2. Wow Que Rico
Finalmente riuscii a prepararmi nella maniera desiderata. Quel ragazzo mi aveva irritato non poco, speravo che i modelli mi avrebbero tirato un po' su. Avevo indossato un completo nero abbastanza scollato che mia madre aveva scelto a posta, avevamo bisogno di scatenare un po' di reazioni, insomma non si vende se non si vede. Per quanto riguardava il make up avevo solo applicato il rossetto che, avendo mangiato, aveva sbavato. Non appena fui pronta, presi il mio giacchetto e mi diressi verso l'ufficio di mia madre al piano di sopra, pronta per giudicare los chavalitos... L'ascensore mi portò in una sala molto ben decorata in stile giapponese, sembrava una palestra dei pokémon a dire la verità, ma io adoravo l'ufficio di mia madre, diffondeva stile ed energia positiva da ogni angolo. Sentivo la voce di mia madre che eliminava già un primo gruppo di ragazzi che vidi uscire dalla porta. << Mi dispiace ragazzi, sarà per la prossima volta.>> Ero davvero dispiaciuta, erano strepitosi. Mia madre avrà fatto uso di stupefacenti prima di venire qui... Arrivai davanti alla porta della sala riunioni e, prima d'entrare, mi sistemai i capelli scuotendo la testa. Girai la maniglia ed entrai nella stanza. Era il paese delle meraviglie! I ragazzi lì dentro erano delle divinità greco romane in intimo. Sul mio viso apparve un sorriso malizioso, il pomeriggio sarebbe stato interessante. Mia madre mi vide e sorrise vedendomi indossare il completo che aveva disegnato per me. << Ragazzi, lei è mia figlia, Maria Jesus. Sarà vostra compagna nello shooting e, per la prima volta, una diavoletta alla Juanita's Revelation's fashion show.>> Le sorrisi. Non vedevo l'ora di diventare una diavoletta. << Buon pomeriggio ragazzi.>> Squadrai i ragazzi uno ad uno finché non ne notai uno in particolare: lo stronzo dell'entrata, era uno dei modelli! Il suo sguardo incontrò il mio per un attimo e mi fece l'occhiolino. Dovevo ammettere però che in intimo era molto meglio... << Siamo alle battute finali.>> Iniziai a camminare davanti a loro con passo suadente, dovevamo capire le doti... << Oggi farete tutti parte di uno shooting.>> Mi fermai e misi una mano su di un fianco. << ...Con me come direttrice.>> Prima di tutto volevo conoscerli così mia madre li mise in fila uno dietro l'altro in modo che potessi trovare i loro documenti e vederli per bene. Vari ragazzi vennero e si presentarono tentando di ammicare, senza capire che però io ero inflessibile quando si trattava di lavoro, l'azienda di famiglia era la cosa più importante per me. << Bene, Carlos, tutto a posto. Accomodati.>> Il ragazzo annuì e si mise su uno dei divanetti, era tra i più dotati, quindi per me era già tra i confermati per lo shooting finale. Misi una un cerchietto sul nome di Carlos, assolutamente confermato. << Princesa...>> Una voce suadente mi fece alzare lo sguardo. Era lui, lo stronzo. Dalla cartella scoprii che il suo nome era Isidro Lopez, originario di Guadalajara ma che viveva nel Bronx da dieci anni. << No soy tu princesa. >> Dissi con freddezza. << Per te sono la signorina Carter, sono stata chiara.>> Notai i suoi occhi, era stupito. << Scusami, Maria Jesus. In realtà volevo chiederti scusa per prima.>> Sembrava sincero, aveva veramente degli occhi belli, un bel tono di verde, molto particolare. Durante la sfilata avrebbero spaccato i riflettori. Inoltre il capello castano, arruffato e disordinato gli donava un aspetto pericoloso, sarebbe stato l'idolo delle masse. << 22 anni, originario di Guadalajara...>> Annuì, con un sorrisetto onnipresente. << Pratichi sport? Judo, Pugilato?>> dissi. << Boxe.