Capitolo 15

Il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e prezioso di tutti. (Mulan)

Il mattino dopo vado immediatamente da Belle. Casa sua non è molto lontana dalla mia, quindi mi ci reco a piedi.

Non appena suono il campanello, aspetto impazientemente che Belle apra il portone, sbattendo ansiosamente un piede sul pavimento in legno del portico.

Finalmente, dopo alcuni secondi che a me sono sembrati un'eternità, vedo Belle fare capolino dall'uscio.

La osservo e noto che ha i capelli completamente scompigliati, il mascara che la fa sembrare un panda e il rossetto totalmente sbavato. Mi precipito verso di lei e la abbraccio con tutte le forze che ho.

Quando mi stacco, mi rendo conto che alle sue spalle c'è anche Connor.

"Ciao, Conn." Lo saluto, con voce dubbiosa, vedendo che si irrigidiscono entrambi.

"Su, entra, Niv. I miei non ci sono, ieri pomeriggio sono andati a trovare mia nonna fuori città poiché non sta molto bene." Spiega Belle. "Connor ieri non mi ha voluto lasciare sola, viste le condizioni in cui ero, e ha dormito qui."

Io annuisco sollevata. Per un momento avevo pensato che loro due avessero potuto fare...beh, quelle cose. Per fortuna è stato tutto spiegato.

"Allora, ti va di raccontarmi cosa ha fatto quel coglione di Fred?" Le domando, già arrabbiata.

Belle annuisce leggermente. Conn, invece, stringe i pugni e lascia la stanza senza spiccicare parola.

"Scusalo, ieri è rimasto molto colpito quando gli ho raccontato tutto, probabilmente non è pronto a sentire nuovamente la storia."

Annuisco, spaventata da cosa sta per dirmi.

"Quando ci siamo separati da voi, mi ha portato nella sua macchina. Si era comportato da vero gentiluomo, ma non smetteva di fare allusioni strane che non capivo." Comincia, mentre gli occhi le si fanno lucidi. "Ad un certo punto ha fermato la macchina in una zona di campagna deserta. Non passava nessuno. Quando gliel'ho fatto notare, lui mi ha risposto che serviva un luogo tranquillo per fare ciò che aspettavo da tutta la serata. Continuavo a non capire."

La voce le si spezza, io mi avvicino per abbracciarla e tenere le sue mani strette nelle mie.

Lei tira su con il naso e si schiarisce la voce. "Quando gli ho chiesto spiegazioni, lui ha semplicemente messo la sua mano sulla mia coscia e si è sporto verso di me, baciandomi. Io ero al settimo cielo: pensavo che intendesse ciò che aveva appena fatto con le strane allusione dette poco prima. Invece, la sua mano continuava a salire, ha reclinato il sedile in modo che lui potesse mettersi a cavalcioni su di me." Le lacrime le inondano le guance e io, mai come in questo momento, sento di poter comprendere ciò che prova. "Le sue mani si trovavano ovunque, ma cercavo di fargli vedere che mi piaceva il suo tocco. Non volevo deluderlo, a me lui piaceva veramente. Quando, però, le sue mani hanno cercato di inoltrarsi in zone più intime, l'ho subito fermato, capendo dove voleva parare. Gli ho chiesto spiegazioni sul suo atteggiamento e lui mi ha risposto che con quel vestito da poco di buono che indossavo, aveva subito compreso che volessi andare a letto con lui. Successivamente ha aggiunto che portarmi a casa gli sembrava troppo confidenziale e che per una come me, che sicuramente era abituata a fare quel genere di cose, la macchina andava più che bene. Gli ho subito detto che non aveva capito un bel niente, che io per fare quel genere di cose stavo aspettando il ragazzo giusto, il quale non era sicuramente uno stronzo come lui. Si è arrabbiato e mi ha cacciata fuori dalla macchina, lasciandomi lì in mezzo al nulla. Per fortuna i telefoni prendevano in quel posto sperduto, ho subito pensato di chiamare Conn. Era con Cloe, ma è corso comunque da me, non appena ha capito la gravità della situazione. Poi siamo tornati qui e il resto lo sai già."

Durante l'ultima parte i suoi occhi si sono illuminati di una luce strana, ma non ci faccio troppo caso. La abbraccio più forte.

"Non sai quanto posso capirti. È successa la stessa cosa anche a me e ancora non riesco a dimenticare le loro mani su di me. La notte ho ancora gli incubi. Non posso fare a meno di pensare a cosa mi sarebbe successo se non fosse arrivato Nig." Le dico, malinconica al ricordo di quel Niger dolce che si era preso cura di me. "Ma tu ce la farai a superare tutto questo. Anzi, ce la faremo. Qui con te ci siamo io e Conn, non devi più avere paura."

Lei prova a sorridermi e apprezzo il suo tentativo, anche se fallisce.

"Abbiamo parlato fin troppo di me. Adesso raccontami come è andato il tuo appuntamento."

"È andato alla grande." Mi limito a dire, ma cerca più spiegazioni, quindi le racconto tutto per filo e per segno.

Alla fine del racconto, sgancia un urlo alla Belle. Il mio cuore si riempie di gioia, riconoscendo almeno per un momento la mia migliore amica allegra e sorridente.

Si precipita tra le mi braccia. "Io vi shippo, sappilo, Niv. Non quanto shippo te e Nig, ma possiamo lavorarci."

Scoppio a ridere. "Tra me e Nig non potrà mai esserci nulla. Lui mi vede solo come una bambina da proteggere, se proprio vogliamo dirla in maniera gentile. Se, invece, vogliamo dire la verità, mi vede come una palla al piede."

