43 - 𝕌𝕟 𝔸𝕣𝕣𝕚𝕧𝕖𝕕𝕖𝕣𝕔𝕚

Destiny

L'incudine dell'esecutore scese ineluttabile e un'altra testa venne mozzata. La gente esultó.
Il patibolo era stato eretto nella piazza di fronte al palazzo, la folla era assetata di sangue.
«Kaifah non è stato catturato, vero?» chiese Selene, preoccupata nel vedermi stranamente tranquilla.
«fa silenzio se non vuoi che qualcuno ci senta» sussurrai.
«Allora sta bene?»
Annuii.
«Menomale»
Un altro condannato venne trascinato sul patibolo,Vynneris.
Due guardie lo tennero con la testa sul tronco tagliato, mentre lui si dimenava.
«Kaifah! Dovunque tu sia! Sei uno sporco traditore! Ci vediamo all'inferno, bastardo!» l'ascia agí veloce e la testa di Vynneris rotoló.
Selene emise un verso di disgusto,odiava la vista del sangue.
Aron si godeva lo spettacolo da uno dei balconi del palazzo, insieme a Remmer e alcune guardie reali.
Ayondri non fece resistenza, si mise in ginocchio e posò il capo sul ceppo.
Mi coprii il viso per non esser riconosciuta. Poi toccò a Rocer.
Quello disse una specie di preghiera, poi anche lui venne giustiziato.
Così andò avanti fino a che fu il turno di re Osper.
Potei vedere Aron sorridere vittorioso. Si liberava di un altro nemico.
Quando fu tutto finito, dopo quel massacro, il popolo, saziato a sufficienza, si dileguó.
Io rimasi immobile come una pietra di fronte alle tante teste mozzate, pensando che tra quelle ci sarebbe potuta essere quella del mio Generale.
Al solo pensiero mi sentii mancare.

Rientrata a palazzo, vidi le guardie passare da stanza a stanza, bussando con insistenza e buttando giù le porte che non venivano prontamente aperte.
«stiamo cercando un uomo alto con dei lunghi capelli neri. Corporatura massiccia. Il Generale Kaifah» chiesero ad una donna.
Il sangue mi si congeló nelle vene.
«Non lo ho visto. Non lo conosco» rispose quella.
Superai le guardie e a passo svelto, dirigendomi verso la stanza di Xeniàn.
Quando entrai nel nascondoglio sussultai nel vedere un' altra persona parlare con Kaifah. Mi tranquillizzati quando capii che si trattava di Leida.
«capisco» disse Kaifah.
«È l'unico modo» Leida mi rivolse uno sguardo triste.
«di che parlano i miei ragazzi preferiti?» dissi, mettendo una mano sulla spalla di Kaifah e l'altra su quella di Leida.
«le guardie hanno iniziato la loro caccia all'interno del castello» disse Leida. Tornai seria.
«lo so. Le ho appena viste.»
«prima o poi lo troveranno»
