12 - Mostro

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-Izuku... chiudi gli occhi ok?-

[...]

-questo è stato il vostro errore più grande-

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Inko aveva pensato a quel momento da tutta una vita, rivedere suo figlio per poi andarsene con lui, ma ora vacillava sulla sua idea originaria, Hisashi non le aveva mai fatto del male in alcun modo, e vederlo con Izuku e come interagiva con lui, non pensava più all'uomo che credeva fosse.

Izuku era un bambino vivace, che voleva dirle tantissime cose, e mostrarle cosa sapeva fare, Inko lo ascoltava senza perdersi una sola sillaba, il piccolo le parlò di come i suoi "fratelloni" si prendevano cura di lui quando papà non c'era e delle sue "sorellone" che si occupavano di tenerli a bada, Izuku divenne una piccola ombra ogni volta che Inko si spostava, avendo paura che se ne andasse, Hisashi lo rassicurava, dicendogli che non si sarebbero più separati.

Hisashi aveva fatto molte chiamate quel giorno, aveva l'aria pensosa e nervosa, quasi infastidita.

-papà! Papà guarda-
-fammi vedere piccolo... oh! Ma è bellissimo, dovremmo appenderlo sul frigorifero-
-lo faccio subito-

Izuku corse in cucina, sventolando il disegno verso sua madre, che si mise a cercare due magneti per appenderlo sul frigorifero.

-mama guarda questo è mua-nii- indicò la figura vestita di nero.
-davvero? Parlami un po di lui-

Il piccolo iniziò a parlarle di Tomura, principalmente di come stavano sempre assieme, mentre Izuku parlava, Inko stava ascoltando anche il tono di Hisashi con cui parlava al telefono, diventava poco a poco più furioso e preoccupato.

-mama? Mi ascolti?-
-eh? Oh si piccolo scusami, ero assorta nei pensieri-
-fa lo stesso, tanto appena Mua-nii finirà tutto, verrà qua e te lo farò conoscere!-

Izuku era così felice mentre parlava, come ogni bambino voleva una famiglia unita, e il pensiero che presto sarebbe stato così.

-cosa combini piccolo mio?-

Hisashi domandò entrando in cucina con un grande sorriso, Inko aveva capito che qualcosa lo turbava ma per il momento non volle chiedere nulla, per adesso si voleva godere il momento in famiglia.

Quando arrivò la sera Izuku era talmente stanco che si addormentò subito, fu messo a letto e lasciato dormire in pace.

-Hisashi va tutto bene?-

L'uomo si girò e guardò la moglie con uno sguardo confuso.

-si va tutto bene, perché lo chiedi?-
-mi sembravi preoccupato oggi-
-ah quello... non pensarci troppo-
-se qualcosa ti turba dimmelo ti prego, non devi avere troppo peso sulle spalle-

Hisashi le sorrise, passandole una mano sul viso.

-grazie cara, ma non devi temere, ho tutto sotto controllo, come sempre-

Inko non rispose, anche se avrebbe voluto farlo.

-perché non andiamo a dormire? È molto tardi e domani c'è molto da fare-
-io... va bene-
-avviati pure, finisco una cosa e sono da te-

Era sicura che qualsiasi cosa dovesse finire non fosse legale, non sapeva cosa aveva in mente, e nemmeno cosa stava facendo.

Inko rimase seduta sul letto, pensava a mille cose mentre era là da sola, non era sicura di niente, l'unica sicurezza che aveva era di tenere Izuku al sicuro, ma era giusto allontanarsi ancora da suo marito? Chiudere gli occhi su quello che faceva veramente? Era questo quello che voleva? Una vita con la costante paura e senso di colpa per quello che Hisashi faceva per vivere?

Forse doveva andare via, prendere Izuku e non tornare più indietro, cambiare nome, stato, città... qualsiasi cosa... e ricominciare da capo?
Non era in grado di farlo o per lo meno, non era sicura;
La tentazione di afferrare il telefono era tanta, ma al tempo stesso non voleva dividere la sua famiglia come già era accaduto, e se stavolta Hisashi avesse tenuto Izuku lontano da lei per sempre? Tutti quei pensieri e paure forse erano infondate, ma era il suo istinto materno a farla impazzire di preoccupazione e non aveva intenzione di perdere altri anni della vita di Izuku.

-come mai quella faccia?-

Era talmente concentrata che non si era accorta di Hisashi.

-conosco quella espressione, cosa c'è che non va?-
-tutto... e niente-
-cosa vuoi dire?-si sedette vicino a lei.
-ho paura Hisashi, di quello che fai... di quello che farai... hai pensato a cosa potrebbe accadere? E se un giorno non riuscissi a vincere? Ci hai pensato?-
-si... ogni giorno, ma cerco di non cadere nel panico, mi concentro su di te e Izuku-
-ma se...-
-non preoccuparti, penso a tutto io-

Inko evitò di proseguire con le domande, aveva sentito il tono di voce cambiare, quindi pensò a dormire, ammise a sé stessa che le era mancata quella quotidianità e averlo vicino a lei la notte.

Al suo risveglio, Inko si sentì stanca, non aveva avuto un buon sonno, e lo stomaco le si rigirava di continuo, temeva che sarebbe accaduto qualcosa, appena arrivò in cucina vide Hisashi che con la mano libera beveva del caffè e con l'altra teneva Izuku in braccio, appena vide Inko sorrise.

-mama! Buongiorno! Papà ha fatto i pancake!-disse Izuku mentre si teneva alla camicia del padre.
-buongiorno anche a te Izuku!-
-c'è del caffè ancora caldo-

Sembrava come se non si fossero mai separati.

