CAPITOLO 40

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( Vi ho avvisate )

Stare in questo bagno mi metteva assolutamente ansia, forse per Luke che si trovava fuori a qualche passo da noi.

E non c'era modo di fermare le mani di Harry che vagavano sul mio corpo. Devo ammettere che non andavamo oltre da mesi per la mia partenza e a me mancava un casino. Lui, il suo corpo, le sue labbra, e il mio cuore che batteva senza sosta ad ogni sua carezza.

Ma non avevo intenzione di farlo qui dentro, anche se mi piaceva parecchio non avevo voglia di rischiare di essere beccata. Se qualcuno entrasse per fare normalmente i suoi bisogni in bagno pubblico, e ci vedesse? O sentisse?

Forse dovrei approfittarne, quando scoprirà di Jessi sarà devastato, così tanto che non vorrà parlarmi per un bel po' di tempo. E io tornerò a soffrire come un cane.

Le mani di Harry continuavano ad accarezzare i miei fianchi, stringendoli di tanto in tanto fino a farmi gemere. La sua bocca continuava a baciarmi, affamata, e la sua lingua non aveva intenzione di lasciarmi andare e di darmi tregua.

Amavo il suo modo, quasi dolce, di spostarmi i capelli dal viso perché sapeva che mi infastidivano.

I suoi baci variavano da dolci ad affamati, è la cosa mi mandava fuori di testa.

Quando sentimmo un rumore provenire da fuori subito feci un passo indietro e lo sentii sbuffare. Non si creava alcun problema, anzi, sembrava che la cosa non gli dispiacesse neanche.

Velocemente prese la mia mano e mi trascinò in una delle toilette che si trovavano lì, chiudendo la cabina dietro di noi. Non era grande, c'era spazio per una sola persona e quindi andavamo abbastanza stretti. Il suo petto premeva contro il mio e il suo sguardo mi fece arrossire così tanto da farmi calare gli occhi al pavimento.

Notai le sue fossette fare ritorno quindi capii che stesse sorridendo, come se amasse mettermi in imbarazzo.

Con le mani continuò a torturarmi i fianchi e fece scendere lentamente una sul mio sedere, stringendo la natica destra in una stretta possessiva.

Chissà se la vista di Luke, che mi dava attenzioni, lo aveva infastidito. Nel profondo desiderai che fosse geloso.

Rifece il movimento più volte stringendo con le dita sempre più forte, fino a farmi gemere dal dolore. Dolore e piacere.

"La prossima volta se non metti una gonna ti faccio male, Alison." sussurrò sulle mie labbra, staccandosi un momento da esse.

Adoravo come la sua bocca carnosa pronunciava il mio nome, gli dava un qualcosa di eccitante.

Le mie guance erano arrossite e la sua bocca era gonfia e rossa dai baci continui che avevamo scambiato. I suoi ricci spettinati e la sua maglia leggermente stropicciata mi fecero venire voglia di tornare ad accarezzarlo.

I nostri sguardi cessarono quando lui, con un movimento veloce mi fece girare e mi mise faccia al muro. Il suo petto si scontrava contro la mia schiena, facendomi rabbrividire per un instante. In questa posizione non potevo guardarlo, non potevo fissare i suoi occhi, solo stare con la parete sporca sulla guancia e rabbrividire per le mattonelle fredde.

Lo sentii muovere ma non riuscii a capire i suoi movimenti, mi smaniava il fatto di non sapere cosa stesse facendo alle mie spalle. Non osai girarmi o, conoscendolo, me l'avrebbe fatta pagare.

In modo brusco mi calò i pantaloncini, senza neanche sbottonarli, facendoli cadere lungo le mie ginocchia. Arrossii quando realizzai di avere il sedere, leggermente rosso per il suo tocco, coperto solo dagli slip davanti ai suoi occhi.

Ringraziai Dio di aver messo dei slip neri e non rosa confetto, o magari con dei disegni da bambina sopra.

La sua mano continuò a scontrarsi contro la mia natica, torturandola con uno schiaffo, così forte che morii dalla paura di essere scoperti davvero. Sussultai e gemetti leggermente dal dolore, pregando mentalmente che la finisse con queste torture.

Sentii la pelle pulsare dai continui schiaffi che aveva dato in quel posto particolarmente sensibile.

"Piccola.." lo sentii ansimare.

Era come se gli piacesse farmi male.
E io, da bambina stupida e curiosa, glielo lasciavo fare.

Il suo corpo si strinse al mio, sentivo alla perfezione il suo petto contro la mia schiena, e la sua erezione strusciarsi contro la mia gamba.

Socchiusi gli occhi godendo di quel contatto, spingendo il corpo all'indietro come per volerne di più.

Sentirlo strusciare contro di me fece accendere quel calore, ormai familiare, nel mio basso ventre.

