LITTLE RED RIDING HOOD AND THE BAD WOLF (T-BAG)
Nicole è fortemente contraria a quello che sto per fare e mentre parcheggia la macchina non perde occasione per fare un ultimo, quasi disperato, tentativo.
"Teddy, sei ancora in tempo per cambiare idea. Non voglio vederti imboccare una strada senza ritorno" mormora, guardandomi con i suoi occhi azzurri, da bambina.
So che cosa sta tentando di fare: vuole impedirmi di fare l'ennesimo errore che mi porterà ad avere ancora del sangue innocente sulle mie mani.
In parte la capisco perché ogni donna innamorata vuole solo il meglio per il proprio uomo, ma io non posso chiudere gli occhi, voltare le spalle e fingere che nulla sia accaduto; lei non sa che cosa significa essere traditi da una persona che si ama veramente, con tutto il cuore.
Non sa che cosa significa vedere l'affetto sparire dai suoi occhi, sostituito dall'odio e dal disprezzo, ed essere sbattuti fuori di casa come un cane rognoso.
Per me è impossibile imboccare una strada senza ritorno: ci sono già dentro da tempo e non ho a disposizione una retromarcia da ingranare, posso solo continuare a spingere il piede sull'acceleratore e pregare di non trovare un ostacolo.
"Aspettami qui" mi limito a dire, mentre esco dalla macchina "cercherò di finire questa faccenda in pochi minuti".
M'incammino lungo il vialetto deserto e stringo le dita attorno al gambo del girasole che ho con me.
Un modo piuttosto infantile per combattere l'ansia.
I ricordi cercano prepotentemente di farsi strada nella mia mente, soprattutto quelli legati alla notte in cui sono stato arrestato e condotto a Fox River, ma io li ignoro e continuo a camminare, preferendo concentrarmi su altro.
Ho già deciso le parole che dirò a Susan quando il suo viso comparirà davanti ai miei occhi.
Buonasera, signora Hollander. È davvero bellissima questa sera.
Lo stesso, identico, saluto che le ho rivolto cinque anni fa, poche ore prima del mio arresto.
Il fiore che ho in mano scivola a terra quando, nel giardino della mia ex compagna, vedo un cartello su cui spiccano delle lettere rosse.
Vendesi.
Attraverso la strada confuso, ma la realtà mi colpisce con la sua crudezza quando apro la porta d'ingresso e ad accogliermi è solo il silenzio che regna in una casa completamente disabitata, spogliata da ogni mobile e soprammobile.
Entro, chiudo la porta senza fare rumore e mi dirigo nella stanza che un tempo era il salotto.
Tutto ciò che trovo è una semplice sedia abbandonata al centro della stanza; mi lascio cadere su essa ed abbasso lo sguardo sulle assi del pavimento: Susan deve essersi trasferita dopo aver appreso della mia evasione in TV, ed adesso potrebbe essere in qualunque città degli Stati Uniti.
Non riesco a formulare altri pensieri perché qualcuno, o qualcosa, mi attacca alle spalle, colpendomi sulla nuca.
Non so per quanto tempo resto privo di sensi, ma quando sollevo le palpebre mi ritrovo nuovamente sulla sedia con i polsi, le caviglie ed il busto immobilizzati da alcune corde spesse.
"Ma guarda, guarda... A quanto pare il nostro Teddy si è finalmente svegliato. Hai fatto dei bei sogni?".
Nel mio campo visivo appaiono un uomo robusto, dall'aspetto trascurato, ed un ragazzo con i capelli neri e lo sguardo freddo, che non lascia trasparire la minima emozione.
Sono Bellick ed Adam.
"Ohh, Brad, sono davvero contento di vederti" dico, con una bassa risata "non immagini neppure quanto mi sei mancato. Sai... Ti penso intensamente tutte le notti".
Dalla sua bocca esce un verso simile ad un grugnito; si avvicina a me e mi afferra con forza i capelli, costringendomi ad alzare il viso ed a guardarlo dritto nei suoi occhi porcini.