>> la voce era veramente bella e profonda, ma Maria Jesus non perdona così facilmente chi è stato uno stronzo. << Hai davvero una bella Jota...>> Mi disse, << Sud Americana?>> mi chiese. << L'ultima volta che ho controllato non ti riguardava.>> Gli sorrisi. << Hasta pronto.>> Uno sguardo sorpreso apparve sul suo viso pima che si girasse e si accomodasse su di una poltroncina. Sistemai tutti i fogli e feci un cenno a mia madre, che si aprissero le danze. << Che il servizio fotografico abbia inizio!>> Arrivai davanti al telo bianco e tolsi il vestito nero rimanendo in intimo, ormai ero una modella da tempo per mia madre, non mi faceva più alcun effetto. Feci vari scatti e molti dei ragazzi si rivelarono veramente esperti del settore, soprattutto Carlos, lo sapevo che il ragazzo doveva essere confermato. Arrivò alla fine il turno di Isidro, mi si avvicinò con fare timido, era abbastanza impacciato, eccoti ti ho già schiacciato, chico pensai... Avevo scelto la posizione da fargli assumere, così presi un puff moderno e lo piazzai davanti a lui. Lui mi lanciò uno sguardo perplesso. << Metti la gamba qui.>> Dissi con tono pragmatico, volevo divertirmi... Lui seguì le indicazioni ma non ottenni l'effetto desiderato così presi l'interno coscia e lo alzai un po' di più in modo che gli addominali spiccassero di più. Isidro parve abbastanza imbarazzato. << Se mi tocchi così non rispondo delle mie reazioni...>> Disse con tono ammiccante. << Bhe, la tua reazione non mi pare comunque quel granché.>> Dissi con aria maliziosa. << Ho visto cose più grandi.>> Lui mi prese e mi strinse a se facendomi sentire la mascolinità. Feci un cenno al fotografo di scattare immediatamente. << Perfetto.>> Dissi staccandomi dalla morsa delle braccia di Isidro. << Ti ringrazio, ti faremo sapere presto.>> e feci ciao piegando la mano. Lui mi guardò in maniera stranita, si bello, ti ho usato per il tuo istinto. I ragazzi, così prevedibili...
Dileguammo i ragazzi dalla sala dandogli il tempo di cambiarsi, lasciando così a me e a mia madre del tempo per deliberare su chi era più adatto tra i vari pretendenti. << Mi piacciono molto Felipe e Isidro.>> Mia madre annuì mentre vedeva gli scatti. Carlos non poteva essere escluso... << Se devo essere sincera preferisco Carlos, Felipe è un pesce morto. Concordo su Isidro, è istintivo e mi piace.>> Dissi. << In ogni caso prendiamoci del tempo, la sfilata è a novembre e l'ospite: Beyoncé.>> Disse, mia madre, esplodendo in un vulcano di gioia. << Cosa?!>> esplosi ero emozionatissima! Adoravo Beyoncé, mia madre l'aveva vestita più volte e di conseguenza l'avevo incontrata più volte. << Non possiamo sbagliare.>> Le urlai. L'ansia, mia cara amica, era tornata. <<Non preoccuparti piccolina...>> Mi strinse. << Andrai benissimo e tutto filerà liscio come l'olio...>> Poi mi prese il viso tra le mani. << Andiamo da Starbucks? ho voglia di un Vanilla Beam.>> Le dissi facendole la faccia da cucciola. << Va bene, te lo sei meritato. Sarai una fantastica direttrice un giorno. Sai come trattare gli uomini.>>
<< Tesoro, è ora di chiamare i prescelti.>> Mia madre mi chiamò. Ero rintanata in camera tentando di finire i compiti di giapponese. Hachi no Hanashi... Maledetto cane, spero che avesse le pulci... Mi alzai più che volentieri. Vidi mia madre con due bicchieri di cioccolata, ero attenta alla linea ma alla cioccolata di mia madre non si può dire di no. Quel ragazzo, Isidro, mi aveva rimasto molto perplessa, volevo sapere qualcosa in più su di lui, cosi mi venne un'idea... << Mamma voglio avvisare Isidro di persona. Sai mi sembrava tanto impacciato, gli farà piacere.