Capitolo 17
Non tutti possono essere dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in ognuno di noi.
(Ratatouille)
Niger ieri sera mi ha accompagnata a casa, mentre in auto aleggiava un silenzio inquietante. Sono uscita da quella macchina con il cuore distrutto e con la consapevolezza di non poter più lottare per quel ragazzo tenebroso, per il mio guerriero oscuro, che in un modo o nell'altro era riuscito a rubare il mio cuore.
Ho passato tutta la notte a pingere senza sosta, ininterrottamente. Il vero problema è che la mia cotta si stava trasformando in altro, ma non posso più permetterlo. Ad incrementare il dolore è il fatto che io non abbia rinunciato a lui sapendo che in questo modo sarà felice ma con la certezza che ha rinunciato all'amore e alla felicità. Vorrei poterlo aiutare ma non posso se non so quali siano i demoni che lo torturano.
Ho appena riagganciato la chiamata fatta con Belle. Mi sono dovuta mostrare allegra, invece dentro di me sto appassendo. Lentamente. Inesorabilmente.
Come è possibile provare tanto dolore per un ragazzo che non mi ha neanche dato cenno di poter ricambiare i miei sentimenti?
Le mie riflessioni vengono interrotte da una testolina che sbuca dalla porta. "Jace, tesoro, hai finito di mangiare la pasta che ti ho preparato?" Gli chiedo.
Lui annuisce vigorosamente. "Buonissima." Poi mi scruta attentamente. "Perché hai pianto?"
"Io? Pianto? Ma che dici? È l'allergia." Mento.
"Nives, sono tuo fratello, lo so che non sei allergica a nulla." Sentenzia serio.
"Ah, oh, già, hai ragione." Farfuglio.
"Quindi? Non hai ancora risposto alla mia domanda." Mi esorta.
Quella frase riporta in me tutti i ricordi di ieri sera e sento gli occhi riempirsi nuovamente di lacrime. Attiro Jace verso di me e lo stringo come un pupazzetto. "Ho capito che il principe azzurro non esiste, amore."
Lui sgrana gli occhietti. "Esiste, te lo dico io. E esiste anche la principessa rosa, io la troverò e la salverò dai suoi problemi." Dice serio. "E non arrenderti. Il tuo principe potrebbe essere più vicino di quanto credi."
Lo stringo a me più forte. "Hai ragione." Lo assecondo per non dargli altre delusioni.
Come glielo spiego che il mio principe vuole vivere rinchiuso nella sua gabbia di ricordi e dolore?
"Non ho dubbi che sarai un ottimo principe azzurro." Gli sussurro dolcemente.
"Nah, essere il principe azzurro è troppo scontato, le ragazze non cadrebbero mai ai miei piedi. Al giorno d'oggi rimorchiano di più i finti ragazzi cattivi. Tanto lo sanno tutti che sotto la loro maschera si nasconde un cuore enorme." Mi spiega.
Io scoppio a ridere. "Già, nessuno è veramente cattivo." Tiro su con il naso. "Ma ricordati di non far soffrire troppo la tua povera donzella."
"Mai. La proteggerò da ogni dolore. Da ogni mostro. Sarò un finto cattivo, mica veramente." Farfuglia velocemente.
"Si, sarai proprio bravissimo."
Sta per dirmi qualcos'altro ma viene interrotto dal campanello. Aggrotto le sopracciglia. "Amore, aspettavamo qualcuno? La mamma non può essere già tornata, è presto."
Lui scuote la testa. Lo prendo per mano e ci dirigiamo insieme verso la porta.
Apro un piccolo spiraglio e posso notare Austin fuori. Sgrano gli occhi e spalanco la porta.
Non appena me lo ritrovo davanti, con un enorme mazzo di fiori in mano, stringo più forte la mano di Jace.
"Austin." Dico sorpresa.
"Niv, scusa, magari non sarei dovuto piombare qui così ma non ce la facevo più a resistere. Non voglio che tu pensi che io sia la persona che ho lasciato trapelare dalle mie parole ieri. Mi dispiace. Fred è un mio amico ma non per questo deve sempre avere ragione." Vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime. "Puoi perdonarmi? Possiamo ricominciare insieme?"
Resto a bocca spalancata. E adesso? Ricominciare è proprio ciò di cui avrei bisogno.
Annuisco leggermente. Sta per avvicinarsi ma lo fermo. "Ho accettato ma voglio andarci con i piedi di piombo, ho bisogno di conoscere meglio chi sei. Non corriamo, godiamoci ogni momento."
Nonostante le mie parole, lui si precipita da me e mi bacia appassionatamente. Con la mano libera, premo contro il suo petto e lo spingo indietro. Con un cenno gli indico Jace. Sembra essersi reso conto solo adesso della sua presenza.
Si inginocchia e gli porge la mano. "Io sono Austin, tu devi essere il fratellino della bella ragazza qui davanti a me."
Jace guarda schifato la sua mano. Poi lo fulmina con lo sguardo. "Ti ha detto di non correre e tu la baci in quel modo? Sei sordo o sei stupido? Secondo me, tu hai qualche problema ment-"
"Oooook." Dico, allungando le 'o'. "Credo che sia il momento che tu vada, Austin, ci vediamo domani."
