Incomprensioni

Loro madre li stava terrorizzando. Si muoveva leggera e precisa tra i monitor e le strane apparecchiature che riempivano quella specie di quartier generale in cui Padmè aveva scortato Luke e Leia.

La stanza sembrava una caverna scavata sotto la montagna di ghiaccio. Allineate lungo tutte le pareti c'erano apparecchiature di ricezione e monitor di computer, davanti ad ognuno dei quali stavano seduti degli operatori. Indossavano tutti la stessa divisa grigia, con una targhetta con il nome appuntata sulla tasca destra dei giacconi, e Leia intuì che dovessero appartenere alla stessa organizzazione, o società segreta, o esercito mercenario, o qualunque cosa stessero organizzando i loro genitori.

Sembravano tutti molto impegnati, ma Leia ogni tanto coglieva qualche sguardo incuriosito rivolto verso lei e suo fratello. Non sembravano ostili, eppure la ragazza non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di essere indesiderata. Loro madre di sicuro dava l'impressione che li avrebbe preferiti ad anni-luce da lì, dall'altra parte della galassia, possibilmente su un pianeta deserto senza connessione all'holonet, in modo che non potessero mai e poi mai venire a sapere di quel posto.

Ma ora erano lì e lei non aveva detto loro nemmeno una parola e la cosa li spaventava a morte. I silenzi di loro madre erano pericolosi. Tutto il contrario di quelli di loro padre. Quando Anakin stava in silenzio dopo una loro bravata era perchè, pur sentendosi in dovere di rimproverarli nel suo ruolo di genitore, trovava segreamente la malefatta divertente o qualcosa che lui stesso avrebbe fatto. Quindi li fissava dall'alto al basso in silenzio con le braccia incorociate e il suo sguardo serio pian piano si incrinava in un sorriso divertito e persino un po' orgoglioso.

Ma quando Padmè stava in silenzio la situazione era ben diversa. Loro madre che non trovava le parole per sgridarli significava che avevano combinato quacosa di così terribile, da raggiungere la gravità di una guerra interplanetaria, tanto che la sgridata a parole non era nemmeno necessaria. Per esempio, questo era sucesso in occasione della Festa d'Inverno di tre anni prima, quando Luke e Leia avevano "accidentalmente" rovesciato un pentolone di zuppa bollente sul Governatore di Hosnian Prime, che si era lasciato sfuggire qualche commento volgare su loro madre. Il governatore si era così arrabbiato da tagliare tutti i contatti diplomatici con Naboo per due mesi, fino a che la questione non era stata risolva con molta persuasione e molte accorate scuse.

Loro madre in quell'occasione non aveva parlato con loro per giorni, troppo infuriata per il loro comportamento, dopo le infinite raccomandazioni di non importunare mai per nulla nella galassia un funzionario dell'Impero. Luke e Leia era stati malissimo, divorati dal senso di colpa, ed alla fine era andati ad implorare perdono ai suoi piedi, dichiarandosi eternamente pentiti e pronti a pagare le conseguenze della loro azione avventata per il resto della loro vita. Padmè li aveva abbracciati senza una parola e la situazione si era risolta.

Ora la situazione era più o meno la stessa e la cosa li terrorizzava. Loro madre non si sarebbe degnata di rivolgere loro la parola prima del loro trentacinquesimo compleanno.

Padmè finì la conversazione con il capo del gruppo di soldati che li aveva catturati, e si diresse verso di loro. Luke e Leia cercarono di farsi piccoli piccoli sulle loro sedie. Loro madre avanzò verso di loro con passo deciso, si fermo a pochi passi di distanza con le braccia incrociate, li fissò per qualche secondo poi si lasciò ricadere su una sedia a qualche posto di distanza dalle loro.

"Esigo una spiegazione."

"Ti troviamo in un base militare segreta e siamo noi che dobbiamo dare una spiegazione?" esclamò Leia.

"Non fingere di non comprendere la gravità di quello che avete fatto, signorina." disse Padmè, con voce tagliente. "Andare da soli su un pianeta sconosciuto, e senza avvisare nessuno... avreste potuto trovare qualunque cosa. Un un laboratario imperiale, un covo di pirati-"

"O nostra madre che comanda una flotta di caccia." completò Luke, incrociando le braccia.

