TEDDY'S HOME (T-BAG)
È sempre così.
Una persona aspetta qualcosa con trepidazione, ma quando il momento finalmente arriva si sente mancare la terra sotto i piedi al solo pensiero di muovere un altro passo.
Controllo più volte l'indirizzo scritto sul foglio che ho in mano con quello inciso su un grazioso portalettere; appallottolo la carta, la lascio cadere a terra e mi tolgo il cappello, nero, che indosso.
Deglutisco a vuoto, sentendo la gola improvvisamente secca, poi salgo i gradini che conducono alla porta d'ingresso di una casetta a due piani e suono il campanello, con la speranza di ricevere risposta.
"Arrivo subito!" esclama una voce femminile, probabilmente dalla cucina, ed il mio cuore inizia a battere più velocemente, come accade durante una corsa.
È Susan.
La porta si apre, ed il sorriso gentile e affabile che le illumina il volto si trasforma in una maschera di paura.
"Salve, signora Hollander" sussurro, entrando in casa "dicono che è difficile trovare una brava donna perché si nascondono molto bene. Se questo detto è vero, allora, lei deve essere la migliore"
"Teddy..." mormora lei, incredula, senza riuscire a pronunciare un'altra parola; chiudo la porta dietro di me e torno a fissare la mia ex compagna: ha i capelli molto più corti dell'ultima volta in cui l'ho vista, ma è un taglio che le sta particolarmente bene.
In realtà Susan è una di quelle donne che starebbe bene con qualunque acconciatura, colore o taglio di capelli.
"No, lasciami parlare, Susie. Ci sono molte cose a cui ho pensato durante il tempo che ho trascorso a Fox River... E tu sei sempre stata al centro di tutto" mi blocco per qualche istante, lottando contro il nodo che ho in gola, prima di proseguire "all'inizio ero molto arrabbiato con te. Mi sentivo tradito, Susan, perché sei stata la prima donna che mi ha fatto capire cosa significa amare veramente un'altra persona. Non riuscivo ad accettare il tuo rifiuto ed ho provato a scriverti tantissime lettere in cui ti spiegavo perché ho taciuto molte cose, ma tu non hai mai risposto... Poi, però, a mente lucida ho capito una cosa. Quando... Quando sei venuta a farmi visita a Fox River e mi hai urlato contro quelle accuse... Lo hai fatto per un semplice motivo: solo una donna ancora innamorata può provare una rabbia ed una frustrazione simili"
"Ti prego, i miei figli stanno per tornare da scuola".
Ha appena il tempo di pronunciare questa supplica che la porta d'ingresso si apre nuovamente ed un grido acuto, di gioia, giunge alle nostre orecchie.
"Zio Teddy! Zio Teddy, sei tornato!" esclama Gracey, abbracciandomi, mentre suo fratello chiude la porta e lascia cadere a terra lo zaino che ha sulle spalle.
Sono passati cinque anni dall'ultima volta in cui ho visto entrambi: all'epoca erano due bambini, adesso sono due preadolescenti di dieci e dodici anni.
"Da quanto sei tornato in città?" mi domanda Zack, curioso "mamma ha detto che eri andato a lavorare su una piattaforma petrolifera in mezzo all'oceano".
Rivolgo un'occhiata a Susan e dal modo in cui ricambia capisco che i suoi figli sono totalmente all'oscuro sia del mio arresto che del mio passato violento; prima che possa rispondere Gracey mi tira la maglietta e trattiene il fiato, indicando poi la protesi che indosso.
"Zio Teddy, che cosa è successo alla tua mano?"
"Un piccolo incidente mentre ero sulla piattaforma, principessa" rispondo, prendendola in braccio "ma la compagnia per cui lavoro mi ha dato un minuscolo risarcimento per la mia perdita: un milione per ogni dito che la macchina ha tagliato"
"Ma questo significa che ti hanno dato cinque milioni di dollari per la tua mano!" interviene di nuovo Zack, lasciandosi scappare un fischio ammirato dalle labbra.
"Zio, quanti giocattoli si possono prendere con cinque milioni di dollari?"
"Ragazzi, Theodore ha fatto un lungo viaggio ed ha bisogno di riposare. Andate a giocare in camera vostra, vi chiamo quando il pranzo è pronto" dice Susan, cercando di apparire calma e tranquilla, ma la sua voce e le sue mani tremano leggermente; poso a terra la piccola e le dico di obbedire senza protestare.
"Mamma, lo zio può rimanere a pranzo con noi? Per favore! Per favore! Per favore!" esclama lei, rivolgendo uno sguardo speranzoso alla madre che, in risposta, impallidisce vistosamente e non sa come affrontare la richiesta.
"Gracey, no! Ho detto che Theodore è stanco e..."
"Per favore, mamma! Non lo vediamo da tanto tempo! Zio, vuoi rimanere a pranzo con noi?"
"Mi piacerebbe moltissimo. Avanti, Susan, accontenta i tuoi ragazzi. Non mi vedono da cinque anni, hanno il diritto di trascorrere un po' di tempo con me, non credi?"
"D'accordo" mormora lei, stringendo nella mano destra un lembo di stoffa del grembiule da cucina.
