Capitolo 1: Run for your Life


«Fermati maledetto umano! Miaw!» miagolò Lily, una gatta dal folto manto scuro e dagli occhioni blu. Occhi umani, occhi di strega. Come ogni buon mago, non sputava grumi di pelo, bensì porte temporali in cui sovente, quand'era distratta, finiva trascinata e sballottata qua e là nel mondo, piena di guai.

Una volta tanto, però, non era stata colpa sua, pensò sbuffando la strega.

Qualche mago distratto aveva sputato un passaggio in cui un umano era finito per errore, trascinandolo a Katree, il regno degli Stregatti. Quel vecchio canuto invasato in sottana scura le era piombato addosso e, in un lampo, traumatizzato nel vedere case svolazzanti e alberi dargli la buonasera, aveva urlato al demonio ed era fuggito via, sottraendole la borsa, in cui si trovava il suo progetto.

Non era un libro demoniaco che avrebbe scatenato la fine del mondo come quell'umano pensava. «Quello è il mio tema! Ci ho lavorato per mesi, se non lo consegno, non otterrò la laurea di strega... miaw!»

Per tutta risposta, l'uomo urlò ancora più forte. «Fuoco purificatore, dove sei?»

Che c'è da urlare? si domandò stizzita. E quanto corre! Lily miagolò inferocita. Inseguirlo lungo le strette vie che si curvavano costantemente non era una passeggiata, senza contare che si ritrovava anche con un secondo invasato alle sue spalle.

Sbuffò ancora, borbottando.

Nel giro di un istante la situazione era precipitata.

Era incappata in un altro umano, convinto che il ladro fosse un mago come lei, e aveva sbagliato rito. Se solo quel disgraziato fosse arrivato un minuto dopo, non si sarebbe ritrovato con la testa di un toro cornuto.

Ora quell'umano le correva dietro, mentre lei correva dietro all'altro idiota, convinto a sua volta che l'altro umano fosse un servo maligno che Lily aveva trasformato allo scopo di infilzarlo.

Dove diamine sono le guardie notturne? A leccarsi il pelo al caldo? Si domandò stizzita. Poiché non era stata ancora promossa, non poteva intervenire, era compito loro occuparsene. Urlò ancora, cercando di attirare l'attenzione, ma niente. Quando finalmente si ritrovarono al parco, ben lontani da occhi indiscreti, tranne quelli dei signori alberi che ben conosceva e che avrebbero tenuto la bocca chiusa, Lily decise che ne aveva abbastanza, lanciò un incantesimo e... inciampò, finì a terra e una sfera d'oro li travolse, tutti e tre, accecandoli.

Quando riprese i sensi, della sua borsa non erano rimaste altro che cenere. Lo sciagurato cornuto aveva recuperato la sua forma umana e, dopo aver realizzato di essere il gemello del ladro, entrambi avevano preso a saltellare, le gambe ignude e biancastre quasi in faccia lei, convinti di aver fermato l'arrivo delle tenebre.

Niente laurea.

La ciliegina della torta la vide in lontananza: quattro gendarmi, in abito scuro e il bastone nodoso fra le mani stavano arrivando, lanciando occhiate indignate a lei.

Lily si lasciò sfuggire un'imprecazione felina.

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