✦ 𝙈𝙚𝙢𝙤𝙧𝙞𝙚𝙨
Settembre
«Seriamente?» domandò (T/n), mentre con ansia afferrò il cartoccio di latte e lo finì tutto in una sola volta. Posò il contenuto vuoto sul vassoio, iniziando a consumare le altre cose che aveva scelto per il pranzo alla mensa.
Chiaki alzò un sopracciglio, rimanendo come stupita della sua reazione. «(T/s), non ricordi davvero niente della serata di due giorni fa?» afferrò il suo bicchiere d'acqua finendolo tutto in un solo sorso, sperando potesse andargli di traverso e dimenticarsi della situazione.
«Se mi hai detto che ero ubriaca come pretendi che possa farlo? lo sai che quando succede il mio cervello resetta tutto.» diede un forte morso al panino con la mortadella, pensando a come sviare il prima possibile la conversazione.
«Ti stavi facendo uno, e se non intervenivo io ti saresti fatta scopare nei modi più assurdi!» battè le mani con forza nei bordi del tavolo, attirando l'attenzione degli studenti situati nelle vicinanze, mentre anche loro chiacchieravano della serata e discutevano di vari gossip scolastici.
«Non esageriamo, non la do' così facilmente. Sei tu che ti preoccupi troppo.» stavano ancora discutendo di quella serata in discoteca, dove per poco Chiaki non impazziva e (T/n) non finiva in una situazione imbarazzante.
Le aveva rotto il cazzo per tutta la giornata successiva, e si lamentò pure che le rispose in ritardo di sei ore ai suoi messaggi.
Alla fine quella notte Jean li venne a prendere tutti e quattro, accompagnando prima Chiaki che insisteva inventando scuse di ogni tipo.
Poi il secondo fu Connie, che prese a prendere in giro la ragazza per i suoi modi di fare così strambi. Sasha venne riportata a casa come terza, e quando la (C/c) rimase in macchina con il loro amico per almeno 20 minuti le porse svariate domande.
«Ma parliamo di te.» riuscì a cambiare argomento, e notando il suo sguardo meschino la mora si irrigidì. Strinse con più forza il bicchiere d'acqua, e drizzò la schiena.
«Che tipo è la tua amica Chiaki?» le chiese Jean, mentre svoltava il volante verso sinistra girando ad un incrocio. Sudò freddo, sapendo dei repentini flirt nei suoi confronti. Giocherellava con una ciocca di capelli della treccia ormai sciolta quasi tutta, sembrando più una coda bassa, sentendo l'agitazione crescere.
«Sei sempre stata una ragazza molto diretta, che preferisce dire le cose in faccia piuttosto che nasconderle e rivelarle in futuro rischiando di ferire qualcuno. Sei anche molto empatica, e metti il bene degli altri al primo posto comparandolo col tuo, soprattutto nei confronti di persone a cui tieni. Stai sempre per le tue, sei introversa e non sopporti i luoghi affollati. Ti piace la liquirizia e disprezzi il piccante, ma ti fai andare bene il cibo messicano. Non è forse vero, Chiaki?» vide la sua espressione cambiare, divenire da preoccupata a innervosita. In ogni caso si limitò a fissarla negli occhi (C/o), mentre lei aggrottava sempre di più lo sguardo sfoggiando un sorrisetto vantaggioso.
«Perché è così distaccata nei miei
confronti?» Questa volta riuscì ad avere le forze di voltarsi per guardarlo in faccia, e nonostante non si fosse voltato per guardare la strada, puntava sempre i suoi occhi verso la ragazza. Li alternava con essa, facendo attenzione ad entrambi allo stesso modo.
«Tu non hai mai sopportato quel mingherlino vanitoso che si è sempre creduto irresistibile per le ragazze, e ti ha fatto disgusto dal primo giorno che ci ha provato con te. Però non possiamo giudicare qualcuno senza prima conoscerlo meglio, scrutare il suo animo e soprattutto... Conoscere il suo percorso.» bacchettava le dita sul tavolo, e mano a mano che le domande continuavano le indirizzava verso Chiaki.
«Scusami se ti sto facendo l'interrogatorio, è pur sempre una tua amica ed io un tuo semplice compagno di classe che non ha mai avuto modo di conoscerti meglio. Devo però sapere un'ultima cosa: perché nonostante io sia cambiato, mi evita ancora?»