Mentre siamo a tavola continuo ad inventare aneddoti divertenti sui cinque anni che ho trascorso sulla piattaforma petrolifera, facendo ridere sia Gracey che Zack.
Susan si sforza a sorridere di tanto in tanto, ma non tocca mai il cibo che ha sul piatto.
"Lascia che ti aiuti a pulire, Susie" dico alla fine del pranzo "sono sicuro che adesso Zack e Gracey devono andare in camera loro a fare i compiti, vero?"
"Si, si... Loro devono andare nelle loro camere. Subito" ripete lei; questa volta i ragazzi non ribattono e spariscono velocemente al piano superiore "Teddy, potresti portare questi piatti in cucina?".
Il tono che usa è improvvisamente calmo, ed io rispondo nello stesso modo; porto le stoviglie sporche in cucina, le poso nel lavandino e poi torno nel corridoio cercando di non fare rumore: la mia ex compagna sta frugando in modo quasi spasmodico all'interno del cassetto di un mobile.
So che cosa sta cercando e sorrido, rivelando poi la mia presenza.
"Stai cercando questa?" chiedo, mostrandole la revolver carica che ho preso diversi minuti prima, ancora durante il pasto "che cosa avresti fatto se l'avessi trovata dentro quel cassetto, Susan? Avresti avuto davvero il coraggio di premere il grilletto ed uccidermi? Tu credi... Tu credi che io voglia fare del male a te ed ai tuoi figli?"
"Io mi baso su quello che so, Teddy. E quello che so è che tu sei stato condannato a due ergastoli perché hai stuprato ed ucciso sei ragazzini in Alabama"
"Per quanto tempo ci siamo frequentati?"
"E questo... E questo che cosa c'entra?" domanda lei, sbattendo le palpebre confusa.
"Ci siamo frequentati per quasi un anno. Se davvero avessi voluto far del male a te o a loro non credi che lo avrei fatto da tempo? Quante occasioni ho avuto a mia disposizione? Non ho mai fatto nulla perché non sono mai stato sfiorato dall'idea di torturarvi o uccidervi, capisci?" dico a denti stretti e poso la pistola tra le sue mani, puntandola contro il mio petto "so che non credi alle mie parole. Proprio per questo motivo ti sto dando la possibilità di porre rimedio al dolore che ho portato nella tua vita... Ma io... Puoi premere il grilletto, se lo vuoi davvero. Il proiettile trapasserà il mio cuore e non riuscirò a sopravvivere ad una ferita simile. Ma se provi ancora qualcosa per me, se senti anche solo un briciolo d'amore, posa la revolver e dammi la possibilità di rimediare a ciò che ho fatto".
Finalmente trova il coraggio di guardarmi negli occhi e socchiude le labbra, probabilmente incredula per le parole che ho appena pronunciato; anche se mi odia e mi disprezza non trova il coraggio di sparare e abbassa l'arma, lasciandola poi cadere sul tappeto: si porta entrambe le mani al viso, coprendolo, emettendo poi un singhiozzo strozzato.
Gliele scosto con delicatezza, perché voglio ancora che mi guardi.
"Ti prego... Ti prego..."
"Ancora non hai capito che non voglio farti del male? Ti ho detto che voglio rimediare e questa ne è la prova".
Tiro fuori da una tasca della felpa una busta sigillata e gonfia, e gliela porgo; la mia ex compagna la prende con mani tremanti e quando la apre spalanca gli occhi, non per la paura ma per l'incredulità.
"Ma questi... Questi sono..."
"Un milione di dollari per te, Gracey e Zack. Puoi spenderli nel modo che preferisci, Susan: per una vacanza o per mandare i ragazzi all'università. Non li ho rubati a qualcuno, non sono soldi sporchi di sangue" sussurro "forse non bastano per rimediare del tutto, ma in questo momento è il massimo che posso fare. Ti prego, non li rifiutare"
"Io non posso tenere questi soldi" risponde lei, scuotendo la testa, spinge la busta contro il mio petto ma io muovo un passo all'indietro, allontanandomi.
"No, ti prego, non li rifiutare! Susan, ti prego! Non farmi questo!" la supplico, congiungendo le mani.
"Che cosa vuoi allora?".
Non si fida, glielo leggo chiaramente negli occhi scuri.
"Nulla, Susan. Non voglio nulla da te. Ti chiedo solo di non chiamare la polizia quando sarò uscito da casa tua. Non verrò mai più qui, non sentirai mai più pronunciare il mio nome e non lo leggerai mai più sui giornali. Lasciami la possibilità di iniziare una nuova vita, ti prego, non sono l'animale che credi di avere davanti ai tuoi occhi" rispondo, deglutendo a fatica "e se... E se posso chiedertelo... Vorrei avere un ultimo bacio da parte tua. So che non mi lascerai dire addio ai tuoi figli, ma almeno questo puoi concedermelo".
N.D.A: Annuncio ufficialmente, con immensa tristezza, che sabato prossimo pubblicherò l'epilogo. Non voglio agitare nessuno, ma consiglio di prepararsi a qualsiasi eventualità.
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