CAPITOLO 1
Durante il tragitto in macchina non facevo altro che essere nervosa. Eppure non conoscevo proprio suo padre, ma mi intimoriva.
Jessi sembrava non essersi accorta di nulla, a differenza sua.
"Papà per essere un trentenne sei abbastanza sbadato" ridacchiò Jessi.
TRENTENNE?
Sperai non notassero la mia espressione scioccata.
Cavolo, secondo me è diventato padre a due anni.
Dio mio, era troppo bello per essere vero.
Per fortuna ero sul sediolino di dietro, e mi nascondevo tra i miei capelli lunghi e biondi.
"Tu invece, Alison giusto?" fu lì che mi parlò per la prima volta.
"Si Alison, potete anche chiamarmi Ali" dissi, inumidendomi le labbra.
"Tu comincia a darmi del tu" ridacchiò. "E chiamami Harry" finì non appena arrivammo a casa.
Ringraziai mentalmente Dio per la breve durata di quel tragitto.
Jessi uscì dall'auto e io feci lo stesso con l'aiuto di Harry, che non faceva altro che guardarmi le gambe scoperte dalla divisa scolastica.
"Allora, hai fame?" mi chiese Jessi sorridendo.
Annuii e in realtà ne avevo parecchia, a colazione avevo solo mangiato una mela come al solito, la mattina avevo poca fame.
"Non c'è mia madre in casa, è spesso fuori per lavoro" finì.
Questo voleva dire che eravamo solo noi tre. Aia.
Ero veramente curiosa di scoprire che tipo fosse sua moglie.
Non appena Harry ci aprì la porta entrammo in casa senza esitare. Mi guardai intorno notando tutto ben arredato, somigliava parecchio a casa mia.
Ma decisi di rimanere in silenzio.
"Hai bisogno del bagno?" Jessi interruppe i miei pensieri.
"No, sto bene così, aspetto qui" le sorrisi falsamente.
Lei con fare indifferente, si diresse verso il bagno, mentre io ero impegnata a calarmi verso il pavimento per mettere in ordine i libri nelle borse. Dovevo pur distrarmi in qualche modo.
Non per il fatto che i miei ormoni fossero completamente impazziti, ma dall'attrazione per il padre della mia amica, con il doppio della mia età.
Avrei dovuto indossare dei pantaloni invece della gonna, divise scolastiche del cazzo.
"Che fai in questa posizione?" sentì una voce roca dietro di me.
Quasi il suo bacino era contro il mio fondoschiena. Presi lentamente le sembianze di un pomodoro - per l'imbarazzo - e sperai non lo notasse.
Velocemente mi rialzai e mi girai verso di lui, in preda alla vergogna.
Gli diedi del tu come lui aveva chiesto, anche se mi faceva stanno visto che era una persona adulta.
"Scusami, riordinavo i libri. Jessi è in bagno, credo si stia cambiando" mormorai.
"Tu non ti cambi?"chiese schietto. Cosa vuole?
Per essere sposato faceva fin troppe domande. Iniziai ad essere meno imbarazza e forse più infastidita.
"Non sono a casa mia, signor Styles. Non ho i miei vestiti" dissi.
Signor Styles? Da dove l'ho cacciato sto nome?
Mi agitai così tanto che i miei capelli si spettinarono, un libro mi cadde da mano e la camicia mi si stropicciò.
Sembrò notarlo e si avvicinò per spostarmi i capelli dal viso, portandoli dietro l'orecchio delicatamente. Fissavo le sue labbra che erano vicino la mia fronte, siccome era più alto di me.
Madre natura avrebbe dovuto donarmi qualche centimetro in più.
"La camicetta dell'uniforme non la fanno più grande, sembra ti vada stretta qui" sussurrò con la sua solita voce roca che mandava fuori di testa.
Non ci misi molto a capire che parlava del mio seno.
"È impazzit-"
Venimmo interrotti dalla voce di Jessi, che per una volta nella mia vita adorai.
Grazie a Dio.
"Ali, vieni? Devo parlarti prima di pranzare" annunciò e velocemente annuii. Guardai Harry per l'ultima volta prima di dirigermi verso Jessi.
Sarebbe stata l'ultima volta in questa casa di pazzi, giuro.
"Ho bisogno di te Ali" sapevo che doveva chiedermi un favore, che dovevo fare per forza. Tipico degli Styles.
"Andreas vuole parlarmi, è sotto casa e sai se papà lo scopre mi ammazza, prima lui e poi me. Puoi coprirmi dicendo che vado a prendere dei libri e torno? Non preoccuparti di cenare da sola con mio padre, non ti metterà in imbarazzo. Perfavore!"