"Non è il momento di fare lo spiritoso, Luke. Non c'è alcun bisogno di fare del sarcarsmo. La situazione è già abbastanza grave. Leia," Padmè appoggiò entrambi i palmi della mani sul tavolo e fissò sua figlia dritto negli occhi. "Come hai trovato questo posto? Dove hai trovato le coordinate? E' fondamentale che capiamo dov'è il buco nella sicurezza."

"Mamma, calmati." Leia si ritrasse, invasa da un vago senso di disagio. Sua madre, nonostante cercasse di nasconderlo, era chiaramente terrorizzata, una cosa che non capitava quasi mai.

"Leia, sono seria!"

"Ho capito!" Leia si arrese ed alzò le mani. "Ho controllato la nostra contabilità."

Padmè si rilassò visibilmente. "Oh grazie alla Forza quelle informazioni venivano dai nostri documenti privati, cosa di cui discuteremo successivamente, tra l'altro." Guardò sua figlia con uno sgaurdo severo.

"Mamma," mormorò Luke. "Cosa succede?"

Padmè si lasciò ricadere sulla sedia, apparendo rassegnata. "Immagino che abbiate capito cos'è tutto questo." disse, indicando con un gesto vago della mano l'ambiente circostante.

Luke e Leia si scambiarono uno sguardo sorpreso. "Un fanclub?" suggerì Luke. "Un'organizzazione terroristica?" ribattè Leia.

Padmè spostò gli occhi dall'uno all'altra un paio di volte, una punta di divertimento negli occhi, mischiata ad una buona dose di allarme.

"Sì," continuò Leia, "Azioni di sabotaggio contro l'Impero, spettacolari battaglie spaziali, riti propiziatori eseguiti nelle caverne di Crait, l'obiettivo finale tu, con una vibrolama in una mano e la testa dell'Imperatore nell'altra..."

Padmè alzò un sopracciglio diverita, anche se un'ombra di inquietudine le attraversò per un attimo il viso. "Hai davvero preso seriamente in considerazione questa cosa, Leia? No, perchè mi preoccupo per te."

Leia alzò le spalle ed accennò un sorriso.

"Mamma." intervenne Luke. "Sul serio, cosa sta succedendo?"

Padmè sospirò e chiuse per un momento gli occhi. Sembrava stanca e riluttante, ma anche consapevole che ormai la spiegazione fosse inevitabile.

"E' complicato."

"Prova a spiegare. Le parole non sono mai state un problema per te." la incalzò Leia, sporgendosi istintivamente verso di lei, appollaiandosi sul bordo della sedia.

"D'accordo." si arrese Padmè, "Cosa volete sapere?"

"La verità, per una volta." rispose secco Luke, con una durezza nella voce che non si aspettava nessuno. "Sono mesi che tu e papà vi comportate in modo strano. Vogliamo sapere cosa state combinando e cosa non ci avete detto sul passato."

"Luke, so che il fatto che vi abbiamo tenuto nascosto il passato di vostro padre ti ha ferito, ma sappi che l'abbiamo fatto per il vostro bene-"

"Questa storia l'ho già sentita, mamma!" sbottò Luke. "Ci avete mentito per tutta la nostra vita. Io non so nemmeno più chi siete!"

Il dolore si propagò sul viso di Padmè che chiuse gli occhi e si passò una mano sulla fronte. "Mi dispiace, Luke, mi dispiace. Io... credo che questa conversazione dovremmo finirla quando sarà presente anche vostro padre."

Luke e Leia annuirono, riluttanti.

"Comunque, per adesso vi dirò lo schema generale. Ecco, io e vostro padre, insieme ad altri nostri amici ed alleati, abbiamo messo insieme in segreto un'organizzazione che si oppone all'Impero." Annunciò Padmè con voce.

I gemelli ammutolirono per qualche secondo.

"Tipo un esercito?" Chiese Luke.

"No." Dichiarò decisa Padmè. "Non siamo un'organizzazione terroristi. La tattica con cui speriamo di fermare Palpatine è ancora quella diplomatica. Vogliamo raccogliere molti alleati in Senato e cercare di riprenderci il potere che ci è stato strappato con la nascita dell'Impero. Ma non faremo ricorso alla violenza per ottenere ciò che vogliamo. Non ci abbasseremo al loro livello."

