Capitolo 6~My December
[Chester]
From: Mike Shinoda
E qnd alla fn era dvvr 1 ragzzo?
-Ma farti un po' i fottuti cazzi tuoi no?-
Chester tirò una boccata di fumo dalla sigaretta quasi finita che aveva in mano.
Il fumo gli riempì i polmoni.
La nicotina gli arrivò al cervello.
Un'ondata di calma fottuta lo invase.
Sorrise, suo malgrado.
Quel ragazzino era un idiota.
Simpatico.
Ogni tanto.
No.
No, è decisamente un idiota.
To: Mike Shinoda
Già... è stato fottutamente imbarazzante.
Però era simpatico.
Lanciò il mozzicone fuori dalla finestra socchiusa.
Lo mandò a inzupparsi nella pioggia torrenziale.
Stava scendendo come un velo nero nella notte.
Pioveva da tutto il dannato pomeriggio.
Sembrava che piovesse da sempre.
Già.
Già, è decisamente un idiota.
-Ma perché messaggio con questo cretino alle undici di sera seduto sul davanzale della finestra?-
From: Mike Shinoda
Ma nn mi dr...
To: Mike Shinoda
Seriamente.
Smettila con queste abbreviazioni del cazzo.
Se proprio devi continuare a rompere le palle.
Mi danno sui nervi.
-Figurati. Questo non capisce un cazzo...-
Idiota.
Decisamente un idiota.
Bloccò lo schermo.
Abbandonando la schiena allo stipite della finestra.
Gettò la testa all'indietro.
Urtò con un tonfo secco il pannello di legno.
Si dimenticava che esistesse ogni cazzo di volta.
Ogni.
Cazzo.
Di dannatissima.
Volta.
Maledettissimo... coso.
Imprecò.
Avrebbe dovuto metterci un fottuto cuscino.
O qualcosa del genere.
Si sarebbe rotto la testa di cazzo che si ritrovava.
Prima o poi.
Alzò un po' il volume della musica.
Per non sentire suo padre che bestemmiava contro il nulla al piano di sotto.
Ubriaco fradicio.
Tanto per cambiare.
Come se Chester non avesse già abbastanza fottutissimo mal di testa per conto suo.
Cazzo.
Spero di non diventare mai così.
Chiuse gli occhi.
Non che ci fosse molto da vedere in quella stanza.
In ogni caso.
Peccato che...
Dicono che il fottutissimo buon sangue non mente mai.
Forse è anche vero.
Almeno con la musica non lo sento.
La musica è meglio della droga, a volte.
Era meglio quando voleva chiudersi a qualcosa che non voleva sentire.
Era meglio quando voleva cancellare qualcosa che non voleva vedere.
La musica è meglio della droga, a volte.
From: Mike Shinoda
Ma dai, davvero sei quasi andato a letto con un ragazzo? XD
-Oh, fantastico. La smette con le abbreviazioni e parte con gli emoticons. Comincio a odiarlo.-
Sbuffò, cercando di reprimere un sorrisetto.
Mike era un idiota.
Un completo idiota.
Probabilmente aveva preso una cazzo di botta in testa da piccolo.
O qualcosa del genere.
Mike gli piaceva.
Era un idiota.
Un completo idiota.
Gli piaceva.
Non lo avrebbe mai ammesso.
Nemmeno con se stesso.
Mike gli piaceva.
To: Mike Shinoda
Sì be', ero senza occhiali. E anche un po' fatto.
-Giusto un pochino...-
From: Mike Shinoda
Era carino almeno?
-Ma sei scemo o cosa?-
To: Mike Shinoda
E io che cazzo ne so?
Non avevo gli occhiali ed ero fatto...
-Però aveva una bella voce, quel cretino...-
Sorrise.
Aveva auto la sensazione che Jared fosse un bel ragazzo.
Non sapeva perché.
Forse il dannato sesto senso non è una completa puttanata...
Gli stava simpatico.
Era innegabilmente, fottutamente strambo.
Ma simpatico.
Non sapeva perché.
Quasi quasi gli dispiaceva di essersene andato e basta.
Alle sei di quel dopo sbornia di due settimane prima.
Dopo avergli praticamente raccontato la storia della sua cazzo di vita.
-Avrei potuto chiedergli almeno il numero...-
Magari l'aveva anche fatto.
Di sicuro non se l'era scritto da nessuna parte.
O forse lo aveva scritto.
E poi aveva dimenticato di averlo fatto.
