PRETTY FACE (T-BAG)



So che Nicole mi ha raccontato una bugia e so che la spiegazione è racchiusa in ciò che ho visto nei suoi occhi durante la rivolta a Fox River; proprio per questi motivi preferisco non insistere e non farle pressione, perché voglio che sia lei la prima a parlarne.

Voglio che si confidi con me volontariamente.

"Lascia stare" le dico quando apre il cofano della macchina "è andata a puttane. Rischi di ustionarti la pelle con il calore"

"Ma noi abbiamo bisogno di una macchina se vogliamo arrivare nello Utah! Dovrà esserci un modo per ripararla!"

"Ohh si, un modo c'è, su questo hai ragione. Sai che cosa dobbiamo fare? Chiamare un meccanico che ci raggiunga per valutare i danni del motore. Pagare il meccanico, pagare il trasporto della macchina, pagare la riparazione e pagare le notti che passeremo in albergo. Sei sicura che abbiamo denaro a sufficienza per tutte queste cose e per il resto del viaggio?".

Nicole prende il suo portafoglio da una tasca dei pantaloni, conta velocemente le poche banconote che ancora abbiamo a nostra disposizione e fa una smorfia.

"E cosa dobbiamo fare? Raggiungere il ranch a piedi?".

Qualcuno suona il clacson; una vettura parcheggia affianco alla nostra e dal posto di guida scende un uomo.

"Va tutto bene?" ci domanda "siete in difficoltà?"

"Si" rispondo subito io; mi passo la lingua sul labbro superiore e penso a come sfruttare l'occasione a nostro vantaggio "io e la mia ragazza dobbiamo andare nello Utah. Tra poco ci sposeremo e lei è incinta, ma sua madre non potrà partecipare alle nozze perché è molto malata. Vogliamo farle una sorpresa, ma il motore della nostra macchina ha deciso di fare i capricci..."

"Abbiamo la stessa destinazione" dice l'uomo sorpreso, ed io alzo il sopracciglio sinistro.

"Anche lei sta andando nello Utah?"

"Abito lì. Io e mia figlia stiamo tornando da una vacanza".

Lancio un'occhiata alla macchina e noto solo adesso la ragazzina seduta sui sedili posteriori: ha lunghi capelli castani e deve avere quindici, al massimo sedici anni.

Sorrido e torno a fissare suo padre.

"Se non è un disturbo... Accettiamo il suo passaggio volentieri. Come le ho detto poco fa, la mia ragazza aspetta un bambino e non può affrontare un simile viaggio a piedi, soprattutto con questo caldo"

"Si, lo capisco" risponde lui, allungando una mano "Jerry"

"Adam. Lei, invece, è Karla. Vorrei ricambiare la tua presa, Jerry, ma a causa di un brutto incidente sul lavoro non posso farlo" commento con una bassa risata, mostrandogli la mano sinistra, quasi del tutto fasciata, prima di salire in macchina.

Nicole fa lo stesso, ma prima mi guarda in modo strano, sospettoso.



Assesto un pugno allo specchio che c'è in bagno e poi chiudo gli occhi, stringendo con forza i denti.

La mano sinistra non mi dà un solo attimo di tregua: continua a pulsare ed a tratti, proprio come in questo momento, sento delle fitte che percorrono tutto il braccio ed arrivano fino al cervello.

Prima della nostra fuga Nicole ha messo all'interno di uno zaino dei flaconi di antidolorifici e così svito il tappo di una delle piccole confezioni arancioni e ne prendo quattro, che deglutisco insieme a dell'acqua fresca.

So che non è saggio abusare di medicinali simili, ma rischio d'impazzire per il dolore.

"Come stai?" mi domanda la mia compagna di viaggio quando torno in camera.

"Bene, ma spero di riprendere il viaggio il prima possibile. Stiamo solo perdendo tempo prezioso. Scofield e gli altri potrebbero già essere nello Utah a quest'ora"

"Teddy, non essere paranoico. Goditi questa pausa prima di ripartire. Hai bisogno di riposo"

"Si, forse hai ragione" rispondo, scostando una tendina della finestra "ma preferirei essere in macchina piuttosto che in questo motel"

"Goditi questa pausa" ripete una seconda Nicole, con voce assonnata.

Esco dalla camera solo quando sono sicuro che si è addormentata e mi avvio in direzione della piscina del motel, lo stesso posto in cui si trova Danielle.

