3° CAPITOLO
Quella mattina Ethan uscì per andare a lavoro molto presto, la sera prima non aveva chiuso occhio chiedendosi se gli occhi color ambra che aveva visto tra la folla in quell'attimo fossero davvero quelli di Amber. Ethan pensò che avrebbe potuto anche essersi sbagliato, era improbabile e non voleva crederci ma quell'attimo aveva risvegliato in lui una rabbia che non aveva mai provato fino a quel momento. La dimensione dove viveva adesso era completamente diversa e sconosciuta agli abitanti della dimensione Alpha, lui stesso non aveva capito come aveva fatto ad arrivarci, per questo era impossibile che la vera Amber fosse lì. Solamente Ilory poteva volontariamente viaggiare tra le dimensioni e sapere esattamente dove era diretta, era il suo particolare potere a permetterglielo.
<<Ma buongiorno Ethan!>> Alan era fermo davanti al negozio che fumava una sigaretta, avevano già acceso tutte le luci, il suo sorriso gli sollevò per un attimo il morale.
<<Buongiorno Alan>> Ethan si strinse nella sua felpa per il freddo <<Stamattina si congela>>.
Alan lo fissò per qualche istante e poi cominciò a ridere <<Sei piuttosto freddoloso ragazzo!>> Alan doveva avere almeno il doppio degli anni di Ethan ma sembrava come se il tempo per lui si fosse fermato, i suoi ricci castano chiaro vibravano alla leggera brezza. Ethan accennò un sorriso, per lui quella temperatura era già insopportabile, pensò subito che non si sarebbe mai abituato. << E poi>> continuò Alan non staccando i suoi occhi vivaci da lui <<Aspettati di peggio questo inverno!>> sorrideva, era curioso di vedere la reazione del ragazzo. Ethan in risposta si ficcò il cappuccio in testa e iniziò a lamentarsi. <<Non voglio pensarciiiii>>. In realtà con quelle parole stava esprimendo quello stava provando, non voleva pensare più a nulla, non voleva pensare alla profezia, alla sua corona, al suo Clan e né tantomeno a quei traditori, se pensava a loro la rabbia ricominciava a bollire.
Alan finì la sigaretta e la lanciò nel posacenere che si trovava sul marciapiede. <<Faremmo meglio ad entrare che se ci scopre il mister saremmo nei guai>> esclamò Alan imitando la faccia dell'uomo a capo del loro reparto. Ethan seguì l'esempio dell'uomo ed entrò nel negozio, lo sbalzo di temperatura lo fece tremare ma si abituò subito. Alan lanciò un altro sorriso verso Ethan prima di lasciarlo ad occuparsi delle sue solite faccende e scomparve dalla vista del ragazzo, subito dopo Ethan aveva già lo sguardo cupo di quando era arrivato, si diresse nel camerino e cominciò a cambiarsi per infilarsi la sua solita divisa. Ringraziò dieci volte il condizionatore acceso e uscì dal camerino per cominciare a svolgere il suo incarico ma appena mise il piede fuori la sua vista cominciò a cedere facendo posto al buio. Le immagini avevano preso a scorrere veloce e si era ritrovato come ogni volta a stringere una ciocca di capelli dorati.
Quando riaprì gli occhi la faccia di Alan lo sovrastava. <<Ti sei sentito male?>> Ethan spalancò gli occhi sorpreso di essere steso su una panca di legno nei camerini e poi la testa cominciò a fargli molto male. Non gli era mai capitato di svenire per colpa delle immagini che vedeva continuamente nella sua testa, solitamente quando era sveglio era come se sognasse ad occhi aperti. <<Sarà stato un calo di zuccheri>> esclamò il ragazzo noncurante della situazione, Alan invece sembrava preoccupato <<Dovresti tornare a casa>>affermò osservandolo <<Sei pallido>>. Ethan accennò un sorriso, era alquanto strano per lui svenire così, probabilmente stava sbagliando qualcosa, saltare la colazione non era una buona idea e doveva dormire di più ma non era proprio colpa sua ma degli incubi. Alla fine Alan insistette ed Ethan si ritrovò a tornare verso casa sospirando. Quando Bonnie lo vide entrare si accigliò. <<Che ci fai qui a quest'ora?>>
<<Sono svenuto e mi hanno rimandato a casa>>rispose senza espressione, come era solito fare. Bonnie si fermò, aveva appena finito di spazzare il pavimento, prese la mano di Ethan e lo forzò ad andare in cucina dove alcuni ragazzi stavano ancora facendo colazione. <<Muoviti, questi giorni continui a stare sulle tue e non lo tollero>> esclamò e poi ricominciò a pulire. Bonnie era davvero spaventosa a volte ed Ethan era felice di vedere continuamente in lei una somiglianza con Amarantha. Si affacciò e vide una mano abbronzata muoversi freneticamente, stava cercando di fargli segno di avvicinarsi. Ethan l'aveva riconosciuto, prese del latte ormai freddo e i resti della crostata dal bancone dove Bonnie lasciava la colazione e lo raggiunse. Un ragazzo sorridente lo aspettava al tavolo e appena lui si sedette cominciò a parlargli. <<Buongiorno, ma chi si rivede, dove scompari sempre?>> Il ragazzo biondo di fronte ad Ethan aveva assunto un sorriso provocatorio, con una mano reggeva una tazza di caffè e l'altra era appoggiata su un libro malmesso.
