Capitolo 11
- Gerard esci da quel cazzo di letto -
- no Frank. Non voglio uscire e avere a che fare con della stupida gente che fa finta di essere dispiaciuta per me -
È mezz'ora che Frank prova a farmi uscire dal mio letto e io, ormai avvolto nelle coperte, faccio resistenza.
- sai che ti dico? Fanculo! O esci da quel letto o me ne torno a casa -
E sembra fare sul serio perché prende il suo giubbotto, abbandonato sul pavimento la sera prima, e esce dalla stanza sbattendo la porta.
Rimango sdraiato per un lasso di tempo indefinito prima di alzarmi e mettere i primi jeans che trovo per la camera e correre dietro al più piccolo.
- Frankie! Aspetta! Non andare, ho bisogno di te oggi -
Lui si gira.
Ormai era arrivato alla porta d'entrata e io ero pure inciampato sulla scale per la foga di raggiungere il ragazzo.
Mi guarda, io lo guardo e chiude la porta davanti a se.
Mi sorpassa e si sdraia sul divano.
- hai qualcosa tipo mezz'ora per farti una doccia e metterti i vestiti buoni -
Notando meglio lui è già vestito di tutto punto.
Camicia nera, pantaloni eleganti e una ridicola cravatta a righe bianche e nere.
Io annuisco e salgo le scale.
Mi faccio una doccia veloce e mi metto lo smoking nero con la camicia nera e una cravatta rossa.
Wow Gerard, che eleganza.
Mi metto davanti allo specchio del bagno e mi sistemo i capelli prima di prendere una matita e segnarmi gli occhi e cercare di coprire le occhiaie.
Chissà come saranno felici i parenti che non vedo da quando ero bambino.
Sono diventato un ragazzo depresso, emo e pure frocio, che bel lavoro mamma, davvero complimenti.
Mi infilo le scarpe e vado da Frank che sta conversando con mia madre.
Arrivo giusto in tempo per salvarlo dalle domande come:
- oh ma per caso Gerard si droga ancora? -
- oh ma Gerard è gay? -
- oh ma tu ti scopi mio figlio? -
Bhe no, l'ultima no.
Non l'abbiamo ancora fatto.
Mia madre ha i capelli biondi ossigenati raccolti in un elegante chignon e un copricapo nero con tanto di retina davanti agli occhi.
Una gonna nera lunga fino a metà ginocchio le fascia le gambe e il busto è racchiuso in una giacchina nera da cui si intravede una camicetta del medesimo colore.
Mio fratello è già in macchina che si sistema la giacca nera e io mi siedo affianco a lui, intrecciando le dita con quelle di Frank.
La chiesa non è lontana ed è piccola.
C'è poca gente, per lo più parenti, che scrutano me e Frank e che ci guardano abbastanza male quando al posto di sedermi con i miei genitori mi siedo affianco e lui e lo prendo per mano.
- se avrai bisogno di me, io ci sarò -
- grazie Frankie -
Lui mi zittisce e io lo guardo.
Ha il volto stanco e io vorrei baciarlo come non mai ma non posso.
- non solo ora, se mai avrai bisogno di me io ci sarò sempre, anche in futuro. Ho promesso di salvarti -
- e stai facendo un ottimo lavoro -
Ed è vero.
Prima di conoscere Frank ero un drogato (non un drogato pesante, non mi iniettavo cose nelle vene) e da un po' di tempo non sento più il bisogno di prendere quella roba, quando sono con Frank il mio pensiero non sfiora neanche la droga.
Sì, la notte stavo male, urlavo, sudavo, piangevo ma ora sto bene e sono pulito da qualche mese ormai.
La cerimonia è stata breve e io ho pianto.
Frank mi ha stretto a se e mi picchiettava sulla spalla per calmarmi.
Quando abbiamo riposto la bara nel carro funebre e ho sentito i parenti fare commenti sul fatto che abbia abbracciato Frank in preda al pianto non ce l'ho fatta.
- fanculo tutto! Non azzardatevi neanche a fare battutine su di me o su di lui, voi non ci conoscete e andate a farvi fottere, dovreste essere voi li sopra e non nonna Elena! -
Le mie erano urla liberatorie, di sfogo, e poi sono corso via, verso casa seguito da Frank preoccupato.
Appena entro nel giardino di casa mi accascio a terra piangendo e fregandomene della pioggia che mi investe e mi fa colare il trucco.
Dopo qualche secondo una mano si appoggia sulla mia spalla e dei baci mi si posano tra i capelli.
- Gerard, va tutto bene, ci sono io con te, vieni dentro, andiamo a darci una ripulita -
Mi alzo e Frank mi prende per mano, mi tira dentro la casa e mi conduce al bagno.
Mi strucco mentre lui va a prendere dei vestiti asciutti e caldi.
***
- quella felpa ti sta enorme -
Ridiamo abbracciati sul divano mente guardiamo un film.
Ormai è passata un'ora prima che la porta si apra e ne compaia la mia famiglia.
Subito Frank si alza a sedere ma io lo riporto tra le mie braccia.
- Gerard Arthur Way, che cosa ti è preso! -
- zio Marco ci ha dato dei finocchi e, sue testuali parole, non avremmo dovuto mettere piede nella casa del Signore -
Parlo in modo annoiato, quell'uomo mi è sempre stato antipatico.
Mia madre mi guarda allibita prima di parlare ancora, sotto lo sguardo di mio padre che mi fissa.
- e tu lo sei? Gay intendo -
- a te che sembra -
Acido.
Mio fratello trattiene il respiro.
Non pensavo di fare così coming out.
Nella frazione di un minuto mi arriva uno schiaffo.
Non mi sono neanche accorto che Frank si era alzato e che mia madre si era avvicinata a me.
- tu piccolo insolente! Rispondi ancora così e ti mando a un accademia militare -
- oh tanto non lo faresti mai, anzi sai che ti dico? Me ne vado! -
Mi alzo e vado in camera mia.
Avevo uno zaino pronto con dentro quattro cose, tanto il resto è a scuola.
Scendo con lo zaino in spalla e mi trascino Frank dietro di me.
Salgo sulla mia macchina e rido istericamente mentre mi dirigo verso casa degli zii di Bert.
- amico che ci fai qui? -
- me ne sono andato -
Lui annuisce e mi porge una birra.
Quinn sta scherzando con Frank prima di illuminarsi.
- ehm, i miei hanno una casa in montagna e non ci vanno mai, quindi mi chiedevo, perché non andiamo li a passare le vacanze? Non sarebbe bello? -
Alla fine sorride, come sempre, a volte è così irritante la sua gentilezza.
Fidarsi troppo del mondo fa male, qualcuno dovrebbe dirglielo.
- io ci sto, anche perché non ho più un posto dove stare -
- bene, allora si parte domani mattina -
Okay, questo capitolo è stato difficile da scrivere e sono pure delusa da com'è uscito, bha.
Anyway sto passando un brutto periodo e brutti periodi + scrittura fanno uscire cose tristi, preparatevi.
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