Capitolo 7
Ohana significa famiglia. Famiglia significa che nessuno viene abbandonato o dimenticato. (Lilo & Stitch)
Dopo aver passato minuti interi in stato catatonico, mi riscuoto.
Sono giunta alla conclusione che non ho una cotta per Niger, è solo una sbandata e presto passerà. La sua dolcezza improvvisa, il suo salvataggio e il suo magnifico aspetto dovevano avermi indotta a provare affetto per lui. Tutto qui. Sarebbe passata presto. O almeno, era questo che mi ripetevo da dieci minuti cercando di tranquillizzarmi.
Quando ho sentito il mio sedere cominciare a congelare, mi sono alzata. La casa è insolitamente silenziosa, quindi mi dirigo in cucina per prendere un bicchiere di acqua.
Sul frigo è attaccato il solito post it che scrive la mamma.
Nives, sono dovuta scappare a lavoro, altra emergenza. Jace è con Lin, quindi non devi preoccuparti.
Torno presto.
Un bacio,
Mamma
Sospiro sollevata. Almeno non devo preoccuparmi di Jace. Adoro passare del tempo con il mio fratellino ma oggi non è proprio giornata.
Dopo aver bevuto, vado in salotto e prendo il telefono dalla borsa.
Sgrano gli occhi quando mi rendo conto di avere 27 chiamate perse da Belle, 18 da Conn e 45 da Cloe. Per non parlare dei messaggi.
Scrivo a tutti e tre: Riunione di emergenza a casa mia, venite appena potete.
Sospiro. Adesso devo solo trovare il coraggio di raccontare tutto. Posso farcela, mi dico, chiudendo gli occhi.
***
Poco dopo siamo tutti nella mia stanza. Io e le ragazze sul letto e Conn a terra. Purtroppo gli spazi sono piccoli.
"Sono molto arrabbiata con te, ti conviene avere una spiegazione adeguata. Mi sono spaventata a morte." Mi dice Belle.
Prendo un profondo respiro e comincio a raccontare tutto. Dall'aggressione al salvataggio, dal tempo trascorso con Niger fino alle ultime parole che mi aveva rivolto. Tengo per me solamente le conclusioni che ho tratto sulla sbandata per Niger. Quelle le riferirò a Belle, in privato. Non perché non voglia dire qualcosa agli altri due ma perché Conn è un ragazzo e con Cloe non mi sento ancora pronta a parlare apertamente di queste cose. E poi la migliore amica è sempre la migliore amica.
Mi sento un po' a disagio dicendo tutto ciò davanti alla sorella di Nig, ma Cloe è una mia amica quindi cerco di non lasciarmi influenzare dalla sua parentela con il ragazzo per cui ho una mezza cotta.
Mi ascoltano tutti attentamente senza interrompermi. Quando finisco di raccontare, mi abbracciano immediatamente. Belle e Cloe sono in una valle di lacrime, Conn stringe i pugni lungo i fianchi.
"Mi sento così in colpa, abito di fronte alla libreria, avrei potuto accompagnarti." Dice Cloe, con la voce rotta dal pianto.
Io scuoto la testa categorica. "Avrebbero preso anche te." Assodo. "Ma l'importante è che sia arrivato Niger a salvarmi. Non pensiamoci più, eh?" Sorrido leggermente.
Annuiscono tutti poco convinti. Poi decidiamo di guardare un film, scherzando e non pensando più a ciò che avevo raccontato poco prima.
A metà del film suona il campanello. Mi alzo e mi dirigo al piano di sotto. Conn insiste nel volermi accompagnare, nonostante i miei continui rifiuti.
Apro la porta e mi ritrovo davanti Lin e Jace. Quest'ultimo corre subito verso di me e si aggrappa alle mie gambe. Sorrido intenerita e lo prendo in braccio. Poi spalanco la porta per far entrare Lin ma lei scuote la testa, sorridendo.
"Non posso, devo scappare a casa, ho fretta, ma grazie comunque. Per qualsiasi cosa sai dove trovarmi." Mi manda un bacio volante e poi si gira, cominciando a correre.
Scoppio a ridere vedendo la sua fretta. Chiudo la porta e torno dentro. Salgo su mentre faccio qualche domanda a Jace sul pomeriggio passato con la baby-sitter. Conn insiste nel voler portare lui mio fratello in braccio ma rifiuto gentilmente.
Entro in camera e trovo Cloe con il giubbotto già indossato e la borsa in spalla.
"Niv, devo scappare, Niger mi ha chiamata dicendomi di raggiungerlo in fretta." Mi dice Cloe.
Annuisco. "Sei con la macchina?"
Lei scuote la testa. "Vado a piedi fino alla fermata dell'autobus."
"Assolutamente no. Non ti lascio andare da sola." Mi oppongo, restia al solo pensiero.
"La accompagno io, Niv. Tanto si è fatto tardi." Interviene Conn. "B, tu hai la macchina?"
Lei annuisce.
I due ci salutano e poi escono fuori casa.
"Signorina, noi dobbiamo proprio parlare di qualcuno." Mi riprende Belle.
Io rido. "Accompagno di sotto Jace e poi sono tutta tua."
Faccio come detto. Accendo la tv mettendola nel canale preferito di mio fratello e poi risalgo sopra.
"Alloora"Comincio allungando le 'o'.
"Niger si è comportato da..."
"Principe azzurro." Concludiamo insieme, guardandoci negli occhi.
"Non me lo sarei mai aspettata. Non credevo che un essere tanto, come dire, nero, potesse custodire in se tanta dolcezza!" Esclama sognante.
Oh, no. So bene cosa succederà adesso.