Belle sospira. "Cara amica mia, vedrai quanto ho ragione, vedrai." Dice, con un tono così solenne che mi inquieta. "Comunque sia, rimani a pranzo con noi?"

Annuisco, ancora disorientata dal suo veloce cambio di discorso.

Io, Belle e Conn prepariamo insieme il pranzo, ridendo e scherzando, come se non fosse mai successo niente. Come se fossimo gli stessi ragazzi di qualche mese fa. Come se le nostre vite non fossero cambiate con l'ingresso in esse di persone che hanno cominciato a farci battere il cuore veramente.

***

Ho trascorso un pomeriggio fantastico. Ho smesso di pensare ai miei piccoli problemi di cuore e mi sono divertita con i miei migliori amici.

Esco da casa di Belle. Sto per attraversare la strada, ma lo squillo del telefono mi interrompe.

Noto che è Austin. Sorrido e rispondo immediatamente.

"Ehi, Niv. Come va?" Mi chiede subito.

"Tutto bene, Aust. Tu?" Dico di rimando.

"Bene bene. Scusa se sono scortese, ma volevo dirti che ho parlato con Fred. Mi ha raccontato tutto ciò che è successo ieri sera dopo che ci siamo separati."

Io annuisco, anche se non può vedermi. Sono pronta a sentire le sue scuse, anche se dovrebbero venire da un'altra persona.

"La tua amica si è comportata veramente da stronza, scusami se te lo dico in questi termini poco gentili."

Mi lascia completamente spiazzata. "Cosa, scusa?" Sento l'ira invadere ogni cellula del mio corpo.

"Ma si, insomma. Prima indossa quel vestito che non può essere definito che provocante, po-"

Non gli lascio modo di finire perché lo interrompo subito. "Provocante? Quindi, spiegami, solo perché una ragazza vuole indossare un abito che la fa sentire sicura di se e che la fa sentire bene con se stessa, ma che gli altri definiscono provocante, questo da il permesso a coglioni come il tuo amico di arrivare quasi a violentarla? Non ti facevo una persona del genere."

"Non ho detto questo. La tua amica ha provocato Fred per tutta la serata e ha continuato a farlo anche quando erano soli in macchina. E poi, quando stavano per arrivare al dunque, lei si tira indietro. Fred è stato costretto a cercarsi un'altra perché Belle lo ha lasciato insoddisfatto."

"Oh, povera anima. Adesso è lui la vittima, giusto? Pur di non essere lasciato insoddisfatto, avrebbe potuto abusare di una ragazza che non voleva che le mettesse le mani addosso. Questa sarebbe la sua giustificazione?" Urlo. "Si sentono ogni giorno storie del genere al telegiornale, ogni giorno ci sono manifestazioni per combattere questi stereotipi in base ai quali sono sempre le donne ad avere la colpa, ogni giorno vengono associazioni e organizzazioni nelle nostre scuole che cercano di sensibilizzare noi giovani su questo argomento. Tutte queste lotte vengono annullate ogni qualvolta un uomo si comporta come ha fatto ieri Fred: credendo che i suoi desideri siano più importanti di quelli della persona che sta al suo fianco. Se non riesci a comprendere questo, caro Austin, puoi anche cancellare dalla tua mente tutti i momenti che abbiamo passato insieme e quelli che avremmo potuto passare ancora."

"No, Niv, aspet-" Prova a dire, ma non riesce a terminare la frase perché stacco la chiamata.

Maledizione, questa telefonata mi ha fatto perdere troppo tempo. Si è fatta sera, mi toccherà tornare di nuovo a casa al buio.

Mi faccio coraggio, stringendomi all'interno del mio cappotto. Comincio a camminare verso casa con il cellulare stretto con forza in mano.

Una sensazione strana si fa strada dentro di me, facendomi sentire osservata. Il cuore comincia a battere velocemente, le mani sudano e i ricordi si sovrappongono a ciò che sto vivendo in questo momento.

Quando la testa comincia a girare, decido di sedermi su una panchina.

Continuo a guardarmi attorno quando noto una macchina che si avvicina e passa di fronte a me, superandomi. Faccio un sospiro di sollievo.

Il sospiro mi si spezza in gola, però, quando noto che la macchina torna indietro e si ferma proprio davanti a me.

Sento le lacrime pungermi gli occhi e l'unica cosa che mi viene in mente è quella di scappare più veloce che posso.

Scatto in piedi e inizio a correre verso le uniche luci che vedo. Una mano che afferra il mio polso, però, ferma la mia corsa sfrenata.

Sento una mano arpionarmi entrambi i polsi, bloccandomeli. La mia schiena aderisce contro il petto di colui che mi ha bloccata. Un'altra mano mi copre la bocca, imprendendomi di urlare.

Sento un fiato caldo solleticarmi il collo.

Oh, no, sta accadendo di nuovo!

Spazio autrice:
Salve a tuttiii❤️ Eccomi qui anche oggi❤️ Il quindicesimo capitolo di #Likeinafairytale è online😍

Cosa ne pensate di ciò che è accaduto a Belle? E dei ragionamenti di Austin? Ha ragione lui o la nostra Niv?

Nella parte finale c'è un parallelismo con ciò che è accaduto a Niv alla fine del capitolo 4😳 Sarà vero che sta accadendo nuovamente ciò che ha già vissuto?

Lo scopriremo nel prossimo capitolo❤️

Se volete, lasciate un commento e/o una stellina⭐️ A presto!❤️

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