5 - Ferite del passato

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-papà ti proteggerà sempre mio piccolo principe, nessuno ti porterà via da me-

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Inko ricordava benissimo il momento in cui scoprì di essere incinta, era sola a casa, Hisashi probabilmente stava tornando a casa o era sempre in ufficio, ma al momento non era il suo pensiero principale.

Era seduta dentro al bagno, aspettando il risultato del test, malgrado non fossero sposati da molto era certa di voler iniziare una famiglia con lui, non le faceva mai mancare niente, l'amava e lei amava lui.

Ma c'era sempre qualcosa che la faceva raggelare, ogni volta che vedeva la rabbia accendersi nei suoi occhi, provava un senso di paura, in quei momenti era una persona totalmente diversa, certo non si era mai arrabbiato con lei, e se mai fosse accaduto Inko dubitava che avrebbe reagito cosí.

Appena il tempo d'attesa terminò osservò con attenzione il risultato del test, era positivo.

Sorrise trattenendo le urla di gioia, non vedeva l'ora di dirlo ad Hisashi.

Mentre aspettava sdraiata sul divano pensava a chi sarebbe somigliato di piú il loro bambino, Inko sperava tanto che fosse un perfetto mix di entrambi, le venne in mente l'immagine un bambino o una bambina con i capelli bianchi come la neve e gli occhioni verdi, nuovamente trattenne un urlo al pari di una fangirl, ovviamente era solo un pensiero, poteva avere qualsiasi aspetto e l'avrebbe amato o amata comunque, si mise a sedere pensando a possibili nomi, forse ad Hisashi avrebbe fatto piacere chiamarlo come suo fratello?
Le rare volte che lo nominava sentiva una forte malinconia nella sua voce.

-Inko?-

Era talmente assorta nei pensieri che non l'aveva sentito rientrare, tantomeno avvicinarsi a lei e fissarla con uno sorriso divertito.

-che fai tutta storta sul divano?-
-niente, stavo pensando-
-oh? A cosa di preciso?-domandò sedendosi mentre si levava la giacca.
-vedi oggi-

Il cellulare di Hisashi si mise a squillare, guardando il numero corrugò le sopracciglia con aria perplessa e infastidita.

-scusami tanto cara ma è una telefonata di lavoro importante-
-oh certo, fai pure-

Lo guardò alzarsi con fretta e rifugiarsi in un'altra stanza, sembrava dovesse correre via da lei per chissà quale segretezza, passò piú di un'ora al telefono e quando uscì fuori la sua espressione era decisamente arrabbiata.

-tesoro va tutto bene?-

Sollevò lo sguardo dal telefono per sorriderle come suo solito.

-si, tutto bene cara, devo solo ritornare in ufficio-
-cosa?? Cosí all'improvviso? M-ma io...-
-lo so tesoro, non piace neanche a me, ma sono l'unico che può risolvere la situazione-

Inko annuì, sospirando abbattuta, Hisashi le diede un bacio sulla fronte e corse via verso chissà quale commissione, ma Inko non si perse d'animo, quando Hisashi sarebbe tornato avrebbero ripreso il discorso interrotto.

Tuttavia...

Le cose non vanno mai come previsto.

-amore ritarderò parecchio purtroppo,il guaio è più complicato del previsto-
-ho capito, ho capito... Beh fai il tuo lavoro allora, ti aspetterò qui-
-scusami ancora, mi farò perdonare promesso!-

Era sempre stato cosí Hisashi era giá, prima del loro matrimonio, un uomo assai impegnato eppure riusciva sempre a passere il tempo con lei.

**time skip**

L'aveva aspettato fino al calar del sole, era buio pesto e la stanchezza si era fatta sentire, Inko sbadigliò mentre metteva da parte gli avanzi della cena, voleva solo mettersi sotto le coperte.

-poteva almeno avvisarmi...-sospirò sbuffando.

Dopo essersi cambiata controllò l'agenda, doveva fissare un appuntamento con il medico e pensare alla futura stanza del bambino o bambina.

-meglio aspettare domani mattina-

Appena toccato il materasso si addormentò.

