Lights Of Dawn: Episodio 2 | Atto 2
"Passami il tensore e il grimaldello." mormorò Ryan. Drake allungò al compagno i due strumenti di metallo, e rimase in piedi a fissarlo mentre li infilava delicatamente nella serratura. Ryan saggiò con attenzione i pistoni con l'aiuto del grimaldello, e imprecò a bassa voce quando arrivò al terzo.
"Che c'è?" chiese Drake, scostandosi per lasciarlo lavorare meglio.
"La molla di questo pistone è durissima. Bisognerebbe oliarla, ma non abbiamo tempo. Devo spingere di più e stare atten...". Il grimaldello si ruppe con un potente ruggito metallico, ed una delle estremità cadde a terra su un foglio bagnato. Ryan imprecò ad alta voce e sbatté la testa sulla porta, subito dopo portando le mani sulla fronte.
"No! Non ci voleva!" esclamò gracchiando a bassa voce "Stupida serratura arrugginita.".
"Cazzo... Che si fa quindi? Non riesci a trovare un altro grimaldello?" chiese Drake, con un leggero tremolio nella voce.
"No, non riuscirei comunque a combinare niente. Questa maledetta serratura è troppo usurata." il poeta si alzò su un ginocchio, e tolse una mano dalla fronte per appoggiarla alla porta "Ci toccherà sfondarla.". Il compagno soffocò un grugnito di tensione, ed afferrò l'ascia accanto a lui. Osservò il filo della lama, che riluceva a chiazze nell'ombra "Non possiamo. Attireremo gli Infetti qui." sussurrò, alzando gli occhi verso l'amico. Ryan si mise in piedi.
"Non abbiamo scelta. Ho già valutato le nostre opzioni. Il problema principale è il tempo, dato che se cala la sera siamo entrambi fottuti, e non avremo nessuna possibilità con tutti gli Infetti che attirerà la funivia. Non possiamo oliare la serratura, non abbiamo il grimaldello, e non si può entrare dal bancone perché il vetro di protezione è molto più resistente di questa porta. È legno compensato, ci vorrà un attimo.".
"Ho capito, Ryan. Ma questo posto è buio, e probabilmente è pieno di Infetti. È un suicidio fare tutto quel chiasso abbattendo la porta." insistette il ragazzo, stirando il braccio in modo da allontanare l'arma dal compagno.
"La vedi la porta laggiù?" Ryan additò la porta antincendio in fondo all'atrio "Quella porta dall'altra parte è quasi certamente chiusa, e se non è chiusa ha delle maniglie che gli Infetti non possono usare. Non credo ci siano altre entrate e uscite che conducano a questa stanza.".
"Ma cosa stai dicendo. Se siamo così barricati come dici in questo atrio, dove cazzo è Sherry? In questo buio non hai nemmeno controllato se ci sono altre porte o altri modi di entrare nella biglietteria. Non stai pensando lucidamente, e non ti lascerò fare stronzate finché sono con te oggi. E quella porta laggiù non è chiusa. Guarda..." Drake, spazientito, fece ondeggiare l'ascia avanti e indietro. Quindi si diresse verso la porta antincendio, illuminandola con la torcia. Ryan rimase spiazzato da quella risposta, e pensò a cosa ribattere. Era però vero. L'umidità e le tenebre di quel lugubre posto lo stavano confondendo dal momento in cui era arrivato. Il buio di quel posto gli riempiva la mente come un'avida pece assetata di pensieri. Brutti ricordi gli riaffiorarono alla mente, svuotandola. Il suono sbiadito di un carillon cominciò a profilarsi alle orecchie dell'uomo.
Il frastuono della porta antincendio che veniva spalancata da Drake lo riportò alla realtà, diradando un po' della nebbia che gli offuscava la mente.
"Visto?!" gridò nervosamente il ragazzo da in fondo all'atrio "Sei poco lucido, Ryan!".
"Shh!" lo zittì l'altro "Gli Infetti li attirerai tu se continui a gridare così.". Il suo cervello impazientemente gli continuava a dire che la migliore opzione era abbattere la porta in fretta, e sistemare le cose sbrigativamente. Ricacciò indietro quei pensieri.
"Adesso cambi discorso? Ci hai ripensato forse?" continuò a gridare l'altro. C'era una genuina nota di delusione nei suoi strilli, mista a trionfo.
"Cosa proporresti di fare te? Secondo me se abbattiamo la porta e ci sbrighiamo facciamo la cosa più saggia. Sherry verrà da noi sentendo i rumori, e gli Infetti non sono un problema in questi negozietti a schiera. Saranno pochi e dovranno passare uno per volta dalle porte." rispose Ryan. Si accorse che stava ancora illuminando la serratura arrugginita con la torcia, e la puntò al suolo illuminando i fogli lerci.
"Negozietti a schiera?" esclamò Drake, puntando la torcia sul corridoio trasversale che si snodava dietro la porta antincendio "È un fottuto centro commerciale, e saremo pieni di Infetti fino al collo quando avremmo finito di buttare giù quella stupida porta! Oggi veramente stai dicendo più cazzate di quanto non te ne renda conto.".