"Allora cosa sono quelle flotte di caccia che ci sono orbita qua sopra?" Obiettò Leia, corrugando la fronte.

"Un piano di riserva. Sapete, in caso i negoziati non portino a nulla e l'Imperatore inasprisca ulteriormente la brutalità del regime." Padmè si sforzò di mantenere un tono leggero e sicuro, come se fosse un'eventualità possibile, ma dalla sua espressione preoccupata era chiaro che stava cercando di convincere più sè stessa che i suoi figli.

Luke e Leia si scambiarono uno sguardo. "Sì, Luke. Tipo un esercito." commentò Leia e Padmè sbuffò sonoramente.

"No. Ragazzi, non confondete le cose. Ve l'ho spiegato. Non puntiamo a dichiarare guerra all'Impero. Sarebbe folle. Il numero di vite umane perse aumenterebbe esponenzialmente, e non ne varrebbe la pena, perchè avremmo comunque poche speranze di vittoria."

"Non credo che il nostro amorevole monarca accetterà mai di farsi da parte senza un combattimento, mamma." puntualizzò Leia, scettica.

"Papà cosa ne pensa?" intervenne Luke.

La bocca di Padmè si strinse in una linea sottile, quando irrigidì la mascella e uno sguardo inquieto si fece strada nei suoi occhi scuri. "Vostro padre sa essere impulsivo a volte."

"Ah ah." Esclamò Leia. "Quindi sostiene la guerra."

Padmè strinse gli occhi e le lanciò un'occhiataccia. "Tuo padre non è un guerrafondaio, Leia. Può avere delle opinioni più o meno pacifiche, ma non è di certo uno di quei fanatici che se ne vanno in giro brandendo un cannone ed invocando la guerriglia totale in tutta la galassia."

"Ci sono anche questi elementi?" chiese Luke, sorpreso.

Padmè spalancò gli occhi, quasi sorpresa ed allarmata, come se avesse rivelato troppo. "Saresti sorpreso della varietà di individui che popolano questa galassia, Luke. Gestire le alleanze non è sempre facile. E' difficile capire di chi fidarsi e se un gruppo di estremisti si associasse a noi, la nostra posizione risulterebbe compromessa agli occhi dei più moderati. Però abbiamo anche bisogno di tutto il sostegno possibile, se vogliamo sperare di ottenere qualcosa. Abbiamo votato democraticamente, e la maggioranza ha deciso che per sicurezza avremmo iniziato anche ad organizzare una flotta."

Aveva parlato con ostentata indifferenza, ma, osservando la linea tesa della sua bocca Leia si chiese se quello non fosse un argomento di discussione ricorrente tra i loro genitori.

"Anche papà ha votato?" chiese Leia.

"Certo." Rispose Padmè, con voce piatta.

Leia stava per chiedere da che parte si fosse schierata Anakin, ma qualcosa nell'espressione turbata e sofferente di sua madre la bloccò. Non aveva mai pensato che potesse esistere qualcosa capace di intaccare la devozione che provavano i loro genitori l'uno verso l'altro, ma a quanto pareve si era sbagliata. Sperava solo che fosse una cosa puramente lavorativa e che non deteriorasse anche il loro rapporto famigliare.

"Avete compiuto anche delle azioni militari?" Scelse di chidere invece.

Un'espressione incerta e addolorata si materializzò per un momento sul viso di Padmè, che si affrettò a nasconderla dietro la maschera da Senatrice che portava in aula. "Qualcuna." Borbottò alla fine.

"La Stazione Calderos." mormorò Leia, ricordando il panico di Anakin quando aveva scoperto che si erano trovati in quella zona appena dopo l'incidente. L'attacco, corresse mentalemente.

"Già." Mormorò Padmè, sconsolata. "Non c'era personale, ovviamente. Solo droidi. Nessuno ha perso la vita." Si affrettò ad aggiungere.

Padmè alzò gli occhi per incontrare quelli onesti e innocenti dei suoi figli. Li fissò uno ad uno per qualche secondo, poi parve sgonfiarsi e si afflosciò sulla sedia, come se la l'energia che l'aveva tenuta dritta fino a quel momento fosse evaporata. "Spero che non siate troppo delusi da noi." Sussurrò, evitando di guardarli in viso.