Dannate sbornie.
Mai più sbornie la domenica.
Il telefono vibrò all'improvviso.
Facendogli perdere la presa sui pensieri.
Non che i suoi pensieri fossero granché.
Comunque.
From: Mike Shinoda
Comunque, credo di averne una vaga idea in realtà, sai?
To: Mike Shinoda
Di cosa?
-Se non specifichi, non capisco. Non leggo nella mente Shinoda. Soprattutto non in quella di un idiota.-
Continuava a parlare da solo.
Perché diavolo stava parlando da solo?
Cristo Santo.
Non aveva senso.
Era notte.
Suo padre stava urlando al nulla come un ossesso.
Stava sperando di non diventare mai come lui
Nessuno poteva sentirlo.
Era seduto sul davanzale della finestra di una camera sbiadita.
La sua camera sbiadita.
Dove c'era un dannato letto a castello.
Anche se ci dormiva solo lui.
Dove la fottuta scrivania aveva un solco scavato con le forbici che andava da un bordo all'altro.
Cinque giorni della vita inutile di un Chester di tredici anni.
Dove il maledetto stipite della finestra era ricoperto di scritte.
Fatte nel corso degli anni con una cazzo di biro nera che a volte diventava rossa.
O blu.
O verde.
Dove la lampadina era bruciata da anni.
La luce non era mai accesa.
Se ne stava lì.
Seduto sul maledettissimo davanzale.
A fumare una sigaretta dopo l'altra mentre gli schizzi di pioggia entravano dalla fessura tra le imposte socchiuse della stra dannata finestra.
Non aveva senso.
Aveva la felpa bagnata.
Gli occhiali ricoperti di fottute goccioline.
Come se vedere attraverso le crepe non fosse abbastanza difficile.
Fottuta pioggia.
Continuava a parlare da solo.
Perché diavolo stava parlando da solo?
Cristo Santo.
Non aveva senso.
Messaggiava con un cretino, alle undici di sera.
Con una canzone dei Depeche Mode sparata dritta dritta in corsia preferenziale per il cervello.
A un volume assurdo.
La musica è meglio della droga, a volte.
Almeno così non sentiva suo padre di sotto che urlava al cazzo di nulla.
Almeno così non pensava troppo.
Almeno così non ricordava le cose sbagliate.
La musica è meglio della droga, a volte.
Non aveva senso.
Continuava a parlare da solo.
Perché diavolo stava parlando da solo?
Cristo Santo.
Non aveva senso.
Forse sto impazzendo.
Forse no.
Sono quasi fottutamente sicuro di sì.
Quasi.
Sto impazzendo.
Forse no.
Forse sì.
From: Mike Shinoda
Di quella specie di poema che mi hai mandato in autobus... la cosa della maschera dentro la testa.
-Primo strike...-
Fissò lo schermo.
Sentì la rabbia salirgli lungo il petto.
Fino alla gola.
Lo prese la voglia di urlare.
Se quel fottuto ragazzino voleva davvero essere suo amico, non doveva riempirlo di cazzate.
Per prima cosa.
Se davvero voleva essere suo amico.
Cosa della quale dubitava.
Tra parentesi.
Non vuole davvero essere mio amico.
Nessuno vuole davvero essere mio amico.
To: Mike Shinoda
Evita di sparare puttanate.
Per favore.
Non capisci.
Nessuno capisce mai un cazzo.
From: Mike Shinoda
Forse allora sarò l'eccezione che conferma la regola? ;-)
Quel genere di cose lo faceva incazzare.
Gli faceva salire la voglia di ammazzare qualche coglione.
O di spaccare qualcosa che valesse una fottuta barca di soldi.
Non faceva granché differenza.
Quel genere di cose lo faceva incazzare.
La gente pretendeva di capire.
La gente pretendeva di sapere.
La gente non capiva un dannatissimo cazzo di niente di lui.
La gente non aveva la minima cazzo di idea cosa avesse passato.
La gente non aveva la minima cazzo di idea di tutta la merda che aveva dovuto ingoiare.
Soffriva come un cane ogni giorno.
Di ogni mese.
Di ogni anno.
Da sempre.
Negli anni lo avevano insultato.
Umiliato.
Picchiato.
E...
Anche peggio.
La gente non aveva la minima cazzo di idea di cosa avesse passato.
C'era sempre il coglione che all'improvviso pretendeva di sapere cosa voleva dire aver avuto una vita di merda.
