Capitolo 4

No!! Non smetterò mai! In ogni minuto che resta della mia vita io mi ribellerò e mai, giuro che mai smetterò di tentare di scappare! (Rapunzel)

Visto e considerato che è soltanto un'idiota senza cervello, perché avevo tirato un sospiro di sollievo quando Cloe aveva detto che lui era suo fratello e non il suo ragazzo?

Sicuramente mi ero sentita sollevata perché questo voleva dire che Cloe non aveva un ragazzo violento e possessivo come fidanzato. Si, doveva essere per forza questo il motivo.

Mi alzai anch'io dalla sedia. "Sei proprio un cretino. Cosa stava facendo di tanto sbagliato il mio migliore amico? Stava solo facendo il solletico a tua sorella, non la stava mica baciando. E anche se fosse, che problemi ci sarebbero se anche lei è consenziente?" Sputo fuori, irritata.

"Che problemi ci sarebbero? Quella è mia sorella minore! Dovrei starmene fermo ad osservarla da lontano mentre un ragazzo invade i suoi confini vitali, eh, genietta?" Chiede furiosa.

Io sorrido malignamente. "Credo che il soprannome genietta mi stia da favola, sai?" Lo prendo in giro. "L'unico idiota qui sei tu."

Si avvicina a me, un po' troppo per i miei gusti, e retrocedo immediatamente.

"Scappi, principessina? Non vorrai dirmi che hai paura di me?"

La verità era che non mi stavo allontanando perché avevo paura di lui, ma perché nessun ragazzo, ad eccezione di Conn e del mio ex ragazzo, mi era mai stato così vicino.

Al pensiero del mio ex una morsa lancinante mi serra il cuore.
Allontano subito i ricordi che lo riguardano e torno a fissare quel ragazzo insopportabile, di cui non so ancora il nome.

Mi accorgo adesso che non è solo ma che alle sue spalle ci sono due ragazzi, altrettanto robusti e muscolosi.
Uno è biondo e con gli occhi castani. L'altro è moro e con dei fantastici occhi blu.

"Credo che qui l'unica principessina sia tu! Ti sei portato la scorta a proteggerti?" Rido, indicando con un cenno del mento i due ragazzi alle sue spalle.

Fa un grugnito infuriato. Penso che nessuno lo abbia mai messo in difficoltà in questo modo. Ha l'aria di uno che non è stato contraddetto molte volte nella sua vita. Per una volta, non gli farà male qualcuno che gli tenga testa.

"Allora, continui a stare zitto?" Lo schernisco.

Il ragazzo biondo si schiarisce la voce. "Io sono Jay e lui è Matt. Scusateci per l'invasione al vostro tavolo. Adesso noi ce ne andiamo, vero, Niger?"

Niger. Allora è così che si chiama.

"No che non me ne vado. Non finché la principessina non mi avrà chiesto scusa."

Io scoppio a ridere fragorosamente. "Qui l'unico che dovrebbe scusarsi sei tu. E dovrebbero essere rivolte a tua sorella."

Lui mi guarda sorpreso. "A mia sorella?"

Io annuisco. "Sei tonto? Certo, stava legando con delle persone che sarebbero potute diventare suoi amici e viene interrotta dal fratello psicopatico con problemi di gestione della rabbia." Affermo, sicura di me.

Scatta di nuovo in avanti. "Io? Psicopatico con problemi di gestione della rabbia?" La sua avanzata viene fermata da Matt e Jay.

"Senti, non ho più tempo da perdere con uno stupido che non riconosce i suoi errori. Vado a cercare tua sorella per rassicurala che gli errori che hai commesso tu non influenzeranno la nostra opinione su di lei."

Mi avvio verso l'uscita della mensa, ma, una volta uscita, mi rendo conto di non sapere dove sia Cloe.

"Dove andrei se volessi stare da sola? Dove andrei? Dai, Nives, ragiona, ragiona." Dico tra me e me.

"Oh, parla anche da sola la principessina. Nives, eh?" Dice quell'arrogante alle mie spalle.

Io sbuffo. "Dato che adesso sai che il mio nome è Nives, cerca di usarlo."

"D'accordo...principessina."

Reprimo a fatica un urlo.

"Ok, va bene, deponiamo l'ascia da guerra per un minuto. Proviamo a cercarla in bagno, solitamente si rifugia li."

Lo guardo con la bocca spalancata. "Solitamente? Vuoi dire che questo non è un caso isolato?"

