Capitolo 5
Non smettete mai di sognare, solo chi sogna può volare! (Peter Pan)
Sento le lacrime scorrermi sulle guance. Un uomo, posto di fronte a me, mi afferra il mento e lo ispeziona attentamente.
"Non piangere, bambola, le lacrime deformano il tuo viso e lo rendono meno aggraziato di quel che è." Mi dice, leccandosi le labbra, poi si rivolge all'uomo che mi tiene ancorata al suo petto. "È perfetta, ci avevamo visto giusto quando siamo passati con la macchina. Corpo con le curve al punto giusto e visino d'angelo."
"E stiamo vedendo tutto con i vestiti a coprirci la visuale, pensa senza, amico." Dice l'uomo alle mie spalle.
Arrivano altri due uomini che cominciano ad osservarmi, accompagnati da un'altra figura che credo appartenga ad un ragazzo più giovane.
Maledico il buio che mi impedisce di memorizzare i loro volti.
Uno dei tanti uomini presenti si avvicina a me e comincia a toccarmi, gemendo. Io provo ad urlare ma le mie urla sono soffocate dalla mano che mi tappa la bocca.
"Dobbiamo andare in un luogo più isolato, qui siamo troppo in vista."
Tutti annuiscono.
L'uomo che sta alle mie spalle mi solleva, continuando a teneremi la bocca tappata e i polsi bloccati contro il suo petto. "Quel vicolo è perfetto, non ci sono abitazioni e ci ripara dalla strada. L'unico problema sarebbero i passanti ma faremo dei turni per stare di guardia." Ordina, ottenendo il consenso di tutti.
Sento la disperazione crescere in me. Vengo buttata a terra, mentre una mano continua a coprirmi la bocca. Due uomini si allontanano appostandosi all'ingresso del vicolo cieco.
La figura che credo appartenga al più giovane tra loro mi prende il viso e ne schiaccia fortemente un lato a terra, facendomi grugnire di dolore. Capisco immediatamente il perché: in questo modo non posso riconoscere i visi dei miei aggressori, l'unica cosa che vedo è la mano del ragazzo che mi tappa la bocca.
Provo di nuovo a liberarmi, ma è tutto inutile.
Sento l'uomo ubriaco sfilarmi il cappotto e sollevarmi lentamente la maglia. Delle risate sguaiate e cattive riempiono le mie orecchie, mente io continuo a piangere a dirotto.
Per non pensare a ciò che mi stanno facendo, mi concentro sulla mano che vedo davanti a me. C'è una rosa tatuata in corrispondenza del pollice e sotto allo stelo del fiore c'è una data che non riesco a leggere.
La maglietta mi viene strappata via e l'altro uomo comincia a tastarmi il petto. Anche le scarpe e i pantaloni volano via e io rimango in intimo alla loro mercè. Le speranze sono ormai volate via e l'unica cosa che spero è che questo sia solo un incubo.
Improvvisamente, proprio mentre anche gli slip stavano scivolando giù, sento una voce. "Ehi, voi, che state facendo? Lasciatela subito."
Sento il mio corpo estraniarsi sempre di più dalla realtà.
Vedo il ragazzo con la rosa tatuata sulla mano avvicinarsi al mio orecchio. "Non finisce qui, bambolina, non finisce qui, te lo giuro." Io rabbrividisco. Poi si copre il viso con un passamontagna e scappa via insieme a tutti gli altri uomini mentre il ragazzo che mi aveva appena salvata decide di avvicinarsi a me, lasciando scappare gli aggressori.
Mi rannicchio in posizione fetale, riuscendo solamente a tirare su gli slip, mentre le lacrime non smettono di scendere.
Comincio a vedere tutto nero. L'ultima cosa che sento è che il ragazzo mi copre con qualcosa e mi prende in braccio. Non ho le forza di ribellarmi, spero solo che anche lui non mi farà del male.
"Ci sono io con te adesso, principessa, non devi più preoccuparti."
E io faccio come dice, abbandono tutte le preoccupazioni per un momento, e mi rifugio contro il suo petto ampio.
***
Mi sveglio in una camera che non conosco. Cerco di fare mente locale sul perché io non mi trovi nella mia stanza.