L'avrei potuto nascondere nella città dei pescatori, ma lo avrebbero comunque trovato.
Fu allora che pensai a quel che sarebbe stata la cosa più giusta da fare. Kaifah doveva lasciare Aither.
«Non è piú sicuro per lui»
«le porte delle mura rimarranno chiuse ancora per molto.» così aveva deciso Aron, in modo che eventuali fuggiaschi non lasciassero Aither.
«io non intendo lasciarti» disse Kaifah ad un tratto con il suo tono di voce autoritario.
«se non lo farai, morirete entrambi»
«Leida ha ragione. Devi andar via» cercai di farlo ragionare.
«Mai»
«Kaifah, moriremo, non capisci?»
Il Generale rimase in silenzio.
«È una pazzia. Non riuscirò mai ad uscire dalle mura.»
«una volta siamo andati al Jolly Pepper , ti ricordi, Leida?» dissi.
«no. Dove era?»
«attaccato alle mura, tra la via delle spighe e la via del fabbro.»
«oh ora ho capito quale intendi!»
Nel seminterrato di quel locale vi era una galleria che portava direttamente fuori dal regno.
«si può fare allora!» Leida mi sorrise. «sarà più semplice del previsto!»
Guardai Kaifah, che teneva le mani permute sul tavolo. Per noi sarebbe stato difficile separarci. E se anche io avessi lasciato Aither? Scacciai immediatamente quell' opzione dalla mia testa. Non avrei mai abbandonato il mio regno.
«dovrà essere stasera. E dovremmo chiamare gli altri»
«gli altri?» chiese Kaifah.
«si, ci servirà una copertura. Così se ci scoprono , siamo in grado di contrattaccare»
«e chi ci farà da copertura?»
«Namti, Selene e.. Ahala»
Vidi Kaifah irrigidirsi all'ultimo nome.
«dove ci diamo appuntamento?»
«alla Rosa. Dobbiamo prendere Philip»
«ma come facciamo ad uscire dal palazzo?» chiese il Generale.
«bella domanda» non ci avevamo pensato.
«Scenderemo dalla torre» dissi.
«Che?!»
«questa sí che è una pazzia!»
«Leida tu dovrai fornirci delle corde.»
«No, Destiny. Questa è una vera follia!»
«E se Selene lo portasse giù volando?»
«Kaifah è troppo pesante.»
«Allora non abbiamo altra scelta. Le guardie sorvegliano ogni corridoio. Sarà impossibile uscire da palazzo»
Leida mi guardó storto. Non voleva che io rischiassi così tanto.
«Non cadremo di sotto. Faremo come abbiam fatto io e te quando siamo andati ad Adendar.» Quella volta abbiam combattuto saltando da un tetto all'altro. Sapevo come fare.
«ma Kaifah non è abituato.» obiettó il Guardiano.
«Mi stai sottovalutando?» chiese il Generale.
«lo guiderò io. Fidati, Leida. Non mi succederà nulla»
Leida sembrò pensarci per un attimo, poi rispose:«E va bene»