Le sue labbra si serrano in una linea stretta. "Purtroppo. Mia sorella è una delle molte vittime di bullismo presenti in questa merda di scuola. Per questo mi sono avvicinato in quel modo prima, pensavo che il tuo amico stesse approfittando di lei." Ammette e, per la prima volta, vedo un lampo di debolezza attraversare il suo sguardo.

"Bullismo? Non me ne sono mai accorta. Mi sento una stupida." Dico, infilando le mani tra i capelli.

"È stato difficile convincere mia sorella a dirmi cosa le stava succedendo, abbiamo denunciato la cosa al preside ma non è cambiato un cazzo. Cerco sempre di tenerla d'occhio ma quegli stronzi sanno approfittarsi di ogni mio momento di distrazione." Grugnisce, con la mascella serrata.

"Non avevo idea di cosa accadesse intorno a me fino a due minuti fa. Dovrei aprire di più gli occhi e rendermi conto di ciò che succede. Sono proprio una stupida." Sussurro, con le lacrime agli occhi, non potendo fare a meno di sentirmi in colpa.

Lui si avvicina a me, fino a quando le nostre facce sono vicinissime. La sua espressione si addolcisce. "Ehi, non dire mai più nulla del genere. Non è colpa tua se esistono persone che godono nel vedere gli altri stare male. Non sentirti mai in colpa per qualcosa che non hai fatto tu, ok?" Sussurra ad un palmo dal mio viso.

Poi si riscuote e, accorgendosi della posizione in cui siamo, si allontana di scatto come se scottassi.

"Andiamo a cercarla, forza, abbiamo perso fin troppo tempo in chiacchiere." Dice, tornando ad essere freddo e scostante.

Attraversiamo di corsa tutta la scuola, fino a quando non arriviamo ai bagni.

"Entro io, tu aspetta qui, non puoi entrare nel bagno delle ragazze." Lo ammonisco.

"Non me ne frega un cazzo delle reg-" Si interrompe, vedendo la mia espressione ammonitrice. "Oh, va bene, ma se non esci entro cinque minuti, entro là dentro e vi porto entrambe fuori di lì con la forza, chiaro?"

"Cristallino, Niger." È la prima volta che dico il suo nome e vorrei soltanto chiamarlo di nuovo, per sentire nuovamente il sapore di quella parola sulle labbra. Che pensieri stupidi! Una parola non si può mica assaggiare, ma quando ho detto il suo nome, ho sentito come dei brividi. Sicuramente si tratta solo della serie di eventi successi oggi che mi hanno profondamente sconvolta.

"Odio il mio nome, ma detto da te è tutta un'altra cosa, principessina." Mi dice, con un sorriso ad increspargli le labbra.

Alzo gli occhi al cielo, non volendo indagare oltre sul motivo dell'odio rivolto al suo nome, ed
entro nel bagno delle ragazze.

Trovo Cloe raggomitolata in un angolino, con la fronte poggiata sulle ginocchia.

Mi avvicino piano e mi lascio cadere al suo fianco. "Ehi! Non piangere."

Mi guarda, sorpresa. "Sei venuta a cercarmi."

"Certo. Sei mia amica, non ti avrei mica lasciata qui. Scusa per il ritardo, ma ci ho messo un po' a convincere tuo fratello a non entrare." Ridacchio divertita.

"Cosa? Mio fratello è qui fuori?"

Io annuisco. "Mi ha anche detto il motivo della sua scenata. Se posso darti un consiglio, non prendertela con lui, voleva solamente proteggerti." Le sussurro, sincera. "Capiranno anche Conn e Belle, non preoccuparti."

Di tutto il discorso, però, lei sembra essersi fermata soltanto alla prima parte. "Mio fratello ti ha confessato il motivo della sua scenata? Mio fratello? Alto come uno spilungone, occhi neri come il carbone, labbra carnose come due gommoni e look da uomo nero? Mio fratello Niger?"

Io scoppio a ridere. "Si, tuo fratello."

"Devi sentirti onorata, non parla mai con nessuno al di fuori della sua famiglia e dei suoi amici da quand-" Si interrompe, come se stesse per dire qualcosa a cui non doveva neanche accennare. "Comunque grazie ancora per essermi venuta a cercare, non lo farebbero tutti."

"Tuo fratello mi ha anche detto della situazione in cui vivi." Dico, riferendomi al bullismo.

Lei sgrana i suoi bellissimi occhi castani, così simili a quelli de fratello. "Ti ha parato di...Lei?"

"Lei...Lei chi?" Le chiedo confusa.

"Cosa?" Mormora lei.

"Cosa?" Ripeto io.

"Tu hai detto che lui ti ha confessato la situazione in cui vivo, a cosa ti riferivi?" Va dritta al punto.