Inko aprì gli occhi con fatica quando sentì la porta d'ingresso chiudersi, Hisashi era rincasato alle prime luci dell'alba, Inko trovò strano che stesse farfugliando qualcosa sottovoce, si alzò per capire cosa stesse succedendo, aveva lasciato la porta della stanza era socchiusa e notò qualcosa sul pavimento, qualcosa che la fece bloccare dov'era, Hisashi aveva lasciato delle macchie rosse nel corridoio, Inko si disse che non era sangue, ma l'odore era troppo forte, metallico e insistente, udì il suono della doccia e un frugare di abiti o lenzuola, poi nuovamente passi, Inko tornò a letto, fingendo di dormire, lo sentì pulire il pavimento mentre diceva qualcosa sottovoce, ma non capì niente se non che era furibondo con qualcuno.

Mentre Inko pensava se quello che aveva visto fosse solo uno scherzo della sua mente, Hisashi doveva aver finito visto che era entrato in camera, si  stese vicino a lei abbracciandola e mormando uno "scusa il ritardo", non aspettandosi una risposta, Inko non chiuse occhio da quel momento in poi.

Cosa aveva fatto Hisashi veramente?

Quando Hisashi si alzò, scosse delicatamente la spalla della moglie.

-tesoro?-

Inko mosse leggermente il capo, cercando di fare del suo meglio per sembrare appena sveglia.

-hmm?-
-è l'ora di alzarsi-
-si... arrivo-

La mattina era iniziata normalmente, niente fuori dall'ordinario, eccetto per la strana fretta che Hisashi aveva di uscire.

-come mai sei così agitato? È successo qualcosa?-
-no no, niente di speciale devo solo occuparmi di quella faccenda di ieri-
-non l'hai ancora risolta?-
-purtroppo non ancora, ma oggi sento che è il giorno giusto-

Sembrava irritato da quel pensiero.

-piuttosto! Dovevi dirmi una cosa ieri-
-oh... Ecco...-esitò.

L'espressione di Inko fece preoccupare Hisashi.

-tesoro tutto bene?-
-ah! Si si, scusa ho solo avuto il sonno irrequieto-rise per cercare di distogliere l'attenzione dall'argomento.
-sicura? Sai che puoi dirmi tutto-
-pff Hisashi sto bene! Ieri volevo solo dirti che lavori troppo-

Questo sembrò fsr rilassare l'uomo.

-lo so scusa, te l'ho detto, mi farò perdonare, ma ora devo correre, ci vediamo stasera-

Le diede un bacio e poi andò via.

Inko aspettò un pochino, poi corse in bagno a rovistare nella cesta dei panni sporchi, non trovò niente se non qualche piccola macchia sul bordo della cesta, girò tutta la casa in cerca di qualcosa che potesse smentire quella sua paura, la sola stanza che non aveva controllato era lo studio di Hisashi, provò ad entrare ma la porta era chiusa, dopo aver sbuffato un pochino si rimboccò le maniche, prese una forcina e un cacciavite e si mise d'impegno per aprire la serratura, dopo un paio di tentativi il suono dello scatto la fece esultare, l'interno era buio pesto, odorava di chiuso e... Di qualcos'altro, accese la luce.

Poteva sembrare come qualsiasi piccolo ufficio, ma Inko si mise a cercare ovunque, non sembrava esserci niente di sospetto ma sentiva che qualcosa non andava, aveva acceso il computer, trovando dei file che erano.... Strani...

Numeri di telefono appuntati direttamente sul computer e delle informazioni su qualcosa che non capiva bene cosa fosse, era tutto bene o male strano ma non troppo, spense il computer ma prima si appuntò qualche numero, in seguito cercò la provenienza di quello strano odore.

L'aveva trovato, in una scatola chiusa male dietro il cassetto dei documenti, all'interno c'erano i vestiti con cui Hisashi era uscito il giorno prima, erano sporchi di sangue, la cosa che la fece spaventare era che sicuramente non era il suo, quindi... Di chi era?

Nella sua testa si urlava che il suo Hisashi non avrebbe mai potuto fare una cosa simile, ferire qualcuno? Mai.

Eppure...

-ci deve essere una spiegazione... Deve esserci-

Decise di rimettere tutto in ordine e provare a contattare uno di quei numeri, ma non l'avrebbe certo fatto dal suo telefono di casa! Pensò bene di usare una cabina telefonica, quindi prese la borsa ed uscì in fretta e furia di casa, appena trovò una cabina si mise a comporre il numero.

Mentre ascoltava il rumore del telefono, si mise a riflettere.

-se fosse veramente un assassino... Cosa potrebbe accadermi? Cosa potrebbe accadere al bambino?-

La preoccupazione principale di Inko era la piccola vita che cresceva dentro di lei, il resto non contava nulla.