>> Mia mamma sorrise. << Davvero una bella idea ma ...>> la voce gli si fermò in gola. << Vive nel Bronx.>> Io la guardai beffarda. << Mamma, credi davvero che non riuscirei a fermare dei ragazzi?>> Annuì. << Va bene, ma qualsiasi cosa succeda, chiamami all'istante.>> Mi rigirai ed andai a cambiarmi. Avevo letto sulla cartella che alle 16 di ogni martedì, venerdì e sabato si allenava in una palestra vicino la third avenue. Mi vestii rapidamente, indossando un completo sportivo, già che andavo in palestra, ed indossai i miei stivali per sembrare pericolosa. Misi il rossetto Chanel rosso e un filo di eyeliner, molto rapidamente. Presi la mia felpa della Versace di mio padre ed uscii di casa di corsa. Il traffico quel giorno era davvero impetuoso, incredibile. Man mano che mi allontanavo dalla sfavillante Manhattan, le strade si fecero grigie e vuote, terribilmente vuote. Quelle strade mi mettevano ansia, ma in poco tempo arrivai alla palestra. Non appena uscii dalla macchina sentii dei fischi provenire dal marciapiede, dei rifiuti sociali mi fischiavano, che degrado... Raziel's Body Gods Gym, il nome promette belle cose. La mamita es feliz. Move your body di Sia si poteva sentire in tutta la palestra, adoro il puttan pop. L'edificio era a due piani, non molto curata a dir la verità, ma molto bella. Mi diressi alla reception dove una ragazza si affilava gli art... Si limava le curatissime e lunghissime unghie. << Salve, sto cercando Isidro Lopez, fa boxe qui, giusto?>> La ragazza alzò il sopracciglio. << Bellezza, cerchi Isidro?>> Mi fece segno. << Corridoio a destra, vai fino in fondo. Si trova sul ring.>> L'accento del Texas mi fece intendere che non fosse di New York. << Grazie.>> Le dissi, mi fece un sorrisetto e mi diressi verso il ring. Il corridoio mi portò verso una sala vuota contenente solo un ring e degli armadietti. Isidro era lì mentre prendeva a pugni il saccone, indossava solo dei pantaloncini larghi che arrivavano al ginocchio. Mi misi in disparte dietro agli armadietti per guardarlo, era una furia inarrestabile. Maria Jesus, come sempre il tuo intuito non sbaglia mai. Lo vidi fermarsi un attimo così ne approfittai per uscire dal mio nascondiglio e mi diressi verso di lui. << Hola Chico.>> Dissi, lui si voltò e mi sorrise, indossava il paradenti, che carino. Mi alzò le molle del ring facendomi segno di salire. Non fu semplice con i tacchi ma riuscii nell'intento. Si tolse il paradenti per parlare più chiaramente, era sicuramente sorpreso di vedermi, chi non lo sarebbe? << Princesa, cosa ci fai qui?>> Era seduto di fronte a me. << Ti volevo annunciare che sei stato scelto per partecipare alla sfilata di Parigi e come modello dello shooting ufficiale...>> Misi una mano sul fianco. << Con me.>> Fece un sorriso beffardo. << Non avevo dubbi, Princesa.>> Mi prese la mano e lo feci alzare. Si asciugò la fronte con l'asciugamano che portava attorno al collo. << Come mai sei venuta fino a qui per dirmelo, non avrei dovuto ricevere una telefonata?>> Disse con aria beffarda. << Mia madre ci teneva che te lo dicessi di persona.>> Dissi la prima cosa che mi passava per la mente. << Non credo, sono un ragazzo pericoloso del Bronx. Non sono il genere di ragazzo che una madre vuole per la propria figlia.>> Mi prese da dietro e mi abbracciò. << Non è che avevi voglia di vedermi invece?>> Aveva fatto centro, incredibile. << Bene, non ti toglierò altro tempo.>> Mi staccai dalla morsa intenta ad andarmene. Lui mi prese per il braccio. << Ho finito Maria Jesus.>> Disse, e mi riportò a se. << Non andartene. Allenati con me.