«Tu non vuoi-»
«Posso sedermi al vostro tavolo?» una domanda provenire da una studentessa difronte a loro le interruppe, obbligando a voltarsi per capire chi fosse. Sembrava essere una ragazza di un anno in più di (T/n), e da come guardava Chiaki risultava essere una sua amica: portava un caschetto color miele ondulato, visibilmente trattato con la piastra; una pelle chiara con qualche parte segnata dall'abbronzatura; indossava la divisa scolastica (camicia beige con un grosso nastro rosso attorno al colletto che finiva a metà busto, una gonna nera a pieghe a-line che arrivava a metà cosce e scarpe basse bianche) e sui polsi aveva attaccati diversi braccialetti.
In mano portava il vassoio della mensa con le pietanze che si era scelta, e senza nemmeno avere la loro approvazione si sedette di fianco alla corvina. «Sbaglio o parlavate di qualcuno?»
Non rispose, e rimase ad osservarla distaccata per farle intendere che non la volesse tra i piedi, ma Chiaki la guardava con un espressione sollevata, quasi ad intendere un "sei arrivata al momento giusto".
«Di certo non parlavamo di quel deficiente di cui ti metti sempre a fantasticare.» disse l'asiatica, per ironizzare un po' sempre sotto il suo sguardo infastidito.
«Tu non capisci niente in fatto di ragazzi, quel tipo con cui ero uscita lo scorso mese era davvero interessante.» tutta offesa, prese la sua bottiglietta d'acqua ed iniziò ad allentare il tappo.
«Così tanto "interessante" che stava per mostrarti la sua collezione di insetti imbalsamati.» la continuava a prendere in giro, e al termine di ogni frase sogghignava divertita.
«Scusami tanto, ma tu chi saresti per metterti in mezzo alla nostra discussione?» domandò la (C/c), sentendosi decisamente denigrata, ma la ragazza col caschetto non sembrò interessata e si limitò a scrutarla con lo sguardo, per poi voltarsi verso Chiaki.
«Sono una sua compagna di classe.» disse solo, per poi iniziare a parlare con la sua amica di cose che non la riguardavano per niente, tutte inerenti a tipi che aveva conosciuto o gossip scolastici, di cui poco le importavano le fonti.
Cercò di osservarla meglio, e notò un grosso anello in argento con incastonato un piccolo diamante a pentagono azzurro, che possedeva simile anche Chiaki. «Vedo che avete un anello in comune.» finì di mangiare l'ultima pietanza presente nel vassoio, e prima di alzarsi per rimetterlo a posto aspettò che quella tipa rispondesse.
«Beh si, lo possediamo da quando ci siamo conosciute, non te ne ha mai parlato?» Chiaki notava come l'atmosfera si fosse fatta pesante da quando era arrivata lei, e cercò di sistemare in qualche modo.
«Hitch, che ne dici se mi vai a prendere quel dolce che mi avevi consigliato? io devo ancora finire il secondo.» le chiese, e lei annuì alzandosi ma puntando alla sua rivale d'amicizia uno sguardo acido, prima di svoltare verso il bancone dei dolci.
«Si può sapere che ti è preso?» la chiamò a rispondere, finendo un barattolino con dentro dell'insalata russa.
Sbuffò. «Ah, parli di quella? non lo so, forse mi da fastidio che in due anni che frequentiamo la stessa scuola non me ne hai mai parlato? o forse intendi l'anello in comune che possedete come se foste besty friendly dall'asilo nido?» incrociò le braccia sopra al tavolo, prima di veder tornare Hitch con un piattino che conteneva la crostata al cioccolato che le aveva richiesto Chiaki.
«Ecco a te golosona, guarda che salti mortali faccio per vederti felice.» buttò all'aria le ultime parole come frecciatina, e di tutta risposta (T/n) si alzò senza nemmeno aspettare che Chiaki rispondesse, o che la ragazza dai capelli chiari le buttasse altre occhiate offensive.
Camminò a passo svelto e mise il vassoio impilato assieme ad altri in un bancone vicino al lavabo delle cucine, e andò via verso gli armadietti con solo l'intento di godersi la pausa pranzo fino alle 14:30.
Le due ragazze, rimaste sedute e impegnate ad averla seguita con lo sguardo fino ad ora, presero infine le loro cose e si alzarono facendo lo stesso. «Simpatica la tua amica.»