-pronto?-

La voce che aveva risposto era irritara, malgrado stesse cercando di mantenere una certa compostezza.

-pronto??-

Inko rimase in silenzio.

-se questo è uno scherzo non è divertente-
-no no, mi scusi, io... Sto chiamando per... Per conto del signor Midoriya-
-Midoriya? A-aspetti vuole dire Hisashi?-
-s-si lui-

Sentì cadere qualcosa dall'altro capo del telefono.

-s-senta! Abbiamo fatto quello che All for one voleva! N-non abbiamo detto niente! La lezione è stata capita! Addio!-
-aspetti io...-

Dopo il panico generale, Inko non sapeva come comportarsi.

Hisashi era... Era quell'uomo orribile? Come poteva essere?

Avrebbe dovuto cercare piú prove, esserne sicura al 100% ma era spaventata, l'unica cosa che poteva fare era fuggire, ma se Hisashi era veramente All for One, sicuramente l'avrebbe trovata ovunque andasse.

Le soluzioni erano due... Rimanere con Hisashi oppure cercare aiuto, ed entrambe erano idee che la terrorizzavano, ma non c'era solo lei in ballo, quindi scelse la seconda opzione, e questo la spinse a cercare un'agenzia di eroi al piú presto.

Nei giorni successivi si informò bene su come prendere una sottospecie di appuntamento in un'agenzia, alle volte mentendo spudoratamente, ma la fortuna non girava molto ed Inko non poteva tenere segreta la gravidanza in eterno.

Quando, per pura fortuna, qualcuno capì la sua situazione e che la scusa del "cerco impiego" era una richiesta di aiuto, la voce apparteneva ad un uomo, era abbastanza assonnata, ma con estrema calma le disse di venire all'agenzia dove aveva chiamato il piú presto possibile, vista l'ora tarda si accordarono per domani mattina presto.

Inko si era appuntata tutto nella sua agenda, come la via e l'ora, sembrava l'appuntamento per una visita medica, quindi se anche Hisashi avesse visto la scritta non sembrava sospetta.

-tesoro come mai sei cosí nervosa ultimamente?-
-uh? Non sono nervosa! Cosa dici?-rise lei.
-ti vedo particolarmente tesa, va tutto bene?-
-si tesoro! Va tutto a meraviglia-

Hisashi non era convinto del tutto ma evitò di fare domande, la giornata passò come sempre, fatta eccezione per Hisashi che si dimostrò molto più affettuoso e apprensivo, Inko non sapeva cosa pensare, ogni volta che quelle mani la sfioravano era combattuta, le stesse mani che la facevano sentire cosí sicura erano macchiate di sangue.

Quando andarono nuovamente a dormire Inko passò un'altra notte in bianco, causata non solo dallo stress ma anche per la nausea mattutina che pareva perseguitarla durante il panico o situazioni di grande stress.

**time skip**

Appena Hisashi uscì per il suo solito "lavoro" Inko prese la borsa e corse verso l'agenzia, era cosí nervosa e preoccupata, sentiva mille occhi su di lei.

-salve signora, cosa posso fare per lei?-chiese una ragazza della reception.
-oh ehm s-salve... Io avevo c-chiamato ieri e... Dovevo incontrare una persona-
-hmm oh si, aspetti un attimo-

Mentre Inko aspettava dov'era cercò di calmarsi facendo dei respiri profondi.

-signora, venga per favore-

Le fece strada per l'edificio, vari eroi si salutavano e si scambiavano quattro chiacchiere.

-aspetti qui, arriverà presto qualcuno ok?-
-si... Grazie-

Era stata fatta accomodare in una stanzetta, passarono poco meno di una decina di minuti ed ecco entrare dalla porta due uomini, il primo doveva essere l'uomo con cui aveva parlato, aveva riconosciuto la voce, il secondo era un omone robusto dai capelli biondi ed il perenne sorriso e gli occhi azzurri come il cielo.

-scusi il ritardo signora... Sono Aizawa Shota, abbiamo parlato al telefono-
-s-si l'ho riconosciuta dalla voce-
-questo è un mio collega che si è voluto immischiare-
-salve-
-piacere di fare la sua conoscenza signora...?-
-ah Inko-
-io sono All Might signora Inko!-
-ora... Riguardo alla chiamata... Quale sarebbe il problema?-domandò Shota sedendosi sulla sedia davanti a lei.