Dopo aver avuto un'esistenza pacifica e perfetta.
Senza avere la minima idea di cosa avesse passato
Senza avere la minima idea di tutta la merda che era stato costretto a ingoiare.
All'improvviso pretendeva di capire cosa gli passasse per la testa.
All'improvviso pretendeva di avere un'idea di quanto stesse male.
E cominciava a dire che doveva tirarsi su.
Reagire.
Quel genere di cose lo faceva incazzare.
La gente non capiva un dannatissimo cazzo di niente di lui.
La gente non sapeva un dannatissimo cazzo di niente di lui.
To: Mike Shinoda
No.
Non capisci.
È fottutamente inutile.
Quindi vai a dormire, sfigato.
Se proprio non hai niente di meglio da fare che fracassare i coglioni a me.
Oh, e vaffanculo.
Con tutto il cuore.
-E spero che con questo, l'abbia finalmente capita.-
Si tolse le cuffie.
Lanciò il telefono sul letto più basso.
Anche se lui dormiva su quello alto.
Guardò fuori.
Il cielo era nero.
Come lui.
Pareva l'apocalisse, là fuori.
Come dentro di lui.
Era buio.
Illuminato a colpi dai lampi che sembravano esplodere totalmente a caso nel cielo in tumulto.
Come nei suoi dannatissimi incubi.
Poi il telefono vibrò.
Di nuovo.
Che palle.
Si alzò.
Quasi curioso.
Recuperò quel dannato coso praticamente distrutto dalle coperte in disordine.
Chissà perché cazzo poi erano in disordine.
Lui nemmeno ci dormiva, su quel maledetto letto.
From: Mike Shinoda
Come vuoi. Buona notte Chester <3
-Ma sei serio? Un cuoricino?-
Sbuffò.
Si pentì di essersi alzato solo per leggere quella cazzata.
Si mise di nuovo sul davanzale.
Fanculo.
Tentò di tenere giù la maledetta felpa troppo grande.
Per quanto maledettamente assurdo fosse sembrava esserci decisa ad alzarsi.
Lasciandogli la pancia scoperta sotto la pioggia e l'aria fredda che entravano dalla finestra.
Maledetta felpa...
Fottuta pioggia...
-Idiota...-
Idiota.
Decisamente un idiota.
Guardò fuori.
Lasciò che lo sguardo vagasse.
Che vagasse per l'isolato deserto.
La strada si stendeva davanti alla sua finestra come un tappeto.
Le case sembravano affogare sotto la dannata pioggia.
Pioveva da tutto il dannato pomeriggio.
Sembrava che piovesse da sempre.
Gli piaceva la pioggia.
La pioggia rendeva tutto meno una merda.
Anche se la chiamavano tempo di merda.
Sbloccò il telefono e rilesse gli ultimi messaggi di Mike.
-È proprio un idiota.-
Idiota.
Decisamente un idiota.
Sbuffò.
Mike era un idiota.
Però gli faceva salire una curiosità fottuta.
Era curioso.
Dannatamente curioso.
Era impossibile che quel deficiente avesse capito.
Nessuno capisce mai.
A volte non mi capisco nemmeno io.
Con tutte le merdate che...
Provare però non costava niente.
Solo l'ennesima incazzatura.
Al limite.
To: Mike Shinoda
Avanti.
Sentiamo la cazzata.
From: Mike Shinoda
Come mai hai cambiato idea adesso?
To: Mike Shinoda
Rispondi e basta.
Prima che decida che non mi va più di sapere cosa credi di aver capito.
Chester guardò i suoi fottuti polsi.
Non li vedeva.
Erano ricoperti dalle maniche nere della felpa.
Non che avesse chissà quanta voglia di vederli.
Comunque.
Erano magri.
Pallidi.
Pieni di cicatrici e di tagli.
Nessuno si era mai accorto nemmeno di quelli.
A parte quando era finito in ospedale.
Nessuno se n'era mai accorto.
Nessuno aveva mai notato che andava in giro con le maniche lunghe anche d'estate.
Nessuno si era mai accordo di quei dannatissimi tagli.
Mike non se n'era accorto.
Era impossibile che capisse tutto il fottuto resto.
Arrivò un messaggio.
From: Mike Shinoda
È come se fosse Dicembre, vero?
-Dicembre? Ma cosa si è fumato?-
To: Mike Shinoda
Appunto.
Non hai capito un fottuto cazzo di niente.