"Adesso ti racconterò una storia divertente, Theodore. Voglio che tu l'ascolti in silenzio, senza interrompermi, altrimenti sarò costretto a prendere dei provvedimenti poco piacevoli nei tuoi confronti" sussurra, prima d'iniziare il suo racconto "quando tu ed il tuo allegro gruppo di amichetti avete deciso di evadere da Fox River sono volate molte teste all'interno del personale, tra cui quella del direttore Pope e la mia. Mi sono ritrovato da un giorno all'altro a casa, senza un lavoro e con il peso della vergogna sulle mie spalle. Per colpa vostra sono stato ad un solo passo dal compiere un gesto estremo. Avevo un fucile carico tra le mie mani quando, in TV, ho sentito che su ognuno di voi pendeva una taglia sostanziosa di centomila dollari. E così mi sono chiesto: perché dovrei farla finita quando ho la possibilità di vendicarmi di quei figli di puttana e di guadagnare un bel po' di soldi? Così ho riposto l'arma dentro l'armadio e mi sono procurato il partner perfetto per questa piccola avventura"
"Io e Brad abbiamo iniziato a seguire assiduamente i telegiornali ed a comprare qualunque giornale o rivista che parlasse della vostra evasione" continua Adam, incrociando le braccia all'altezza del petto, sempre con la stessa espressione impassibile "ed abbiamo subito notato una cosa alquanto strana e sospetta: nessuno di voi stava tentando di raggiungere il Messico ed i pochi avvistamenti erano avvenuti tutti in direzione dello Utah. Così abbiamo deciso di prendere anche noi quel sentiero, ed una volta arrivati a destinazione abbiamo avuto una curiosa conversazione con una donna che diceva di essere stata presa in ostaggio da un gruppo di finti operai che hanno scavato nella sua cantina. Questa donna ha anche detto che uno di loro, dall'aspetto particolarmente inquietante, le ha infilato una banconota da cento dollari nella maglietta prima di andarsene. Noi due non sappiamo con esattezza che cosa è accaduto dentro quella casa, ma gli elementi che abbiamo a nostra disposizione ci fanno dedurre che c'entra con un bottino piuttosto consistente"
"Tutto questo è molto affascinante, ma le vostre teorie sono assurde. Un bottino? Queste sono cose che si leggono in un libro o si vedono in un film. Non succedono nella vita reale" rispondo, con un ghigno.
Un pugno si abbatte contro il mio stomaco e sono costretto a piegarmi in avanti ed a sputare un grumo di saliva mista a sangue.
"Forse... Ma il cugino di Sucre ha detto di aver sentito Westmoreland parlare di cinque milioni di dollari nascosti in un ranch nello Utah... Mi sembra che tutto coincida, no?" prosegue il ragazzo, senza mai staccare gli occhi dai miei; Bellick rafforza la presa attorno ai miei capelli, ma dalle mie labbra non esce un solo gemito.
"Avanti, Teddy, sappiamo che sei tu ad avere quei cinque milioni. Dicci dove sono" interviene lui, in tono minaccioso.
"Vuoi sapere dove sono quei soldi? Li ho spesi tutti ieri notte in compagnia di tua madre".
Esistono molti modi per provocare una persona, ma l'argomento 'madre' è sempre il migliore.
Il pugno destro del grasso maiale si schianta contro il mio naso, ed è solo il primo di una lunga serie che si abbatte sul mio viso e sul mio stomaco evitando, fortunatamente, il basso inguine.
Quando si ferma, qualche minuto più tardi, abbiamo entrambi il fiato ansante ed in bocca sento il gusto ferroso tipico del sangue; nonostante ciò dalle mie labbra non esce alcun gemito, anzi, le piego in un sorriso strafottente e trovo perfino la forza di scoppiare in una bassa risata.
"Così non funziona" dice Bellick, passandosi una mano sulla fronte "dobbiamo cambiare metodo. Vai a prendere il nostro piano B".
Adam esce dalla stanza e quando fa ritorno il mio sorriso si spegne rapidamente.
Non è da solo, con lui c'è Nicole: ha una robusta corda attorno ai polsi e del nastro adesivo che le copre la bocca; i suoi occhi sono asciutti, ma non riescono a nascondere il terrore che sta provando in questo momento.