«Lasciala perdere, sarà ancora arrabbiata per sabato sera. Saresti dovuta venire, magari avresti conosciuto qualcuno di più decente di quel Marlo.» pronunciò quel nome quasi ad indicare la poca fiducia che riponesse nei suoi confronti.
«Certo come no, mi avresti solo lasciata a fare da babysitter alla tua amichetta del cuore.» Hitch gli diede infine una pacca sulla spalla con un pugno, per poi ricevere una piccola risata come risposta. Lasciarono la mensa assieme, e si diressero a passo svelto verso la Biblioteca.
(T/n) nel frattempo cercava un modo per contattare Connie e Sasha, ma come sempre l'avevano preceduta ed erano andati al bar della scuola. Scrisse un messaggio a Connie, e le rispose in pochi minuti confermando che erano lì ad aspettarla. Si sistemò meglio la gonna tirandola verso il basso, ed entrò nell'ascensore in mezzo al corridoio principale.
La mensa era situata al piano terra, incluse la Palestra, la Biblioteca, l'Aula di Arte e infine gli uffici del Preside e Vicepreside. Dal primo piano all'ultimo, ovvero il quarto, risiedevano tutte le classi, inclusa la sua che si trovava al secondo. Ne approfittò per sistemarsi meglio i capelli (Per chi possiede i capelli lunghi una coda alta, e chi corti delle mollette ai lati della fronte) quando vide una ragazza bionda entrare poco dopo di lei. Buttò una veloce occhiata sui pulsanti e vide che stava per schiacciare il quarto piano, ma non prima di averla cercata con lo sguardo. «A che piano devi andare?»
«Secondo piano, grazie.» cliccò il pulsante, e non appena ripartirono verso l'alto finì di aggiustare i capelli, e per non rischiare di imbattersi in disagianti discussioni con sconosciuti accese il telefono.
La bionda al contrario cercò di guardare il vuoto, facendo finta di niente. Non appena fummo arrivati al secondo piano uscì di corsa, facendo finta di avere fretta. Andò sempre a passo svelto verso il bar, e quando entrò vide subito il duo seduto al primo tavolo a sinistra.
Sasha alzò la mano per salutarla, e si avviò. Mentre si sedeva affianco a Connie lui iniziò a parlare come stava facendo fino a prima. «Allora continua, e dopo che avete fatto?» riferendosi a Sasha, alzò un sopracciglio.
«Che è successo?»
«Lascia che te lo spieghi la diretta interessata.» facendole una smorfia inquietante, lei aggrottò gli occhi minacciandolo con parole mute.
«Domani ho un appuntamento.» lo disse come obbligata a farlo, e quando la (C/c) stava per chiedere alla cameriera un cappuccino si alzò in preda allo shock. «Non osare dire qualcosa di non richiesto, altrimenti non ritroverai più il tuo pranzo domani. Ah mi scusi, anche per me un cappuccino grazie.» ordinarono tutti e quando la cameriera si allontanò, (T/n) avvicinò la faccia reggendola con le mani e i gomiti sul tavolo, facendo la stessa identica espressione curiosa di Connie.
«Avanti, continua pure.» lo dissero in coro entrambi, e la castana stava iniziando ad avere il batticuore oltre che le goti rosse.
«Ecco... È un ragazzo dell'ultimo anno con cui mi era capitato di parlare all'angolo bar, prima che tu e Chiaki arrivaste in discoteca lo scorso sabato. Connie in quel momento era in bagno e non lo ha visto, e poco prima di andare ci siamo lasciati il numero di telefono.» Quando arrivarono le ordinazioni pucciò il biscotto preso dal piattino nella bevanda calda.
«Lo conosciamo?» chiese (T/n), mentre dopo aver finito di masticare iniziò a soffiare sul bordo della tazza.
«No, almeno credo. Va nella 4B, perciò la sua classe è situata all'ultimo piano. Da quello che mi ha detto si è iscritto lo scorso anno, perché aveva cambiato scuola. Frequenta l'indirizzo di Lettere, perciò mi viene da pensare che sia solo uno di quegli studenti secchioni.» sentendoglielo dire con noia, stava girando lo zucchero per farlo sciogliere.
Connie aveva già finito il suo, e chiamò la (C/c) a raccolta con lo sguardo. «Tu invece che hai da dire?»
«Nulla di interessante, solo la mia migliore amica che ha trovato una sostituta per rimpiazzarmi.» finì il cappuccino e accese il blocco schermo del cellulare.