From: Mike Shinoda
Ti sembra che tutto ti sia estraneo, sbagliato, tagliato fuori da quello che sei: come se le case, il mondo, persino i tuoi sogni, fossero ricoperti di neve e fossero bianchi e tu fossi nero. Ti senti solo, vero?
-Ma che cazzo...?-
Chester prese a fissare lo schermo pieno di crepe del suo cellulare.
Stupito.
Perché gli sembrava quasi che quello che l'idiota stava scrivendo avesse senso?
Ma che cazz...?
Possibile che...?
From: Mike Shinoda
E tutto quello che vuoi è non sentirti come se ti stessi perdendo dietro pezzi di te stesso. Daresti via tutto per un po' d'affetto, vero? Per un posto dove andare o qualcuno da cui tornare a casa, ma sei convinto di non meritarli: sei convinto di essere sbagliato, o che se anche potessi averli prima o poi finirebbe... e spingi via tutto. Fingi che quello che hai sia tutto ciò di cui hai bisogno.
-È assurdo...-
Questo fottuto ragazzino... capisce?
Forse non tutto.
Ma direi che qualcosa lo capisce.
Se non fosse che è maledettamente impossibile.
È un idiota.
Decisamente un idiota.
Allora perché cazzo sembra che...
Lì in mezzo qualcosa di maledettamente vero c'era.
Poco ma sicuro.
From: Mike Shinoda
Ho ragione?
Chester guardò fuori dalla finestra.
Era stra maledettamente combattuto.
Se gli rispondeva di sì gliela dava vinta.
E andava contro tutti i suoi dannati principi morali.
O contro quello che ne restava.
Se gli diceva di no invece lo allontanava.
Ipotesi dannatamente allettante per certi versi.
Fottutamente terrorizzante per altri.
Non era sicuro di volerlo fare.
Forse... forse alla fin fine aveva bisogno di un fottutissimo amico.
Forse.
Magari anche no.
Forse... forse alla fin fine davvero Mike aveva una vaga idea di quello che diceva.
Forse.
Magari anche no.
Forse.
Trovò la soluzione perfetta qualcosa come tre minuti dopo.
Non rispose.
[Mike]
-Da qua, devo leggere!-
Mike sbuffò e cercò di proteggere il proprio telefono da Joe, che strepitava come un cretino sul sedile accanto al suo. Gesù Cristo, Joe Hahn era peggio di una ragazzina in crisi ormonale convinta di avere il diritto sacrosanto di leggere i messaggi della propria migliore amica... c'era mezza scuola che lo fissava allibita, su quel maledetto autobus, e a lui sembrava che non potesse importare di meno.
-Si può sapere come l'hai scoperto?- chiese piccato alzando la mano con il telefono il più in alto possibile.
Fece l'errore di pensare che il più in alto possibile fosse un posto sicuro e di abbassare la guardia per un paio di secondi e il suo sguardo volò verso Chester, seduto qualche fila avanti a loro: non li stava guardando, grazie al cielo...
-Ah, quindi c'è qualcosa da leggere! Te lo avevo detto Brad: il grande Mr. Hahn non sbaglia mai. Mai!-
Mike lo guardò male, elencando fra sé e sé tutti i modi migliori per ucciderlo senza sporcare di sangue tutto l'autobus, mentre quello gli strappava letteralmente il telefono dalle mani.
-Ora mi spieghi.- ordinò mentre Joe inseriva la password.
Come diavolo faceva a saperla?
-Oh be', è stato facile: venerdì hai cominciato a messaggiare cinque minuti dopo che siamo partiti, e subito ha cominciato anche lui, poi a un certo punto ti ha sorriso e, fra parentesi, gli hai sorriso anche tu. Persino sabato alle prove continuavi a guardare il telefono, e tu non guardi mai il telefono alle prove, anzi: odi che la gente guardi il telefono alle prove. Ovvio che c'è qualcosa.-
Mike sbuffò: Joe era davvero insopportabile, quando ci si metteva. Gesù, era peggio di una tredicenne emotivamente frustrata, sul serio.
-Eh no Mikey, non sbuffare: abbiamo visto tutti che gli sorridevi, vero ragazzi?-
-Io non ho visto niente.- dichiarò Brad dal sedile dietro, mentre tirava una gomitata molto poco discreta a Rob.
-Ahi...- brontolò Rob -No, nemmeno io ho visto niente... e sta fermo cretino!- aggiunse poi mentre cercava di divincolarsi dalla presa del suo ragazzo.