Dopo aver ottenuto le corde dal Guardiano dagli occhi verdi, legammo i capi ad un vecchio mobile pesante e con cautela iniziammo a calarci. Era molto più alto di quanto mi aspettassi.
Le mani scorrevano lente e a poco a poco scendemmo.
La corda ci rovinó i palmi delle mani , ma non mollammo la presa.
Corremmo sulle mattonelle di una torre e scendemmo anche quella, gattonammo per non farci vedere dalle guardie e velocemente scendemmo l'ultima.
Le nostre mani erano rosse, ma eravamo felici di esser riusciti nell'impresa.
Kaifah si coprì il capo con il cappuccio del mantello marrone.
Ci muovevamo veloci nella notte e passando da una casa all'altra , sfuggivamo alle guardie.
I nostri respiri erano irregolari, avevamo il continuo terrore di esser scoperti.

Quando arrivammo finalmente al bordello la Rosa, vi trovai di fronte Ahala, Leida, Selene e Namti.
Kaifah e il Guardiano dai capelli rossi si scambiavano sguardi di fuoco.
«vado a prendere Philip»
Entrai nel bordello e superando le ragazze e Marie, bussai alla porta della camera di Philip.
«che succede?» chiese l'arciere, sorpreso di vedermi.
«è ora che ve ne andiate da qui»
Quando lo portai di sotto, negli occhi di Kaifah passó un lampo di rabbia.
il Generale prese Phillip per i vestiti e ringhió:«È tutta colpa tua se ora ci troviamo in questo casino! »
«Era inevitabile, Kaifah»
«Non è vero!»
«Ragazzi, cercate di calmarvi o manderete all'aria tutto il piano» gli consigliò Namti.
Quando Kaifah si calmó, ci incamminiamo verso il Jolly Pepper. Dalle finestre dai vetri opachi potemmo constatare che era piuttosto affollata.
Il Generale dovette abbassare il cappuccio più del dovuto per non farsi riconoscere. Ad un palo vi era affisso un foglio con sopra il suo ritratto. Vi era scritto :« Ricercato. Ricompensa di 2,000 monete d'oro.»
«Guarda, sei famoso» ironizzó Philip, dando una pacca sulla schiena di Kaifah, visibilmente irritato per quel commento.
Andammo avanti.
«cosa posso offrirvi?» domandó l'oste, mentre con un panno puliva l'interno dei boccali.
«Sono Senior White. Ho bisogno di ispezionare il seminterrato. Ordini del re.»
Sentite le mie parole, fece un inchino e scendendo delle scale, ci condusse nel seminterrato. Vi erano botti dappertutto.
«cosa deve controllare, mio Leader?» chiese l'uomo.
«che nessun soldato di Narrow si sia nascosto qui.»
«oh. Le assicuro, signor Leader, che noi non diamo rifugio ai rivoltosi.»
«Torna di sopra» dissi in tono secco e freddo.
«si, Senior White» risposi, senza fare obiezioni.
Il passaggio era sigillato da assi di legno.
«indietro» dissi, facendo segno ai compagni con una mano.
«Ehi, ma che volete fare?!» l'oste non se ne era andato come pensavamo, era rimasto a spiarci. Feci un cenno del capo ad Ahala.
Il Guardiano dalla chioma rossa prese velocemente un pugnale dalla cintura e lanciandolo colpí l'oste in pieno petto. Quello stramazzó al suolo.
La luce mi avvolse e sfondai la barriera di legno, aprendo il passaggio.
Rimasi immobile di fronte all' oscurità della galleria, un profondo mare nero. Con mano tremante presi un tizzone spento e lo porsi a Leida, che lo accese con un acciarino.
Philip prese in mano la torcia di fuoco.
Guardai Kaifah con sguardo sofferente e rimossi la maschera dal mio viso. Era arrivato il momento di separarsi.

Il Generale fece un passo verso di me. Mi buttai tra le sue braccia e strinsi il suo farsetto con le mani, in un gesto disperato.
Strusciai il viso sul suo petto cercando il suo odore, che tanto mi piaceva.
Mi bació con passione, in un bacio che avrei voluto non finisse mai.
«promettimi che ti rivedrò.» disse con voce strozzata.
«Si, si» Le lacrime iniziarono a rigarmi il viso.
«E promettimi che sarò sempre l'unico per te.»
«Sai che sarà sempre così.»
Passai lentamente una mano sul suo volto, per ricordarne la forma,
le curve, i lineamenti duri ma allo stesso tempo dolci e morbidi.
«Sarai sempre nel mio cuore» disse. Unimmo le nostre labbra in un altro bacio spassionato. Volevo ricordarne il sapore.
«Kaifah, dobbiamo andare.» disse Philip.
Il Generale lo ignoró e continuò a cospargere il mio collo di baci, posandone alcuni sulla fronte.
Volevo trattenerlo con me, ma sapevo di star comportandomi come un' egoista. Se fosse rimasto, sarebbe morto.
«Anche tu promettimi che ci sarò solo io per te.»
«te lo prometto» i suoi occhi erano lucidi. Non ci credevo. Kaifah stava piangendo?
Asciugai le sue lacrime con dei baci.
Lo strinsi tra le mie braccia e lui nascose il viso nella mia spalla.
Sentii l'odore dei suoi lunghi e morbidi capelli neri.
«Amico, è ora» disse nuovamente Phillip.
Kaifah si staccó da me.
«Ti amo Destiny Fiergewan, Leader di Aither»
«Ti amo Kaifah, Generale di Narrow»
Dicemmo quelle parole tra le lacrime e con i cuori spezzati.
Leida e Selene si eran commossi, mentre Ahala si era allontanato, dandoci le spalle.
Namti teneva lo sguardo basso.
«È stato un onore aver incontrato tutti voi. E grazie, Senior White. Mi hai salvato la vita. Non lo dimenticherò mai» disse Philip, prima di entrare nella galleria.