Luke e Leia si scambiarono uno sguardo sconcertato. "Delusi? Scherzi? Mamma è fantastico!" Esclamò Luke e Leia annuì con sicurezza.

Padmè sbuffò sonoramente. "Non è vero. Siamo degli ipocriti. Vi abbiamo cresciuto educandovi secondo certi ideali. Ideali di pacifismo, di non violenza. E ora scoprite che siamo a capo di un esercito." Sembrava sconsolata e stanca, terribilmente stanca. Leia provò il forte impulso di consolarla, ma tutto ciò a cui riusciva a pensare erano vuote rassicurazioni e frasi di rito che non avrebbero di certo sollevato l'umore di sua madre.

Sapeva che quello che loro madre stava facendo era un'impresa immane e coraggiosa, ma non riusciva a trovare le parole per esprimerlo a voce. Luke venne in suo soccorso.

"L'Impero non accetterà mai un cambiamento pacifico. Penso che tu lo sappia." Disse, con voce dolce. "Siamo molto orgogliosi di voi. Siete molto coraggiosi a fare una cosa del genere."

Padmè gli rivolse un sorriso tremulo, poi scattò in piedi. "Bene, ora dovete tornarvene a casa. Ne discuteremo meglio con vostro padre."

"Aspetta, che è successo ad Han?" Chiese Leia. "Era circondato da soldati quando l'abbiamo lasciato."

Padmè la fissò e incurvò un angolo della bocca. "Gli ho offerto un lavoro."

"Cosa?!" Esclamarono in coro i gemelli.

"Ormai sapeva già troppo. Se lo teniamo vicino e lo paghiamo non rivelerà niente a nessuno. Da oggi è il vostro autista ufficiale. Gli ho già indicato la rotta da percorrere per riportavi su Naboo, in modo da non arrivare contemporaneamente a me. Ci vediamo a casa!"

*

Luke e Leia erano fermi di fronte alla porta di ingresso della loro casa, più che riluttanti al pensiero di entrare. I loro genitori li stavano aspettando e la serata si prospettava ad alta tensione.

"C'era una volta una villa dai vetri spessi, mura di pietra massicce e una fontana di marmo in giardino." Cominciò Leia, simulando la voce di un narratore di fiabe. "E tutti gli animali della foresta avevano paura della casa, perchè pensavano che fosse stregata e lo pensavano anche tutti gli abitanti del piccolo villaggio di Varykino."

Luke le lanciò un'occhiata obliqua. "Le ancelle entrano, ma non escono più. Come vado?" Chiese Leia, con un'espressione di sfida. Luke annuì soddisfatto. "Continua."

"Un giorno un cow-boy, giovane e forte, passò-"

"Cow-boy, dici?" commentò Luke, arricciando il naso.

"Senti dovremmo entrare e basta." Rispose Leia, tornando al suo normale tono di voce.

"Il cow-boy passò..." La ignorò Luke.

"E ad un tratto sentì l'irrefrenabile bisogno di una tiara di diamanti e di una tazza di caffè, e così, abbandonando la mandria si arrampicò sulle alte mura di cinta e si lasciò cadere sul vialetto con le piastrelle di cotto anticato, corse verso le porte-finestre di cristallo - senti, non funzionava quando avevamo quattro anni, spiegami perchè dovrebbe funzionare adesso?"

Luke sorrise e Leia sospirò. "Andrà tutto bene."

"Lo so." Rispose Luke, mettendole un braccio intorno alle spalle. Leia lo imitò e sussurrò. "Coraggio, mio piccolo cow-boy, suoni tu il campanello, o lo faccio io?"

Luke le lanciò uno sguardo sconfitto e allungò il braccio per suonare alla porta. Dopo pochi secondi l'ancella Dormè aprì venne ad aprire con un sorriso imperturbabile stampato sul viso come al solito. "Prego, entrate." Con un gesto della mano lì invitò a varcare la soglia.

"Ci ha invitati ad entrare, è un buono inizio. Non credo che abbiamo intenzione di diseredarci non credi?" commentò Leia, sfilandosi il giaccone.

"Volete darmi i cappotti per favore?" Chiese Dormè, gentile.

"Oh si grazie." Rispose Leia.

"Il signor Naberrie è nel soggiorno." Li informò l'ancella, con uno strano sguardo negli occhi scuri.

