CAPITOLO 25



Addormentarmi con mio fratello prima di andare via con una delle puntate di Teen Wolf è assolutamente perfetto.
Solo che la mattina dopo avevo anticipato la sveglia per preparare le valigie.
Mi alzai dal divano senza svegliarlo, i suoi capelli spettinati e la bocca schiusa erano adorabili.
Quando feci per salire in camera mia, sentii delle voci chiacchierare verso la cucina.
Capii che fosse la voce dei miei genitori. Cosa ci faceva mia madre qui?

"Steve.. Tu mi hai perdonato, e anche Jason credo. Perché non può farlo anche lei?" disse lei disperatamente.
Stavano sicuramente parlando di me.

"Le hai dato dei soldi in cambio del suo silenzio, ed era solo una bambina. Ha visto la figura familiare che aveva rompersi in mille pezzi, credo che questo viaggio le possa veramente fare bene. Al ritorno, potremmo parlarne, e dirle che vuoi tornare a vivere qui." rispose mio padre.
Sorrisi istintivamente, era esattamente come mi sentivo e lui riusciva a capirmi. Ma non credo mai di poter tollerare mia madre nella mia stessa casa.

Ignorai l'ultima parte di conversazione andando verso camera mia, prendendo la valigia che posavo spesso sotto il letto, e inserendo dei vestiti a caso. Avrei provveduto a nuove cose da indossare con Stella. Non mi interessavano i loro discorsi, avrei comunque deciso di testa mia.
Ogni tanto controllavo il cellulare, aspettando chissà cosa da chissà chi.

Indossai i primi vestiti comodi a caso, prendere l'aereo sarebbe stato rilassante perché in prima classe, ma stressante per le troppe ore.
Decisi di non truccarmi e di legare i capelli in una coda disordinata.

Il mio corpo era immobile davanti lo specchio, fissavo da qualche minuto la mia figura in silenzio, cercando di realizzare. Stavo abbandonando un'altra parte di me. Ne avevo abbandonate così tante che man mano stavo sparendo.
"Puoi farcela Alison, puoi farcela. Hai superato di peggio. " sussurrai a me stessa, sospirando.

Il mio telefono prese a squillare e il mio cuore pompò fuori dal petto, ma quando realizzai che fosse Jessi mi calmai.
"Jessika?" parlai. La sentii sospirare.

"Speravo che dormissi ancora e che avessi cambiato idea." affermò tristemente.
Non potevo resistere ancora per molto. Era il primo segreto che le nascondevo, e mi stava consumando.

"Jes.." dissi. "Ho bisogno che nel fine settimana prenoti un biglietto e vieni a Barcellona, devo parlarti."

"Cosa è successo?"

"Devo dirti una cosa. Solo promettimi che v-verrai da sola." balbettai. Socchiusi gli occhi sperando prima o poi che tutto questo finisse.

"Okay." rispose confusa.

"Ti voglio bene, Jes. " sospirai.

"Anche io."
Ed è fantastico che una persona possa volerti ugualmente bene anche quando la sola parte che ha conosciuto è una delle peggiori di te.



Jason si era offerto gentilmente di accompagnarmi in aeroporto, prima di passare da Emily.
Avevo salutato mio padre, lui aveva quasi le lacrime agli occhi, mentre con mia madre mi ero limitata ad un semplice 'ciao' detto in modo annoiato. Non l'avrei mai perdonata, ma se a mio padre rendeva felice, potevo accettarla.
In effetti non sapevo come lui le avesse potuto perdonare tutto quello. È l'amore, quello che non hai mai conosciuto.

"A cosa pensi?" mi interruppe Jason. Lui mi mancherà un casino.

I suoi capelli biondi ancora spettinati mi fecero ridacchiare.
"A nulla." mentii.

"So che ti sta succedendo qualcosa, sono tuo fratello. Sei davvero strana, con me, con papà, con i tuoi amici. E poi te ne stai andando, e non è da te. C'entra per caso quel tizio che è venuto a casa? Come cavolo si chiama?" parlò. I suoi occhi erano ancora fissi sulla strada, la sua mandibola era serrata.

Sospirai, abbassando lo sguardo, non sapendo cosa dire. Decisi solamente di restare in silenzio.
Lui, in tutta risposta ridacchiò, mormorando un "lo sapevo".