È proprio vero che le vecchie abitudini sono terribilmente dure da cambiare: per quanto uno ci prova, e si sforza, loro sono sempre dietro l'angolo e tornano a tentarti quando meno te lo aspetti.

Mi tolgo le scarpe, i calzini ed immergo i piedi nell'acqua tiepida, imitando la ragazzina.

"È proprio una splendida giornata, vero? Dove si trova tuo padre?"

"Sta riposando" risponde Danielle, distogliendo gli occhi scuri dalla rivista per posarli sul mio viso.

Ha dei lineamenti molto belli.

Ormai è raro vedere una bellezza acqua e sapone.

"Immagino che sia molto stanco... Ci aspettano ancora molte ore di viaggio... Mi dispiace non poter dare una mano ma..." non termino la frase e le mostro il mio arto martoriato; lei si copre la bocca, ma non lo fa per il disgusto, bensì per non far uscire la risata provocata dalla mia battuta.

La imito di nuovo e ci ritroviamo a ridere entrambi.

"La tua ragazza è bellissima. Organizzerete il matrimonio nello Utah?" mi domanda poi, incuriosita.

"No, andremo solo a trovare la madre di Karla. Ci sposeremo in Florida, in riva al mare. Ci piacerebbe farlo al tramonto"

"Ohh... Deve essere molto romantico"

"Vedrai che un giorno anche tu avrai un matrimonio simile... Che cosa stai leggendo?" appoggio la mano destra sulla copertina della rivista ed osservo il titolo e le immagini con un sorriso "ma questa è roba per ragazzine. Tu non sei più una ragazzina... Ormai sei una donna adulta, ma scommetto che tuo padre la pensa in modo diverso, vero?"

"Si... Si... In effetti per lui resto ancora una bambina di dodici anni, anche se tra qualche mese ne compio quindici"

"I genitori sono fatti in questo modo. Ai loro occhi i figli restano sempre dei bambini, anche quando sono adulti... Scommetto che sei ansiosa di dimostrare a tuo padre che il vostro punto di vista è molto diverso" sussurro.

Passo il braccio destro attorno alle spalle di Danielle, ma la sua espressione cambia drasticamente: diventa prima confusa e poi disgustata.

"Che cosa stai facendo? Ci stai provando con me?"

"No, no, no, no... Sono solo un amico"

"Vado a chiamare mio padre" risponde lei, scostando il mio braccio.

Si alza di scatto dal bordo della piscina, provo a fermarla ma è più veloce di me e corre in direzione del motel; indosso nuovamente sia i calzini che le scarpe, e quando raggiungo la stanza di Jerry e di sua figlia è ormai troppo tardi: lei sta piangendo contro il suo petto e gli ha già raccontato del mio approccio.

"Posso spiegarti ogni cosa" dico, alzando entrambe le mani "io non le ho fatto nulla. Non l'ho toccata. Ha frainteso"

"Danielle, esci, vai a prendere qualcosa da mangiare".

Jerry allunga una banconota a Danielle e lei esce dalla camera senza dire una parola, a testa china, evitando di passarmi affianco; quando la porta si richiude tento di convincere nuovamente l'uomo, ma lui prende in mano un ferro da stiro e capisco che le sue intenzioni sono ben diverse e tutt'altro che amichevoli.



Qualche minuto più tardi rientro nella camera che divido con Nicole e la sveglio, scuotendola per la spalla destra.

"Svegliati. Adesso. Dobbiamo andarcene"

"Che cosa succede, Teddy? C'è la polizia?" mi domanda lei, con voce assonnata.

"No, ma arriverà ben presto" rispondo, a denti stretti, cercando di riempire i due zaini che abbiamo portato con noi.

"Perché indossi degli altri vestiti?"

"Che cosa non hai capito delle mie parole? Alzati subito o finiremo entrambi dietro le sbarre, in due carceri diversi".

Solo a questo punto, dietro la mia minaccia, Nicole si alza dal materasso e mi aiuta a sistemare le ultime cose dentro gli zaini; la prendo per mano e la conduco al parcheggio del motel.

Frugo all'interno di una tasca dei pantaloni e tiro fuori le chiavi della macchina di Jerry.

"Perché hai quelle chiavi?"

"Sali in macchina" ordino, mentre prendo posto sul sedile del guidatore.

Giro la chiave, aziono il motore ed esco dal parcheggio proprio nello stesso momento in cui la ragazzina fa ritorno con in mano la busta di un fast-food; i nostri sguardi s'incontrano per qualche istante prima che la sua bocca si spalanchi in un urlo.

