Capitolo 26
Guardala...E se fosse quella giusta? Colei che spezzerà l'incantesimo.
(La bella e la bestia)
"In fondo al mar, in fondo al mar." Canticchio mentre sveglio dolcemente mio fratello.
"Ma smettila di cantare, Niv! Sono le sette del mattino e per di più è lunedì, quindi o stai zitta o torni a dormire." Mi rimprovera Jace.
"Quanto è bello vedere che sei di buon umore già di prima mattina." Dico ironica.
In risposta mi tira un cuscino in faccia mentre lui torna a ripararsi sotto le coperte.
Sbuffo e decido di lasciarlo dormire un altro po', approfittando del bagno libero per darmi una rinfrescata.
Sono felice perché ogni singolo dettaglio di ciò che è accaduto sabato è ancora impresso nella mia mente. Io e Nig abbiamo continuato a messaggiare domenica, scherzando e parlando del più e del meno, ma una paura non troppo remota mi attanaglia l'anima. Adesso come si comporterà? Mi bacerà o farà finta che non sia successo nulla?
Basta, non devo pensarci! Ciò che accadrà, accadrà!
Inoltre la consapevolezza che oggi dovrò affrontare le ore di lezione da sola, senza la compagnia di Conn, Cloe o Belle, fa scomparire la mia gioia, lasciando in me solo la voglia di tornare sotto le coperte come Jace. Negli ultimi giorni mi hanno tartassato di messaggi, ma ho preferito concentrarmi sulla gioia che provavo, cercando di dimenticare ciò che avevano fatto i miei migliori amici.
Adesso, però, devo guardare in faccia la realtà. Ho una voglia matta di perdonarli e di non compromettere la nostra amicizia ma la ferita impressa sul mio cuore, causata dalle loro bugie, continua a sanguinare.
Forse la colpa è stata mia? Forse non sono una persona di cui potersi fidare abbastanza.
"Prima mi svegli, urlandomi di sbrigarmi, e adesso occupi il bagno per mezz'ora? Ma non potevano darmi una sorella meno idiota?" Sento urlare mio fratello al di là della porta.
"Jace, sto finendo, calmati." Alzo gli occhi al cielo.
Rare volte l'ho visto così arrabbiato ed erano tutte giustificate da un motivo valido. Chissà cosa sarà successo stavolta.
Esco in fretta dalla doccia e mi copro con l'asciugamano. Mi vesto velocemente, maledicendo i jeans che non vogliono infilarsi a causa delle cosce umide.
Lego i capelli biondi in una coda alta e metto in risalto i miei occhi azzurri con un po' di mascara. Applico del burro di cacao per le mie labbra secche et voilà, sono pronta.
Vado alla ricerca di Jace e lo trovo rintanato in un cantuccio della sua stanza. Mi avvicino e mi siedo al suo fianco. Afferro delicatamente la sua testa e la appoggio sul mio seno, ricreando la nostra tipica posizione.
Gli accarezzo la testa e lo osservo. Ha i capelli biondi che formano un voluminoso ciuffo e gli occhi azzurri, diversi sia dai miei che da quelli della mamma, che deve aver ereditato da mio padre. Osservo le piccole occhiaie che circondano i suoi occhioni, le labbra curvate all'ingiù e le guance umide. Questo conferma il fatto che il suo malumore è stato scatenato da qualcosa. "Jace, amore mio, ti va di dirmi cosa c'è che non va? E non usare la scusa dell'allergia, ormai abbiamo appurato che non funziona." Cerco di farlo ridere.
Un piccolo sorriso gli increspa le labbra ma muore subito dopo. "Non è niente." Assoda infine.
"Sappiamo entrambi che non è vero. Puoi fidarti di me, qualsiasi cosa mi dirai prometto che non mi arrabbierò, non lo dirò a nessuno e cercherò di aiutarti con ogni mezzo che ho a disposizione." Allungo il mio mignolino e lui lo stringe in maniera insicura con il suo. "Smith-giuramento." Affermo.
"Smith-giuramento." Ripete lui.
Lo Smith-giuramento è una nostra tradizione, ogni qualvolta dobbiamo giurarci qualcosa, ci promettiamo a vicenda di essere sempre fedeli l'uno all'altro in questa maniera.
"Niv, mi piacerebbe tanto dirtelo, ma non posso." Scuote la testolina.
"Jace, mi stai facendo preoccupare? Cosa succede? Ti prendono in giro a scuola?"
Si limita a scuotere la testa.
Sto per formulare altre domande ma il campanello mi interrompe. "Deve essere Lin, vado ad aprire così ti porta a scuola."
Il mio fratellino si irrigidisce. "No, Niv, non voglio andare a scuola. Ti prego, oggi passiamo una giornata insieme come ai vecchi tempi."
"Allora la scuola è uno dei motivi del tuo malessere?" Gli chiedo, puntando gli occhi nei suoi.
Lui distoglie lo sguardo e annuisce. Non mi convince molto ma provo a fidarmi.
"Vado a dire a Lin che oggi ha il giorno libero. Abbiamo fatto entrambi poche assenze, possiamo permetterci un giorno di riposo. Oggi pomeriggio non lavoro perché Annie mi aveva dato il giorno libero, quindi giornata tra fratelli Smith. Che dici?" Gli chiedo entusiasta.
I suoi occhioni si illuminano. "Si!" Esulta alzandosi e venendo ad abbracciarmi.
Scendo le scale e apro il portone. "Buongiorno, Niv!" Esclama Lin con un sorriso sulle labbra.
La saluto anch'io e le spiego la situazione.