"Lasciatela stare, lei non c'entra nulla in questa storia" mormoro a denti stretti, ed ovviamente ricevo una risata sprezzante come risposta.
"Rilassati, T-Bag, non vogliamo rovinare il bel faccino della dolce dottoressa Baker. Ma dal momento che tu non vuoi parlare lo deve fare qualcun altro" Brad le strappa il nastro adesivo dalla bocca con un gesto veloce e poi torna vicino a me; mi afferra di nuovo i capelli e sento qualcosa di freddo e appuntito contro la pelle della gola "ascoltami molto bene, dolcezza. Se non mi dici subito dove si trovano i cinque milioni di dollari che avete con voi taglierò la gola al tuo Teddy. Allora, che cosa vuoi fare? Vuoi vederlo ancora vivo o preferisci organizzare il suo funerale?"
"Nicole, non dire una sola parola"
"Si, abbiamo noi i cinque milioni" urla lei, ignorando il mio ordine "ma non so dove Teddy li ha nascosti. Ti prego, lascialo andare, ho detto tutto quello che sapevo"
"No, tesoro, non hai detto quello che Adam ed io vogliamo sapere. Devi dirci dove si trovano quei soldi" ripete una seconda volta Bellick.
Nicole non sta mentendo: non sa dove si trovano i soldi perché li ho nascosti in una cassetta di sicurezza alla stazione ferroviaria quando sono uscito per comprare i fiori ed i cioccolatini; non sa neppure che la chiave della cassetta è nascosta nel calzino destro che indosso.
Il maiale, ovviamente, non le crede: allontana la lama dal mio collo e ricevo un altro pugno che mi fa quasi perdere conoscenza una seconda volta.
"Questo è il meglio che sai fare, Brad?" domando, stuzzicandolo "da un uomo grande e grosso come te mi sarei aspettato qualcosa di meglio... Ahh, forse ho capito... Evidentemente il licenziamento ti ha rammollito. Si... Si, deve essere proprio così... Tutta la tua arroganza e tutto il tuo potere erano racchiusi nella divisa che indossavi. Togliendoti quella ti hanno tolto anche il resto, a partire dalla tua dignità".
Esistono molti modi per provocare una persona, ma ne esistono altrettanti per torturare.
Sia a livello fisico che mentale.
Bellick ed Adam sono troppo rozzi per la sottigliezza e l'efficacia della psicologia, di conseguenza si limitano ad usare la forza bruta contro di me: non lo fanno solo per sapere dove si trovano i cinque milioni di dollari, ma anche per vendetta.
Non so quante ore trascorrono, ma quando finalmente si fermano il sole è sparito, perché dalle finestre entra solo la luce dei lampioni.
"Così non funziona! Che cosa facciamo?" domanda Adam, frustrato, rivolgendo poi la sua rabbia verso Nicole ed i suoi singhiozzi "stai zitta, cagna"
"Chiudi quella fogna e non provare mai più a chiamarla così" ringhio, guardandolo negli occhi: nella mia mente la mia mano sinistra è saldamente stretta al suo collo, mentre nella destra impugno un coltello che si abbatte ripetutamente contro il suo petto; la lama lucida affonda nei tessuti molli della carne provocando schizzi di sangue che colpiscono le pareti ed il soffitto.
"Hai proprio ragione, ragazzo, in questo modo non funziona proprio. Stiamo sbagliando tutto, ma forse ho già una soluzione al nostro problema... Che cosa hai detto prima, T-Bag? Hai trascorso tutta la notte in compagnia di mia madre? Allora, forse, è arrivato il momento di pareggiare i conti. Portala di sopra, divertiti con lei" ordina Brad al suo sottoposto.
I miei occhi si spalancano e trattengo il respiro mentre il colore abbandona il viso di Nicole; scatto in avanti e rischio di cadere a terra insieme alla sedia, ma la cosa non mi preoccupa minimamente.
"Non la toccare. Non permetterti di toccarla neppure con un dito"
"Si, Capo".