"Si può sapere che cazzo sta succedendo? Perché indossi questi abiti? Perché abbiamo rubato la loro macchina?"

"Nicole, quell'uomo mi ha riconosciuto e sono stato costretto ad ucciderlo"

"Che cosa? Tu... Tu lo hai..." balbetta lei, impallidendo "che cosa hai fatto? Teddy, che cosa hai fatto?".

Non rispondo subito alla sua domanda, mi passo la lingua sulle labbra e poi decido di raccontare la verità, perché non ha senso mentire; parcheggio il mezzo in un posto isolato e poi mi volto a guardarla.

"Ho tentato di approcciare sua figlia".

Ricevo due schiaffi su entrambe le guance, ma non provo a difendermi perché me li merito.

"Come hai potuto?" mi urla contro Nicole, sconvolta, con gli occhi colmi di lacrime "come hai potuto farlo? Avrà avuto sedici anni. Una ragazzina. Una ragazzina, Teddy. Scommetto che lei è scappata dal padre e tu lo hai ucciso per questo motivo"

"Aveva preso in mano un ferro da stiro, mi sono semplicemente difeso"

"Ma hai toccato sua figlia!"

"Le ho solo passato un braccio attorno alle spalle" rispondo, alzando a mia volta la voce "è un reato passare un braccio attorno alle spalle di una persona? Non l'ho aggredita. Non ho abusato di lei!"

"Ma il tuo intento era proprio quello, Teddy, è per questo che sei stato rinchiuso a Fox River! Perché tu.. Perché..." si blocca, per riprendere fiato, ma non le lascio il tempo di continuare e finisco io la frase.

"Perché sono un pedofilo ed un assassino. Puoi dirlo, Nicole, perché è la verità. Tutti sanno che la verità sa essere cruda e spietata"

"Si, ma tu non stai facendo nulla per cambiare. Ed io credevo... Credevo che sarebbe stato diverso...".

Scoppio a ridere, divertito dalla sua ingenuità.

"Ahh, ho capito qual è il problema di fondo. Tu sei una di quelle dolci ed innocenti ragazze che pensano di riuscire a cambiare davvero un uomo con il potere del vero amore. Apri bene gli occhi e le orecchie, Nicole, perché ti sto per dare una lezione di vita che non devi mai dimenticare: il vero amore non esiste. Non esiste l'amore. È solo una fregatura. Esiste il sesso ed i piaceri della carne. Gl'istinti primitivi, da predatore. Togliti dalla testa l'idea di un possibile 'noi'. Perché noi due non saremo mai una coppia, non avrai mai una fede nuziale da indossare e non sarai mai la signora Bagwell"

"Tu mi hai presa in giro per tutto il tempo"

"Sei carina, ma la tua presenza non mi fa battere più forte il cuore. Al massimo fa affluire il sangue che ho in corpo verso il basso inguine" rispondo con un ghigno.

Esco dall'abitacolo perché ho improvvisamente bisogno di respirare aria fresca e mi appoggio al cofano; lei mi raggiunge dopo qualche minuto, non ha più gli occhi lucidi e quando mi parla lo fa con tono fermo e deciso.

"Ho capito che cosa hai provato a fare, Teddy. Tu non pensi davvero quelle cose, le hai dette solo con la speranza di allontanarmi da te. Le hai dette con la speranza di suscitare il mio odio perché sei semplicemente terrorizzato dall'idea di farmi del male, come poco fa. Io per te non sono solo uno sfogo. Se fosse davvero così mi avresti già uccisa, oppure non ti saresti fermato quella notte in motel. Vuoi proteggermi e per farlo vuoi allontanarmi da te... E solo un uomo innamorato lo farebbe"

"Beccato in pieno, vostro onore" mi limito a dire, trattenendo a stento un sorrisetto.

Ho capito fin dal primo momento che Nicole è una persona intelligente, ma non credevo fosse anche così perspicace.

"Theodore, ho scelto io di stare a tuo fianco nonostante tutto. Non provare mai più a fare una cosa simile" sussurra, abbracciandomi "non farlo mai più, ti prego. Potrei crederci davvero la prossima volta"

"Scusami" sussurro a mia volta, stringendola a me "Nicole... Io non riuscirò mai a smettere di uccidere, ma ti prometto che finché sarai a mio fianco nessuno ti toccherà. Ed io mantengo sempre le mie promesse".

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top