Quasi volevo ridergli in faccia.
Papino, cosa? Che diavolo di nome è? Dovevo immaginare di stare con mio padre?
"Cosa? Non.." non mi fece neanche finire che mi prese il viso tra le mani e mi scrutò col suo sguardo nero.
Quello sguardo veniva smentito subito dai suoi ricci che ricadevano sul viso. Dovetti trattenermi dal toccarli.
"Papino, ho detto. Niente storie bambina, hai capito?" disse alzando di più la voce.
Se era questo che voleva, uno stupido nomignolo, gliel'avrei concesso, infondo non ci vedevo niente di male.
"Papino, io.." deglutii.
Sembrò che non appena lo chiamai come desiderava la passione riprese possesso del suo corpo.
"Suona così bene sulle tue labbra" stava per fiondarsi di nuovo su di esse quando un rumore glielo impedì.
Il campanello. Jessi.
Qui sono guai.
"Ricomponiti, prima che apro. " disse severo.
Non sembrava neanche la persona che stava per sbattermi sul muro pochi secondi fa.
Riusciva a cambiare personalità in pochi minuti, che abilità.
Feci quello che mi chiese solamente per non entrare nei casini e risistemai la gonna insieme alle mie parigine nere sulle coscie.
Chiusi qualche bottoncino che aveva sbottonato lui della camicetta e sistemai i capelli con le mani.
Sicuramente avevo il trucco sbavato e il mio lucidalabbra era andato a farsi fottere, dovevo sembrare orribile. Nel frattempo lo vidi sistemarsi i pantaloni e la maglia, la sua polo bianca, per poi aprire la porta. Quello che vidi non fu una cosa gradevole.
Non era Jessi.
Onestamente all'inizio non capii chi fosse, poi quando notai la somiglianza con Jessi e il suo bacio a stampo con Harry capii, e sbiancai. Sua moglie.
Lei continuava a scrutare me ed il mio corpo, stringendosi in quel tubino nero aderente che stava indossando.
"E questa ragazza?" chiese sorridendo la signora. Doveva essere più grande di Harry sicuramente, ma di poco.
Aveva gli occhi chiari come Jessi e il suo stesso sorriso, inoltre non era tanto alta, come lei. Si somigliavano molto. Sapevo che era fuori per lavoro e non mi aspettavo per niente che tornasse già adesso.
Tempismo perfetto.
Non mi sarei sentita così in imbarazzo se non avessi cercato di scopare suo marito poco fa.
Che cosa orrenda.
"È un'amica di Jessi, lei è uscita per prendere dei libri, starà per tornare" rispose Harry con fare indifferente.
La moglie gli sorrise e gli stampò di nuovo un bacio sulle labbra.
Secondo me stava solo marcando il territorio.
Non potetti non notare i tatuaggi di Harry quando si alzò leggermente la maglia.
Lo rendevano così sexy.
"Mi siete mancati" sospirò.
Okay, adesso mi sentivo perfettamente fuori luogo. Avrei dovuto andarmene e lasciarli soli visto che non si vedevano da un po'.
"Credo che dovrei andarmene, chiamo il mio ragazzo" calcai le ultime parole "per farmi venire a prendere, scusate, Jessi sarà di ritorno" dissi, cercando di sembrare sincera.
Harry sembrò oscurarsi quando menzionai Jordan.
"Ti accompagno io, non disturbarlo" rispose.
Volevo contrabbattere quando la voce squillante di sua moglie me lo impedì.
"Mio marito è così gentile! Ha ragione, non disturbarlo, io intanto preparo il pranzo che sono le tre e ancora non c'è nulla a tavola. Farò una chiamata a Jessi e l'aspetto qui, andate" disse.
Si, gentile.
In effetti ero venuta per pranzare con lei e non avevo ancora toccato cibo. E lei se ne era andata. Bello.
Harry velocemente prese le chiavi della sua auto e uscì di casa assicurandosi che io lo seguissi. E dopo aver salutato, falsamente, sua moglie così feci.
La sua auto era enorme. Era nera e dentro i sedili erano in pelle. Pensai che fosse una Lamborghini.
Doveva costare una fortuna. Inoltre i vetri erano oscurati, quindi credo che non si vedesse con chi fosse.
Non appena inserì le chiavi nel nottolino, sfrecciammo in strada. Presi il cellulare per inviare un messaggio a Jessi che digitai velocemente. Cercai qualsiasi modo per distrarmi.
A: Jessika
Da: Alison
Sono dovuta andare via, ed è tornata tua madre. Tuo padre si è offerto gentilmente di accompagnarmi!! Ci vediamo stasera, ho intenzione di uscire a 4 ;P xx -A
Per fortuna feci in tempo a inviare che Harry mi sfilò velocemente il cellulare dalle mani per leggere quello che avevo scritto.
Impiccione.
"Uscita a quattro, uh" rise.
"Con chi hai intenzione di uscire, con Jordan?" cavolo, si preoccupava per me e non per sua figlia.
Che diavolo di uomo era?
"Che problemi hai, Harry? Dio mio" alzai la voce e lui mi fulminò con lo sguardo.
Velocemente fermò l'auto e mi accorsi che la strada non era una delle più popolate e che non c'era gente che camminava in giro.
La cosa mi fece infuriare. "Non sai neanche dove abito! Sei stancante, Harry"
I suoi occhi erano tornati ad essere scuri, quando velocemente mi tirò da un braccio con forza e mi fece sistemare a cavalcioni su di lui.