<<Ciao Marcus, mi hanno spedito a casa stamattina, mi sono sentito male>>. Rispose Ethan mentre beveva il suo latte freddo. Marcus era il suo vicino di camera, neanche lui l'aveva visto granché negli ultimi giorni.
<<Ah, ora stai meglio?>> chiese lui abbassando lo sguardo sul libro. Marcus non era visto di buon occhio da molti, se potevano gli altri lo evitavano ma Ethan non l'aveva mai fatto, anzi a lui quel ragazzo era parecchio simpatico.
<<Si>> affermò mentre mordeva la crostata e le briciole si spargevano dappertutto. Come faceva Bonnie a creare quelle prelibatezze Ethan non era mai riuscito a capirlo, avrebbe voluto farle assaggiare a tutti i membri del suo Clan ma poi ricominciò a tormentarsi,"ma quale Clan, chissà che fine avranno fatto tutti" e la rabbia ricominciò a mangiarlo dall'interno. Marcus era un buon osservatore anche se preferiva farsi gli affari propri, non aveva mai avuto la presunzione di risolvere i problemi altrui e non si era mai interessato, invece ai suoi occhi Ethan gli era sembrato diverso dagli altri ragazzi, voleva provare almeno un po' a capirlo. <<A me non sembra che tu stia bene>> esclamò puntando i suoi occhi scuri in quelli celesti di Ethan, il ragazzo scostò lo sguardo e finì il latte. << Sto bene, come vanno i tuoi studi?>> rispose cercando di sviare il discorso, non voleva parlare di quello che stava succedendo. Marcus sembrò sorpreso della domanda ma non sembrò averlo infastidito. <<Bene, mia nonna però ci va giù pesante!>>. Incominciarono entrambi a ridere, Ethan sapeva di chi stava parlando il ragazzo. Parlava di Bonnie, lei era la nonna di Marcus e da quello che aveva saputo su di lui, nonostante fosse il nipote della proprietaria pagava l'affitto e aveva un lavoro.
<<Ah, a proposito>> esclamò improvvisamente Marcus guardandolo <<C'era una cosa che volevo chiederti>> Ethan gli fece cenno di parlare con la mano, era strano che qualcuno volesse chiedergli qualcosa e si era incuriosito. I capelli lisci e biondi di Marcus ebbero un sussulto al suo spostamento, si avvicinò per parlare sottovoce. <<Ieri sera eri infondo alla strada quando è successo?>>.
Ethan spalancò gli occhi, perché stava sussurrando e perché glielo stava chiedendo? Non aveva il coraggio di parlarne, se pensava a quella sera gli tornavano in mente quegli occhi gialli che brillavano e la rabbia si impadroniva di lui. Il suo sguardo cambiò e Marcus doveva averlo notato infatti si scostò <<Volevo saperlo perché mi hanno riferito che sono successe molte cose strane>>. Ethan si voltò, probabilmente si riferiva ad Ilory e Finn.
<<Si, l'esplosione>> accennò Ethan senza tornare a guardare il suo interlocutore.
<<No, sto parlando delle persone, insomma lo stabile era crollato quasi per metà e non era possibile infilarcisi>>. Marcus guardava Ethan di sottecchi, cercando di captare le sue emozioni ma Ethan era cresciuto con una madre intransigente, soffocare le emozioni era la cosa che gli riusciva meglio. <<e invece molti testimoni dicono che i soccorsi sono riusciti a tirar via tutti senza problemi>>.