All'improvviso un grido lancinante interruppe Drake nel bel mezzo della profonda inspirazione votata all'ultimo insulto. Tutto ciò che Ryan percepì e visse dopo quest'urlo agghiacciante accadde troppo velocemente. Udì il rumore di marci piedi che correvano sopra di loro, e imprecò fra i denti mentre il suo cervello lentamente si rendeva conto di ciò che stava per succedere. Drake sbiancò di colpo, e si sporse per fissare il corridoio fuori dalla porta antincendio. In un rapidissimo barlume di secondo, Ryan lo vide sbiadire, e menare un fendente alla cieca con l'ascia. Un altro grido disumano, stavolta di dolore, perpetrò nei timpani dell'uomo fino al midollo.
"Arrivano!" strillò Drake, strappando l'ascia dalla carcassa dell'Infetto, mentre chiudeva violentemente la porta. Ryan si riscosse e preparò i muscoli al peggio. La sua mente era tornata lucida, e i suoi riflessi si erano improvvisamente moltiplicati. Gli Infetti erano arrivati, e ora non si poteva più scappare, né nascondersi. Si alzò in piedi, sdrucciolando sul lurido suolo, e corse verso il compagno, afferrando da terra la pala da becchino. Con mani tremanti Drake stava spostando una pesante scrivania di legno davanti alla porta chiusa. L'ascia riluceva bagliori sanguigni alla luce della torcia.
Ryan aiutò l'amico a sbattere il mobile contro la porta "Quanti sono?" esclamò, mentre gli sbraiti si moltiplicavano e diventavano sempre più acuti. L'eco delle grida forsennate degli Infetti pian piano divenne sempre più concreto e vicino, gelando il sangue nelle vene al poeta.
"Non lo so. Una decina credo." balbettò Drake, serrando le pallide nocche sul manico dell'ascia con veemenza. I due udirono altri passi affrettati sopra di loro, mentre la puzza di cadavere pian piano cominciava a divorare le loro narici. Ryan ricacciò indietro un conato di vomito, quindi si voltò verso la porta brandendo la pala. Più di una volta quell'arma di fortuna aveva aperto un cranio con facilità, e lui la percepiva come una sicura assassina di Infetti. Mentre questi si accanivano sulla porta, colpendola con le membra disarticolate e graffiandola fino a lacerarsi le unghie, il poeta si rese conto che aveva avuto ragione sul fatto che non sarebbero riusciti ad aprirla, dato che la maniglia antipanico era solo nell'atrio, e questa poteva aprirsi solo verso l'esterno.
"Drake, non riescono ad entrare. Forse possiamo ancora buttare giù la porta della biglietteria." esclamò, strillando per farsi sentire attraverso il frastuono delle creature. Un brivido gli attraversò la schiena con violenza.
"Cazzo! NO!" gridò l'altro, mentre con le braccia e le gambe ballonzolava in movimenti disarticolati colmi di panico e terrore "Non l'abbandono l'ascia adesso, cazzo!" continuò, cercando inutilmente di mascherare il tremito d'orrore che gli soffocava le parole in gola.
Ryan alzò lo sguardo con fare allarmato quando lo stipite della porta scricchiolò, staccandosi di qualche millimetro dalla parete. Strinse più forte la pala, pronto ad affrontare l'orda d'immonde creature, e calcolò a che altezza si dovesse trovare la testa di quelle per accelerare la carneficina. Drake imprecò balbettando mentre lo stipite si dipingeva di una ragnatela di crepe, scollandosi dal muro come se fosse stato di velcro.
All'improvviso Ryan udì un rumore assordante dietro di lui, che lo stordì per un secondo. L'arrugginita serratura della porta della biglietteria scivolò sul pavimento e atterrò fumante accanto al poeta. Incredulo ed assordato dal forte rumore, Ryan non si accorse della porta antincendio che, scricchiolando, si staccava di netto dalle pareti dell'atrio. Non si accorse degli occhi gialli e putrescenti degli Infetti, che sbucavano dal varco aperto a forza di graffi lancinanti e testate animalesche. Non si accorse dei lunghi artigli organici che facevano capolino sopra la porta abbattuta, seguiti dalle purulente braccia macere, colme di pustole e lembi di pelle penzolante inerte. La scrivania scivolò lieve sul terreno sdrucciolevole, sollevando un turbine di fogli umidi, che si accatastarono sulla parete in fondo. Drake menò un fendente pavido e incerto, mentre arretrava con negli occhi riflesso tutto l'orrore che lo attanagliava in quel momento. Ryan alzò gli occhi dalla serratura quando ormai l'Infetto era davanti al suo volto, la faccia deforme contorta in un disumano urlo. Allungò le braccia di istinto, cadendo di schiena sullo sporco suolo. Ciò che successe dopo sembrò un incubo nebbioso e astratto, mentre l'uomo assorbiva la furia della creatura con gli avambracci. Sentì Drake gridare, mentre carnosi suoni di membra squarciate risuonavano nell'aria. Altri rumori assordanti stordirono l'uomo, accompagnati a dei flash epilettici. La bestia disumana cercava di azzannargli il volto, con la bocca spalancata e la saliva purulenta che lo investiva insieme ai latrati, mentre lui lo tratteneva con le braccia tremanti e vacillanti. Ryan trattenne il volto tumefatto e grondante pus dell'Infetto finché le nocche non si spellarono. Sentiva le forze abbandonarlo, mentre il fiato gelido e macero della bestia gli permeava le narici dilatate. Non era così che sarebbe morto. All'improvviso vide il cranio dell'Infetto schizzare via in un grumo di carne putrescente e sangue marcio. Un uomo dai capelli grigi, il volto scavato, stava di fronte a lui, con una specie di machete sporco di sangue in mano, e lo guardava stupefatto mentre il collo mozzato della creatura eruttava liquidi viscerali.
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