Luke e Leia annuirono, si scambiarono uno sguardo e fecero un respiro profondo, per prepararsi alla sfida che li aspettava. Fianco a fianco entrarono in salotto, dove trovarono loro padre seduto sul divano accanto al fuoco, immerso nella lettura di un datapad.

"Ciao, papà." Esclamarono in coro Luke e Leia, posizionandosi davanti a lui.

"Ciao Luke, ciao Leia." Rispose lui, cordiale e naturale, come se nulla fosse accaduto. Non sembrava nemmeno arrabbiato.

"Vi va qualcosa da bere?" chiese Anakin, alzando finalmente lo sguardo da ciò che stava leggendo.

"Ehm, si volentieri." Rispose Leia, con un sorriso nervoso, mentre Luke continuava a fissare suo padre come se si aspettasse che esplodesse da un momento all'altro.

Senza una parola Anakin continuò a concentrarsi sul datapad. I gemelli si scambiarono uno sguardo confuso. "Lo... prendo io da bere?" chiese Leia, ma Anakin alzò un dito per fermarla. "Volevo solo finire la frase." disse, spegnendo il datapad. "E' un ottimo libro, è un peccato posarlo." Detto ciò si alzò e si diresse vero il mobiletto dei drink. "Due succhi di mela?"

"Va benissimo!" Disse Leia, poi rivolta a Luke. "Sento un ottimo profumo, anche tu lo senti?"

"Oh sì, anchi'io!"

"Oh siete qui." Padmè entrò in soggiorno dalla portafinestra, con indosso un abito azzurro e un pesante poncho marrone di lana.

"Mamma. da dove arrivi?"

Padmè li ignorò e si rivolse ad Anakin. "Stai preparando dei drink?"

"Sì, certo tesoro."

"Da qui si sente un ottimo profumo." Ripetè Leia, sentendosi di colpo ancora più a disagio. La noncuranza dei suoi genitori la stava uccidendo.

"Bene. Godetevi da bere e la vostra cena. Ci sarà una mostra organizzata dalla scuola d'arte di Theed che ho frequentato da giovane la settimana prossima. Sto dipingendo un paesaggio con luna sulla terrazza." Annunciò Padme, con voce orgogliosa.

Leia la fissò stupita. "Stai dipingendo?"

"Eh già."

"Adesso?"

Padmè alzò le spalle. "Non sai mai quando ti coglie l'ispirazione. Sono brava, potrei anche vincere una medaglia. Scusatemi." Disse girando i tacchi e dirigendosi verso il balcone.

Leia la fissò esterrefatta e quando Anakin le mise sotto il naso un bicchiere sussultò di soprassalto. "Grazie." Mormorarono Luke e Leia.

Anakin si accomodò di nuovo di fronte a loro e sospirò. "Allora, novità?"

"Emh, non tantissime. La legislatura va bene. Sai, tra poco ci faranno votare per il primo provvedimento ufficiale e-"

"Il mio drink non è freddo e il vostro?" La interruppe Anakin. "Prende dell'altro ghiaccio." E si alzò, dirigendosi verso la cucina.

Non appena fu uscito, Luke si voltò verso sua sorella. "La mamma è fuori a dipingere." Disse, con uno sguardo deluso.

"Beh, pensa di vincere la medaglia." Commentò Leia, con un'alzata di spalle nervosa.

"Ma aveva detto che voleva che parlassimo tutti insieme una volta casa!" Esclamò Luke. "E adesso sta seduta là fuori tutta sola, con un freddo polare,  a dipingere la luna per non dover stare qui dentro insieme a noi."

Leia gli lanciò un'occhiata rassegnata.

"Ecco il ghiaccio!" Annunciò Anakin, rientrando con una ciotola in mano. "Sistemo anche i vostri se volete." Poi afferrò i loro bicchieri ed iniziò ad armeggiare al mobile, dando loro le spalle.

"Senti, papà. Qualcosa non va?" sbottò Leia.

"Non va?"

"Sì. Tu che non pensi che al ghiaccio, mamma fuori a dipingere." Obiettò Leia, cercando di stare calma.

"Non c'è niente che non va." Rispose Anakin, sereno.

"Lei è ancora arrabbiata?" Indagò Luke.

"Arrabbiata con chi?"