Lei annuisce. "È giusto, un giorno di riposo non ha mai fatto male a nessuno. Gli farà bene staccare un po' la spina e passare del tempo con te. In effetti ho notato che molte volte ha fatto un po' di storie per andare a scuola ma non credevo che potessimo arrivare a questo punto." Mi comunica.
Sento un peso opprimente posarsi sul mio petto. "Lin, desirerei che da questo momento in poi mi dicessi ogni singolo atteggiamento ambiguo di Jace. Non so perché ma la situazione mi puzza, come se ci fosse qualcos'altro sotto."
"Certo, mi sembra giusto. D'ora in poi ti comunicherò tutto." Mi sorride rassicurante.
Mi sporgo e la abbraccio. È come una sorella maggiore, non so cosa farei senza di lei. "Grazie di tutto."
"Ma figurati. A domani! E salutami il piccoletto, ricordagli che domani giocheremo a quel gioco che gli piaceva tanto." Ci saluta.
Ricambio il saluto e chiudo la porta. Vedo Jace comparire alle mie spalle. "Ehi, amore, Lin mi ha chiesto di dir-"
"Ho sentito tutto." Afferma Jace che adesso ha anche cominciato a tremare.
"J, mi stai facendo preoccupare, stai tremando. Che succede?" Domando in panico.
Mio fratello sembra non sentirmi, si accascia a terra e si tappa le orecchie con le mani.
"Jace! Jace! Mi senti?" Urlo.
Mi avvicino rapidamente e provo ad abbracciarlo ma è come toccare un pezzo di legno.
Scoppio in lacrime, non so cosa fare.
Come una luce in fondo ad un tunnel buio sento un clacson suonare. Deve essere Niger.
Alterno gli occhi tra la porta e il mio fratellino accasciato. Non vorrei lasciarlo ma devo. Corro alla porta e mi precipito da Niger che mi stava aspettando appoggiato allo sportello.
Vedo la paura attraversare i suoi occhi. "Principessa, cosa cazzo è successo?"
Non ho tempo di spiegargli. Afferro la sua mano e lo trascino in casa.
Individua subito Jace rannicchiato in posizione fetale mentre trema. Si avvicina a lui e lo prende tra le sue braccia.
"Piccolo, ciao. Io sono Niger e adesso ti aiuterò a stare meglio, ok?" Sussurra piano.
Mio fratello non risponde ma i suoi occhi sono puntati in quelli di Nig e le sue piccole manine stringono quelle del ragazzo.
"Guardami, piccolo, respira insieme a me. Uno: inspira. Due: espira. Tre:inspira. Quattro: espira." Cerca di calmarlo.
Continuano così fin quando Jace non riesce finalmente a calmarsi.
"T-tu sei Niger?" Balbetta dopo minuti che mi sono sembrati infiniti.
Il ragazzo fa un piccolo sorrisetto. "Si, sono io, vedo che ho una grande fama in questa casa." Mi punzecchia, lanciandomi un'occhiata.
Mi butto sul divano e chiudo gli occhi. Tutte queste emozioni mi hanno sfinita. "Stupido." Ridacchio.
"Sei il mio eroe." Jace guarda Nig come se fosse innamorato, potrei perfino riuscire a scorgere i suoi occhi che stanno pian piano diventando a forma di cuore.
Lui arrossisce. "Non ho fatto nulla di eclatante, ho solo aiutato un piccolo ometto." Dice alzandosi, mentre continua a tenerlo in braccio.
Si siede sul divano al mio fianco con Jace appollaiato sulle sue gambe. "Volete spiegarmi cosa è successo?" Torna serio.
"Vorrei capirlo anch'io." Sussurro, socchiudendo gli occhi. "Jace stamattina non si è svegliato molto di buonumore, non voleva andare a scuola e gli ho detto che oggi ci saremmo presi entrambi un giorno di riposo. Mi sono allontanata per dire a Lin che oggi sarei rimasta io con lui e all'improvviso ha cominciato a tremare."
Mi salgono le lacrime agli occhi soltanto ripensandoci.
Niger guarda Jace. "Se c'è qualcosa che non va, puoi dirlo a noi. Risolveremo le cose senza creare problemi. So che, a volte, è difficile chiedere aiuto ma poi si rivela la cosa più giusta." Prova a convincerlo.
Jace, in risposta, scuote violentemente la testa. "Non posso, non posso." Ricomincia a piangere.
Io e Nig ci guardiamo preoccupati negli occhi. "Va bene, piccoletto, calmati. Facciamo così: oggi prendiamoci una giornata soltanto noi tre, così ti rilassi e ti riposi. Alla fine, se vorrai, ci confesserai cosa ti preoccupa." Propone.
Jace annuisce. "Dove mi portate?" Ci chiede con gli occhi nuovamente vispi e attenti.
"Ci penso io." Afferma Nig. "Ma prima devo fare una cosa."
Si sporge leggermente verso di me. "Buongiorno, principessa." Mi sussurra a fior di labbra per poi lasciarmi un bacio a stampo.
È possibile che tutti i miei problemi e le mie preoccupazioni sembrano scomparire se condivise con lui?
Spazio Me:
Ciao a tutti! Come state? Anche voi avete finito la scuola?😍
Il ventiseiesimo capitolo di #Likeinafairytale è online😍
In questo capitolo ci concentriamo sulla figura di Jace, un personaggio molto importante in questa storia❤️ Cosa pensate che lo affligga? Riguarda veramente la scuola?
Sono curiosa di sapere cosa ne pensateee❤️
Se volete, lasciate un commento e/o una stellina⭐️ A presto!❤️
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