Oh dio. Scherzava vero? Io e Harry da soli? Santo dio. Come mi sarei trattenuta dal prenderlo a schiaffi?
Sospirai. Non potevo dirle no, era mia amica e inoltre lei mi aiutava in continuazione con i miei genitori.
"Solo se mi prometti che ci metterai poco. È una follia" risposi esasperata.
Andreas era il ragazzo con cui stava uscendo ed era anche un mio amico. Lei era già innamorata di lui e sapevo ogni loro dettaglio della relazione che avevano.
"Apposto, ti devo un favore!" sorrise entusiasta prima di dirigersi verso la porta e uscire.
Quando Harry sentì il rumore della porta chiudersi mi fissò con uno sguardo interrogativo. Pronti alle bugie?
"Uhm.. " "Jessi è dovuta uscire per prendere i libri che cercavo prima in borsa. Sono urgenti, domani ci sarà un' interrogazione pesante, tornerà fra poco e pranzeremo" mi finsi frustrata. Ero così abituata alle bugie che ero esperta a raccontarle.
E sapevo anche che un genitore, non appena sente menzionare la scuola, da il permesso per qualunque cosa.
Harry sembrò crederci. Tanto che si avvicinò per consolarmi. "Non ti preoccupare, andrete bene"
Ci credette o gli conveniva crederci?
Feci un passo in dietro e cercai qualcosa per distrarmi.
Ah Harry, se solo non avessimo quindici anni di differenza e non fossi sposato.
Il fuoco che era in me era percepibile, tanto da farmi imbarazzare di nuovo. Improvvisamente sentii il mio iPhone squillare e ne fui grata. Guardai il nome sullo schermo e per un attimo avrei voluto uccidermi per essere così sbadata: Jordan.
Jordan è il ragazzo che sto vedendo da due settimane, è uno dei più belli della scuola e fa parte della squadra di football. Mi piace abbastanza.
Risposi e mi allontanai per non far ascoltare la conversazione, Harry sembrava attento e non spostava lo sguardo dal mio corpo.
"Jordan, dio scusami, si ci vediamo dopo tranquillo, ti aspetto, " ridacchiai "A più tardi, ora sono da Jessi. Baci" e chiusi la chiamata.
La voglia di parlare era pari a zero. La situazione faceva schifo e si metteva anche il mio stomaco che brontolava dalla fame.
"Scusami era.." non mi fece neanche finire.
"Il tuo ragazzo?" rise, e non carinamente.
"Già, ci tiene a conoscere i miei spostamenti. Ma si fida di me. E lei, con sua moglie?" chiesi, curiosa. Ero abbastanza incuriosita del pensiero di Harry con la moglie, avevo una voglia immensa di sapere che tipo fosse.
Lo conoscevo da neanche un'ora e non potevo fare altro che tacere e vergognarmi di quello che stravo provando. Curiosità, imbarazzo, interesse.
Mi avvicinai per ascoltare meglio quando lui si sedette sul divano e mi fece cenno di sedermi accanto a lui.
Obbedii, non ci vedevo niente di male e stare in piedi mi aveva stancato.
"Si, ci amiamo, per noi e per Jessi" disse, senza darci peso e non sembrava convinto.
Non parlai, non sapevo cosa dire senza sembrare inopportuna. Portò la mano sulla mia coscia scoperta, accarezzandola con le dita su e giù. Avevo la pelle d'oca.
Un'altra al posto mio, sana di mente, avrebbe tolto la mano spaventata dal perché il padre della sua migliore amica ci stia provando, ma io mi godevo il suo tocco in silenzio. Era umiliante.
Avevo solo fatto dei preliminari con Jordan e col mio ex ragazzo, ma non ero mai andata al sodo.
Ero spaventata.
Qualsiasi persona dall'apparenza avrebbe potuto giudicarmi ma ero la persona più insicura di questo mondo.
Continuò ad accarezzarmi per un po', quando salì con la mano fino al mio interno coscia.
Questo era troppo. Presi la mano e in modo brusco la spostai, sospirando.
Finsi di essere interessata a qualcos'altro evitando il suo sguardo e i brividi che mi stava provocando. Cazzo.
Non cedere Ali, no. Resisti. Non pensare alle sue lunghe dita.
Troppo tardi.
Le sue dita ritornarono lì ed accarezzarono il mio interno coscia. Sentivo il mio centro pulsare, senza avere il controllo del mio corpo.
Ero come ubriaca, la mia testa parlava ma il mio corpo faceva diversamente.
"Cosa fai?" chiesi in un sussurro.
Presi a togliere di nuovo la sua mano prima che la situazione diventasse incredibile ma lui non me lo permise.
"Quello che mi stai chiedendo da ore, piccola"
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