-beh... Ecco io... F-forse non mi crederete ma... Credo che mio marito sia un criminale-

Shota fece un'espressione confusa ma era intento ad ascoltare.

-come ne è sicura? Ha delle prove?-
-è capitato spesso che si assentasse per lunghi periodi e... Una sera sono sicura che fosse coperto di sangue-
-ok signora, non si preoccupi, posso mandare qualcuno a controllare la casa mentre suo marito è fuori-
-no, no, non capisce! Hisashi avrà sicuramente tolto tutto e poi non credo sia un criminale qualunque-
-che vuole dire?-

Inko sospirò, sentendo nuovamente la sensazione di nause crescerle nella gola, ma la scacciò via.

-ho provato a chiamare un numero che Hisashi teneva nascosto e l'uomo che ha risposto è andato nel panico sentendo il suo nome... Ma si è riferito a lui chiamandolo All for One-

All Might e Shota sgranarono gli occhi.

-va bene signora, questa persona ha detto qualcos'altro?-
-si... Ha detto che hanno fatto quello che All for One voleva e che la lezione era stata imparata-

I due si scambiarono un'occhiata.

-vado a informare gli altri... All Might rimani qui con la signora?-
-certo nessun problema!-

Aizawa uscì fuori lasciando i due soli.

-è davvero certa di ciò?-le chiese All Might.
-una parte di me non vorrebbe esserlo-
-non è una cosa da lui...-
-mi scusi?-
-ho combattuto contro All for One parecchie volte e pensare che si nasconda da civile usando lei come copertura è spregevole anche per lui-
-senta mio mari... Hisashi o chiunque lui sia in realtà, non credo che mi abbia mai usata, mi ama veramente-
-e allora perché raccontare tutto a degli eroi?-
-perchè ho paura... E... E pensare che la persona che amavo abbia fatto soffrire cosí tante persone mi fa stare male e ora come ora non posso e non voglio tornare indietro-

All Might trattenne il fiato per un attimo, Inko gli ricordava molto Nana Shimura, per qualche motivo, ma soprattutto sentì una fitta al cuore vedendola cosí spaventata.

-non devi temere nulla Inko, se suo marito è veramente All for One, farò in modo che sia al sicuro e lontana da lui-
-la ringrazio signor All Might-
-mi chiami Toshinori-

**time skip**

Com'era prevedibile, una volta arrivati nella casa non trovarono molte informazioni, ma alcuni file bastarono per convincere l'agenzia a informare gli altri eroi.

Erano stati convinti facilmente grazie alla telefonata che fece Inko, c'era stata un aggressione ad un gruppo di noti criminali nella zona, magari avevano ficcato il naso nei suoi affari e per levarli dai piedi ci aveva pensato personalmente.

Da quel momento Inko era stata messa sotto protezione e spesso cambiava casa, non stando nella zona per piú di qualche settimana, Toshinori si era offerto di aiutarla e Inko con piacere aveva accettato, erano trascorse poche settimane ma i due sembravano una vecchia coppia sposata, sebbene Toshinori non sapesse ancora della sua condizione.

-Inko come stai?-
-sto bene Yagi, ho solo paura di... Rivederlo-
-hey non devi avere paura Inko, ci sono io a occuparmi di te!-ammise con leggero rossore.
-senti Yagi... Era da un po che volevo parlartene ma... Avevo paura che il rapporto che abbiamo si potesse rovinare-
-che vuoi dire?-
-prima di tutto questo casino... Stavo per dire ad Hisashi che ero incinta-

Toshinori sgranó gli occhi.

-non preoccuparti Inko, terrò al sicuro entrambi, e penserò a tutto io-
-Toshi... Grazie, grazie infinite-disse con le lacrime agli occhi.

I mesi successivi ridiedero ad Inko quella routine domestica che aveva con Hisashi, e sebbene Toshinori non fosse suo marito, alle volte lo sembrava proprio, era premuroso, sempre attento ed anche emozionato come se lui stesso fosse il padre del bambino, si era preso la responsabilità di tenerla al sicuro, e non mancava mai alla sua promessa, diceva di farlo per dovere, ma Inko aveva capito che c'era altro a farlo intestardire a tal punto, anche con gli agenti che le avevano fatto innumerevoli domande su Hisashi, e dopo che Toshinori fece qualche chiamata riuscì a trovare una casa dove stabilirsi con Inko, non lontana dal suo futuro posto di lavoro, la U.A. un luogo dove se, in caso di emergenza, avrebbe potuto tenere al sicuro Inko ed ovviamente il bambino che doveva nascere.