Inutile dire che i risultati non furono granché... anzi, non si potevano nemmeno chiamare risultati, per certi versi: con i suoi cinque centimetri e un anno di meno che si ritrovava, l'unica cosa che Rob stava riuscendo a fare era tenere il broncio e sembrare adorabile.
-La smettete voi due? Siete di una smielosaggine assurda.- li rimbeccò Dave cercando di nascondere dietro il tono seccato il fatto di essere sul punto di scoppiare a ridere.
-Ma smettila di comportarti come un omofobo di merda David...-
Rob scoppiò a ridere quando vide la faccia di Dave nel sentire il suo nome completo. Chissà perché odiava così tanto il suo nome...
Mike sorrise, dimenticandosi per un attimo di Joe in modalità tredicenne che mandava a farsi friggere anni e anni di lotte per la privacy per leggere i suoi messaggi.
-Oddio, ma davvero l'ha scritta lui questa cosa?-
Mike tornò improvvisamente alla realtà e allungò il collo verso Joe per capire che cavolo stesse leggendo, poi spostò di nuovo lo sguardo verso Chester, che se ne stava come sempre al suo posto, con l'aria persa e le cuffie e non dava il minimo segno di ricordarsi che loro esistevano.
Mike pregò tra sé e sé che non si girasse. Non era il caso che sapesse che Joe leggeva i loro messaggi: non andava tanto giù nemmeno a lui, figurarsi a uno come... come poteva definirlo? Forse solo con Chester.
-Sta zitto cretino, se ti sente mi ammazza!-
-Oh, ma guarda che cucciolo che sei: 'sta roba che gli hai scritto sembra una poesia!-
Quel ragazzo doveva morire... il più dolorosamente possibile.
-Gesù Cristo, Joe: stai zitto... ti prego...-
Mike odiava supplicare: era una delle cose più odiose che esistessero sulla terra, secondo lui. Dopo le sveglie, ovviamente.
Non aveva mai capito nemmeno lui quel suo profondo odio per le sveglie: sapeva solo che era una cosa profondamente idiota e insensata e che non riusciva a togliersela. Non era mai stato il tipo di persona che la mattina riusciva a stare a letto a dormire: sentiva sempre il bisogno di muoversi e di fare qualcosa, quindi, a rigor di logica, le sveglie non avrebbero dovuto essere un problema, invece le odiava. Forse perché quando dovevano suonare non suonavano mai, mentre quando stava facendo un sogno che meritava di sprecare cinque minuti della sua vita per vedere la fine non c'era una volta che non lo svegliassero sul più bello.
-Prima o poi mi toccherà organizzarvi un fan club. E trovarvi uno ship name.-
Mike alzò gli occhi al cielo: e poi era lui quello poco etero?
-Ma Cristo Joe, sei peggio di una fangirl. Lascialo un po' in pace e fatti una vita, Dio Santo!-
Seriamente, un giorno o l'altro Mike avrebbe dovuto proporre Brad per la santificazione. Cominciava ad seriamente ad adorare quel ragazzo: era una delle persona più gentili e con meno pregiudizi che avesse mai conosciuto.
-Non ho bisogno di un fan club, perché non sono innamorato di lui, chiaro Joe?- disse stizzito alla fine, guardando di nuovo verso Chester.
Aveva un'aria strana, quel ragazzo. Gli era sembrata distrutta, ma ora più che altro gli sembrava persa, smarrita: come se fosse stato bloccato in un labirinto senza via d'uscita.
Per un attimo, soltanto per un attimo, Mike pensò che forse... forse poteva aiutarlo a cercarla, quella via d'uscita.
ANGOLINO NERO PER UN'ANIMA NERA
Ok sì, lo so: sono dieci giorni in ritardo e giuro che mi sento una merda, ma vi avevo avvertito, quindi mettete via i forconi e calmate i vostri istinti omicidi, anche perché sono diventata scema per riuscire a trasformare questo capitolo in qualcosa di anche lontanamente decente.
Non sono soddisfatta del risultato, infatti è probabile che ci tornerò sopra prima o poi, ma per il momento ci toccherà farcelo andare bene.
La acanzone è, come avete visto, My December: bella e triste come poche. Non ho niente di particolare da dire questa volta, quindi ci leggiamo il 3 Luglio con uno dei miei capitoli preferiti.
Con affetto,
Cursed_Soldier
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