Comincia a strillare e saltellare. "Ship, ship, ship!" Urla.
"Belle!" La richiamo, urlando.
"Giusto, giusto, torniamo serie. Sarò il tuo prete personale, confessami pure i tuoi pensieri libidinosi." Dice, all'apparenza seria.
Dopo alcuni secondi di silenzio, scoppiamo a ridere.
"B, quando mi ha detto quelle parole, ho sentito il mio cuore spezzarsi. Come se dovessi dire addio a qualcuno a cui tengo." Comincio, disperata. "Io...credo di essermi presa una sbandata per lui." Sussurro.
Silenzio. Solo silenzio. Alzo gli occhi su di lei. Un urlo mi perfora i timpani.
"Belle, calmati! È solo una cotta." La avverto.
"Se prova a comportarsi male, gli taglio le palle." Minaccia. "Anche se sarebbe un peccato per tutta la popolazione femminile."
Ridacchio, annuendo. Poi torno seria. "È solo che ho paura di come potrebbe comportarsi dopo le parole che mi ha rivolto. Niger non è un normale ragazzo, nasconde qualcosa, lo so. Mi sembra di essere stata catapultata in una delle fan fiction di Wattpad che leggo sempre." Sbuffo.
Lei annuisce. "Se sei consapevole del fatto che nasconde qualcosa, ma ti sei presa comunque una cotta per lui, penso che non dovresti arrenderti. Combatti e conquistalo." Mi fa un occhiolino.
"Ci proverò." Mormoro, sorridendo.
Poco dopo va via anche lei. È ormai quasi sera e il mio stomaco brontola, ricordandomi che non ho pranzato.
Sto per mettermi ai fornelli quando sento la porta d'ingresso aprirsi.
"Mamma!" Grida Jace.
Corro all'ingresso e mi catapulto tra le braccia di mamma. "Buonasera, straniera!"
Nella foga del momento non noto che ha tre cartoni in mano.
Strabuzzo gli occhi e vedo Jace fare lo stesso.
La mamma fa un sorrisone. "Vi ho dedicato poco tempo in questi giorni, quindi per farmi perdonare ho deciso di usufruire di una parte dello stipendio che mi hanno dato oggi per prendere un piccolo regalo per voi."
"Pizza!" Urla Jace al settimo cielo.
Sorrido, vedendo la sua felicità.
"Mamma, avremmo potuto utilizzare quei soldi per pagare almeno in parte le bollette arretrate." Dico, anche se timorosa di rovinare l'entusiasmo generale.
"Niv, sei troppo matura per la tua età, lascia che siano gli adulti ad occuparsi del mondo reale, tu richiuditi nel tuo mondo di fantasia e gioia finchè puoi." Ordina delicatamente.
Io sorrido e annuisco, decidendo di fare come dice per una volta.
Passiamo il resto della serata a scherzare e a divertirci, godendoci il sapore ormai dimenticato della pizza e il suono delle risate ormai sempre più rare.
Mettiamo a letto Jace e rimaniamo solo io e la mamma. Si siede sul divano e mi invita a fare lo stesso.
"Tesoro, è da un po' che non parliamo, perché non mi racconti qualcosa?" Mi domanda.
Tutto questo suo interesse improvviso alla nostra vita mi rende felice, ma a quella domanda mi irrigidisco.
Non posso raccontarle ciò che è successo ieri, si prenderebbe la colpa perché lavoro per aiutarla e perché è troppo assente.
"Tutto bene, la scuola è pesante, ma per adesso riesco a seguire tutto senza problemi. Il lavoro mi piace un sacco e non mi costa alcuno sforzo." Riepilogo, forzando un sorriso.
"E sul fronte ragazzi?" Ammicca, maliziosa.
Mi irrigidisco, se possibile, ancora di più. "Niente di nuovo."
"E quell'Austin di cui mi avevi parlato?"
Austin. Da quando quel cavaliere oscuro di nome Niger era entrato nella mia vita, non avevo più pensato alla mia cotta secolare. Peccato che, adesso, al pensiero di Austin, non scattava più quella scintilla che sentivo prima. Quella scintilla che adesso sento se penso a Nig.
Reprimo un urlo per non far cadere la maschera perfetta che devo indossare per non far preoccupare mamma.
"Mi sono arresa al fatto che non mi noterà mai." Mento, scrollando le spalle.
"Se non vede la magnifica persona che sei, quello che ci perde sarà solo lui."
Mi catapulto tra le sue braccia. Mi era mancata la mia mamma.
***
Dopo aver augurato la buonanotte alla mamma, mi sono resa conto che avrei dovuto dormire.
Provo a mettermi a letto, ma non appena chiudo gli occhi quei ricordi mi invadono la mente.
Rinunciando all'idea di dormire, mi rialzo e mi metto a studiare. Deprimente, lo so, ma è l'unico modo che ho per distrarmi in questo momento.
Mi butto sullo studio fino a quando un pensiero non mi fa alzare la testa di scatto e strabuzzare gli occhi.
Sto realizzando solo adesso che lunedì Niger dovrà accompagnarmi a scuola.
Spazio autrice:
Salve a tutti, come va? Il settimo capitolo di #Likeinafairytaile è online😍
Capitolo abbastanza di passaggio. Cosa ne pensate finora dell'amicizia tra Belle e Niv?
E della serata in famiglia?
Oh oh, Niv ha realizzato solo adesso che d'ora in poi Niger sarà sempre più spesso in mezzo ai piedi😏 Ne siete felici?
Se volete, mettete una stellina 🌟 e/o lasciate un commento. A presto!❤️
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