Inko non aveva idea di dove fosse o cosa stesse facendo Hisashi, e forse era un bene non saperlo, al momento la mente di Inko pensava ad altro, ossia al dottore che le stava facendo l'ecografia, tutto era perfetto, quella piccola persona dentro di lei era perfetta, non poteva desiderare altro, ritornata a casa, trovò Toshinori con un'espressione alquanto impaziente, non era potuto andare con lei per via di un villain e questo lo aveva demoralizzato parecchio.

-allora?-
-a quanto pare è un maschietto-

Vedere Toshinori urlare come una scolaretta alla notizia era decisamente qualcosa di incredibile, senza perdere neanche un secondo Toshinori si era messo all'opera per preparare una stanza per il futuro nascituro, ed Inko era certa che Toshinori sarebbe stato un ottimo padre, non voleva ammetterlo a se stessa ma... Stava iniziando a provare qualcosa per questo eroe dal sorriso perenne che le illuminava le giornate, mentre Yagi pianificava tutto si era messo a suggerire dei nomi, alcuni improponibili, sebbene Inko sapesse giá come chiamare suo figlio, ma Yagi era troppo preso dall'euforia e fermarlo sembrava fargli uno spregio.

**time skip**

Era arrivato il giorno della nascita di Izuku, Toshinori aveva portato Inko direttamente in braccio in ospedale, era nervoso, nervosissimo, cinque medici lo spinsero via a causa del suo vociare.

-andrà tutto bene Inko!-le urlò prima di azzittirsi definitivamente.

Yagi avrebbe voluto stare con lei e stringerle la mano, temeva che qualcosa andasse storto, aveva fatto una promessa, doveva tenere entrambi al sicuro, e malgrado quel bambino fosse il figlio della sua nemesi, non gli importava, cosa significava? Niente; aveva deciso che si sarebbe preso cura di entrambi, non era sicuro se Inko ricambiasse il suo amore per lei ma gli andava bene essere solamente parte della sua vita.

L'eroe si era seduto, muovendo nervosamente la gamba, pensando a come la sua vita sarebbe cambiata quel giorno, si sentiva cosí emozionato per quel bambino, lo considerava suo, provava le stesse emozioni che provava un padre, o almeno cosí credeva, fantasticava su come gli sarebbe stato accanto, vedendo la crescita di un bambino sicuramente meraviglioso come sua madre, ridacchiò al pensiero di sentirsi chiamare papà, anche se prima doveva chiedere ad Inko se le andasse bene.

Dopo parecchio tempo sentì quell'atteso pianto, Yagi si alzò immediatamente scrollandosi di dosso quel sonno nervoso che lo aveva ghermito poco prima, un'infermiera era appena uscita da dietro le porte grige.

-Inko come sta? E il bambino?-domandò agitato.
-stanno entrambi benissimo, può aspettarli nella loro stanza, li portiamo là tra poco-sorrise.

L'eroe biondo non se lo fece ripetere due volte, era corso, letteralmente, verso la stanza dove nei giorni successivi Inko sarebbe stata ospitata fino alla sua completa guarigione, si sedette aspettandoli, sebbene non gli risultasse facile resistere all'emozione.

Passarono pochi minuti ed ecco Inko venire accompagnata nella camera con una copertina azzurra dalle stelle giallognole, Yagi sollevò sorpreso gli occhi quando la vide, era la coperta che aveva comprato come regalo per il bambino, non credeva che Inko l'avrebbe usata subito.

Appena Inko si sedette sul letto,ed i medici le lasciarono un po di tempo da trascorrere con suo figlio, e con quello che avevano scambiato per suo marito, Yagi si avvicinò con titubanza al fianco del letto.

-Toshi, vieni, ti voglio presentare Izuku-

Toshinori deglutí rumorosamente, guardando il viso del bambino che era stato messo in mostra spostando i lembi della coperta che lo avvolgeva.

-vuoi prenderlo in braccio?-
-i-io non so se... Voglio dire...-

Inko rise prima di parlare.

-avanti, non morde mica!-

Gli tremavano le mani, ma quando prese Izuku il suo cuore si fermò, il piccolo aveva mugolato leggermente prima di aprire gli occhietti, erano di un meraviglioso verde smeraldo, cosí brillante che non potevano non ammaliare chiunque li fissasse.