<<Non ne ho idea, dovresti essere contento che non ci sia gente ferita>>. Rispose indifferente << Io ho rischiato di farmi veramente male>> Ethan indicò, alzandosi i capelli neri dalla fronte, un cerotto. Ethan aveva detto la verità, quella sera era stato davvero inutile e si era persino preso un mattone in testa che l'aveva tramortito, le esplosioni avevano davvero fatto crollare metà dell'abitazione ed era impossibile per i soccorsi in quel momento rimuovere tante macerie. L'aiuto di Finn ed Ilory fu davvero necessario in quel momento ed Ethan si era davvero reso conto quanto la sua specie avesse bisogno del supporto di una corona. la Ilory che lui conosceva era capace solo di distruggere e invece la ragazza che aveva visto quella sera era diversa, era forte e teneva la mano di Finn. Ethan si era improvvisamente sentito solo, l'unico ad essere una catastrofe mentre vedeva l'amica in azione. Era bastato uno sguardo ai due per capirsi e subito avevano cominciato a correre tra la folla senza essere notati. La capacità principale di Ilory era quella di distorcere la visione che gli altri avevano di lei e quello che le riusciva più facile era nascondersi. Arrivati all'entrata dell'abitazione si erano infilati fra i soccorritori e avevano distorto anche la loro visuale. Nessuno in quel momento stava vedendo i due ragazzi, Ilory sembrava in difficoltà ma non ci mise molto a distorcere anche gli elementi di cui erano fatti i materiali che componevano la casa mentre Finn li attraversava come se fossero fatti d' acqua, tirando via la gente intrappolata che ovviamente era incosciente. Ilory quella sera gli era sembrata lontana, non era più la ragazza che non riusciva a controllare i suoi poteri e combinava disastri. Gli tornò alla mente come più volte aveva fatto crollare la sua stanza modificando il materiale delle colonne portanti, per questo tutti avevano paura di lei e di finire in qualche dimensione sconosciuta o disabitata.
<<Sei stato fortunato allora>> esclamò improvvisamente Marcus richiamando l'attenzione di Ethan. Il ragazzo si voltò verso di lui e fece spallucce <<Suppongo di si>> poi guardò l'orologio appeso alla parete che segnava le undici <<ti lascio studiare>> affermò mentre si alzava dalla sedia.
<<Ci sarai a pranzo vero?>> chiese subito Marcus.
Ethan sembrò stupito poi si voltò a guardare il volto indifferente dell'amico, i loro occhi si incontrarono ed Ethan percepì una strana sensazione, voltò lo sguardo e prima che potesse pensarci rispose frettolosamente mentre si dirigeva verso l'uscita. <<Ci sarò>>.
Ethan era fuggito con il cuore a mille che gli batteva nel petto, nel momento in cui aveva incrociato quello sguardo la sua testa aveva cominciato a girare, l'inquietudine si era impadronito di lui come se già sapesse quello che stava per succedere ma faceva fatica ad accettarlo e si era ritrovato in strada a correre a perdifiato. I colori vorticavano intorno a lui e il vento freddo gli tagliava la strada, non ne era davvero sicuro ma Marcus aveva risvegliato quello che riguardava la profezia. Si fermò di botto cercando di ragionare. Ethan non aveva percepito nessun potere che proveniva da Marcus, da quando si era trasferito era sempre stato il suo vicino di camera ma non aveva percepito nulla per cui lui non aveva nulla a che vedere con le corone della dimensione Alpha. L'inquietudine si impadronì di lui. Ethan voleva voltare pagina e non voleva ricominciare a odiarsi, nonostante il sentimento di vendetta che si agitava infondo al suo cuore ma poi ricadde nel buio. Ricominciò a camminare stanco verso il nulla "E' giusto così", "E' questo il tuo posto". Ethan però tendeva insistentemente la mano nel buio.
<<Stai bene?>> Una voce candida lo richiamò dall'oscurità.
La luce del giorno lo trafisse e ritornò alla realtà,si portò un braccio davanti agli occhi per cercare di abituarsi, il sole era ormai alto nel cielo e anche se era coperto di nuvole riusciva comunque ad irradiare la sua luce. Appena gli occhi di Ethan si ambientarono, collegò quello che era successo e rispose alla domanda senza curarsi troppo di chi aveva di fronte.
<<Si grazie>> Ethan non conosceva quella voce ma era sicuramente la voce di una donna. Appena si voltò a guardarla, smise improvvisamente di respirare. La ragazza era ritta di fronte a lui, il suo viso piccolo e sottile era piegato di lato, su di esso era dipinto uno sguardo di preoccupazione mista a curiosità e i suoi capelli perfettamente lisci e biondi ricadevano morbidi sulle spalle. Lei sembrò rilassarsi quando sentì le parole di Ethan e si raddrizzò. Il suo movimento mise in mostra il suo fisico minuto e il vestito leggero svolazzò.