"Certo, piccola. A domani." Mi stampa un bacio all'angolo della bocca e si volta.
Chiudo immediatamente la porta e fisso Jace. "Falso." Lo sento sussurrare piano.
"Jace? Ti sembra giusto il modo in cui ti sei comportato?" Chiedo, pretendendo delle scuse.
"Si." Mi risponde invece.
Lo fisso con la bocca spalancata. "Come scusa?"
"Il ragazzo per cui piangevi prima non è questo belloccio che si è presentato davanti alla porta." Mi spiega. "Lui appartiene alla categoria finti principi."
"Ovvero?" Domando perplessa.
"Si finge un principe, ma in realtà il suo scopo è solo uno." Snocciola.
"Ovvero?" Ripeto sempre più confusa.
"Infilarsi nelle mutandine delle principesse." Dice serio.
"Jace!" Urlo. "Chi ti ha insegnato queste cose?"
"Il mondo." Ridacchia.
"Dimmi la verità! Da chi le hai sentite dire?"
Lui scrolla le spalle. Decido di lasciare perdere, limitandomi solo a dargli uno scappellotto sulla nuca.
Salgo per le scale, diretta in camera mia, e sento mio fratello che mi segue. "Altre perle di saggezza da darmi, piccolo mostriciattolo?"
"Voglio solo qualche informazione." Mi dice, comportandosi come un agente dell'FBI.
"Cosa vuoi sapere?"
"Per chi erano le tue lacrime?" Mi scruta circospetto.
"Per un ragazzo che ha molto amore da dare ma che si rifiuta di aprirsi al mondo e alla gioia." Sussurro criptica.
Il mio fratellino fa un mugugno strano. "È quello che ti viene a prendere ogni mattina e che ti riporta il pomeriggio dopo il lavoro?"
Spalanco occhi e bocca. "Cosa? Ma come fai?" Lo interrogo sconvolta.
"Ho i miei poteri." Ammicca.
Lo guardo incrociando le braccia al petto.
"Ok, ok, va bene." Si arrende, sbuffando. "Vi spio dalla finestra non appena sento arrivare la macchina."
Dov'è finito il mio dolce fratellino il cui unico obiettivo era quello di diventare il principe azzurro della sua principessa?
"Marmocchio, penso che tu per oggi abbia dato. Fila a dormire." Gli ordino con una finta espressione seria.
"Mi leggi una storia?"
Davanti ai suoi occhioni dolci non riesco a resistere e acconsento.
Lo porto in camera e lo faccio sdraiare. Gli rimbocco le coperte, spengo le luci e mi accomodo nella poltroncina posta al lato del letto.
"Ti va di sentire di nuovo la storia di Cenerentola?" Gli domando.
Lui scuote la testa. "Voglio una storia che non ho mai sentito. Inventala tu."
Chiudo gli occhi e penso a cosa potrei inventare. Un attimo, forse non c'è bisogno di inventare.
"C'era una volta, in un posto molto molto lontano, una bellissima principessa di nome Nives. I suoi capelli erano così biondi da tendere al bianco e i suoi occhi erano così azzurri da ricordare il ghiaccio.
Viveva ogni singola giornata guardando fuori dalla finestra della sua grande stanza, sperando di veder comparire all'orizzonte un bel principe azzurro che potesse salvarla.
Un giorno, la sua vita monotona venne interrotta dall'arrivo di un guerriero, vestito interamente di nero, a galoppo su un drago.
Visione molto strana, visto e considerato che la principessa Nives aspettava un principe azzurro su un cavallo bianco.
Nonostante ciò, la ragazza volle dare una possibilità al coraggioso guerriero, non ascoltando i rimproveri del padre e di tutti i sudditi che sostenevano che l'unica cosa che avrebbe fatto il ragazzo sarebbe stata rapirla.
Alla fine avevano ragione.
Il guerriero aveva rubato il cuore alla principessa Nives.
Ma i due sarebbero riusciti a superare tutte le difficoltà che impedivano loro di vivere per sempre felici e contenti?"
"Niv, come continua la storia?" Mi chiede Jace.
"Non lo so, amore. Lo scopriremo insieme." Dico con voce malinconica.
"Quel ragazzo si accorgerà di come non potrà fare a meno di amarti." Bisbiglia con voce assonnata.
L'attimo dopo è già sprofondato nel sonno. Gli lascio un bacio sulla fronte e esco dalla cameretta con un lieve sorriso sulle labbra.
Sorriso che muore non appena la realtà precipita nuovamente su di me. Chiudo gli occhi e mi dirigo al piano di sotto.
Rimango sorpresa nel notare che la mamma è tornata. Non l'avevo proprio sentita!
Sto per avvicinarmi per salutarla, quando noto le lacrime che sgorgano dai suoi occhi mentre fissa uno strano foglio. Non sembrano le bollette, ho imparato a riconoscere i bolli sulle buste. Aguzzo la vista per provare a scorgere meglio il simbolo, ma mi sporgo troppo facendo scricchiolare la porta che stavo usando per nascondermi.
