Capitolo 1
Un insistente bussare alla porta mi sveglia.
Guardo il telefono, 7.15, merda.
Mi alzo velocemente e sento la voce di mio fratello.
Mi sta dicendo di muovermi.
Corro in bagno e mi lavo velocemente per poi vestirmi altrettanto velocemente.
Prendo lo zaino e apro la porta per scendere in cucina.
Mio fratello è seduto su una sedia e beve del succo d'arancia, io prendo del caffè.
- Gee! Sei eccitato? È il primo giorno di scuola! -
- a me basta andarmene da questa casa -
Lui scuote la testa e si alza, io lo seguo e saliamo in macchina con nostra madre.
Lei ci porta davanti a scuola e parcheggia.
- ciao mamma! Ci vediamo questo week and! -
- ciao tesoro, fai il bravo. In quanto a te Gerard, se vieni espulso anche da questa scuola finisci al militare -
Mette in moto la macchina e rimango a guardare finché la macchina non diventa un puntino indistinto.
- ciao anche a te, mamma -
Vedo mio fratello che mi guarda, i suoi occhioni mi scavano dentro, mi sento impotente quando mi guarda in quel modo.
- non ti farai espellere, vero? -
- certo che no, ora andiamo -
Lui sorride e saltella verso l'entrata.
In realtà sarei dovuto venire solo io in questa scuola ma Mikey ha tanto insistito e ora anche lui è costretto in questa prigione.
Appena entriamo e ci avviciniamo alla segreteria una signora sui 40 anni ci squadra.
Ci osserva e vedo Mikey fargli un sorriso amichevole, lui è amichevole con tutti.
- voi siete i fratelli Way, giusto? - annuisco e lei prende due cartelle da dentro la scrivania - ecco, questi sono i vostri programmi e le vostre stanze -
Ringraziamo e ci separiamo.
Io vado in camera a lasciare le mie cose, è al terzo piano, la 213.
La stanza è grande quanto una camera matrimoniale.
Due letti, due armadi e due scrivanie.
C'è anche un piccolo bagno.
Butto lo zaino sul letto vicino alla finestra e inizio a sistemare le mie cose.
Appena finisco mi butto sul letto con l'album da disegno, chissà se non esce qualcosa di bello.
Come sempre i miei disegni sono cupi e molta gente li definisce tristi o strani. Mi rappresentano, io sono triste e strano.
Guardo fuori dalla finestra e vedo un grande prato.
C'è il campo da calcio e quello da basket, non sono bravo negli sport.
La porta si apre e ne compare un ragazzo con i capelli castani, tanti capelli castani, ed è più alto di me, anche se è normale come cosa, anche mio fratello è più alto di me ed è più piccolo.
- ehy, io sono Raymond, tu devi essere quello nuovo -
- esattamente, sono Gerard -
Ho promesso a nonna che avrei socializzato, socializziamo.
- fighi i capelli -
I miei capelli.
Li ho tinti di rossi, rosso sangue, e sono lunghi.
- mh, grazie -
Guardo il programma scolastico.
Prima materia: fisica.
Mi avvio alla lezione del signor Brown.
Che cognome comune, Brown.
Mi siedo in un banco in fondo alla stanza.
Questa scuola mi mette i brividi, è triste.
Il professore inizia a spiegare e io guardo fuori dalla finestra.
C'è un ragazzo seduto sotto un albero.
Sta fumando e sta leggendo un libro, allora qualcuno che legge esiste ancora.
Quando la lezione finisce esco nel prato.
Ci sono delle ragazze che ci provano con dei ragazzi.
Dei ragazzi che prendono di mira altri ragazzi.
Io che vengo ignorato, perfetto.
- ehy Gee! -
Come non detto.
Alzo lo sguardo e vedo mio fratello.
Sta correndo verso di me sorridente trascinando un altro ragazzo dietro di lui.
- Mikey, persona che Mikey ha rapito -
Il ragazzo ride e tira fuori un pacchetto di sigarette.
Se ne accende una e io lo osservo meglio.
Ha una massa di capelli castano scuro sulla testa.
I suoi occhi di un colore stupendo, sono nocciola.
Verde mischiato al marrone, marrone mischiato al verde.
Sono del colore delle foglie in autunno, quelle che sono abbastanza nuove per essere verdi ma abbastanza vecchie per avere del giallo o del marrone.
Indossa una maglietta verde scuro che gli mette in risalto gli occhi e dei jeans blu, semplice, bello.
Lo osservo meglio.
Sembra così piccolo, così indifeso, eppure così forte e deciso.
Nei suoi occhi c'è un ombra di un dolore passato che ogni tanto torna a farsi sentire.
- non sei troppo piccolo per fumare? -
- e tu non sei abbastanza grande per farti gli affari tuoi? -
La sfacciataggine di chi ha paura di essere troppo vulnerabile.
Scuoto la testa e tiro fuori l'album da disegno.
Mikey gli dice qualcosa prima di andare via e a me non importa.
Inizio a disegnare, sereno.
Sento gli occhi del ragazzo addosso e l'aria che si sposta appena si siede affianco a me.
- perché sei qui? -
- cosa? -
Lo guardo.
Lui sta osservando la matita che si muove rapida sul foglio bianco.
- quando ti spediscono qui significa che non vai bene o che non hai abbastanza soldi per pagarti una buona scuola -
Sospira dicendo queste cose.
Continua a guardare me mentre disegno, non da fastidio.
- tante brutte cose, forse troppe, e tu? -
- i miei sono sperati, mia madre non ha soldi e nelle altre scuole mi chiudevano negli armadietti -
Ride.
La sua risata è amara e piena di dolore ma è bella.
È contagiosa e così sorrido anche io.
Tiro fuori le mie sigarette e gliene passo una.
Lui se l'accende e prende un grande tiro, stessa cosa faccio io.
È piacevole passare del tempo con lui.
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