Interspace

Ancora.
Rose non ne poteva più.
Quelle dannatissime grida soffocate persistevano da settimane, ormai.
La ragazza aveva provato ad andare dai vicini, ma niente. Non erano loro.
Ora era di nuovo al punto di partenza.
Rose si rigirò per l'ennesima volta nel letto, insonne, cercando vanamente di dormire.
Il giorno dopo andò dall'assistente immobiliare per discutere di questo inquietante mistero.
La risposta dell'uomo tardò ad arrivare; era molto agitato, e cercava in tutti i modi di aggirare la domanda.
Alla fine cedette, e la sua risposta fu più che esauriente anche per spiegare la reticenza iniziale.
Le parole dell'assistente immobiliare rimasero nella memoria di Rose anche quando si trasferì in fretta e furia per l'ennesima volta, cosí come per tutti gli anni a seguire.
A volte ci ripensa anche tutt'ora, e nonostante tutti gli anni trascorsi risuonano ancora limpide nella sua memoria.
Questo fu quanto ascolto dall'uomo.
"Quella casa era abitata da una famiglia di tre persone. Il padre era un giudice, e fu questo a rovinarlo. Una notte uno dei suoi condannati terminò di scontare la pena e venne rilasciato.
L'uomo si vendicò uccidendo il giudice e la sua famiglia, accanendosi particolarmente contro la figlia sedicenne.
Dopo averle tagliato la gola, la fece a pezzi e nascose ogni parte del corpo negli intercapedini dei muri.
La testa non fu mai ritrovata."

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