel momento vidi qualcosa, come un'ombra sul viso di Isidro, qualcosa di più oscuro che semplice dispiacere. Ci avvicinammo ad una Ford Mustang nera, un vecchio modello ma aveva sempre il suo grande fascino. Isidro mi aprì la portiera e mi fece entrare. "prego." Fu secco. Io mi accomodai senza replicare. Lui entrò al posto del guidatore e si sedette senza dire una parola. A quel punto non ce la feci più "Isidro, va tutto bene?" Gli dissi seria, in quel momento non c'era spazio per gli scherzi, quel ragazzo aveva qualcosa che lo stava opprimendo. Lui rimase un po' assorto nei sui pensieri per poi uscirne con un "Eh? No, no tranquilla tutto bene. Mi gira solo un po' la testa." Disse appoggiandosi al sedile. "Ehi, ti va se sentiamo un po' di musica?" Disse. "Puoi collegare il tuo telefono via bluetooth. Impianto stereo completamente riconfigurato." Disse così fiero di se, come un bambino che mostra il suo giocattolo nuovo. Io annuì e connessi il mio telefono via bluetooth. Decisi per Phisical di Dua lipa. "Common love isn't for us" iniziai a cantare. Dua lipa aveva fatto un album da paura, lui mi guardava e ridacchiava. "Cos'hai da ridere? È un gran bel album." Lui alzò le mani in segno di resa. "Nulla, nulla ma mi sarei aspettato qualcosa di più oscuro. Non so, forse Beyoncé, sei bella quanto lei." Io? Beyoncé? Si la adoravo, era la mia ispirazione ma essere bella quanto lei, parliamone. Non che non fossi fiera di me e che non sapessi quanto fossi bella, ma quella è una bellezza inarrivabile. "Io e Beyoncé? Potrei essere la sorellastra. Quella meno bella." Ironizzai. Lui mi prese il viso. "Beyoncé è bella ma tu sei vera, e questo ti fa volare in alto." Disse lui di punto in bianco. "Ti... ti ringrazio" mi sentii strana, nessun ragazzo mi aveva detto qualcosa di simile. Alla fine rimanemmo a sentire musica e chiacchierare della nostra vita fino a tarda notte, quando Ashanti si avvicinò al finestrino della macchina di Isidro e mezza ubriaca mi disse. "Jess io stasera torno più tardi, tu se vuoi vai, tranquilla, io sono in OTTIME MANI." Disse, io la guardai stranita. Non l'avrei lasciata andare ubriaca con chissà chi! "Ah ah, no Ash, tu vieni con me." Salutai Isidro che mi guardò che per chiedermi di restare altri cinque minuti come fanno i bambini quando vogliono rimanere a letto un po' in più. "Mandami un messaggio quando arrivi, così so che sei arrivata a casa." Disse e io annuii. Tutto sommato dopo una notte di confidenze un messaggio potevo anche mandarglielo. Posai Ash in macchina e recuperai la pelliccia prima di rimettermi al volante per tornare nel traffico infernale della città. Dopo aver posato Ash che mi schiaffeggiò perché "MI HAI TOLTO UN'OPPORTUNITÀ, ERA DI COLORE!" Tornai a casa e, dopo essermi lavata e preparata per la notte gli scrissi "Sono a casa, viva e vegeta, Buenas Noche" e mi addormentai ripensando alla serata passata...
"...Quindi preparati princesa, sarò lì tra pochissimo" venni risvegliata dai miei ricordi e non ebbi neanche il tempo di chiedere che la chiamata era terminata. Avevo compreso solo una cosa, Isidro sarebbe stato lì in poco tempo ed io ero in ritardo, terribilmente in ritardo. Volai nella doccia e mi preparai in tempo record, felpa e jeans, non si sbaglia mai, e trucco leggero, ci avrebbero pensato al trucco e parrucco. Non ebbi il tempo di bere un sorso del cafecito cubano di mia mamma che un clacson suonò da sotto il mio palazzo... Mi affacciai e vidi Isidro. "Mi farai aspettare a lungo?" Scossi la testa, presi telefono e borsa e uscii di casa pronta per un'altra giornata...
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