All'improvviso sprazzi di memoria riempiono la mia mente. Sgrano gli occhi, le lacrime ricominciano a scendere e il mio corpo a tremare.
Mi alzo dal letto, barcollante, notando che ho indosso una tuta maschile grande il doppio di me. Mi guardo intorno e noto di essere in una camera matrimoniale abbastanza spoglia.
Mi dirigo verso la porta e la apro piano. Percorro il corridoio e un delizioso profumino mi accoglie via via che avanzo. Mi giro verso la finestra posta in un lato del corridoio e vedo che ancora è notte. Continuo a camminare e arrivo in una cucina. Vedo un ragazzo di spalle che cucina. Non indossa la maglietta e per un momento il panico si impossessa di me. E se fosse uno degli aggressori e avessi solo immaginato la scena del ragazzo che mi salva?
Indietreggio, terrorizzata, fin quando non urto la porta che, spalancandosi, scricchiola.
Il ragazzo si gira di scatto verso di me e mi rilasso visibilmente riconoscendolo.
"Niger." Sussurro, mentre altre lacrime mi solcano il viso e io mi lascio cadere a terra, finalmente svuotata dalla paura che fino a pochi secondi prima aveva riempito il mio corpo.
Lui viene verso di me, percorrendo lo spazio che ci separa con ampie falcate.
"Principessa, piano. Come ti senti? Sicuramente sarai debole, per questo stavo preparando qualcosa da mangiare. Dannazione, non mi sarei dovuto allontanare, ti sarai spaventata a morte non riconoscendo la stanza in cui ti trovavi." Comincia a straparlare e capisco che sia un vizio di famiglia. "Ti piacciono i pancake? Te li stavo preparando. Ma se non ti piacciono, posso preparare qualcos'altro. Ogni tuo desiderio verrà esaudito, principessa. Oh cavolo, sto straparlando, ti prego, fermami, Nives, sono troppo agitato per riuscirci da solo. Caz-"
"Fermo, Niger. Capisco che quello di straparlare sia un vizio di famiglia, eh?" Ridacchio debolmente, mentre lo attiro verso di me. Ora come ora, ho bisogno di un po' di calore umano. Dopo avrò tempo di vergognarmi per
il mio comportamento.
Il sorriso si spegne sul mio viso e torno seria. "Sei stato tu a trovarmi, vero?"
Lo vedo serrare la mascella e scatta in piedi, allontanandosi da me. "Si. Cazzo, Nives, ho visto quegli uomini e ho subito pensato che stessero facendo qualcosa di losco. Mi sono avvicinato e ho visto ciò che stavano facendo ad una ragazza. Ma non avrei mai potuto immaginare che fossi tu." Mi spiega, mente comincia a percorrere tutta la cucina a passo agitato. Poi di colpo si ferma e si gira verso di me. "Merda, ti starò ricordando ciò che è accaduto, non potevo starmene zitto, no? Dovevo solo risponderti con un si o con un no. Cazzo, dovevo distrarti, non fartici pensare di nuovo. Ti canto una canzone, ti recito una poesia, vediamo un film? Non so cosa si faccia per distrarre una persona, dimmi tu. No, aspetta, non parlare, sei troppo debole. Cazzo, sono proprio incapace. Cos-"
"Niger, calma." Mi alzo, vedendo che si sta lasciando prendere dal panico.
Mi avvicino a lui. Il suo petto si alza e si abbassa ad un ritmo troppo veloce. Cerco di non soffermarmi troppo sul fatto che sia mezzo nudo davanti a me.
Poggio una mano sul suo petto e sento il suo cuore battere troppo rapidamente. Sgrano gli occhi e li alzo sul suo viso.
"Niger, calmati, respira." Sento il suo cuore rallentare mano a mano, mentre lui fa continui respiri profondi.
Quando sento che il battito è tornato alla normalità, poggio la mia testa sul suo petto, infinitamente sollevata.
"Cazzo, sono proprio un disastro. Dovrei essere io a rassicurare te, non il contrario."
"Niger, abbracciami, ti prego." Lo imploro con lo sguardo.
Non so da cosa sia dettata la mia scelta, ma so che ho bisogno di un abbraccio. No, non di un abbraccio qualsiasi, ma di un suo abbraccio.