Kaifah's pov

«Avanti. Andiamo» Philip aveva già fatto qualche passo nel tunnel.
Guardai Destiny un' ultima volta. Non mi vergognai delle mie lacrime, erano versate per una giusta causa.
«và» disse lei.
Annuii e con una stretta allo stomaco, le diedi le spalle, raggiungendo l'arciere. Mi mancava il respiro.
«Mi dispiace, Kaifah» disse Philip, guardandomi con tristezza.
Ebbi l'improvviso bisogno di voltarmi, di rivedere un' ultima volta il viso di Destiny.
Feci per guardare indietro, ma l'arciere mi trattenne. «Non voltarti»
Era impossibile per me non farlo.
Continuammo a camminare, facendoci strada nelle tenebre.
«Kaifah..» sentii dietro di me. Una voce impercettibile che forse mi ero immaginato.
«Kaifah» sentii di nuovo. Poi un pianto disperato.
«Non posso farlo» dissi. Philip non ebbe il tempo di fermarmi, che io avevo già iniziato a correre verso Destiny. Volevo tornare da lei, non l'avrei mai voluta lasciare.
Quando svoltai una curva della galleria la rividi. Le lacrime le stavano consumando gli occhi e appena il suo sguardo incontrò il mio, non volli controllarmi e la presi in braccio, baciandola come non mai.
«Promettimi che starai bene»
«Te lo prometto» disse tra i singhiozzi, stringendo i miei capelli.
«Andremo a Tannarea e qualsiasi cosa accada, farò in modo che questo non sia un addio, ma un arrivederci.»
«Kaifah, sei e sarai sempre il mio unico e vero amore»
Le sue parole, per quanto dolci, non facevano che amareggiarmi. Come potevo lasciarla?
«ma io ti voglio vivo, non morto. Quindi ora va' e non tornare, d'accordo?» un sorriso si formò sulle sue labbra ed io non potei non ricambiare.
«Avanti, mettimi giù»
Dopo un ultimo bacio, la rimisi a terra e mi voltai, definitivamente.
«ti amo, Destiny» Urlai da dentro la galleria.
«ti amo, Kaifah! » mi rispose.
«ti amo! »
«anche io!»
Continuammo così finché non potei più sentire la sua voce, ma solo l'eco della mia.
Rimasi in silenzio, mentre Philip teneva alto il tizzone.
«la rivedrai, ne sono certo»
«E se non fosse così?» le mie parole rimasero sospese nell'aria.
Quella galleria sembrava senza fine.
«Adesso Narrow sarà preso sotto il dominio di Aither. Dove andremo?» chiese Philip.
«Tannarea»
«È molto lontana. Come ci arriviamo?»
«Leida ha lasciato dei cavalli all'uscita della galleria»
Ogni mio passo era pesante, uno sforzo enorme. Ero a pezzi, ma dovevo andare avanti.
Arrivammo ad un punto cieco. L'uscita era sopra le nostre teste, coperta da una grande lastra di legno rovinata dai tarli.
La aprimmo senza fatica e prima Philip, poi io, uscimmo dalla galleria.
L'aria fresca ci colpí in viso, completamente diversa da quella polverosa del tunnel.
Eravamo sbucati dentro una foresta, circondati da alti alberi dalle folte chiome, giganti minacciosi nella notte.
Due cavalli erano legati ad un albero, uno dal manto marrone, quello di Philip, e l'altro era il mio stallone nero.
Guardammo alle nostre spalle. In lontananza si ergevano le alte e possenti mura di Aither.
Su di esse, vicino ad un braciere, potei distinguere una figura vestita di bianco con un mantello dorato che il vento tentava di sollevare.
«Ci rivedremo, Senior White»

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