«Troppo scossa per sabato sera?» ridacchiò Sasha, intenta a prendere un tovagliolo per pulirsi la bocca dalla schiuma del cappuccino.
«Chi lo sa, fatto sta che quella tipa mi sta già sul cazzo.»
«Beh... Se fosse per quello non mi stupirei.
Sei l'unica che non ricorda, ma sabato abbiamo fatto tutti i salti mortali per tenerti d'occhio. Eri talmente messa male che ero tentato di farti dei video.» scherzò il ragazzo, sistemandosi il ciondolo a C che aveva attaccato al collo con una catenella in argento.
«Lo sai che ti avrei ucciso se lo avessi fatto, vero?» quando rialzò lo sguardo vide che nel telefono di Sasha era appara una chiamata, con in successione la suoneria.
Gli fece gesto che doveva correre in bagno per rispondere, e quando annuirono Connie portò il busto nella direzione dell'amica. «Noi martedì prossimo andiamo a fare un pin nic con Armin e dei suoi amici, vieni con noi?» a sentire quel nome le parve di non riconoscerlo.
«Chi è? ho un vuoto.»
«Come? non ricordi che l'hai conosciuto questa estate all'Afternoons? era venuto assieme a dei suoi amici, sono nostri coetanei delle medie. Con tutte le volte che te ne ho parlato ti sarebbero dovuti rimanere in testa.» riferendosi ad un pub, portò una mano nella tasca anteriore prendendo un porta monete.
«Ricordo quell'uscita, ma di questo Armin assolutamente no. A dire il vero, non ricordo nessuno dei presenti a parte voi due.» fece spalline, e lo vide sbuffare mentre si portava gli occhi al cielo.
«Fa nulla, sbrighiamoci adesso a pagare il conto che tra dieci minuti dobbiamo rientrare in classe.» si alzarono di posto e nello stesso istante li raggiunse la ragazza dopo essere uscita dal bagno.
«Scusatemi ragazzi, era Mikasa al telefono, ci ha detto che lei e Armin non riescono più a venire la prossima settimana. Ci saranno solo Annie, Eren e Jean.» annuì, sapendo che tanto non si sarebbe ricordata nessuno dei presenti, e notò che vedendo quella risposta muta Connie era rimasto leggermente deluso.
Lo ignorò e andarono a pagare il conto insieme, per poi dirigersi in classe e sperando di non arrivare in ritardo. Per quanto si impegnassero di essere puntuali, al rientro pomeridiano sono sempre arrivati dieci minuti dopo il suono della campanella.
Spesso era colpa di Sasha che finiva per ordinare all'ultimo qualcosa da mangiare al bar, oppure era (T/n) che si dimenticava dei libri nell'armadietto. Sorvolando su queste cose, quella volta per miracolo riuscirono ad arrivare cinque min. prima, e dopo essersi seduti nei banchi aspettarono l'arrivo degli altri studenti e della Prof.
Quell'anno le era capitato di essere affianco a Sasha, e per sfortuna di Connie gli capitò di avere come vicino di banco Jean. Non era fastidioso, ma il problema erano i suoi discorsi noiosi sull'abbigliamento o le sue conquiste romantiche, di cui poco importava.
Ma alla fine erano gli unici amici che era riuscita a farsi in due anni di scuola, e questo contava molto per lei. Qualche altra conoscenza se l'era riuscita a fare, ma ogni volta non li rivedeva più per mesi e finiva per dimenticarsi che esistessero, com'era successo per gli amici di Connie e Sasha.
Mentre Sasha e gli altri discutevano tra di loro si perse con lo sguardo nel vuoto, ripensando ai nomi che aveva sentito prima, cercando di spremere le meningi per ricordare qualcosa:
• Mikasa l'aveva ben chiara in mente, e ricordava che aveva origini giapponesi come Chiaki, ed era stata una delle famose "conquiste" di Jean, finita poi con un bel rifiuto e una friend zone per quel poveretto.
• Annie se non sbaglio l'aveva adocchiata spesso in una classe del quarto anno che stava all'ultimo piano, e portava sempre i capelli biondi in uno chignon disordinato.
• Eren se lo ricordava bene, e notava spesso che riceveva sguardi attenti da Mikasa nonostante lui ne fosse ben consapevole ed infastidito.
Lasciò perdere quei pensieri quando sentirono tutti entrare la Prof in classe, e si alzarono in piedi per salutarla.
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