Adam ignora le mie parole ed afferra Nickie per il braccio destro: lei prova a ribellarsi, ma viene ugualmente trascinata per le scale ed in pochi secondi sparisce dalla mia vista; tutto ciò che sento è il rumore di una porta che si apre e si chiude, poi il silenzio più assoluto.
Inizio ad urlare; un altro pugno mi colpisce allo stomaco e trasforma la mia voce in un rantolo.
"Che cosa c'è, Teddy? Ti fa male il cuoricino? Non dirmi che un mostro deviato come te ha iniziato a provare dei sentimenti per quella ragazzina. È così? Tutto era iniziato come uno sfizio e poi ogni cosa è cambiata, oppure è stato il classico colpo di fulmine? Ohh, il nostro Teddy sta sperimentando il vero amore" commenta Bellick con un ghigno divertito; va in cucina a prendere una sedia e poi si accomoda di fronte a me "hai mai notato che tutte le donne della tua vita si ritrovano a soffrire a causa tua? Prima c'è stata tua madre che ha sofferto perché ti ha concepito tramite uno stupro incestuoso... Riesci ad immaginare il dolore che deve aver provato? Sono sicuro che ogni volta che ti guardava negli occhi riviveva quegli orribili momenti... Ahh, dimenticavo, tua madre è una minorata mentale. Probabilmente non ricorda neppure di avere un figlio. Poi c'è stata Susan Hollander... Non immagini neppure quanto io e le altre guardie ci siamo divertiti a leggere tutte le cinquantadue lettere che le hai mandato durante i cinque anni in cui sei stato rinchiuso a Fox River. Ogni singola lettera è stata rispedita al mittente, lo sai? Che cosa vi divertivate a fare dentro queste mura? Scommetto che in camera da letto scatenavi le tue fantasie più perverse... Si, sono sicuro che andava proprio in questo modo... Le ordinavi di vestirsi da Cappuccetto Rosso e tu facevi il lupo cattivo"
"Non posso pretendere che un uomo che vive ancora con la propria madre capisca i meccanismi dell'amore" dico, interrompendo il suo monologo.
"E infine... Infine è arrivata la dottoressa Baker... Capisco per quale motivo hai messo gli occhi su di lei... Ha un viso molto bello, quasi da bambina... Scommetto che questo ti eccita terribilmente"
"Ho promesso a Nicole che non le sarebbe successo nulla fino a quando sarei stato al suo fianco. Io mantengo sempre le mie promesse, non costringermi a raccontare l'ennesima bugia... Per favore..." mormoro, sentendomi improvvisamente svuotato di ogni energia.
Pronuncio le ultime due parole senza vergognarmi del tono supplichevole che uso: qui non si tratta di me e della mia vita, si tratta di quella di Nicole.
La persona che ho promesso di proteggere.
Non posso permettere che quel figlio di puttana abusi di lei.
Non dopo ciò che mi ha confessato a bassa voce all'interno della suite, trattenendo a stento le lacrime che poi sono uscite ugualmente.
"Lo sai che cosa devi fare, T-Bag. Dove si trovano quei soldi?"
"In una cassetta di sicurezza alla stazione dei treni. La chiave è dentro il mio calzino destro" mormoro alla fine, svuotando il sacco.
Lui si alza, cerca il piccolo oggetto e quando lo trova sorride soddisfatto.
"Grazie della tua collaborazione, Theodore, è stato davvero un piacere fare affari con te" dice poi, con una bassa risata; esce dalla stanza, sparisce al piano superiore e ritorna quasi subito in compagnia di Adam, altrettanto compiaciuto.
Nonostante la stanchezza ed i colpi che ho ricevuto gli rivolgo uno sguardo carico d'odio.
"Se hai provato a toccare Nicole..."
"Hai ancora fiato per parlare?" m'interrompe Adam.
Si avvicina e mi sputa un grumo di saliva in faccia, come ulteriore umiliazione.