-benvenuto al mondo Izuku-

Stava per piangere, senza alcuna ragione, Inko invece era commossa e si lasciò scappare qualche lacrima di commozione, avrebbe tanto voluto che Hisashi potesse vedere suo figlio, stringerlo come stava facendo Toshinori ed amarlo allo stesso modo, ma se suo marito non era l'uomo che pensava fosse... Magari Toshinori poteva esserlo, i suoi occhi erano pieni dell'amore che un padre prova per suo figlio, ed erano la risposta che le serviva.

**time skip**

Avevano trascorso qualche giorno alla clinica, pensando che alla fine potessero tornare a casa con Izuku, ma non sarebbe stato cosí.

Hisashi aveva scoperto che Inko era incinta, e sapendo che All Might le aveva offerto protezione, al punto da ospitarla in casa sua, aveva creduto che quel bambino non fosse suo, era andato in ospedale per eliminarlo, ed accecato dalla rabbia, aveva aspettato pazientemente la nascita di quel bambino, ma piú aspettava piú i dubbi lo assalivano, Inko non avrebbe mai fatto una cosa del genere, neanche sapendo la verità su di lui, quindi... Decise di vedere se quel bambino era veramente suo.

Quando il piccolo nacque, lo venne a sapere subito, aspettò il momento giusto per entrare, aveva scoperto il nome del bambino, Izuku, il reparto neonatale non era stracolmo di bambini e dopo aver trovato la cartella con il nome e numero giusto fu una passeggiata.

Hisashi fissò il piccolo che dormiva, tutta la rabbia che aveva covato si era spenta di colpo, lo prese in braccio, tremando improvvisamente come una foglia, il bambino aprì gli occhi verdi, ed Hisashi trattenne il fiato, Izuku aveva accennato ad un sorrisetto, non aveva paura, era felice di vederlo, Hisashi si sentì cosí legato a lui, si disse che era perché aveva gli occhi di Inko ma... C'era dell'altro, per forza, doveva esserci un altro motivo.

La sua idea di fare del male ad un esserino così meraviglioso svanì immediatamente, era certo che fosse suo figlio, doveva essere suo, lo rimise nella culla con delicatezza, sistemando per bene la coperta che lo avvolgeva, per poi andare via, ignorando momentaneamente sia il pianto di Izuku che la fitta che provò nel sentirli.

Decise di usare le sue vaste conoscenze per ottenere un test del DNA, doveva esserne certo, avrebbe dovuto aspettare ma non molto, grazie al suo caro amico, avrebbe saputo tutta la verità immediatamente.

Hisashi sgranó gli occhi quando, il giorno successivo, ebbe la conferma, Izuku era suo figlio, suo e di nessun altro se non di lui e Inko, capì perché fosse scappata, tutto gli tornava adesso, aveva paura che qualcuno avrebbe fatto del male al loro bambino per colpa di chi era veramente, si portò le mani sugli occhi, cosa doveva fare?

Non ci mise molto a darsi una risposta.

Quello era suo figlio, doveva stare con lui, e presto anche Inko sarebbe tornata dove era giusto che fosse, al suo fianco.

**time skip**

Hisashi stava ignorando il suono delle urla e degli eroi che stavano evaquando l'edificio, aveva fatto in modo che nessuno restasse ferito, soprattutto Inko ed Izuku, fatta eccezione per qualche eroe e personale medico che avevano avuto la sfortuna di incontrarlo e provato a fermare mentre portava via Izuku.

Il bambino piangeva, spaventato da tutto questo caos, Hisashi gli parlava dolcemente, tenendolo saldamente al suo petto.

-va tutto bene Izuku, papà è qui shhh-

Anche quando l'ennesimo eroe tentò di fermarlo, Hisashi non distolse lo sguardo da suo figlio, aveva ucciso quel povero eroe senza sforzo o battere ciglio.

-papà ti proteggerà sempre mio piccolo principe, nessuno ti porterà via da me-

Si teletrasportò via appena trovato un luogo adatto, silenziosamente sperava che Inko lo potesse perdonare, non avrebbe mai voluto separarla da Izuku, ma voleva punirla per aver dubitato di lui ed avergli tenuto nascosto una persona cosí preziosa come Izuku, Hisashi sorrise sotto la maschera quando Izuku smise di piangere, addormentandosi non appena il rumore scomparve, ascoltando solamente il battito del cuore del padre.

-dormi Izuku, sei al sicuro-

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