Lui per qualche momento resta interdetto, poi esaudisce la mia richiesta.
Stringe le sue grandi braccia intorno alla mia vita e mi spinge verso il suo petto caldo. Io mi alzo sulle punte dei piedi e gli butto le braccia al collo, stringendolo forte a me. Sento nuovamente calde lacrime fuoriuscire dai miei occhi.
Niger mi prende in braccio, facendomi incrociare le gambe intorno alla sua vita.
Mi porta in un'altra stanza e si siede su un grande divano, continuando a tenermi stretta.
Dopo lunghi minuti, mi stacco leggermente da lui e arrossisco, notando che sono praticamente a cavalconi su di lui e che Niger è a petto nudo.
"Scusa, ti sembrerò una lagna." Sussurro, tirando su con il naso.
Lui mi sorride dolcemente, stringendomi di nuovo a se. "Piangere non è una debolezza, sai? È la dimostrazione che si può essere forti mostrando le proprie emozioni."
"Non ti facevo così saggio, uomo nero." Ridacchio leggermente.
"Uomo nero, eh? Be', non posso che ammettere che si abbina al mio look tenebroso." Scoppia a ridere, seguito da me.
Ma la mia risata si spegne poco dopo. "Nig, se non fossi arrivato t-"
"Non pensarci, principessa, non pensarci. Ero lì, punto. Non pensiamo a inutili ipotesi, ok?"
Io annuisco lentamente.
"Sei la prima a chiamarmi Nig, sai? Mi piace." Mi sorride.
Mi è impossibile non sorridergli a mia volta. Sembra un Niger completamente diverso da quello che ho visto la prima volta e con cui ho litigato a scuola, sembra così...dolce.
"Nig, devo avvisare mia madre, sarà preoccupatissima."
"Tranquilla, ci ho pensato io ad avvisarla, le ho detto che saresti rimasta a dormire da un'amica." Mi rassicura.
"Oh, quindi avrai anche visto i miei imbarazzantissimi sfondi del telefono." Arrossisco.
"Non li ho trovati imbarazzanti, ti rappresentano. Sfondi delle principesse per una principessa come te." Mi sorride, senza minima traccia di scherno.
Sorrido anch'io a mia volta. "Dove siamo qui?" Gli chiedo ancora.
"Nel mio appartamento. Solitamente sto sempre a casa insieme alla mia famiglia, ma certe volte ho bisogno dei miei spazi, quindi vengo qui." Mi risponde.
Annuisco, mentre mi accoccolo contro al suo petto. "Mi sembri un altro Nig, completamente diverso da quello che ho conosciuto."
"Tu non avresti mai dovuto conoscere questo Niger, solo quello. Dimenticati di come mi sono comportato questa sera, quando pensi a me dovrai far riferimento solo a colui che hai visto appena mi hai conosciuto. È per il tuo bene, fidati." Mi dice, con il dolore che impregna ogni singola parola che esce dalle sue labbra.
Vorrei ribattere, contraddirlo, dirgli che non posso dimenticare che mi ha salvato la vita, che si sta prendendo cura di me. Ma non ci riesco, le palpebre sono troppo pesanti e non ho proprio voglia di litigare con lui.
Mi stringo ancora di più a lui. "Abbracciami, solo per questa sera." Mormoro.
"Solo per questa sera." Sussurra a sua volta, stringendomi di più a sè.
Spazio autrice:
Ciao a tutti e bentornati! Il quinto capitolo di #Likeinafairytaile è online😍
Capitolo un po' crudo, ma purtroppo cose del genere, anzi peggiori, accadono ogni giorno intorno a noi. Non sempre c'è il principe azzurro a salvare la situazione.
Per fortuna, Nig è riuscito ad arrivare in tempo e si è preso cura di Niv. Cosa ne pensate del suo comportamento? E di ciò che ha detto?
Vi aspettavate che Niger quando è agitato straparla come la sorella? 😂
Ho aggiornato oggi in via eccezionale al posto di domani e oggi, al posto di un solo capitolo, ne pubblicherò ben due. Ringraziate o date la colpa a sweetwwx , contro cui ho perso una scommessa😂❤️
Se volete, mettete una stellina 🌟 e/o lasciate un commento. A presto! ❤️
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