-devo andare via tra poco... posso lasciarvi soli per poche ore?-
-certo papà-
-dove devi andare?-
-devo fare un lavoro-

Sapeva a cosa si riferiva.

-non preoccuparti Inko, non è niente di pericoloso, è puramente per un controllo, va bene?-
-si... credo di si-

Hisashi si avvicinò, dandole un bacio sulla fronte.

-non preoccuparti-
-va bene... cercherò di non farlo-
-mi raccomando Izuku, non fare arrabbiare la mamma ok?-
-certo! Oggi verrà Mua-nii?-
-se le cose andranno bene si, e probabilmente ci saranno tutti-
-davvero?! Che bello! Mama conoscerai Mua-nii!!-
-oh non vedo l'ora!-

Hisashi fece scendere Izuku che corse in camera sua a cercare qualcosa.

-tornerò presto, ok? Per qualsiasi cosa chiamami, correrò subito da voi-

Lo guardò uscire di casa, ma non prima che avesse salutato Izuku.

Durante la sua assenza, Inko ne approfittò per legare con suo figlio, giocarono assieme, disegnarono ed infine prepararono il pranzo assieme.

-sei un bravo aiuto cuoco Izuku-
-grazie!-

Per un attimo Inko aveva dimenticato quello che stava succedendo lontano da questo piccolo santuario.

-mama... credi che quando papà tornerà potremmo vivere tutti assieme con Mua-nii e Abi-nii?-
-non lo so tesoro, forse un giorno, perché me lo chiedi?-
-perché papà mi ha detto che Mua-nii non ha avuto una bella infanzia, il suo papà era molto cattivo con lui, ed io... voglio che Mua-nii abbia una famiglia che gli vuole bene!-
-oh amore... certo che può stare con noi-disse con un sorriso e abbracciando il figlio, il suo Izuku era un bambino d'oro.
-anche Abi-nii deve stare con noi, come Jin, Miko e il signor Compress-
-non basteranno le stanze credo-
-e allora prendiamo una casa grandissima! Ma grossa coooooosì-disse allargando le braccia.
-dovremmo dirlo a papà non credi?-
-si! Appena torna!-

Continuarono ad aspettarlo ma Hisashi non era ancora tornato, Inko si voltò verso la porta quando sentí bussare, e il cuore iniziò ad accelerare.

-Izuku, stai qui ok?-
-mama? Che succede?-
-nulla tesoro, va tutto bene solo... rimani qui-

Quando aprì la porta spalancò gli occhi, erano due uomini vestiti in giacca e cravatta e con sguardi freddi.

-Inko Midoriya, la prego di seguirci,
-chi siete? Che volete da me?-
-le spiegheremo tutto a tempo debito ma dobbiamo andare adesso-
-no, non credo proprio-
-siamo agenti del governo-disse l'altro esasperato.
-perché dovrei crederci?-
-la teniamo d'occhio da quando è sotto protezione degli eroi, e l'abbiamo seguita anche qui-
-ma come...?-
-abbiamo messo... un localizzatore in uno dei suoi orecchini-ammise l'altro.
-state scherzando spero!-
-non è il momento di parlare di questo, venga con noi prima che torni All for One-

Voleva urlare contro questi due, dire a Izuku di chiamare Hisashi ma si bloccò.

-mama?-
-Izuku torna dentro-
-signora Midoriya, pensi alla sua incolumità!-
-non può fidarsi di lui, meno che mai con le informazioni che ci ha dato in passato-
-non mi muovo di qui-

Uno dei due le prese il polso facendole male con la presa.

-mi lasci subito!-
-non può stare qui-
-hey! Lascia stare la mia mama-urlò Izuku correndo verso l'uomo e dandogli un morso sulla mano.

L'uomo lasciò andare Inko, ma diede un calcio a Izuku che cadde a terra, sua madre non si accorse di aver attivato il suo quirk e nemmeno di aver colpito l'uomo con un sasso ad una gran velocità, probabilmente gli aveva rotto il naso a giudicare da come se lo stava tenendo.

-brutta, stronza! Siamo dalla tua parte! Ci ringrazi così?!-urlò quello dal naso rotto.

Il suo collega non rimase fermò davanti a quell'aggressione, Inko si ritrovò a terra, sentiva un dolore lancinante sul viso, le aveva tirato un pugno?! 
Il dolore le stava arrivando poco a poco, data la sua adrenalina nel colpire l'uomo che aveva fatto del male a suo figlio, sentì Izuku piangere mentre le era corso vicino, anche se gli era stato fatto del male, il piccolo non esitò a mettersi davanti a lei.

-Izuku no!-

Lo aveva preso tra le braccia, tenendolo stretto a sé, si aspettava un altro colpo, ma sentì solo Izuku urlare "papà", ed Inko coprì gli occhi del figlio all'istante, non le servì guardare per molto Hisashi per capire che li avrebbe uccisi.

Izuku... chiudi gli occhi ok?-

Il bambino non disse niente, ma poté sentire un suono che lo fece raggelare, qualcosa si era rotto con estrema forza, anche se non sapeva cos'era.

-come vi permettete? Venite qui... fate del male a mia moglie e mio figlio... ed avete anche l'audacia di volermene portare via?!-

I due erano terrorizzati, non sapevano cosa fare, uno dei due provò ad attaccare ma venne trafitto da quelli che sembravano cavi neri e viola uscire dal terreno.

Inko si era alzata, correndo dentro con Izuku, piangeva senza emettere un suono.

Hisashi afferrò l'ultimo uomo per il collo, anche con il viso coperto dalla maschera la sua rabbia era visibile.

-questo è stato il vostro errore più grande-

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