Per fortuna, arrivammo davanti casa di Emily, e velocemente entrò in auto posizionandosi nei sedili posteriori.
Salutò mio fratello con un bacio sulla guancia e mi rivolse un sorriso che ignorai girando la faccia.
I loro baci e le loro piccole attenzioni mi facevano del tutto vomitare. O magari ero gelosa visto che Harry non mi cagava di striscio.

Riprese a guidare, mentre lessi un messaggio di Jordan dove mi avvisava che fosse già lì.

"Sei sicura, Ali?" sussurrò Em nel mio orecchio.
Era la millesima persona che continuava a domandarmi se fossi sicura di partire.
Alzai gli occhi al cielo, annoiata.

"Si, e adesso smettila." sussurrai bruscamente girandomi dall'altro lato, verso il finestrino.
L'aria che veniva contro il viso mi rilassava.

Sentivo gli occhi di Emily bruciarmi addosso, sapevo che mi stava fissando. Cosa diamine voleva?
Siccome c'era mio fratello decisi di evitare, e aspettare.

"Siamo arrivati." disse Jason, parcheggiando nel parcheggio dietro l'aeroporto.
Scesi dall'auto e lui gentilmente si offrì di camminare davanti per portarmi le valigie.

Così io rimasi vicino ad Emily dietro.
"Perché mi tratti male? Ehi..." parlò a bassa voce per non farsi sentire, mente continuavano a camminare.

"Nulla, Emily. Non vedo l'ora di partire per dimenticare alcune facce." risposi. Continuai a guardarmi intorno.
La speranza che Harry fosse qui, per salutarmi, era davvero alta.

Prima che Emily rispondesse notai le figure da lontano di Jordan, Jessi e Andreas chiacchierare.
Sorrisi e aumentai la velocità del passo urlando i loro nomi da lontano e si accorsero di noi.
Quando mi avvicinai a loro, ci salutarono dolcemente. Per fortuna con Jordan avevo chiarito e non c'era l'imbarazzo di una volta.

"Il mio volo parte tra mezz'ora. Credo di dover andare, si è occupato Jason dei bagagli." parlai.
Sentii Jessi sospirare e calare lo sguardo.

"Lo sai che non sarà lo stesso senza di te qui? Vero?" sussurrò prima di stringermi tra le sue braccia. Il fatto che fosse più bassa di me mi fece ridacchiare.

"Come farò senza di te?" intervenne Jordan, che velocemente mi tirò dalle braccia della mia amica per stringermi alle sue. Sapevo che ci sarebbe sempre stato per me.

"Ed io invece? Se litigo con Jessi chi mi salverà?" ridacchiò Andreas, facendo ridere contemporaneamente tutti noi.

Mi girai verso Emily, lei aprì le braccia ed io non ci pensai due volte ad abbracciarla.
Continuavo a trattarla di merda, a cercarla solo quando stavo male, ma lei c'era comunque.

"Alison Di Laurentis.." sussurrò nel mio orecchio. "Non credo di dimenticarti mai, anche se non ti vedrò per qualche mese." continuò.
Stare tra le sue braccia mi faceva sentire protetta.

"Guai a voi se vi scordate di me!" risi, iniziando a camminare da sola, sentendo il loro sguardo su di me.
Se mi fossi girata, sarei scoppiata a piangere.

Entrai in aereoporto, era pieno di gente, mi guardai intorno per un po' prima di trovare la figura di Jason.
"Hai fatto con i bagagli?"

"Sì, uno strano signore mi ha detto che ci avrebbe pensato lui. Comunque, credo che dovresti andare già. Parte fra poco."

"Mi mancherai." mormorai.
Si avvicinò e mi scostò delle ciocche dal viso come era solito fare da bambini, e mi stampò un tenero bacio sulla guancia.

"Ti manderò le puntate di Teen Wolf, tranquilla. Ti voglio bene Lison, fai buon viaggio. Avvertimi quando sei arrivata."

Delle lacrime caddero dai miei occhi, ma per fortuna lui era troppo lontano per vederle.

Diversi minuti passarono e la mia figura rimase immobile quando un uomo sulla sessantina si avvicinò.
"Signorina Di Laurentis?"

Io annuii, confusa.

"Venga con noi, il signor Styles la deve portare in un posto. Mi ha solo detto di conservare quel biglietto, che userà una prossima volta, non ora."

Il mio cuore ricominciò a battere.

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