Oh dio. Eravamo faccia e faccia ed ero poggiata con le gambe aperte su di lui. Ero imbarazzata.
"Regola numero uno" cominciò "Mai disobbedire al tuo papino. Se io ti dico una cosa tu taci e falla. Mi hai capito?" disse duramente.
È inutile dire di nuovo che la sua parte da duro alimentava i miei ormoni. La sua mandibola era tesa e le sue sopracciglia erano corrucciate.
Senza pensarci portai una mano tra i suoi ricci che avvolsi sulle mie dita, come una bambina felice con la sua prima bambola.
"Ho capito, papino. Solo che non ti obbedirò sempre, solo quando le cose son giuste" sussurrai sfacciata.
Mi ricordai improvvisamente che avevo la gonna, le parigine arrivavano alle ginocchia, e sotto di essa non avevo nulla. Solo le mutande.
Era per questo che percepivo perfettamente i suoi pantaloni sotto di me. Cavolo.
Portò una mano sulla mia coscia accarezzandola delicatamente, come se stesse toccando una bambola. Il suo tocco era così rilassante.
"Ti toccherei in eterno, bambina" sussurrò.
La sua voce sussurrata mi mandava in paradiso. Era una melodia così bella.
"Ti spaventa stare così con uno che ha 33 anni? Tu ne hai appena la metà" qui fu quando sfidai la realtà.
Già, Alison, ti spaventa?
"Mi spaventa stare così col padre della mia migliore amica e con uno che è sposato e che mi ha fatto conoscere sua moglie poco fa. L'età non vuol dire nulla," iniziai "Mi ostacola il fatto che sono impegnata, papino. Ci tengo a Jordan" dissi tenendo il suo sguardo.
Sembrò incazzarsi parecchio.
"Prima cosa" mi spaventai quando mi schiaffeggiò fortemente la coscia che stava accarezzando, così forte da rimanere il segno rosso.
Gemetti dal dolore.
"Non voglio che nessuno ti tocchi così, mi hai capito? Alison, solo io posso toccarti. Jordan lo manderai a fanculo, che ti piaccia o no" finì.
Non ero proprio d'accordo con quello che diceva. Dovevo mandare a fanculo tutto per lui? Chi crede di essere?
Inserì una mano sotto la mia gonna camminando verso il sedere. Dovevo dargli tutto questo potere su di me?
Troppe domande senza risposta.
Quando portò una mano sulla mia natica nuda e la strinse tra le mani rabbrividii. Ero andata ormai.
"Indossi solo uno slip, seriamente?" i suoi occhi brillavano di lussuria.
"Uno slip così stretto sotto una gonna abbastanza corta. Non andiamo bene Alison, sai quanti hanno fatto pensieri sporchi su di te?" le sue parole non facevano altro che eccitarmi.
Contieniti. Alison!
"Io.. Non mi interessa di loro.." sussurrai leccandomi le labbra ormai secche.
Portò la mano, che aveva ancora sotto la gonna, davanti stavolta, sulla mia intimità che era ancora coperta dal poco tessuto.
"Potrebbero vederci.." gemetti. Sorrise e mi guardò ingenuamente.
"I vetri sono oscurati. Potrebbero solo sentirci qui, piccola, se ci fosse qualcuno" rispose. Era così sicuro di se.
Spostò il tessuto delle mutande con le dita e porto l'indice nelle pieghe completamente bagnate. Qui persi il mio autocontrollo, beh, quel poco.
"Oh dio.." ansimai. Sentii il suo indice accarezzare il mio clitoride e mugolai, muovendo leggermente i fianchi verso i suoi.
"Piccola, dì a papino quello che vuoi che ti faccia. Quello che ti piace" gemette anche lui non appena strusciai i fianchi sui suoi.
"Io.." balbettai confusa ed accaldata.
Senza preavviso sentii il suo indice entrare nella mia entrata. Sobbalzai.
Mi ci volle qualche minuto per abituarmi e non sentire bruciore.
"Ah!" ansimai leggermente.
Il primo giorno e mi stava masturbando, a fine mese sarei uscita col pancione?
Fermò il ritmo improvvisamente e non sentii più il suo dito che spingeva.
E ora?
"Papino, ti prego!" urlai. Sembravo una bambina. Ma in quel momento ero persa, come ubriaca, e ne avevo bisogno. Volevo sentirlo.
Accarezzai lentamente la sua erezione per far sì che si eccitasse e continuasse il suo lavoro, ma restò fermo.
Non so dove in quel momento stessi trovando tutto quel coraggio.
La rabbia superava l'eccitazione. Perché stava fermo, ero completamente bagnata su di lui e le sue dita che erano ferme tra le mie pieghe.
Cosa voleva?
"Dai.. " dissi.
Credo che stasera mi sarei vergognata. Cosa stavo dicendo?
"Alison deve imparare a rispettare quello che dice papino prima, chiaro? La prossima volta ti sbatto così forte sul sediolino da farti perdere i sensi. Adesso ricomponiti che ti porto a casa"
-
PEOPLEEEEEE!!!! STO ADORANDO LA STORIA E HO SEMPRE VOGLIA DI SCRIVERE
SECONDO VOI CHE VOLTO POTREI DARE AD ANDREAS? IL RAGAZZO DI JESSI?
E ALLA MADRE?
Alison Sasha Pieterse
Harry Harry Styles
Jessi Lucy Hale
Jordan Justin Bieber
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top