La mamma in fretta e furia afferra la busta e il foglio, nascondendole nella tasca della sua giacca. Si asciuga le lacrime e si avvicina a me.
"Ehi, tesoro. Buongiorno. Come va?" Mi chiede, forzando un sorriso.
"Mamma, perché stavi piangendo? Quelle non sembravano le carte delle bollette. C'è qualche altro problema?" Le domando con il cuore in gola.
"No, tesoro. Come ti ripeto sempre, tu devi rinchiuderti nel tuo mondo di fantasia e smetterla di preoccuparti per me." Mi dice afflitta. "Sai già che non sono d'accordo con il tuo lavoro."
"Mamma, abbiamo affrontato questo discorso già da tempo. Non riesco a vederti lavorare ogni singolo giorno mentre me ne sto con le mani in mano. Anche se in minima parte, il mio lavoro può aiutarci. E poi mi piace stare con la signora Annie."
Lei si arrende, annuendo.
"Jace ha già mangiato. Io non ho molta fame, oggi salto la cena. Se vuoi, ho conservato un po' di pasta anche per te." La avviso.
"No, ho già cenato, grazie lo stesso."
La fisso sorpresa. "Cosa? E dove?"
Lei sgrana gli occhi. "I-in clinica. Oggi c'era una cena aperta per tutti." Conclude con un sorriso falso.
"Mamma, sei sicura?"
"Basta, Nives. Questo è per caso un interrogatorio? Vai a dormire, fino a prova contraria non sono costretta a dirti tutto ciò che faccio." Sbotta.
La fisso delusa, scuotendo la testa. "Hai acquisito questo dovere quando hai messo al mondo due figli."
Mi volto e mi rinchiudo in bagno. Faccio una lunga doccia per lavare via i pensieri che mi infestano la mente.
Dopo essermi asciugata i capelli, mi rintano in camera pulita e profumata.
Afferro il telefono e il mio cuore comincia a battere all'impazzata non appena vedo un messaggio comparire sullo schermo.
Nig:
Ti ricordi che sabato sera abbiamo un finto-appuntamento per spiare il tuo amichetto e mia sorella? Non prendere impegni, mi raccomando.
Credo di avere gli occhi a cuoricino in questo momento. Rileggo il messaggio e il mittente per essere sicura di non essermi sbagliata. Quando realizzo che non sto sognando, scrivo freneticamente una risposta.
Niv:
Ciao anche te, caro mio. Io tutto bene, grazie per avermelo chieesto, spero anche tu. Non sono il tipo di persona che dimentica le cose. Sabato vivremo una serata all'insegna di cinema e stalker. Un sogno che si realizza.
Ridacchio leggendo il messaggio. Rischio di soffocare vedendo che ha visualizzato il messaggio.
Nig:
La cortesia, come hai potuto notare, non è nelle mie corde. Sono felice di poter realizzare almeno un tuo sogno. Anche se, devo ammetterlo, è un sogno un po' strano. Ma mai combattere contro una principessa guerriera come te, questo l'ho imparato a mie spese.
Scoppio a ridere di gusto. Solo lui è in grado di trasformare così velocemente il mio umore.
Niv:
So farmi valere quando serve. Prendine nota.
La sua risposta non si fa attendere.
Nig:
Tranquilla, ho ogni singolo tuo dettaglio improntato ben benino nella mente.
Sento il cuore battere velocemente e le farfalle nello stomaco spiccare il volo. Purtroppo non ho tempo di rispondere, in quanto mi anticipa.
Nig:
Buonanotte, principessa. A domani!
Beh, penso che questa sia la buonanotte migliore di tutta la mia vita.
Niv:
Bene bene, il ragazzo di ghiaccio che scruta ogni mio dettaglio. Questo è interessante!
Buonanotte, Mr. Guerriero!
Sorrido per il soprannome che gli ho appena affibbiato.
Nig:
Mi piace questo soprannome ;)
Decido di non fare troppo la sottona e di non rispondere. D'ora in poi dovrò vederlo come un amico, non più come il ragazzo che mi piace. Non ci riuscirò mai.
Mi sdraio e cado in un sogno senza incubi, per la prima volta da quella notte.
Mi addormento con il telefono stretto al petto, un sorriso cucito sulle labbra e il pensiero di Nig posto sul mio cuore.
Spazio autrice:
Ciao a tutti, eccomi qui anche oggi❤️ Il diciassettesimo capitolo di #Likeinafairytale è online😍
Capitolo di passaggio che ci mostra Austin che va dalla nostra Niv per scusarsi, Niger bipolare come sempre e un Jace che ha capito tutto sulla situazione della sorella. Io sto amando questo piccolo mostriciattolo e voi?😍
Nel prossimo capitolo scopriremo una parte fondamentale della vita del nostro Mr. Guerriero che ha contribuito a renderlo ciò che è oggi. Siete pronti?😏
Se volete, lasciate un commento e/o una stellina⭐️ A presto!❤️
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