<<Ah>> esclamò portandosi la mano destra sul petto <<Ti ho visto qui fermo e credevo stessi male>>.
Ethan non sapeva cosa risponderle, aveva ricominciato a fremere appena il suo sguardo si era posato su di lui. Gli occhi grigi della ragazza lo avevano ipnotizzato, si stava chiedendo continuamente perché un estranea gli stava trasmettendo tutte quelle emozioni tutte in una volta. Lei sorrise come imbarazzata, probabilmente si stava chiedendo perché Ethan non rispondesse e poi cominciò a tormentarsi le mani.
<<Non- Non so- se mi sento bene>>. Esclamò lui improvvisamente e la ragazza spalancò gli occhi, sembrava che stesse cercando di capire cosa fare. <<Ma non c'è bisogno di preoccuparsi>> continuò. Ethan non riusciva a staccare lo sguardo da quella ragazza, come attratto da qualcosa.
<<Ok allora, scusami se ti ho disturbato>> affermò lei insicura, sembrava stesse pensando a qualcosa ma poi ricominciò a camminare per la sua strada. Ethan non riuscì a risponderle che già lei lo aveva sorpassato ma i suoi occhi si posarono subito sui suoi capelli lisci che venivano scombinati dal vento, illuminati dai raggi del sole si illuminarono di un color oro acceso e poi la sua testa ricominciò a girare.
.
Finn aveva fiutato il pericolo ma la sua spericolata padrona era troppo sicura di sé così erano finiti per nascondersi su un tetto di una casa, affaticati e con non poche ferite. Ilory era stesa con la gamba dolente, aprì gli occhi e cercò quelli verdi di Finn, la sua corona era seduta affianco a lei e non l'aveva abbandonata neanche per un secondo. Alzò lo sguardo per vedere il cielo ormai coperto di nuvole e si strinse nelle spalle per il freddo.
<<Sei un disastro>> esclamò Finn rivolgendosi ad Ilory mentre si passava una mano tra i capelli color carota.
Ilory sembrò risentita ma poi la sua espressione cambiò <<Tu devi sostenermi>> esclamò cercando di mettersi seduta. Finn la osservava costantemente, non che gli dispiacesse farlo ma Ilory era davvero troppo incosciente, controvoglia si alzò e la aiutò a mettersi seduta.
<<Io cerco di sostenerti ma tu devi ascoltarmi>> i suoi occhi verdi erano puntati negli occhi nocciola della ragazza e si fissavano attratti come due magneti. <<Hai capito?>>.
Ilory si morse il labbro inferiore come punizione per la sua testardaggine <<Credi ci abbiano seguiti?>>.
Finn chiuse gli occhi e stette in silenzio per qualche secondo e poi parlò <<Spero davvero di no>>. Fece qualche passo verso la strada e si affacciò, subito la sua espressione mutò, era sorpreso. Ilory aveva visto poche volte la sua corona sorprendersi di qualcosa e cominciò ad incuriosirsi, poi come se i loro pensieri fossero collegati i due si guardarono. <<Devi venire a vedere subito>>. Gli comunicò Finn correndo verso di lei, fece passare il braccio candido di Ilory sulla sua spalla e la aiutò ad affacciarsi.
<<Lei è... >> Ilory sembrava sorpresa ma allo stesso tempo felice, si voltò a guardare Finn e lui accennò ad un assenso.
<<La situazione sta prendendo una piega inaspettata>> affermò il ragazzo tenendo stretta Ilory per paura che cadesse. Lei sorrise, sapeva che prima o poi Ethan avrebbe incrociato il suo destino.
<<No>> Ilory scosse i suoi capelli porpora ormai scombinati <<E' così che dev'essere>>.
<<Mi dispiace per loro>> esclamò subito Finn facendo una smorfia <<Loro non hanno idea di quello che sta per succedere>>.
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BEENEE, finalmente sono riuscita a scrivere questo capitolo! XD Tecnicamente ho raggiunto i capitoli che servivano per partecipare al concorso e quindi la storia dovrebbe concludersi qui. Ma! Se vi piace continuerò perciò fatemi sapere nei commentiiiiiiiiiiiiiii
Vi auguro un Buon anno! Che il 2016 sia pieno di tantissime cose belle! Non mangiate tante lenticchie ahah :D
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