Capitolo 3: Monsters of Rythm



Miaw! Era colpa sua, pensò Lily, il pelo nero tutto irto dal terrore. Adorava le sfere e, appena ne vedeva una, sentiva le zampette prudere e iniziava a giocherellarci, poco importava se era tutta zozza in mezzo alle fratte, a due passi dalla casina del mago-scienziato.

Era facile riconoscere quella casa. Brontolava tutto il giorno, per essere sempre sporca e disordinata e, per dispetto, sputava tutte le invenzioni di quell'uomo, che portavano più danni che benefici.

A Katree, la sua magica città, il mago-scienziato si era fatto una sinistra fama e Lily, attira-guai di natura, di solito si guardava bene dal prendere quella stradina.

Quel giorno, però, il concerto del suo amato Freddie Mercury, si teneva su un colle circondato da tre laghi pieni di rane diaboliche che, l'ultima volta, le avevano dichiarato guerra per aver osato nuotare nel loro territorio. Lily era stata così occupata a litigare che si era persa lo spettacolo e aveva pianto per giorni.

Andarci in volo le era stato vietato, dopo aver perso la licenza a causa di quella sua scurrile scopa che, dopo aver sniffato erba gatta e bevuto qualche goccetto di whisky, aveva distrutto mezza città.

I gendarmi a chi avevano dato la colpa? A lei.

La via dello scienziato pazzo era l'unica opzione rimasta. Proprio mentre ne oltrepassava la casa, Freddie in persona, alto, baffuto e con pantaloni scuri super aderenti, uscì dalla porta.

Chi lo sapeva che avesse un fratello, per di più quello lì?

Lily aveva pianto di gioia quando le aveva sorriso e, dopo avergli raccontato del suo dramma per l'ultimo concerto perso, era stata invitata a seguirlo.

Poi era successo.

Lily, tutta giuliva, aveva afferrato quella cosina sferica che, emettendo una risatina sinistra, aveva annunciato loro: "Woodorck, festival degli orchi del 503!"

Mille anni prima del trattato di pace fra Katree e Ogreville, quando ancora gli orchi li cacciavano!

Quell'assassina bastarda li aveva catapultati sul palco, di fronte a mille orchi dagli occhi famelici.

Le sette vite feline di Lily avrebbero voluto prenderla a ceffoni. Avevano la medaglia di Sopravvivenza appuntata sul pelo ma erano stufe di cacciarsi nei guai per colpa sua!

«Mi dispiace!» piagnucolò. Freddie avrebbe fatto una brutta fine a causa sua. La sua magia non aveva mai avuto effetti su quei giganti pelosi e puzzolenti.

«Lily!» Quando guardò Freddie, non vi era biasimo in lui. I suoi occhi scuri brillavano fieri. «Canta con me.» Con uno schiocco di dita indossò la corona e lo scettro che usava per cantare, abbinato ai pantaloni e alla maglia bianca.

«Ma io non so...» mugugnò Lily.

«Si può essere tutto ciò che si vuole, basta trasformarsi in tutto ciò che si pensa di poter essere» disse lui.

Quella notte fu magica. Freddie incantò con la sua possente voce ogni singolo orco e li trascinò con sé in un ritmo che riscaldò la loro anima, ruppe le regole e scatenò emozioni che riscrissero la storia e le sue regole.

Fu così che Lily imparò a non arrendersi mai.

♫♪♫♪♫♪♫♪♫♪

«Si può essere tutto ciò che si vuole, basta trasformarsi in tutto ciò che si pensa di poter essere»

Questa non è una semplice frase ma una citazione di Freddie Mercury in persona.

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