Non hanno ancora finito con me perché mi slegano dalla sedia, mi spingono a terra e legano il mio polso sinistro al termosifone che c'è nella stanza grazie ad una fascetta da elettricista; Bellick prende il suo cellulare da una tasca dei pantaloni, capisco subito ciò che vuole fare e provo a fermarlo, supplicandolo.
"No... Ti prego... Non farmi questo! Non posso tornare a Fox River! Non posso!".
Ancora una volta ignora le mie parole: digita il numero della polizia e chiede l'immediato intervento di una pattuglia perché ha sorpreso un ladro nella sua abitazione.
"Non ti preoccupare, tra poco la polizia sarà qui e quando ti avranno identificato tornerai nella tua vecchia cella. E se, invece, verrai rinchiuso in un altro carcere sono sicuro che non faticherai a farti dei nuovi amichetti" commenta Brad, ridendo "ricordi l'ultima volta in cui ci siamo visti? Io ero imbavagliato e legato ad un tubo e tu mi hai rivolto quel sorrisetto strafottente prima di uscire dal tombino... Non trovi curioso il modo in cui la situazione si è completamente capovolta?".
Non presto attenzione alle sue parole e nel momento stesso in cui escono dall'abitazione cerco di liberarmi dalla fascetta che imprigiona il mio polso: dal primo piano non proviene alcun rumore e so che ho a mia disposizione solo pochi minuti prima di sentire il suono inconfondibile della sirena di una macchina della polizia; tento più volte di tirare, sciogliere e perfino di mordere il nodo, ma la plastica è così dura che non riesco neppure a scalfirla.
Chiudo gli occhi per qualche secondo, cercando disperatamente una soluzione, quando sollevo le palpebre guardo i punti di sutura che legano il mio arto amputato al resto del braccio e capisco ciò che devo fare.
Non posso liberarmi della fascetta, ma posso liberarmi della mia mano.
Stringo i denti, tiro i fili uno ad uno e quando si spezzano la mano ondeggia leggermente a mezz'aria.
Distolgo lo sguardo da quella scena, che sembra essere uscita da un film dell'orrore, e salgo al piano di sopra, continuando a mormorare il nome della mia compagna di viaggio: la trovo nella stanza che un tempo era la camera da letto di Susan; è seduta con le gambe incrociate e sembra stare apparentemente bene.
Si volta di scatto con un'espressione terrorizzata negli occhi, ma quando mi riconosce rilassa i muscoli delle spalle.
"Teddy..." balbetta "che cosa ti hanno fatto? Dov'è la tua mano?"
"Dobbiamo andarcene, tra pochi minuti arriverà una pattuglia".
L'afferro per il polso destro e la trascino fuori dalla casa; fortunatamente la nostra macchina è intatta e si trova ancora nel punto in cui l'abbiamo parcheggiata.
Occupo io il posto del guidatore, ma dopo pochi metri sono costretto a fermarmi nel parcheggio di un supermercato perché inizio a vedere delle macchie nere e grigie davanti agli occhi; appoggio la fronte contro il volante e sento le mani di Nicole sul mio viso: appoggia i palmi sulle mie guance e mi invita a voltarmi verso di lei.
È proprio a questo punto che i miei nervi cedono.
Non sono una persona che versa facilmente lacrime, ma tutti noi abbiamo un punto di rottura.
Inizio a singhiozzare e sento qualcosa di umido scivolarmi lungo le guance.
"Mi dispiace, mi dispiace..." ripeto, scuotendo la testa "avevo promesso che ti avrei protetta e non sono riuscito a farlo. Ti prego, non mi lasciare, ho perso mio cugino e mio nipote. Tu sei tutto ciò che mi è rimasto, non lasciarmi da solo".
Appoggio la testa sulle sue gambe e continuo a gemere e singhiozzare, la stoffa dei jeans s'impregna ben presto delle mie lacrime, ma non riesco a smettere; Nicole mi accarezza i capelli, sussurra qualcosa probabilmente per consolarmi, ma non riesco a cogliere il senso delle parole che pronuncia.
Mi sembra di essere tornato un ragazzino.
Mi sembra di essere tornato a quei giorni in cui mi rannicchiavo sotto le coperte e piangevo, fino a quando vinceva il sonno.
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