"Bhe, con noi." Rispose Leia, cercando di sembrare innocente.

Anakin si voltò verso di loro. "La rabbia è un'emozione inutile e una perdita di tempo. Padmè vuole vincere la medaglia, non è successo altro."

"Okay, bene." Esclamò Leia, scattando in piedi e marciando fino alla porta finestra. "Mamma, puoi venire un secondo? Devo chiederti una cosa." Disse, dopo aver battuto le nocche sul vetro.

Padmè si alzò dallo sgabello e tornò in casa, chiaramente irritata per essere stata interrotta. "Arrivo."

"Puoi sederti un minuto?" La invitò Leia, indicandole il divano.

"Devo andare a cambiarmi." Annunciò Padmè.

"Siediti prima."

"Ho i vestiti per dipingere."

"Perchè, sono speciali?" Obiettò Leia, mentre la inseguiva per il salotto.

"Faccio una doccia, mi cambio e dopo tornerò."

"Mamma!" Esclamò Leia.

"Il ghiaccio ha un gusto strano, vado a prenderne dell'altro." Disse Anakin.

"Ma insomma, voi due!" Leia si piantò in mezzo ai suoi genitori, incrociando le braccia. "La smettete? Possiamo parlare?"

"Parlare di cosa?" Chiese Padmè.

"Siete arrabbiati perchè siamo andati su Crait. Lo capisco, dovevamo dirvelo prima. Ma posso spiegarvi come è andata."

"No." Intervenne Luke, infilandosi nel cerchio che avevano formato i suoi genitori e Leia. "La responsabilità è mia, lo spiego io."

"Io non capisco per quale motivo non mi è concesso di salire a cambiarmi." Disse Padmè, infilandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.

"Ho incontrato Han al porto di Theed e-"

"Luke." Lo interruppe Anakin. "Non è necessario."

"E io l'ho aiutato a risolvere un problema che aveva con un tipo. E lui mi ha detto che mi avrebbe restituito il favore. E' mio amico-"

Padmè eruppe in una risata stridula. Luke e Leia la fissarono stupiti.

"Sai qualcosa che noi non sappiamo?" Chiese Leia.

"Sapete cosa mi diverte? Che incontrare un contrabbandiere per caso significhi essergli amico." Commentò, una vena acida nella voce.

"E dopo che vi avevamo chiesto di fidarci di noi e non impicciarvi, vuoi avete comunque fatto di testa vostra." sbottò poi.

"Non ci dicevate niente! Non vi abbiamo disobbedito per offendervi." Tentò di difendersi Luke.

"Oh, certo. Ora la colpa è nostra!" Intervenne Anakin. "Ma ora basta. Sono stufo di questi discorsi, me ne vado a lavorare."

"E io vado a cambiarmi." Disse Padmè.

"E io me ne vado in camera mia!" Sbottò Luke.

"EHI!" Urlò Leia, ferma al centro della stanza. "Che sta succedendo? Tu non vai a cambiarti, tu non vai a lavorare e tu non vai in camera!" Ordinò, indicando con un dito nell'ordine Padmè, Anakin e Luke. "Dovevamo cenare tutti insieme e io continuo a sentire il profumo della cena. E sì, ci sono delle cose da risolvere, ma nessuno, e dico nessuno, se ne va se prima non ne parliamo!"

Riluttanti, tutti si voltarono e si diressero verso la sala da pranzo.

Ed il massacro di Umbara ebbe inizio.

***

Round 1, Luke e Padmè

"Non potevo saperlo!"

"Dovevi aspettarti-

"E' completamente-"

"Luke, non interrompere tua madre!"

"Non so come tu possa pensare che andartene da solo su Tatooine possa essere una buona idea. Andare così alla cieca alla ricerca di informazioni, solo perchè non vuoi accettare il fatto che i tuoi genitori ti tengano nascosto qualcosa per proteggerti!"

"Non è andata affatto così!"

"Noi siamo la tua famiglia, siamo grandi ed esperti, sappiamo cosa è meglio per te!"

"Ma non è giusto, meritiamo delle informazioni!"

"Beh, quando sarai indipendente con un lavoro tuo, potrai andare a caccia di tutte le informazioni che ti pare e piace. Ma fino a quando mangerai sotto questo tetto, dormirai sotto questo tetto e studierai sotto questo tetto, sarai sotto la nostra tutela!"