>> Mi sorrise maliziosamente. Non potevo rimanere in quella stanza, non volevo ma qualcosa mi fece annuire, forse avevo veramente voglia di stare con lui. << Va bene, voglio prendere a cazzotti quel saccone.>> Dissi determinata. Andavo in palestra tre volte a settimana, non mi avrebbe fermato. Lui mi porse i guantoni ed io tentai d'indossarli ma feci la finta tonta affinché me li sistemasse lui. << Lo hai mai fatto prima?>> Mi disse ridacchiando. Io risposi << No.>> Il che era la verità. Si mise accanto a me e mi prese le braccia. << Alza la guardia.>> Disse alzando un braccio all'altezza del viso. << Piega...>> Piegò l'altro braccio. << E colpisci.>> Disse ed io colpii il sacco con forza. << Hai forza, nena.>> Mi disse applaudendo. Feci un inchino breve e mi rialzai. << Bene, ma non posso trattenermi ancora.>> Disse mentre raccoglieva le sue cose. <<La metropolitana passa tra mezz'ora, ho giusto il tempo di una doccia.>> Ero leggermente delusa, mi sarebbe piaciuto rimanere ancora... << Hey, princesa, ci vedremo sicuramente.>> Gli presi il braccio. << Se ti va, sono venuta qui con la macchina. Posso darti un passaggio io a casa.>> Lui sorrise. << Ho capito che volevi rimanere ancora con me.>> Lo guardai con uno sguardo truce. << Non direi. Solo mi dispiace che tu debba prendere la metropolitana tutto sudato...>> Lui ridacchiò. << Hai vinto, dammi 10 minuti.>> E senza che potessi replicare mi diede un bacio sulla guancia e scappò verso le docce. Dieci minuti dopo vidi Isidro pronto fuori dalle docce, indossava una felpa della Alcott, un paio di jeans chiari e un paio di vans. Sulla spalla portava il suo borsone. Mi vide dalla scalinata e mi fece un cenno. Iniziai ad uscire dalla palestra e mi diressi verso l'auto. Entrai e mi distesi sul posto di guida. Accesi la radio e "Into You" di Ariana Grande esplose come una bomba. Pochi attimi dopo la porta dell'autovettura si aprì e vidi Isidro che entrò sorridendo. << Allora, princesa, si va a casa mia o a casa tua?>> Disse malizioso. << E se andassimo ognuno a casa propria?>> Dissi imitando il suo tono. << Jess, è uno sballo questa macchina.>> Sembrava un ragazzino in un negozio di caramelle. Si girava intorno con aria meravigliata. << Mercedes classe A.>> Dissi sognante e fiera di me. << La mia bambina.>> Corsi tra la playlist del CD e mi fermai quando sentii la voce di Nicki Minaj cantare Super Bass. Isidro, seduto accanto a me parve quasi esplodere. Non sapevo se gli piacesse questo genere musicale ma decisi comunque di farlo intromettere nel mio karaoke improvvisato, porgendogli la spazzola che tenevo nel cassetto. Lui lo prese ed iniziò a cantare la parte rap del brano. . Io lo guardai incredula. << E tu sapresti Super Bass di Nicki Minaj perché?>> Lui mi lanciò uno sguardo perplesso. << Non è che la segua assiduamente. Alcune canzoni sono belle e ha un bel culo.>> Io lo guardai di sottecchi, bel culo, era tutto protesi. << Credo tu sappia che è rifatto, no?>> Lui mi guardò scandalizzato. << Non è vero!>> Io gli sorrisi. << Si, invece.>> Lui mi lanciò uno sguardo malizioso. << Devo dire che ne ho visti di migliori oggi.>> Premetti istintivante sul pulsante cambiando canzone. Dopo dieci minuti in macchina arrivammo davanti il palazzo di Isidro. << Grazie del passaggio chica delivery!>> disse. Io gli sorrisi. << Cuando quieras.>> Chiusi la porta, ma lui la riaprì con prontezza. << Non è che ti piacerebbe venire con me ad un party una di queste sere?>> Mi guardò ammiccante. << Quando?>> dissi. Lui ci pensò su poi mi disse. << Domani.>> Non ebbi il tempo di annuire che disse. Bene, pensai, avrei avuto qualcosa da fare...
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