CAP. XI Speranze e Timori
Il mio cuore pompa così all'impazzata e rumorosamente, da sovrastare ogni altro rumore che mi circonda. Infatti, mi ci vuole un po' per capire che quelli non sono solo passi umani.
Devin sta trasportando qualche altra diavoleria ed è tutta riservata a me...
Oh, no! Cosa sarà?
Fisso l'uomo che mi sta davanti, tutto concentrato ad aspettare l'arrivo del nemico per potergli saltare addosso come un leone su una gazzella.
Saranno sufficienti la sua notevole prestanza fisica e il suo addestramento militare? Devin può trarre in inganno, con il suo aspetto piacevole da damerino e, per quanto robusto, non così possente come quello del Detective Hoorios, ma non è uno sprovveduto qualsiasi! Anche lui, infatti, si è arruolato nell'esercito e ha studiato arti marziali e, inoltre, la sua mente diabolica lo rende imprevedibile e un avversario pericoloso e temibile.
Sto per aprire bocca, ma l'arrivo di Devin me lo impedisce.
Eccolo! Ma cosa... è un carrello, quel coso? Non saprei. Che cavolo è? E che diamine sono tutti quegli attrezzi sospetti? Che intenzioni ha? non riesco a trattenermi dal battere i denti per la paura, al pensiero del trattamento che mi avrebbe riservato.
Con mio immenso stupore (e sollievo!), ci supera e, grazie alla scarsa illuminazione e al nostro improvvisato nascondiglio, non ci nota neppure. Ma il mio sollievo ha durata breve, comunque.
All'improvviso, infatti, sento quel mostro sghignazzare e chiamarmi per il corridoio. La sua voce riempie l'ambiente e il mio cuore si ferma: «Gattina? Ho portato altri bei giocattolini... ti piaceranno, vedrai! Sarei venuto prima, ma un idiota mi ha tenuto impegnato. Comunque, adesso, è tutto risolto! Recupereremo il tempo perso». Varca la soglia della stanza e le sue urla non tardano ad arrivare: «Che significa? Dove ti sei nascosta? Appena ti riprendo, ti farò vedere io chi sa giocare meglio! Dove sei finita, piccola stronzetta?! Vieni fuori!»
Il suo tono di voce aumenta a dismisura.
Oh, no! È una furia, adesso... non sia mai mi riacciuffa! Mi farà a pezzi! penso, sgomenta e in preda al panico.
Dopo una breve pausa, riprende a chiamarmi, ma questa volta usa un tono meno aggressivo, quasi accattivante: «Dai, gattina... lo sai che non mi piace, quando fai di testa tua. Vedi? Non è divertente! Vieni fuori e ci divertiremo insieme... come piace a noi! Avanti, vieni... non farmi arrabbiare» tenta di convincermi, ma gli sento quasi digrignare i denti, come se fosse una belva furiosa, pronta all'attacco.
Il Detective Hoorios mi risveglia dalle mie riflessioni, bisbigliandomi: «Safiria, resta ancora qui, nascosta! Ora esco per distrarlo e — non appena te lo ordino — tu scappa! Devi solo svoltare l'angolo a sinistra e percorrere qualche altro metro, prima di entrare nell'unica stanza alla fine del corridoio, ma non puoi sbagliare! Una volta entrata, vedrai il portone principale proprio di fronte ai tuoi occhi, ok? Non temere! Lo terrò impegnato il più a lungo possibile, per permetterti di scappare. E poi i rinforzi dovrebbero arrivare a momenti, ormai» cerca di rassicurarmi.
«Ma... non posso! Non da sola! Non voglio che altri muoiano per colpa mia. Scappiamo insieme! I-io... ce la farò a correre. Non importa come, ma insieme... restiamo insieme!» la mia voce diventa un sussurro supplichevole, sempre più lieve.
Lui si volta a guardarmi, esclamando a denti stretti: «Non discutere e fa' come ti dico! Ho detto che ti proteggerò e lo farò! Ma non posso farlo se resti qui... devi andare! Non c'è tem-. Ah!»
Un coltello vola dritto nella nostra direzione, ferendolo.
No! è tutto ciò a cui riesco a pensare, nel momento in cui incrocio lo sguardo furioso e fiammeggiante di Devin: me la farà pagare! E non solo a me...
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