"Harry..."

Le sue dita camminarono lungo il mio sedere, ignorando gli slip, e strusciarono verso la mia intimità, avendo la conferma di quello che aveva sempre pensato. Il suo indice strusciò violentemente contro il mio clitoride bagnato, e riuscii a sentirlo ridacchiare con voce roca.

Quando rimosse la mano, sbuffai e ansimai ancora, come per invitarlo a toccarmi di nuovo.
Portò l'indice bagnato tra le labbra. Riuscii a capirlo perché sentii la sua bocca succhiare leggermente i miei liquidi.

"Ti prego..."

"Lo so piccola, lo so"

Quando calò i miei slip con una mano, spinsi il sedere all'indietro sperando che facesse quello che stavamo cercando di fare dall'inizio. Invece no.

Qualcosa di duro e caldo si scontrò contro la mia schiena, ed io mi innervosii e imbarazzai subito quando realizzai cosa fosse.

"Harry... È-sei ..." balbettai qualcosa senza senso.

Lo sentii gemere prima di parlare.
"Sono io, quello che senti"

Per la prima volta ringraziai di essere di spalle così che non potesse notare il mio viso completamente rosso.

Lo sentii strappare qualcosa, probabilmente il preservativo. Quando socchiusi gli occhi di nuovo e mi preparai a riceverlo, qualcosa o qualcuno ci interruppe.

Una voce mi fece completamente scattare tanto che Harry portò la mano sulla mia bocca per zittirmi. Cazzo.

"È occupato?"

La voce di un'anziana signora parlò, e mi trattenni dal ridacchiare. Non posso veramente crederci.

Harry spostò la mano dalla mia bocca come per dirmi di rispondere e io, cercando di non ansimare per la sua vicinanza e per il suo calore, parlai.

"Si!"

Lui, soddisfatto, sorrise. Ero ancora di spalle contro quella parete fredda e lui era attaccato alla mia schiena.

Pensai che avessimo finito, ma improvvisamente lo sentii riempirmi in una sola spinta.

Entrò completamente dentro di me, da dietro. Rimasi senza parole visto che non me lo aspettavo e neanche un pazzo lo farebbe con delle persone fuori, ma lui sì.

Iniziò con delle spinte leggere e io rimasi in piedi solo grazie alle mani attaccate alla parete.

Le sue spinte lente, poi veloci, mi fecero gemere fortemente.

"Cristo, sta zitta"

Lo sentii ansimare a bassa voce nel mio orecchio.

Continuava a riempimi senza sosta, i miei gemiti di piacere si fecero più forti quando entrò ed uscì ripetutamente.

"Signorina, sta bene?!?" la voce di quell'anziana signora tornò a torturarmi.

Perché non sparisci?

"Sii convincente o esco da qui e ti sbatto sul tavolo di Luke"

Oddio.

Morsi l'interno guancia per trattenere i gemiti mentre lui continuava a scoparmi come se nulla fosse.

"Sto bene" risposi. La mia voce risultò stranamente sicura e la signora sparì.

I fianchi di Harry continuavano a spingere contro di me, così forte che mi lasciarono senza fiato. Dopo qualche minuto, non riuscii più a resistere, le mie pareti si strinsero contro di lui e rilasciai il mio piacere in un grande orgasmo.

"Papino..." mormorai in preda agli ansimi.

Questo sembrò eccitarlo e raggiunse anche lui l'apice del piacere qualche secondo dopo. I nostri respiri erano affannosi e morivo dalla voglia di girarmi per vedere il suo viso soddisfatto.

I suoi ricci e le sue labbra.

Uscì velocemente da me sfilando il preservativo, e senza esitare mi girai, trovandolo con i pantaloni fino alle caviglie, la maglia sollevata e i ricci spettinati.

Pensai fossi in paradiso per quella vista paradisiaca.

Si avvicinò per lasciare un bacio sulle mie labbra, come per rassicurarmi.

"Sei stata bravissima. Non volevo farlo qui, ma non sono riuscito a trattenermi, perfavore non sentirti usata o qualcosa del genere-e io n-non.."

"Stai tranquillo, lo volevo anch'io"

Un sorriso si dipinse sulle sue labbra.

"Ti amo" aggiunsi insicura.

"Ti amo anch'io, bimba"

Sentii il cuore uscirmi dal petto, lo stomaco sottosopra.

"Che ne dici di tornare nella tua villa? Quella nascosta!"

"Quella dove abbiamo fatto l'amore in piscina?"

L'amore.

"Oppure quella da dove sono scappata!" ridacchiai ad alta voce.

Ma lui non ci trovò niente di divertente. Forse questo non dovevo dirlo. Ops.

👧👨

Hellloo!! Vi sono mancata?
@payneismyangel

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