"Al bullismo." Sussurro, imbarazzata per averlo detto senza un minimo di tatto.

"Oh, già, ma non ti devi preoccupare, mi basta Niger che è diventato come una guardia del corpo."

"Beh, mi sai che d'ora in avanti avrai più di una guardia del corpo." Sorrido.

Mi sorride di rimando. "Ma sei proprio sicura che quello con cui tu abbia parlato sia proprio mio fratello?" Scoppia a ridere, seguita a ruota da me.

"Sicurissima, non si vedono tutti i giorni ragazzi fighi come Niger." Dico, ormai fuori controllo.

"Ah, allora mi trovi figo! Mi sembrava strano che tu fossi immune al mio fascino da bad boy." Sento dire da una voce divertita.

Mi giro lentamente e trovo Niger che mi sorride con scherno.

Sento le mie guance diventare rosse e abbasso lo sguardo. "No, cioè, si, forse, un po'.." Balbetto.

Sento i due ragazzi scoppiare a ridere e mi unisco anch'io alle loro risate, cercando di non pensare alla figuraccia appena fatta.

Appena suona la campanella, Cloe si alza e va ad abbracciare il fratello. Mentre passo al loro fianco per raggiungere la porta sento Niger che le sussurra "scusa".

Faccio un sorrisetto, notando che ha seguito il mio consiglio.

***

Dopo essere uscita da scuola, mi dirigo dritta alla libreria, sapendo che si sarebbe occupata Lin di badare a Jace.

Raggiungo il mio nuovo posto di lavoro con l'autobus, questa volta fortunatamente puntuale.

"Buongiorno, signora." Dico, spalancando la porta, con un sorriso sul volto.

"Suvvia, ragazza mia, chiamami solo Annie o mi farai sentire vecchia." Ridacchia.

Io annuisco, ridendo a mia volta.

Il pomeriggio passa piacevole e veloce, tra un libro e un altro, tra un cliente e un altro, tra una risata e un'altra. Mi sono divertita così tanto che mi ero dimenticata di star lavorando.

Quando esco dal negozio è ormai buio e mi dirigo in fretta verso la fermata dell'autobus, sperando che non tardi ad arrivare.

Mi siedo nella panchina, tremante per il freddo e per la paura. È tutto buio intorno a me e le uniche case presenti sono molto lontane. Se urlassi, dubito che qualcuno mi sentirebbe.

Mi stringo nelle spalle, sperando che l'autobus arrivi presto. Continuo a guardarmi attorno quando noto una macchina che si avvicina e passa di fronte a me, superandomi. Faccio un sospiro di sollievo.

Il sospiro mi si spezza in gola, però, quando noto che la macchina torna indietro e si ferma proprio davanti a me.

Sento le lacrime pungermi gli occhi e l'unica cosa che mi viene in mente è quella di scappare più veloce che posso.

Scatto in piedi e inizio a correre verso le uniche luci che vedo. Una mano che afferra il mio polso, però, ferma la mia corsa sfrenata.

Sento una mano arpionarmi entrambi i polsi, bloccandomeli. La mia schiena aderisce contro il petto di colui che mi ha bloccata. Un'altra mano mi copre la bocca, imprendendomi di urlare.

Sento un fiato caldo solleticarmi il collo. "Dove scappi, bambolina? Ti ho presa." Dice l'uomo che sta alle mie spalle.

Mi irrigidisco capendo che l'uomo alle mie spalle è completamente ubriaco e che non è solo.

Sono completamente spacciata.

Spazio autrice:
Ciao a tutti e bentornati, come ogni venerdì!❤️ Il quarto capitolo di #Likeinafairytaile è online😍

Che ne pensate di questo capitolo ricco di emozioni? Abbiamo scoperto che il fratello di Cloe si chiama Niger, quindi non può che essere il nostro principe azzurro😏 Ammetto che era abbastanza prevedibile, ma più avanti i colpi di scena non mancheranno😂

Assistiamo anche ad una conversazione tra Niger e Nives. Opinioni sui due protagonisti?
Vi immaginavate che l'allegra Cloe fosse vittima di bullismo? Purtroppo molto spesso il bullismo avviene latente senza che nessuno sospetti nulla se la vittima non parla. Ricordate che bisogna sempre farsi coraggio e parlare, perché stando in silenzio sono i bulli quelli che vincono.

Alla fine del capitolo, purtroppo vediamo Niv in difficoltà. Scopriremo cosa le accadrà nel prossimo capitolo. 💔

Se volete, mettete una stellina 🌟 e/o lasciate un commento. A presto!❤️

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