"Io..."

"Non ti piacevano come andavano le cose e te ne sei andato!"

"E senza nemmeno lasciare un biglietto! Mi è venuto un infarto quella mattina, Luke."

"Vi ho già detto che mi dispiace!"

"Non alzare la voce con me, Luke!"

"Mi dispiace di non avervi avvisati."

"Mio dio che frase originale. Non ti sembra commuovente, Anakin?"

"Mai stato più commosso in vita mia."

"Se chiedo scusa, non ci credete. Voglio difendermi e non mi sentite. Quindi, che altro posso fare?"

"Oh, tantissime cose."

"Cosa? Che posso fare?"

"Beh, chiedere scusa e poi ammettere quello che hai fatto."

"Ma io stavo appunto chiedendovi scusa!"

"Cerca di capirlo, mamma. Luke, stava passando un periodo terribile."

"La vita è piena di cose terribili."

"Era instabile e anche confuso e ha compiuto qualche azione avventata. Come quella donna che ha offerto un lavoro top secret ad un contrabbandiere che ha appena incontrato!"

"Era per risolvere il problema che voi avete scatenato!"

In quel momento Dormè entrò con le insalate.

"Non sono mai stata tanto felice di vedere un'insalata!"

*

Round 2 Anakin e Luke

"Non credo a quello che sento!"

"Se avessimo saputo come stavano le cose fin dall'inizio la situazione sarebbe stata completamente diversa."

"Ho cercato di spiegarti!"

"No, non è vero!"

"Sono venuto a dirti cosa era successo quando si era formato l'Impero. Ti ho spiegato che ero un Jedi e di non fare sciocchezze, perchè eravamo in pericolo e tu non mi hai ascoltato!"

"Io questo non me lo ricordo."

Anakin si cimentò in un'imitazione di suo figlio.

"Vi prego, ragazzi. Questo è importante. Promettetemi che non farete più nulla di avventato. Ma certo, papà, te lo promettiamo. Non prenderò più nessuna iniziativa senza consultarti, papà. Non indagherò più sul passato, papà. Ti informerò ovunque andrò, papà. Grazie, ragazzi. Grazie mille. E guarda!" Anakin sbattè la mano sul tavolo, facendo tintinnare i bicchieri.

*

Intervallo

"Buono questo sorbetto."

"Sì, vero? E' tutta opera di Dormè."

"Mango?"

"Frutto della passione."

"Delizioso."

"Davvero buono."

*

Ruond 3 Anakin e Padmè

"Perchè hai pensato di offrire un lavoro a quel criminale?!"

"Non aveva altra scelta, ormai era lì!"

"E che ci faceva lì?"

"Ha accompagnato Luke e Leia. Mi sembrava il modo migliore di controllarlo! Non volevo che se ne andasse in giro per la galassia con informazioni riservate!"

"E lasciar salire Luke e Leia su quella nave! L'hai vista? Va a pezzi!"

"Non sembrava così scassata a vederla. E' la tua immaginazione!"

"E non hai pensato di consultarmi?"

"Se mi va di assumere qualcuno, lo assumo!"

*

Round 4 Padme e Leia

"Non sono una bambina!"

"E allora smettila di comportarti come tale!"

"Non lascerò la legislazione giovanile!"

"Sì che lo farai!"

"E perchè dovrei?"

"Se continui con questo tuo atteggiamento di voler fare da spia nel Senato, è evidente che non sei abbastanza matura per occupare quel posto!"

"Non lascio il mio posto!"

"Beh, troppo tardi."

"Sono iscritta, mamma. Tu non puoi buttarmi fuori."

"Posso eccome."

"Conosco il regolamento e non ho fatto niente per perdere la nomina, tranne discutere con te."

"Tu non capisci! Voi dovete essere completamente innocenti!"

"Non ci lasceranno stare comunque, se verrete scoperti! Sono solo illusioni le vostre!"

"Non ti permettere, signorina!"

"Io non me ne vado!"

"Oh sì che te ne vai!"

*

Ruond 5 Anakin e Luke pt 2

"Voglio diventare un cavaliere Jedi."

"Non è divertente."

"Non sto scherzando! Non ho mai saputo qual era la mia strada. Leia ha sempre saputo che sarebbe entrata in politica, ma io? Sono un bravo meccanico e so volare discretamente, se solo mi lasciassi esercitare di più..." Lo sguardo di fuoco di suo padre lo indusse rapidamente a non soffermarsi sull'argomento. Dopotutto era meglio litigare su una sola cosa alla volta. "Non ho mai avuto un obiettivo a lungo termine, ed ho passato gli ultimi anni alla ricerca di uno scopo, cercando di capire cosa volevo della mia vita. Ma ora che sento le tue parole sui cavalieri jedi, guardiani della pace e della giustizia e della pace nella galassia, è come se avessi visto la luce. Finalmente l'ho capito."

"Capito cosa?"

"Che l'ho trovato. Questo è ciò che sono destinato a fare."

"Non hai idea di cosa stai parlando, Luke. Hai un'immagine idealizzata dei jedi nella tua mente, ma credimi, la tua percezione è molto lontana dalla realtà. I jedi non erano degli essere perfetti. Avevano molti difetti e la loro dottrina era dura, fatta di privazioni e di rinunce e, se posso dirlo, non per forza salutare per la sanità mentale di una persona."

"Lo so che può sembrare così, ma sono sicuro davvero. Lo percepisco, è la mia strada."

"Ah davvero? Quindi sei pronto a rinunciare a tutti i tuoi attaccamenti personali? Ad abbandonare la tua famiglia per dedicarti completamente all'addestramento? Se io avessi seguito alla lettera i precetti Jedi, tu non saresti mai esistito!"

"Cosa?"

"Vedi? Non ci hai pensato bene. Non hai nemmeno idea di cosa ti aspetta."

"Che vuol dire che non sarei dovuto esistere?"

"Ai Jedi, salvo rare eccezioni, non era permesso avere alcun legame emotivo con altri. L'attaccamento era proibito, così come gli affetti famigliari, legami di amicizia... il matrimonio."

"Quindi, io e Leia non saremmo dovuti esistere... ti abbiamo rovinato la carriera."

"Non me ne importa un accidente della carriera! Avrei comunque lasciato l'ordine dopo la guerra. Volevo stare con vostra madre apertamente. Il segreto ci stava distruggendo entrambi."

"Sì, ma-"

"Tu non eri un errore, Luke! Tu e Leia siete le cose più belle che mi siano mai capitate. Non sarete stati programmati, ma di certo non siete mai stati indesiderati. Se c'è qualcuno che ha distrutto la mia carriera da Jedi, quello è Palpatine."

"Non dovrò abbandonare la mia famiglia, se sarai tu il mio maestro."

"Non so se sono la persona più adatta ad insegnare."

"Hai già addestrato qualcuno?"

"Una volta."

"Non è andata bene?"

"Il problema non si pone in questo momento."

"Perchè?"

"Perchè tu entrerai in contatto con la Forza solo quando Palpatine sarà morto e sepolto, non un secondo prima!"

"Cosa?! Sei ridicolo! Potrei aiutarvi!"

"Tutto quello che stiamo facendo lo facciamo per proteggervi. Non permetteremo che andiate in giro a rischiare la vita. Lo scopo finale è che voi non la rischiate più la vita!"

"Ma-"

"Niente ma!"

*

Alla fine della serata si ritrovarono tutti e quattro in salotto. Anakin e Padmè erano seduti uno di fianco all'altra, Anakin scivolando sempre più in basso con le gambe, e Padmè tenendosi una mano sulla fronte. Luke e Leia erano di fronte a loro, Leia con la fronte appoggiata sulle gambe e Luke con la testa all'indietro appoggiata alla cornice del divano.

Restarono così in silenzio per lungo tempo processando tutto ciò che era accaduto. Molte cose erano state dette in quella serata. Anakin e Padmè non potevano più ignorare il pericolo che incombeva anche sui loro figli, nonostante avessero cercato di farlo fino a quel momento. Luke e Leia non potevano fingere di essere ancora dei bambini, e che ogni bravata fosse risolvibile con un abbraccio.

Anakin e Padmè li abbracciarono prima di andare a letto e, una volta che Luke e Leia furono soli in corridoio, Leia mormorò, prima di ritirarsi ognuno nella propria camera.

"Direi che abbiamo fatto pace."



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